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La “Certosa di Parma”, tra fantasia e realtà

La “Certosa di Parma”, tra fantasia e realtà

Lo spunto per realizzare quest’articolo odierno, mi viene offerto dalla imminente programmazione di una miniserie televisiva italiana in due puntate, dal titolo La Certosa di Parma” tratta dall’omonimo romanzo di Stendhal in onda il 4 e il 5 marzo 2012 su Rai 1. A tal proposito, ritengo che occorra fare chiarezza, circa il luogo citato dall’autore nel titolo del romanzo, essendo anche lo scenario dove si svolgono alcune delle vicende della narrazione. Va innanzitutto precisato che Henry Beyle, in arte Stendhal, nativo di Grenoble ha spesso da giovane visitato la vicina Grande Chartreuse, ed in parte avrà tratto da questa esperienza la sua ispirazione. In seguito nel 1814, all’età di 31 anni Stendhal, ebbe l’opportunità di visitare la città di Parma, ma solo nel 1839 lo scrittore francese scelse questa città come scenario del celeberrimo romanzo. Le vicende raccontate ed i personaggi che le vivono, sono di pura fantasia pertanto esse si sviluppano su tracce di riferimenti storici reali, intrecciate in ambientazioni immaginarie. Dopo questa premessa sono giunto al senso della mia puntualizzazione, volendo chiarire che in realtà  a Parma sono due i complessi monastici che si contendono il titolo di certosa di Parma. Essi sono situati entrambi ai margini periferici del centro urbano, e sono:

  • La certosa di San Girolamo: a est della città, su via Mantova, esso fu un complesso fondato nel 1285 dai certosini, che lo abitarono per cinque secoli. Inizialmente questa certosa fu celebre per le attività scolastiche svolte dai suoi monaci, volte allo studio della astronomia, matematica, disegno e fisica. Ciò fece sì che i certosini la chiamassero  anche Schola Dei. Fu inoltre, successivamente, sede di una delle prime stamperie dell’Italia Settentrionale. Nel 1769 il monastero certosino fu soppresso e la comunità monastica dovette abbandonare il sito. Attualmente si possono ammirare oltre al chiostro piccolo del XV secolo, la sagrestia e il chiostro grande risalenti al XVI secolo. La chiesa finemente decorata con affreschi, fu ricostruita nel 1722. L’antica certosa oggi completamente trasformata rispetto alla struttura originaria, ospita la Scuola di Formazione e Aggiornamento della Polizia Penitenziaria.

  • L’Abbazia di Valserena o di San Martino de’ Bocci, impropriamente detta certosa di Paradigma, poiché concepita fin dalla sua fondazione, avvenuta nel 1298, come badia cistercense, è situata a nord sulla strada verso Colorno. La chiesa del monastero è in stile gotico, mentre la facciata risale al Settecento. Gli affreschi ed i quadri in essa contenuti vennero trasferiti all’Accademia di Belle Arti. Oggi vi ha sede il Centro Studi e Archivio della Comunicazione (C.S.A.C.).

Espostovi ciò, va detto che pur non essendovi nel romanzo di Stendhal, indizi precisi per una corretta identificazione tra le due contendenti, sembrerebbe evidente che lo scrittore francese si riferisse nel suo immaginario alla certosa di Paradigna, in quanto all’epoca in cui fu scritto il romanzo, ovvero nell’ Ottocento, la certosa di San Girolamo aveva già da tempo cessato di svolgere l’attività monastica. Forse questo articolo esula un poco dai contenuti di questo blog, ma la precisazione mi sembrava e spero vi sembri pertinente per fugare ogni dubbio tra fantasia e realtà.

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