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Domenica di Pentecoste: Preghiera notturna

Oggi in occasione della Domenica di Pentecoste, vi voglio proporre alcune letture della preghiera notturna dei certosini. Ma che cos’è la Pentecoste? Questa parola deriva dal greco antico pentekostè (heméra), πεντηκοστή (ἡμὲρα), cioè, “cinquantesimo” (giorno), è una festa della tradizione ebraica e successivamente di quella cristiana. La Pentecoste cade infatti 50 giorni dopo la Pasqua, e nel Cristianesimo rappresenta la discesa dello Spirito Santo, sotto forma di colomba su Maria e sugli Apostoli. Durante il Mattutino, che ricordiamo si svolge tra le 23,30 e le 3,30, i certosini in occasione di tale festività eseguiranno le seguenti letture.

Letture della preghiera notturna dei certosini:

Domenica di Pentecoste

1

Dai Discorsi di san Bernardo.

Sermo I de Pentec.1-6.PL 183,323-326.

Oggi celebriamo, dilettissimi, la festa dello Spirito Santo. Onoriamolo con allegrezza e amore adorante, perché in Dio lo Spirito Santo è quanto vi è di più soave. Egli è la bontà stessa di Dio, anzi è Dio. Se celebriamo i santi, quanto più dobbiamo lodare colui che li ha santificati, e se veneriamo i santificati, quanto più dobbiamo onorare il loro Santificatore!

Oggi è il giorno in cui lo Spirito Santo da invisibile si è fatto visibile, cosi come il Figlio, invisibile per natura, si degnò mostrarsi nella nostra carne. Oggi lo Spirito rivela qualcosa di sé stesso, come appunto già l’avevano fatto il Padre e il Figlio, perché ci incamminiamo verso la vita eterna, che è la conoscenza perfetta della Trinità. Per il momento, questa conoscenza trinitaria ci è possibile soltanto in parte, mentre cogliamo con la fede tutto quello che ci sfugge. Conosco il Padre grazie alla sua opera creatrice. poiché odo tutte le creature proclamare: Egli ci ha fatti e noi siamo suoi 1( Sal 99,3 ). Infatti, dalla creazione del mondo in poi.. le sue perfezioni invisibili possono essere contemplate con l’intelletto nelle opere da lui compiute, come la sua eterna potenza e divinità. 2( Rm1,20 ) Invece l’eternità e l’immutabilità del Padre oltrepassano la mia comprensione, perché Dio abita una luce inaccessibile.

2

Fra le persone della Santissima Trinità conosco un po’ meglio il Figlio, poiché egli si è incarnato; ma chi potrà mai cogliere la sua generazione eterna e la sua uguaglianza con il Padre? Nei confronti dello Spirito Santo mi è noto soltanto che egli è spirato, poiché la sua processione dal Padre e dal Figlio oltrepassa totalmente le mie capacità: Stupenda per me la tua saggezza,, troppo alta e io non la comprendo.3( Sal 138,6 ) Vi sono due poli in una processione: donde si viene e dove si va..Lo Spirito Santo procede dal Padre e dal Figlio, ma questa processione è avvolta per me in tenebre fitte. Invece, la sua processione verso gli uomini ha preso ad apparire chiaramente agli occhi dei fedeli. Al tempo della Pentecoste. lo Spirito invisibile manifestò la sua venuta con segni visibili; oggi, questi segni sono spirituali, ben più degni della natura dello Spirito. Allora, lingue di fuoco si posarono sugli apostoli, perché essi potessero proclamare in altre lingue parole di fuoco e predicare con labbra ardenti una legge di fuoco. Non rammarichiamoci se oggi lo Spirito Santo non si presenta più a noi in quel modo, giacché a ciascuno e data una manifestazione particolare dello Spirito per l’utilità comune.4(1 Cor 12,7 )

3

Potremmo dire che la manifestazione di Pentecoste è destinata più a noi che agli apostoli. A che infatti sarebbe loro servito parlare in lingue se non per convertire le genti? Ma lo Spirito ha agito in essi anche in modo più nascosto, cosi come continua a fare oggi in noi. L’azione dello Spirito Santo negli apostoli si fa evidente se consideriamo che dopo Pentecoste la loro pusillanimità cede a intrepida fermezza: essi non cercano più di nascondersi per paura dei Giudei, e l’energia che prima mettevano nel fuggire ora li anima nell’annunzio della parola. Il cambiamento è dovuto senz’altro all’opera dello Spirito di Dio in essi. Il capo degli apostoli era stato terrorizzato dalla parola di una serva,e ora ha il coraggio per affrontare le autorità. La Scrittura ci dice che gli apostoli se ne andarono dal sinedrio lieti di essere stati oltraggiatiper amore del nome di Gesù. 5( At 5,41 ) Chi dubiterà allora che lo Spirito di fortezza li abbia visitati, colmandoli intimamente di energia invisibile? Anche oggi la presenza dello Spirito è manifestata da quanto opera in noi.

