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Eletto il nuovo Priore Generale dell’Ordine certosino

Eletto il nuovo Priore Generale dell’Ordine certosino

Dopo avervi diramato la notizia dell’ inizio delle votazioni per eleggere il nuovo Priore Generale dell’Ordine certosino, oggi con grande gioia sono lieto di annunciarvi la avvenuta elezione. A causa dei suoi problemi di salute da ricondurre ad un delicato intervento chirurgico subìto mesi orsono, il  Reverendo Padre Dom Marcellin Theeuwes, ha richiesto ed ottenuto “misericordia”, accettata e concessagli da Benedetto XVI il 22 agosto scorso, lasciando vacante il posto insediato quindici anni fa nel giugno del 1997.

Dom Marcellin Theeuwes

Dopo le rituali operazioni di voto, posso finalmente rivelarvi il nome del suo successore, ovvero il settantatreesimo Priore Generale, che risponde al nome di Dom François-Marie Velut eletto a pieni voti stamane alle ore 10. Provo a tracciare un suo breve profilo biografico. Michel Velut nasce il 30 dicembre del 1948, ed è stato inizialmente membro dei  Piccoli Fratelli del Sacro Cuore, dal 1970 al 1989, con il nome di Frate Michel della Santa Trinità. Poi la decisione di diventare certosino entrando alla Grande Chartreuse nel dicembre del 1989, ha fatto la solenne professione il 25 dicembre del 1991. Successivamente è stato nominato procuratore ed in seguito scriba. E’ stato poi eletto priore e maestro dei novizi della certosa di Portes il 1 giugno del 2001, fino ad oggi quando la Provvidenza ha voluto per lui un nuovo cammino. La figura di quest’uomo di grande personalità e spiccata spiritualità lo rende amato e benvoluto da tutti coloro che hanno avuto modo di conoscerlo.

Dom Francois Marie Velut

Ringraziando Dom Marcellin per aver assicurato l’unità della famiglia certosina, ed augurandogli una salute migliore estendo i miei auguri al suo successore il nuovo Ministro Generale Dom François affinché possa essere il suo cammino benedetto da san Bruno, ed illuminato dalla grazia di Dio.

Invito tutti a pregare per san Bruno, per l’Ordine e per tutti i monaci certosini.

“Anche se c’è una grande austerità,questa libertà ci dà la sensazione di essere in vacanza tutta la vita! “

 

                                                      Dom François Marie Velut

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” Amore e Silenzio” Dom Jean Baptiste Porion – La presenza naturale di Dio in tutte le cose –

Amore e silenzio

Introduzione alla vita interiore

Dom Jean-Baptiste Porion

(α 1899- Ω1987)

PRINCIPI DELLA VITA SPIRITUALE

La presenza naturale di Dio in tutte le cose

Per meglio comprendere la presenza soprannaturale di Dio, richiamiamo prima alla memoria come Dio è naturalmente presente. Dio è in ogni luogo. Noi dimentichiamo troppo questa verità così semplice. Essa potrebbe intanto, se noi ci pensassimo di più, dare un nuovo orientamento alla nostra vita.

Noi tormentiamo, qualche volta, l’immaginazione per rappresentarci un Dio lontano, e la nostra preghiera ne soffre. Dio è Spirito, Spirito che non è limitato in un luogo, ma che penetra ogni cosa. Così i veri adoratori adorano Iddio “in spirito e verità”. Ricordiamoci delle parole dell’Apostolo: «In Lui infatti viviamo, ci muoviamo ed esistiamo» (At 17,28).

All’inizio della nostra vita spirituale, cominceremo ad aprire gli occhi a questa grande verità. Il risultato sarà meraviglioso, se noi potremo arrivare a far vivere in noi questo pensiero della presenza immediata e universale di Dio.

La ragione, prima di ogni rivelazione soprannaturale, ci dice che Dio ci conosce, ci vede perfettamente e senza posa, perché Egli conosce e vede ogni cosa. «Dove andare lontano dal tuo spirito, dove fuggire dalla tua presenza? Se salgo in cielo, là tu sei, se scendo negli inferi, eccoti» (Sal 138, 7-8).

Dio non ci segue appena con un semplice sguardo, ma Egli comanda e dirige tutto quel che facciamo. E’ Lui che ci dà il volere e l’operare (cf. Fil 2,13). Se Egli non fosse presente in me, io non sarei neppure capace di muovere il dito mignolo. Non c’è nulla, proprio nulla, che non sia sottoposto alla sua azione: neppure il peccato. Nell’atto del peccato, Dio è là, Dio dà il potere di agire e l’esercizio dell’atto. La depravazione della nostra volontà è l’unica cosa che non viene da Dio. Siccome Egli è la causa prima e totale, noi non possiamo fare il più piccolo atto senza di Lui. Se fosse altrimenti, Dio non sarebbe più Dio. «Se prendo le ali dell’aurora per abitare all’estremità del mare, anche là mi guida la tua mano e mi afferra la tua destra» (Sal 138,9-10).

Ma c’è ancora di più. Non basta che Dio governi la creatura e che Egli ne diriga l’attività. Essendo il principio unico e sovrano della totalità degli esseri, bisogna che Egli li sostenga nell’esistenza, che Egli continui ad ogni istante a dar loro tutto ciò che essi sono. Se l’azione divina cessasse per un solo secondo, l’universo e noi stessi ci dilegueremmo come un sogno. Quando si è capita la necessità dell’atto divino che conserva tutte le cose dopo averle create, si riconosce al più piccolo oggetto una grandezza singolare, perché è l’Onnipotente, e Lui solo, che, presente in questo essere infimo, lo mantiene fuori dal nulla.

L’ombra sembra la più tenue delle realtà: la nostra ombra non è nulla paragonata a noi. Ma paragonati a Dio, presente in noi, noi abbiamo una realtà ancor minore. Vicino alla realtà divina, noi non siamo neppure delle ombre.