S. UGO DI CHATEAUNEUF
VESCOVO DI GRENOBLE
Oggi vi ripropongo il testo dell’articolo riguardante S.Ugo di Chàteauneuf, poiché oggi 22 aprile ricorre, presso l’Ordine certosino, la sua ricorrenza (data della canonizzazione) mentre per la Chiesa è stato celebrato lo scorso 1 aprile (data della sua morte).
Nacque nel 1053 a Chàteauneuf d’Isère, nel Delfinato, in Francia, da una famiglia di conti appartenenti alla nobiltà francese. Il padre, Odilone di Chàteauneuf, era un soldato che si sposò due volte, dal secondo matrimonio nacque Ugo. La madre conduceva una vita ritirata e si occupava unicamente dell’educazione dei figli iniziandoli ad una vita di elemosina, di preghiera e di digiuno ella si dedicò successivamente ad opere di carità e di penitenza a seguito del ritiro del marito ottantaduenne Odilone alla Grande Chartreuse su consiglio del figlio Ugo. Questi, cominciò i suoi studi a Valence, e poi a Reims dove ebbe come maestro di Filosofia e Teologia Bruno di Colonia. Divenne poi canonico della cattedrale di Valence, mettendo in mostra le sue virtù tanto da essere notato dal Legato Pontificio in Francia che lo volle come suo consigliere nella lotta contro la simonia. Nel 1080, Ugo a soli 27 anni fu scelto per essere eletto vescovo della diocesi di Grenoble, egli reagì inizialmente con stupore ma poi fu consacrato a Roma da papa Gregorio VII, e Matilde di Canossa provvide al necessario per la cerimonia, donandogli il pastorale e dei libri. Ugo resse la diocesi di Grenoble afflitta da enormi problemi con grande impegno, ma dopo soli due anni visibilmente avvilito si ritirò a Chaise-Dieu, abbazia cluniacense, nella diocesi di Clermont, dove per un anno professò la regola benedettina. Non appena Gregorio VII seppe della fuga di Ugo gli ordinò di ritornare nella sua diocesi per combattere con maggiore energia i disordini del clero. Nonostante l’amore verso la contemplazione, Ugo obbedì al pontefice e per 50 anni rimase al suo posto difendendo gli oppressi, con preghiere, esortazioni e sinodi, trasformando radicalmente le condizioni della diocesi assegnatagli. Egli difese strenuamente i diritti della Santa Sede, nel 1112 contro l’imperatore Enrico V, e nel 1130 scomunicando l’antipapa Anacleto II. Nonostante questa sua intensa attività, durante il suo lungo mandato episcopale, Ugo rimpianse sempre la solitudine della vita monastica a cui dovette rinunciare, e chiese ai tanti pontefici che si susseguirono – Vittore III, Urbano II, Pasquale II, Gelasio II, Callisto II, Onorio II e Innocenzo II -, di essere dispensato dall’incarico di vescovo. Avendo superato i settant’anni, si rivolse ad Onorio II appellandosi alla veneranda età ed alle difficili condizioni fisiche, ma il pontefice gli rispose lapidariamente: “Per il bene del vostro popolo, preferisco voi, vecchio e malato, a qualsiasi altro, anche se giovane e in buona salute”. Ugo rimase così, per altri due anni a capo della diocesi di Grenoble ed esattamente fino al 1 aprile del 1132, giorno della sua morte. Vogliamo ora occuparci dell’incontro fatale, che ebbe nel 1084, con il suo antico professore di Teologia Bruno, canonico di Colonia, il quale aveva deciso in accordo con sei suoi discepoli di separarsi dalla corruzione del mondo per ritirarsi in eremitismo. Ebbene quando Bruno ed i suoi amici si recarono dal vescovo di Grenoble Ugo, egli collegò quella visita improvvisa con un sogno fatto la notte precedente l’incontro, nel quale sette stelle indirizzavano sette pellegrini in un luogo dove Dio fabbricava un tempio. Questo sogno il vescovo lo collegò con la visita dei sette viandanti che gli chiedevano un luogo idoneo dove poter esercitare la loro missione. Sbalordito per quel prodigio, Ugo indicò e donò loro un luogo impervio tra i boschi : il “Deserto di Certosa” dove in seguito fu eretta la Grande Chartreuse consacrata il 2 settembre 1085. Questo luogo, situato in una zona montana e boschiva a 1175 metri di altitudine, in origine si chiamava Calma Trossa, si trasformò prima in Charme Trousse, poi in Chartrousse, ed infine Chartreuse. Quindi Bruno lo latinizzò e divenne Cartusia, sono queste le origini del nome dell’ordine. Ugo divenne un grande amico dei certosini, essendo attratto dalla loro vita solitaria, ed era sua abitudine recarsi spesso a trovarli. Si narra che era sua consuetudine trattenersi con i monaci più del previsto e che talvolta Maestro Bruno doveva ricordargli : “Ite ad oves vostras “ ovvero lo esortava a ritornare in sede a curare il suo gregge. Si narra che fu molto caritatevole rifiutando le rendite della sua diocesi, e in un anno di carestia Ugo vendette addirittura l’anello e il calice d’oro per soccorrere i mendicanti, ed avrebbe venduto persino i suoi cavalli se l’amico Bruno non l’avesse dissuaso ricordandogli che gli equini erano l’unico mezzo per raggiungere le aree remote della sua circoscrizione vescovile. Sempre prodigo verso le comunità monastiche, egli nel 1108 fa insediare un gruppo di eremiti a 940 m slm sopra Voreppe nel Isere, nel sud, ai piedi del massiccio della Grande Chartreuse. Desiderosi di vivere separati dal mondo, per essere uniti nella preghiera, vogliono tornare alla regola di San Benedetto, senza integrarsi nella vita delle parrocchie. Nasce così l’ordine di Chalais nato seguendo la regola di San Benedetto da Norcia, i monaci costruirono l’ Abbazia di Nôtre-Dame de Boscodon che diverrà Casa principale dell’Ordine all’inizio del XIII secolo, allorché l’abbazia-madre, Chalais, verrà assorbita dalla Grande Chartreuse e diverrà una certosa. Nel 1116 Ugo già prodigo con i certosini, donò loro un ulteriore possedimento per avviare la realizzazione del convento di Ecouges. La sua vita la trascorse conducendo digiuni, penitenze, e veglie notturne ricalcando il rigore monastico certosino, ciò gli comportò dolorose sofferenze allo stomaco ed alla testa che lo accompagnarono fino al giorno della sua morte. Ugo morì il 1 aprile del 1132, e fu poi canonizzato da Innocenzo II il 22 aprile del 1134 a Pisa. Le sue spoglie mortali, conservate nella cattedrale di Grenoble, furono bruciate dagli ugonotti nel 1562, la sua memoria liturgica è il 1 aprile, mentre per l’ordine certosino le celebrazioni avvengono il 22 aprile.
Preghiera
Signore, che hai fatto di S. Ugo uno strumento
della tua provvidenza per esprimere ai nostri
Padri l’ interesse della Chiesa per la vita
contemplativa, donaci con la sua preghiera,
di progredire senza fallire, nella nostra vocazione.
Amen
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