Benedetto XVI ed il suo“Fugitiva relinquere et aeterna captare”
La notizia dell’annuncio delle dimissioni del santo Padre Benedetto XVI, ha colto l’intero pianeta di sorpresa. La sua decisione di abbandonare il soglio pontificio sembra destabilizzare e lasciare attoniti tutti i fedeli e non solo.
Ma vi confesso cari amici lettori, che dopo aver metabolizzato la notizia ho provato a fare delle riflessioni che mi hanno in parte tranquillizzato,e che voglio esporvi per condividerle.
Non posso, difatti, non cogliere come profetico il discorso pronunciato da Benedetto XVI, nella sua visita alla certosa di Serra San Bruno effettuata il 9 ottobre del 2011. Ma analizziamone il perché.
Alla luce della decisione delle dimissioni da Pontefice, la sua analisi profonda espressa a Serra, “sulla società contemporanea e sulle persone che non sono più capaci di silenzio e solitudine”, appare oggi come un accorato appello. Vi ricordo che in quella circostanza oltre a denunciare una società ed un mondo vittima della frenesia : «Il progresso tecnico, segnatamente nel campo dei trasporti e delle comunicazioni, ha reso la vita dell’uomo più confortevole, ma anche più concitata, a volte convulsa». Sembrano tali parole, in perfetta coerenza e sintonia con la sua dichiarazione espressa nel discorso nel quale ieri annunciava le sue dimissioni: “Tuttavia, nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell`animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato”. Di fronte a questa “incapacità”, Benedetto XVI opta per un ritiro, appunto il “Fugitiva relinquere et aeterna captare” come disse a Serra: “abbandonare le realtà fuggevoli e cercare di afferrare l’eterno. In questa espressione della lettera che il vostro Fondatore indirizzò al Prevosto di Reims, Rodolfo, è racchiuso il nucleo della vostra spiritualità (cfr Lettera a Rodolfo, 13): il forte desiderio di entrare in unione di vita con Dio, abbandonando tutto il resto, tutto ciò che impedisce questa comunione e lasciandosi afferrare dall’immenso amore di Dio per vivere solo di questo amore. Cari fratelli, voi avete trovato il tesoro nascosto, la perla di grande valore (cfr Mt 13,44-46); avete risposto con radicalità all’invito di Gesù: “Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; e vieni! Seguimi!” (Mt 19,21). Ma il parallelo tra quel discorso pronunciato in certosa e l’ annuncio di ieri sembrano svelarci dell’altro. La sua ammirazione profonda verso la vita monastica ed in particolare quella severa certosina, «un dono prezioso per la Chiesa e per il mondo, un dono che contiene un messaggio profondo per la nostra vita e per l’umanità intera. Lo riassumerei così: ritirandosi nel silenzio e nella solitudine, l’uomo, per così dire, si “espone” al reale nella sua nudità, si espone a quell’apparente “vuoto” cui accennavo prima, per sperimentare invece la Pienezza, la presenza di Dio, della Realtà più reale che ci sia, e che sta oltre la dimensione sensibile» sembrerebbe svelarci le sorti sul suo futuro, del quale egli ci accenna velatamente: “Sono ben consapevole – ha detto – che questo ministero, per la sua essenza spirituale, deve essere compiuto non solo con le opere e con le parole, ma non meno soffrendo e pregando. Al termine della comunicazione ci rassicura infatti sul suo futuro: “Per quanto mi riguarda, anche in futuro, vorrò servire di tutto cuore, con una vita dedicata alla preghiera, la Santa Chiesa di Dio”. Queste incredibili concatenazioni mi inducono a presupporre ed a sperare che la esperienza del silenzio, alla quale Joseph Ratzinger ha deciso di dedicare le ultime fasi della sua vita possano spingerlo ad abbracciare la vita certosina, dedicandosi al silenzio alla solitudine ed alla preghiera, magari nella certosa di Serra San Bruno. Vi esorto a riflettere ed a seguire le sorti e le decisioni che Ratzinger vorrà prendere. Al momento Padre Lombardi ha comunque parlato di una prima permanenza a Castel Gandolfo e poi nel monastero di clausura Mater Ecclesiae in Vaticano, ma anche questa sembrerebbe una tappa intermedia verso la meta definitiva. Comunque sia, preghiamo ed invochiamo Gesù Cristo la Vergine di Lourdes (annuncio non casualmente diramato l’11 febbraio) ed aggiungo io San Bruno, affinché possano illuminare il cammino futuro di Benedetto XVI e del suo successore.
Stat Crux dum volvitur orbis
così recita il vostro motto. La Croce di Cristo è il punto fermo, in mezzo ai mutamenti e agli sconvolgimenti del mondo.
(Benedetto XVI)
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Grazie carissimo Roberto, condivido pienamente qto hai voluto condividere con noi… Benedetto XVI cela una personalità profondamente monastca, mi sembra la perfetta raffigurazione del FUGE TACE QUISCE dei monaci del deserto… In qto momento lo sento molto vicino… E so che il suo impegno di continuare a servire la Chiesa nella preghiera sarà vero… Grazie.
Excelente Roberto! O Papa Bento XVI é um homem de espiritualidade monástica e muito fará pela Igreja na clausura. Sentiremos muitas saudades, mas estamos gratos a Deus.
Il Santo Padre non si è lasciato fermare dal peso della tradizione, dalle consuetudini, dalle leggi del vivere quotidiano. Lo Spirito del Signore ha parlato con forza in lui, ed egli ha raccolto questo messaggio, nel silenzio della preghiera. Il Signore non si cura delle nostre piccolezze, degli steccati che ci costruiamo intorno, la Grazia scardina ogni barriera e ogni resistenza, e San Bruno è un potente strumento nelle Sue mani. Come ha guidato me, nel superare le nebbie dell’incredulità, prego che possa aiutare anche il Santo Padre nel continuare la sua missione, nei modi che il Signore gli indicherà.
Perdonate le mia presunzione, ma attraverso San Bruno il Signore mi ha riconquistato, nonostante la mia pochezza mi ha illuminato. Prego di poter continuare su questa strada e che il Santo Padre possa coltivare la vigna del Signore, attraverso le beatitudini della vita monastica.
[…] der Meinung, dass es sich hier um einen der schönsten Texte des vorigen Papstes handelt: »›Fugitiva relinquere et aeterna captare‹: Die flüchtigen Wirklichkeiten aufgeben und versuchen, das Ewige zu ergreifen. In diesem Satz […]