L’Ordine certosino durante il Grande Scisma d’Occidente
(1378-1417)
Il 17 gennaio 1377, dietro le insistenze di Caterina da Siena, il Papa Gregorio XI riportò la sede pontificia da Avignone a Roma. Il Pontefice, però non sopravvisse molto a ciò, difatti dopo poco più di un anno il 27 marzo 1378 egli morì. Il suo successore Urbano VI si insediò a Roma, mentre poco dopo, un gruppo di tredici cardinali francesi, non riconoscendolo come legittimo pontefice, si riunirono a Fondi. La regina Giovanna I di Napoli, loro sostenitrice, decise di inviare a Fondi, presso i cardinali scismatici, il priore Giovanni Grillo della certosa di S. Martino di Napoli, il quale dopo averli incontrati, fu da loro inviato da Urbano VI per convincerlo di rinunciare al Pontificato, ma ciò non avvenne. Il 20 settembre del 1378, a Fondi, i cardinali elessero come antipapa Clemente VII, il quale stabilì la propria sede ad Avignone, dando così inizio al Grande Scisma d’Occidente che sarebbe durato quaranta anni. Le conseguenze di tali eventi, portarono i vari sovrani europei a riconoscere l’uno o l’altro pontefice, vi furono i cosiddetti “urbanisti” ed i “clementini”, e ciò coinvolse inevitabilmente anche l’Ordine certosino. Le certose ubicate negli Stati italiani, in Inghilterra, in Portogallo nelle Fiandre, in Ungheria, in Germania ed in Scandinavia riconobbero l’autorità di UrbanoVI , mentre le certose situate negli altri stati europei Francia, Regno di Napoli, Cipro, Scozia, Aragona, Castiglia e Navarra, considerarono legittimo ClementeVII. Nel 1379 il Capitolo Generale aveva eletto come generale dell’Ordine certosino, G. Raynaldi, insediatosi regolarmente alla Grande Chartreuse, dopodiché Urbano VI, direttamente di sua autorità, nominò come Visitatore Generale Giovanni di Bari, che diventerà la massima autorità per le certose ubicate negli stati a lui fedeli. Nel 1382, in un successivo Capitolo Generale tenutosi a Roma, alcuni priori elessero quindi come altro Generale, Giovanni di Bari, il quale nel 1381 aveva sostituito come priore della certosa di San Martino di Napoli, il già citato, Giovanni Grillo, che era stato rimosso dal suo incarico poiché considerato un partigiano dell’antipapa. Giovanni di Bari scelse come sua sede la certosa di Firenze di cui era già stato precedentemente priore. I certosini fedeli a Urbano VI, tennero i loro Capitoli Generali in sedi sempre diverse, a Roma (1382), a Mauerbach (1383 e 1387), a Bologna, fino ad arrivare al 1391, quando fu deciso di tenerli sempre presso la certosa di Seitz. La storia dei doppi Generali si susseguì negli anni, e nel 1391 alla morte di Giovanni di Bari venne eletto a Seitz l’allora priore della certosa di Maggiano Dom Cristofaro che ricoprì il prestigioso incarico fino alla sua morte avvenuta nel 1398. Il nuovo mandato fu affidato a Stefano Maconi, che abbiamo già trattato, e che all’epoca dei fatti era priore alla certosa di Milano. Questi accettò l’incarico, a condizione di dimettersi al più presto per consentire la riunificazione dell’ordine che era fatalmente spaccato . Egli si impegnò concretamente per riunificate le divisioni in seno all’ordine. Ebbe dei rapporti epistolari con l’altro Generale G. Raynaldi già priore di Valbonne, il quale aveva anch’egli la ferrea volontà di risolvere l’annosa questione prima di morire. Purtroppo questa eminente figura (che approfondiremo separatamente in un altro articolo) che governò l’ordine certosino per ben trentacinque anni non riuscì a veder realizzato il suo sogno, poiché si spense il 15 giugno del 1402. Al suo posto, venne chiamato Bonifacio Ferreri di Valois priore della certosa spagnola di Porta Coeli, che insediatosi alla Grande Chartreuse veniva spesso chiamato come consigliere dal pontefice di Avignone. Sul soglio pontificio a Roma, erano nel frattempo succeduti, ad Urbano VI, Bonifacio IX (1389-1404), Innocenzo VII (1404-1406) e Gregorio XII. Mentre ad Avignone nel 1394 alla morte di ClementeVII, fu eletto Benedetto XIII. I due nuovi Generali certosini, contribuirono grazie alla loro forte personalità ed all’impegno profuso, alla riunificazione dell’Ordine, essi difatti strinsero dei contatti volti alla cessazione delle divisioni, Nel 1408, in una lettera Maconi scrive ai confratelli della Grande Chartreuse, supplicandoli di trovare un compromesso per far cessare lo scisma. Nella Chiesa la risoluzione del problema scismatico, che mettesse fine alla controversia, si ritenne essere la convocazione di un concilio ecumenico che tennero, 6 cardinali romani e 6 avignonesi, a Pisa dal 25 marzo1409. Il concilio stabilì la deposizione di Benedetto XIII e Gregorio XII, dichiarati eretici e scismatici, e l’elezione di un nuovo Pontefice (26 giugno 1409), che salì al trono papale col nome di Alessandro V. Per effetto di ciò, sia Stefano Maconi che Bonifacio Ferreri, simultaneamente e di comune accordo si dimisero dal proprio incarico, e pertanto nel solenne Capitolo Generale fu eletto il 21 aprile 1410 al loro posto, Dom Giovanni di Griffomont (o Griffemberg) priore della certosa di Parigi. La elezione di quest’ultimo, acclamato dalle opposte fazioni, permise di riportare la serenità e la unificazione all’interno dell’Ordine di San Bruno. Dopo l’elezione di Alessandro V, si ebbe il cosiddetto “scisma tricefalo” poiché i papi furono tre in quanto, dopo la condanna sia Benedetto XIII che Gregorio XII continuarono a ritenersi pontefici. Nel 1410 alla morte di Alessandro V venne eletto Giovanni XXIII, e fu così che nel 1414 furono addirittura tre i papi regnanti: Gregorio XII a Roma, Benedetto XIII ad Avignone, e Giovanni XXIII a Pisa. Venne così indetto un nuovo concilio, a Costanza (1414-1418) nel quale, l’11 novembre 1417, il Card. Oddo Colonna fu eletto papa, e scelse il nome del santo del giorno della sua elezione, Martino V, fu così ristabilita, dopo quaranta anni, definitivamente l’unità della Chiesa e la conseguente cessazione del Grande Scisma d’Occidente.
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