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Su Maria (Dom Giovanni Giusto Lanspergio)

Su Maria

(Dom Giovanni Giusto Lanspergio)

Madonna dei certosini certosa Pesio (affresco)

Continuo in questo mese di maggio ad offrirvi testimonianze certosine sulla devozione mariana. L’autore Lanspergio, era un grande amante della Madonna, come madre. Vi riporto il testo delle vibranti raccomandazioni che egli faceva ad un giovane confratello del XVI° secolo:

“Saluta Maria dando a lei non come fanno certuni il titolo di patrona generale, ma quello di Madre (del nostro ordine). I nostri Padri non l’hanno scelta solamente come patrona, cioè solamente come qualcuno che è sempre soccorrevole, ma non necessariamente sempre occupata a farci esperimentare le effusioni del suo amore e la grandezza del suo affetto. Essi l’hanno scelta come Madre… Per dire meglio, lei non ci ha scelti come servitori, ma come figli, non come individui, che si accontenta di proteggere o di difendere, ma come figli che vuole stringere al suo cuore, proteggere e nutrire… e ai quali, fino a quest’ora, non ha finito di prodigare le sue cure materne…». È ancora Giovanni Lanspergio che si rivolge a Maria con il motto Totus tuus, esortando anche altri a fare altrettanto: «Ti saluto, o bellissima, degnissima, e gloriosissima Madre di Dio, sfolgorante Regina del cielo, mia amabilissima Signora e dolcissima Vergine Maria! Ti saluto con il cuore del tuo Figlio diletto, con il suo amore e con l’amore di tutti quelli che ti amano, mi metto sotto la tua protezione e mi affido a te come figlio, nella fiducia che tu mi accolga e ottenga da Dio di essere tutto tuo (Totus tuus) e tu tutta mia, tu che dopo Dio sei la mia Signora, la mia gioia, la mia corona e la dolcissima e fedelissimo madre mia».

Dall’interno di ogni cella di una certosa si è da sempre elevata e si eleva ancora dinanzi a Maria una preghiera, che chissà quanti certosini avranno usato nei colloqui con la Vergine:

«O Maria castissima, sapientissima, humillisima, veracissima, devotissima, obbedientissima, pauperrima, purissima et dolorosissima Mater Dei, ora pro nobis exulibus peccatorilius nunc et in bora nostrae mortis. Amen».

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