BEATO DIONIGI DI RIJKEL
Dionysii Cartusiani
(1402 – 1471)
Dionigi nacque nel 1402 a Rijkel un piccolo villaggio nei pressi di Saint Trond in Belgio, dalla famiglia modesta dei Van Leeuwen. Cominciò i suoi studi a Saint Trond e nel 1415 a Zwolle, poi avvertendo un attrazione per la vita monastica provò ad entrare nella certosa di Diest ed in quella di Roermond, ma gli fu negato l’ingresso a causa della sua giovanissima età. Su consiglio dei certosini si recò all’Università di Colonia per completare gli studi, in Germania vi rimase tre anni dedicandosi allo studio della filosofia, della teologia e delle Sacre Scritture. Nel 1424, dopo aver conseguito la laurea di Magister Artium, fece ritorno nei Paesi Bassi riuscendo finalmente ad essere ammesso alla certosa di Roermond, dove visse la maggior parte della sua vita, dividendo il suo tempo tra la preghiera, la meditazione e lo studio. Dionigi comincia a scrivere il “Commento alla Bibbia”, la sua opera più importante, iniziata nel 1434 e ultimata solo nel 1457, ben 14 volumi. Tra il 1440 ed il 1445 realizza la sua opera magistrale il De contemplatione, e così di seguito. La mole di opere scritte da Dionigi, durante i suoi quarantasette anni di vita religiosa, è impressionante: essa è rappresentata da un totale di quarantaquattro grossi volumi, e più di ventimila pagine raccolta nell’edizione, Doctoris Ecstatici D. Dionysii Cartusiani Opera Omnia pubblicata tra il 1896 e il 1914 dalla certosa di Montreuil e poi a Tournai. Data la completezza dell’opera si diceva:
“Qui Dionysius legit, nihil non legit“(chi ha letto Dionigi, non vi è nulla che non abbia letto).
Questo lavoro Dionigi lo svolse all’interno della sua cella, dove alle poche ore di riposo concesse dalla severa regola dell’Ordine, preferì scrivere. Egli condusse una vita monastica di estrema ascesi, resa possibile da una costituzione molto forte, era infatti di corporatura alta ed atletica, si sottopose a frequenti digiuni e dormendo solo tre ore trascorreva intere notti immerso nella preghiera e nello studio.Egli dichiarò di avere”la testa di ferro e lo stomaco di ottone“. La sua alacre attività fu interrotta quando tra il gennaio 1451 ed il marzo 1452, Dionigi dovette lasciare la quiete di Roermond poiché il cardinale Nicola Cusano, legato apostolico, gli chiese di accompagnarlo, come consigliere, in un viaggio tra i paesi della Mosa e del Reno nel tentativo di riformare la Chiesa in Germania, e di predicare una crociata contro i Turchi. Dionigi su richiesta di Cusano, per combattere l’Islam scrisse anche un trattato: “Perfidiam Contra Mahometi”, una opposizione convinta e decisa verso l’Islam ove si riteneva Maometto un falso profeta. Rientrato a Roermond, Dionigi riprese la sua intensa attività, diventando nel 1459 procuratore del convento, ma nel 1466 fu scelto dal capitolo generale dell’Ordine certosino per fondare la nuova certosa di Bois-le-Duc. Tra tante difficoltà, resse come priore questo nuovo complesso monastico fino al 1469, poi esausto chiese di ritornare alla “sua”certosa di Roermond, dove riuscì a realizzare l’ultima opera, il: De meditatione. Poi libero da ogni incarico ed ormai anziano, dopo una lunga malattia il 12 marzo del 1471 verso le undici del mattino, Dionigi morì, a sessantanove anni, di cui quarantotto trascorsi come certosino. Le sue spoglie furono conservate nella certosa di Roermond fino al 16 luglio1554, quando andarono poi disperse a seguito di un tremendo incendio, e dei successivi tumulti provocati dalla rivoluzione protestante. Ma il 12 marzo del 1608, esattamente dopo centotrentasette anni i suoi resti mortali furono ritrovati, e sorprendentemente il cranio dissotterrato emanava un celestiale profumo, mentre le dita ( pollice ed indice della mano destra) usate per scrivere furono trovate miracolosamente incorrotte. Fu così che il culto verso Dionigi, già diffuso subito dopo la sua morte accrebbe, poiché questo prodigioso ritrovamento confermava la fama di santità già nota per le sue straordinarie estasi avute durante la vita.
Durante la sua esistenza, infatti, egli ebbe numerose visioni, che descrisse dettagliatamente in alcuni suoi scritti, e pertanto fu consultato come un oracolo da vescovi e principi che, cercarono di incontrarlo, o gli inviarono lettere per ricevere consigli. Si narra che subito dopo la caduta di Costantinopoli (1453), impressionato dalle rivelazioni fattegli da Dio in una visione, decise di inviare una missiva a tutti i principi d’Europa chiedendo loro di modificare il modo di vivere, cessare i dissensi, ed unirsi in guerra contro il nemico comune, i turchi. Dopo la sua morte, fu definito “Illustre per la grande santità e sublime per la contemplazione”, meritandosi l’appellativo di “Doctor Ecstaticus”. La pratica per la sua beatificazione cominciò ma si interruppe, pertanto è stato definito impropriamente beato da San Francesco di Sales e da Sant’Alfonso de Liguori, è tuttora celebrato dai certosini il 12 marzo.
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