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Certose storiche: La certosa di Firenze

Certose storiche: La certosa di Firenze

la certosa del Galluzzo

Voliamo idealmente di nuovo in Italia, alla scoperta della certosa storica di Firenze. Il complesso monastico ubicato sul Monte Acuto, a sud del capoluogo toscano, fu fondato nel 1342 dal banchiere e Gran Siniscalco del Regno di Napoli, Niccolò Acciaiuoli ( 1310-1365), che il sommo Petrarca definì «Uomo raro in ogni tempo, unico nel nostro». Della primigenia struttura trecentesca restano poche tracce anche perché nel corso dei secoli, ed in più riprese, (alla fine del Quattrocento e nel Cinquecento) la certosa venne ampliata ed arricchita da numerose donazioni. L’importanza di questa certosa all’interno dell’Ordine è dimostrata dal fatto che essa fu scelta come sede generalizia dei monaci fedeli al papa di Roma durante il Grande Scisma, tra il 1383 ed il 1391. Va detto che nella certosa di Firenze si svolsero anche quattro Capitoli Generali nel 1380, 1385, 1388, 1389. La vita monastica scorse quindi senza grosse turbative, fino alla soppressione napoleonica del 1810, e poi una seconda volta nel 1866 per la soppressione del governo italiano. Reintegrata la vita monastica i certosini svolsero la loro attività fino al 1957, allorquando per esigenze dell’Ordine decisero di abbandonare la certosa, che fu affidata l’anno seguente ai cistercensi. Questi tutt’oggi custodiscono l’antico monastero rendendo accessibile l’ingresso al pubblico, il quale può ammirare le enormi ricchezze artistiche in esso contenute. Tra queste, vi segnalo opere di Poccetti e di Pontormo che realizzò un ciclo di affreschi raffiguranti le storie della passione (1520) per il chiostro, ed oggi esposti nell’adiacente Palazzo Acciaiuoli sede di una sublime pinacoteca. All’interno di essa vi sono anche sessantasei busti in terracotta della bottega di Giovanni della Robbia che ornavano elegantemente il Chiostro Grande. Proverò attraverso una serie di immagine ed un breve video, a farvi scoprire gli splendidi  ambienti monastici arricchiti di affreschi, dipinti, vetrate policrome e sculture. Godiamoci questo autentico scrigno d’arte!!!

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Una Risposta

  1. è uno scandalo che in tutto quello spazio vivano solo quattro anziani religiosi, gli unici rimasti della trentina lì giunti negli anni cinquanta, i cistercensi a quanto pare non avendo più molte vocazioni

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