4

Lo Spirito ci comanda di stare lontani dal male e di fare il bene, ma egli soccorre la nostra debolezza in entrambe le situazioni, e benché le grazie siano diverse, esse provengono dal medesimo Spirito. Per distoglierci dal male, lo Spirito suscita in noi tre mozioni: il pentimento, la supplica e il perdono. Il nostro ritorno a Dio inizia con il pentimento, che non è nostra iniziativa, ma dello Spirito di Dio. Ce lo insegna la ragione e l’autorità lo conferma. Quando qualcuno, intirizzito dal freddo, viene a scaldarsi accanto al fuoco, potrà mai dubitare che il calore gli viene dalla fiamma? Cosi, se uno, congelato nel male, viene sciolto dagli ardori del pentimento, capisce che un altro spirito è venuto a scuotere e a giudicare il suo. Abbiamo anche nel vangelo l’autorità del Signore che sentenzia a proposito dello Spirito Consolatore: Egli convincerà il mondo quanto al peccato.6( Gv16,8 )

5

Abbiamo detto che il pentimento è la prima tappa del ritorno verso Dio. Ma a che serve pentirsi di una colpa, se non si supplica per ottenere il perdono? Perciò lo Spirito Santo colma l’anima di una dolce speranza, che la muove a pregare con una fiducia senza incrinature. Permettimi di mostrarti che tale preghiera e opera dello Spirito di Dio. Fino a quando lo Spirito è lontano dal tuo cuore, tu non troverai la preghiera, perché soltanto lo Spirito può gridare in noi: Abbà, Padre.

Infatti egli intercede con insistenza per noi, con gemiti inesprimibili. 7( Rm 8,15-26 )Lo Spirito Santo opera simultaneamente nel nostro cuore e in quello del Padre: nel nostro cuore intercede per noi presso il Padre; nel cuore del Padre perdona con lui. Nel nostro cuore è il nostro avvocato, nel cuore del Padre è il nostro Signore. Nel nostro cuore infonde la grazia della preghiera, nel cuore del Padre egli ci dona quel che chiediamo. Nel nostro cuore istilla la fiducia verso il Padre, mentre inclina il cuore del Padre ad una misericordia più grande. Sappi bene che è lo Spirito a procurarci il perdono, poiché fu dettoagli apostoli: Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi. 8( Gv 20,22 ) Perciò mediante il pentimento, la supplica e il perdono lo Spirito Santo ci distoglie dal male.

6

In che modo lo Spirito agisce in noi per attirarci al bene? Anche qui, con una triplice azione: egli ammonisce, insegna e muove. Esorta la memoria, illumina la ragione, muove la volontà, giacché in queste tre facoltà consiste tutta l’anima Lo Spirito suggerisce alla nostra memoria il ricordo di buoni e santi pensieri . Ogni volta che ti senti spuntare in cuore l’ispirazione al bene, rendi grazie a Dio e onora lo Spirito Santo, perché ne hai sentito la voce. Il vangelo dice infatti: Lo Spirito Santo vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.9 Nota bene la frase che precede: V’insegnerà ogni cosa.9( Gv 14,26 ) Si tratta della seconda opera dello Spirito: e gli istruisce la nostra ragione. Molti cercano di far il bene, ma non sanno che strada prendere. Dopo l’ispirazione al bene è perciò necessaria una seconda grazia che ci permetta di passare agli atti in modo che la grazia di Dio porti frutto. San Giacomo infatti ammonisce: Chi sa fare il bene e non lo compie, commette peccato.10(Gc 4,17)

Non basta che lo Spirito ammonisca la memoria e illumini la ragione sul bene da compiere: deve poi smuovere la volontà perché attuiamo quel bene. Anche qui è all’opera lo Spirito che sorregge la nostra debolezza e riversa nei nostri cuori la carità; questa fa allora sorgere in noi una volontà orientata verso il bene.

7

Quando lo Spirito viene in te, s’impossessa di tutta la tua anima e tu odi che ti parla dentro: suggerisce buoni pensieri alla memoria, istruisce e stimola al bene, illuminando la ragione, poi infiamma la volontà. Non ti vedi l’anima riempita di lingue di fuoco? La loro molteplicità simboleggia la diversità di operazioni, ma esse si uniscono nella luce unica  della verità e nella fiamma ardente dell’amore. Soltanto nella consumazione finale la nostra anima sarà totalmente colmata, quando una buona misura pigiata, scossa e traboccante ci sarà versata in grembo. Quando accadrà ciò? Al compiersi dei giorni della Pentecoste. Beati quelli che sono già nel tempo pasquale eterno, ossia i fratelli a cui lo Spirito ha detto di riposarsi dalle fatiche terrene. Essi sono già entrati nell’anno giubilare, e aspettano con noi l’ultima Pentecoste.

