Dom Gabriele Maria Lorenzi
(α Plauen 1914 – Ω Evora 2004)
Il personaggio di cui voglio parlarvi oggi è Vito Lorenzi, che nacque a Plauen nei pressi di Meissen in Germania il 1 maggio del 1914. Educato sin da piccolo agli insegnamenti cristiani, egli dopo aver studiato si recò a Trento dove portò a termine il suo percorso vocazionale, diventando sacerdote il 2 aprile del 1938. Subito dopo, decise di entrare presso i Gesuiti, facendo professione solenne il 2 febbraio del 1953, non rinunciando agli studi che lo portarono a conseguire due lauree, in teologia ed in filosofia. Va detto che durante gli anni del secondo conflitto mondiale, Padre Lorenzi, ricoprì dal 1940 al 1943 il servizio di cappellano militare, e di superiore di diverse case gesuite.
Dopo queste esperienze, che lo portarono a viaggiare molto, decise di abbracciare lo stile di vita eremitico certosino e fece il suo ingresso alla certosa di Farneta nel 1959. Trascorsi alcuni anni egli fece la professione solenne, assumendo il nome di Gabriele Maria l’8 dicembre del 1964. Prima tappa della sua splendida esperienza certosina, che lo portò ad essere nominato, dapprima, maestro dei novizi il 1 maggio del 1969, per poi ricoprire il ruolo di Vicario dal 1974 al 1981sempre nella certosa toscana. In seguito nel 1985, fu inviato a Serra San Bruno per ricoprire il ruolo di Priore, che svolse autorevolmente fino al 1993. In questa data a causa delle sue malconce condizioni di salute, chiese ed ottenne misericordia, quindi si trasferì nella certosa di Evora in Portogallo, dove giunse il 31 maggio del 1993 ricoprendo il ruolo di antiquior, fino al giorno della sua dipartita avvenuta nel 2004. Fin qui la biografia di questo eccellente personaggio, con un percorso religioso particolare, ma ora vediamo le peculiarità del suo carattere ricordandone alcuni aneddoti legati alla sua personalità e alle sue iniziative. Dom Lorenzi è stato un profondo conoscitore ed ammiratore di Nostra Signora di Fatima, a lui si deve l’organizzazione della prima visita della Madonna pellegrina di Fatima in Italia nel 1959. La sua adorazione, verso questa immagine della Madonna seguì per tutta la vita, tant’è che quando si stabili nella certosa di Scala Coeli in Portogallo, volle riempirla di statue raffiguranti la vergine di Fatima. Negli anni trascorsi a Serra come Priore, Dom Gabriele, è protagonista di una vicenda che lo fece assurgere nel 1988 ad una inconsueta notorietà mediatica. Difatti Dom Gabriele interrompendo il proverbiale e millenario silenzio certosino, decise di lanciare un appello sulle pagine del quotidiano la “Gazzetta del Sud”. In un articolo di questo giornale apparve infatti il 9 dicembre del 1988 il seguente monito lapidario: “Uomini della violenza, desistete dallo spargere il sangue del fratello. Temete il giudizio di Dio” , volto alle coscienze dei componenti della diffusa criminalità che in quegli anni imperversava in Calabria. Data la straordinarietà e l’autorevolezza l’appello ebbe una notevole eco. Nel 1991, Dom Lorenzi ricevette una lettera dal pontefice Giovanni Paolo II, scritta in occasione della celebrazione del novecentesimo anniversario della fondazione della certosa serrese.
Dom Gabriele ci descrive la vita certosina, basandola su tre elementi fondamentali:
“La prima nota caratteristica è una armoniosa fusione tra vita eremitica e vita cenobitica, che ha assicurato vitalità e lunga esistenza al nostro Ordine, e permette anche di ammettere all’austera vita eremitica soggetti in giovanile età, da venti anni in su.
La seconda nota è la particolare struttura architettonica delle certose, che non solo differenzia nettamente il monastero certosino dagli altri monasteri, ma esercita anche un influsso sullo svolgimento della vita quotidiana del certosino.
La terza caratteristica è la presenza, nell’Ordine Certosino, dei Fratelli conversi. Questa categoria di monaci, benché esistente nella Chiesa già prima della fondazione certosina, assume però, per la sua vocazione di vita solitaria individuale e di gruppo e per la dimensione contemplativa, un carattere tutto particolare che le fa esercitare un influsso speciale sull’equilibrio di tutta la vita certosina e, in particolare, di quella dei monaci del chiostro.” Parole semplici ed eloquenti dette da un uomo di alto spessore intellettuale che ha vissuto tra i certosini, fino alla sua morte che è sopraggiunta dopo vari anni di infermità, ma sempre assistito dall’amore dei suoi confratelli. A memoria di Dom Gabriele vi offro alcune immagini della sua esistenza fino alla funzione del suo trapasso.
- Padre Lorenzi giovane gesuita
- a Vienna nel 1956
- Nel 1959 con la Madonna pellegrina
- al seguito della Madonna
- con la statua della Madonna a Farneta
- la Madonna di Fatima nella cella a Evora
- davanti alla staua sulla fontana del chiostro
- a riposo nel giardino della cella
- nel chiostro con l’ausilio della carrozzina
- una delle ultime uscite
- ultimo spaziamento
- la-serena-attesa-della-morte.
- nel coro per l’ultima volta
- 6 ottobre 2004 festività di San Bruno ultima immagine
- preparazione della sepoltura
- il feretro
- messa funebre alla presenza dell’Arcivescovo di Evora
- il saluto della comunità
- verso la sepoltura
- benedizione
- interramento
- l’ultima dimora nella nuda terra
- l’ultimo saluto
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