L’abito dei certosini
Oggi voglio argomentare sull’abito indossato dai monaci certosini, esso si differenzia per i Padri (sacerdoti) e per i Fratelli (laici) conversi, vedremo inoltre attraverso delle immagini queste differenze. Cominciamo col dire, che l’origine dell’abito certosino è strettamente correlato all’origine dell’Ordine, ovvero esso fu concepito ispirandosi agli indumenti indossati dai pastori e dai montanari della zona di Chartreuse, equipaggiati per il clima rigidissimo. Una delle prime descrizioni, fu fatta da Pietro il Venerabile, che raccontando dei suoi amici certosini, ebbe a dire: « Essi sono i più poveri di tutti i monaci, la loro sola vista spaventa, indossano vestiti poverissimi e portano un ruvido cilicio, ed affliggono la loro carne con digiuni continui…». L’abito grezzo era molto modesto, era costituito sulla nuda carne da un corto cilicio, su petto e schiena, ruvidissimo in segno di penitenza ed all’epoca non era prevista alcuna biancheria intima. Al di sopra la tunica di lana grezza non tinta (perciò erano detti anche monaci bianchi) che era ricoperta da una pelliccia aderente ed inoltre lo scapolare diviso in due parti, unite da due fasce strette, ed una cintura di canapa che stringeva l’abito sotto lo scapolare. Indossavano lunghe calze di lana ed ai piedi scarponi robusti per ripararsi dal gelo. I Fratelli conversi avevano all’inizio, un abito molto simile ma non indossavano il cilicio e per meglio poter svolgere lavori manuali, infilavano dei guanti. Con il passare dei secoli, questa prima concezione di abito monastico si è via via leggermente raffinata, ma non di molto.Vi è oggi, comunque una netta differenza tra l’abito indossato dai Padri e quello dei Conversi. I primi, sono vestiti con una lunga tunica bianca, stretta in vita da una cintura di cuoio bianca, e di una lunga “cocolla”, ovvero uno scapolare con cappuccio che prevede due bande laterali che ne uniscono la parte anteriore con quella posteriore. La cocolla pare assumere così, la forma della croce di Nostro Signore, come scrisse Sutor un antico scrittore dell’Ordine. Mentre i Fratelli conversi ed i novizi, invece sulla medesima tunica bianca indossano una cocolla differente, senza bande laterali e di dimensioni più ridotte, essa è corta fino alle ginocchia e ricorda il mantello di pelliccia che usavano i pastori del massiccio di Chartreuse. Durante le funzioni conventuali, i novizi portano una cappa nera con cappuccio, abito provvisorio in attesa della professione, durante la quale verranno simbolicamente svestiti del vecchio abito, e riceveranno la cocolla lunga con bande laterali. Va in questa sede ricordato,inoltre, che i Fratelli sono di due categorie: i Fratelli conversi e i Fratelli donati. I primi svolgono lavori manuali, le cosiddette “obbedienze”, e quindi hanno minor tempo a disposizione per lo studio e l’orazione personale, ma emettono gli stessi voti dei padri. I donati, invece erano inizialmente semplici operai aggregati al monastero e tenuti ad alcune preghiere, in seguito diventarono dei monaci con l’abito e con una vita simile a quella dei conversi. Essi non pronunciano voti ma, come dice il loro nome, si “donano” all’Ordine. I donati hanno proprie regole, meno vincolanti di quelle dei conversi, ad esempio, non sono tenuti a partecipare alle preghiere notturne, ed il loro abito prevede cocolla e cappuccio di color “lionato o bigio”. A conclusione di questa breve descrizione, spero chiarificatrice, va ricordato che in occasione delle rare uscite dal monastero, essenzialmente nello spaziamento, i Padri indossano sopra all’abito una cappa nera con cappuccio nero, mentre i conversi invece indossano una cappa di color bigio. Adesso grazie alle immagini che seguiranno, ciò detto sarà più chiaro.
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