8

Voi sapete che celebriamo i due tempi liturgici della Quaresima e della Pasqua. L’uno precede la passione, l’altro segue la risurrezione. La Quaresima è dedicata alla compunzione del cuore e alle lagrime della penitenza, mentre nel tempo pasquale il cuore si apre all’amore adorante e al canto solenne dell’alleluia. La Quaresima è figura della vita presente e Il tempo pasquale rappresenta il riposo dei santi dopo la morte. Al termine dei cinquanta giorni del periodo di Pasqua celebriamo la Pentecoste. Essa simboleggia l’ultimo giudizio, quando la casa sarà ricolma della pienezza dello Spirito Santo. Allora la terra intera sarà inondata dalla maestà dello Spirito, quando non solo l’anima ma il corpo risorgerà incorruttibile, a condizione di essere stato seminato in terra, quando ancora era corruttibile.

9

Dal Vangelo secondo Giovanni.

20,19-23

La sera del primo giorno della settimana, dopo la morte di Gesù, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù.

10

Dal Trattato sulla Trinità di sant’Ilario di Poitiers.

De Trinitate,II,1.33.35;XII,57. PL 10,50-51.73.7475.471-472.

Il Signore comandò al discepoli di battezzare nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Egli voleva infatti che fossimo battezzati professando la fede nel Padre Creatore, nel Figlio Unigenito, nello Spirito che è dono. Unico è il Creatore, Dio Padre, da cui hanno origine tutte le realtà esistenti. Unico è anche l’Unigenito, il Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo del quale tutto fu creato. E unico è lo Spirito offerto in dono a tutti. In seno alla Trinità tutto è ordinato secondo le virtù proprie ad ogni persona: una è la potenza da cui tutto procede; una la generazione, per la quale tutto è stato fatto; uno il dono della perfetta speranza. Non si troverà nulla che manchi alla perfezione infinita della Trinità. Nel suo seno vi è l’infinita nell’eternità del Padre, la bellezza dell’immagine nel Figlio, il godimento del dono nello Spirito Santo.

11

In che modo Dio agisce in noi? Ascoltiamo le parole del Signore stesso:

Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portane il peso.

E’ bene per voi che io me ne vada; se me ne vada;se me ne vado,vi manderò il Consolatore.

lo pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore. Egli vi guiderà alla verità tutta

intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose

future.1.( Gv 16,12.7; 14,16-17; 16,13-14)

Oltre a tante altre promesse, queste parole del Signore sono destinate a rivelarci sia la volontà del donatore, sia la natura e la funzione di colui che è donato. La nostra limitatezza non ci consente di conoscere ne il Padre ne il Figlio, e stentiamo a credere nell’incarnazione di Dio. Pero il dono dello Spirito Santo ci illumina e con la sua intercessione diventa il nostro alleato.

Riceviamo il dono divino per conoscere. Al corpo umano i sensi sarebbero inutili se venissero meno i requisiti per il loro esercizio. Se non c’è luce o non è giorno, gli occhi non servono a nulla; gli orecchi in assenza di parole o dì suono non possono svolgere il loro compito; se non vi sono odori o profumi, le narici non servono a niente. Questo succede non perché venga loro a mancare la capacità naturale, ma perché la loro funzione è condizionata da fattori particolari. Lo stesso è per l’anima umana: senza il dono dello Spirito Santo, tramite la fede, ha si la capacita di intendere Dio, ma le manca la luce per conoscerlo. Il dono dello Spirito, che è in Cristo, è dato interamente a tutti. Resta ovunque a nostra disposizione e ci è concesso nella misura in cui vorremo accoglierlo. Dimorerà in noi nella misura in cui ciascuno vorrà disporsi ad ottenerlo. Questo dono resta con noi sino alla fine del mondo, è il conforto della nostra attesa, è il pegno della nostra speranza nei beni futuri, èla luce delle nostre menti, lo splendore delle nostre anime.

12

O Dio onnipotente, conserva puri, ti prego, questi principi della mia fede e fino al mioultimo respiro da voce alla mia coscienza, perché mi mantenga sempre fedele a ciò che hoprofessato nel Simbolo della mia rigenerazioni quando sono stato battezzato nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Fa che io possa sempre adorare te, nostro vero Padre, insieme con il Figlio tuo. Concedimi di ottenere il tuo Santo Spirito, che procede da te attraverso il tuo Unigenito. Basta infatti alla mia fede il mio Signore Gesù Cristo, che dice:

Tutte le cose mie sono tue e tutte le cose tue sono mie.2(Gv17.10)

Egli, che sempre rimane Dio in te, da te e presso di te, è benedetto nei secoli eterni.

Amen

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