I destini incrociati dei fratelli Richelieu
Le vicende che oggi vi narrerò riguardano una famiglia francese, che ebbe una grossa importanza nella storia del proprio paese e non solo, alla fine del XVI secolo. La famiglia in questione si chiamava du Plessis, ai più questo cognome non dice molto poiché la notorietà dei personaggi di cui vi parlerò era legata al loro titolo. Susanna de La Porte, figlia di un noto giurista e Francois du Plessis, signore di Richelieu dettero alla luce dalla loro unione cinque figli, tra cui i due personaggi di cui vi parlerò. Alphonse ed Armand du Plessis, rimasero orfani di padre il 10 giugno del 1590, rispettivamente a sette e cinque anni. Entrambi si dedicarono con zelo allo studio della Teologia, anche se Armand sin da ragazzo, come era suo desiderio fu avviato alla carriera militare, mentre suo fratello Alphonse cominciò un precoce percorso ecclesiastico che lo porterà ad essere nominato vescovo di Lucon in Vandea, per succedere ad uno zio, a soli dodici anni!!!
Ancora una volta dobbiamo intravedere in quello che accadrà l’intervento della Divina Provvidenza, poiché dopo qualche anno tutto quello che sembrava delineato nella vita di questi due giovani verrà stravolto, ma vediamo perché.
Alphonse du Plessis, nacque a Parigi nel 1582 nominato precocemente vescovo per volontà di Enrico IV, si laureò in Teologia ma per il suo carattere tendente alla meditazione ed al misticismo decise di abbracciare la vita monastica, scegliendo di entrare nel 1602, nella Grande Chartreuse dove fece solenne professione nel 1606. Diventato certosino dovette rinunciare alla mitria vescovile ed a tutti i privilegi ad essa legati. Per evitare che ciò accadesse, sua madre Susanna la quale non voleva che la famiglia perdesse tali benefici, obbligò l’altro figlio Armand ad abbracciare la carriera ecclesiastica. Questi obbedì ed il 14 aprile del 1607, non ancora ventiduenne venne consacrato vescovo. Quindi le strade di questi due rampolli del casato Richelieu, si invertono. Armand allontanatosi dalla carriera militare si ritrovò ad esse re vescovo, svolgendo la sua attività episcopale con carattere ed autorevolezza. Nel 1614 comincerà a muovere i primi passi come politico quando riuscì a farsi eleggere deputato. In seguito cardinale e poi nominato primo ministro dal re Luigi XIII di Francia. E’ noto a tutti come il Cardinale Richelieu, eccellente diplomatico e stratega della politica francese del XVII secolo. Ma torniamo al fratello Alphonse, meno noto poiché scelse di chiudersi in certosa ed abbracciare uno stile di vita eremitico lontano dagli intrighi di corte. Tra i certosini Alphonse passò dalla Grande Chartreuse alla certosa di Lione, dove venne nominato coadiutore. Si trasferì successivamente alle certose di Liget, di Melan e di Bonpas. La sua permanenza alla vita claustrale fu però interrotta per volontà del potente ed ambizioso fratello, che nel 1620 lo convinse ad uscire dalla clausura per motivi diplomatici. Dopo poco Alphonse fu nominato arcivescovo di Aix en Provence nel 1626, e successivamente nel 1628 di Lione. Il 19 novembre del 1629 fu poi eletto cardinale da Papa Urbano VIII. Pur assumendo incarichi prestigiosi, la sua vita fu contraddistinta da un elevata spiritualità, e pur essendo impegnato in delicati incarichi diplomatici seppe tenersi fuori dagli intrighi politici. Alla morte del potente fratello, avvenuta il 4 dicembre del 1642 rinunciò ad altre prestigiose cariche. Fu vicino alla popolazione lionese durante la peste che afflisse questa città, aiutando i bisognosi ed assistendo i malati. Terminò la sua vita terrena a Lione il 24 marzo del 1653, morendo di idropsia.
Per sua volontà volle sulla propria tomba posta tra i poveri, la seguente iscrizione:
” Pauper natussum,
paupertatem vovi,
pauper morio,
inter pauperes sepeliri volo”
Ovvero, sono nato povero, ho fatto voto di povertà, muoio povero e tra i poveri voglio essere seppellito.
Una vita trascorsa secondo i dettami austeri della regola certosina, nonostante i prestigiosi titoli attribuitigli, il suo unico vizio fu la cioccolata di cui era ghiottissimo ed a cui gli si attribuisce l’introduzione in Francia.
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