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L’Imitazione di Cristo Capitolo LXIII°

L’Imitazione di Cristo

Libro III

Capitolo LXIII°

L’eccelsa libertà dello spirito

O Signore, questo è il compito di chi vuole essere perfetto: non staccarsi mai spiritualmente dal tendere alle cose celesti e passare tra le molte preoccupazioni quasi senza affanno. E ciò non già per storditezza, ma per quel tal privilegio, proprio di uno spirito libero, di non essere attaccato ad alcuna cosa creata, con un affetto che sia contrario al volere di Dio. Ti scongiuro, o mio Dio pieno di misericordia, tienimi lontano dalle preoccupazioni di questa vita, così che esse non mi siano di troppo impaccio; tienimi lontano dalle molte esigenze materiali, così che io non sia prigioniero del piacere; tienimi lontano da tutto quanto è di ostacolo all’anima, così che io non finisca schiacciato da queste difficoltà. E non voglio dire che tu mi tenga lontano soltanto dalle cose che la vanità di questo mondo brama con pieno ardore; ma da tutte quelle miserie che, a causa della comune maledizione dell’umanità, gravano dolorosamente sull’anima del tuo servo, impedendole di accedere, a sua voglia, alla libertà dello spirito.
O mio Dio, dolcezza ineffabile, muta in amarezza per me ogni piacere terrestre: esso mi distoglie dall’amare le cose eterne e mi avvince tristemente a sé, facendomi balenare qualcosa che, al momento, appare buono e gradito. O mio Dio, non sia più forte di me la carne, non sia più forte di me il sangue; non mi inganni il mondo, con la sua gloria passeggera; non mi vinca il diavolo, con la sua astuzia. Dammi fortezza a resistere, pazienza a sopportare, costanza a perseverare. In luogo di tutte le consolazioni del mondo, dammi la dolcissima unzione del tuo spirito; in luogo dell’attaccamento alle cose della terra, infondi in me l’amore della tua gloria. Ecco, per uno spirito fervoroso sono ben pesanti e cibo e bevanda e vestito e tutte le altre cose utili a sostenere il corpo. Di queste cose utili fa’ che io usi moderatamente, senza attaccarmi ad esse con desiderio eccessivo. Abbandonare tutto non si può, perché alla natura si deve pur dare sostentamento; ma la santa legge di Dio vieta di cercare le cose superflue e quelle che danno maggiormente piacere. Diversamente la carne si porrebbe sfacciatamente contro lo spirito. Tra questi due estremi, mi regga la tua mano, o Signore, te ne prego; e mi guidi, per evitare ogni eccesso.

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