Dom Joseph Martinet, un certosino in fuga
Nell’ articolo odierno, torno a parlarvi di un personaggio che ha vissuto avventurose esperienza durante la tremenda persecuzione religiosa che ha fatto seguito alla Rivoluzione francese. In precedenti articoli vi avevo già narrato storie drammatiche che coinvolsero monaci certosini cosiddetti refrattari alle nuove leggi anticlericali. Il personaggio che intendo farvi conoscere fu un monaco certosino di Marsiglia noto come Dom Joseph Martinet.
Allo stato civile Marie Gervais Thomas Martinet, nacque a a Auvillars (Tarn-et-Garonne) in Francia, il 20 dicembre 1750 da suo padre Giuseppe Arnaud Martinet, signore di Artigadais, avvocato in Parlamento e da Elizabeth Beauquesne la quale morì prematuramente quando il figlio aveva solo cinque anni. Il giovane Martinet dopo aver dedicato la sua adolescenza agli studi, fu pervaso da una vocazione verso la vita religiosa di clausura, pertanto decise di entrare nella certosa di Villeneuve-lès-Avignon nel 1771. Dopo aver fatto la professione solenne presso questa certosa il 27 dicembre del 1771, e preso il nome Joseph, egli fu inviato alla certosa di Marsiglia dove svolse il compito di sacrista tra il 1787 ed il 1788. Purtroppo la sua vita monastica come quella di tutta la comunità certosina di Marsiglia venne turbata dalle leggi anticlericali, difatti a seguito di ciò la certosa chiuse ed i monaci furono dispersi. Dom Joseph, impavido, sfidò tale odiosa prescrizione, difatti abbandonata la sua cella il 14 luglio 1792, rimase nei paraggi della certosa in clandestinità continuando a svolgere la sua attività di sacerdote. Egli da prete refrattario, fu accolta da varie famiglie cattoliche che si prestarono a dargli accoglienza e rifugio. Tra agosto 1792 e luglio 1793 Dom Martinet, fu l’unico sacerdote ad esercitare il ministero in tutta Marsiglia, e da buon certosino viveva umilmente dedicando molte ore alla preghiera e tralasciando le ore di sonno per essere di ausilio ai fedeli. Ebbe vari nascondigli, sono riportati in cronache dell’epoca i suoi scampati arresti da parte dei poliziotti che braccavano i refrattari come lui, e che prodigiosamente non riuscirono mai ad arrestarlo. Amava predicare e coinvolgere fedeli alla recita del Rosario, tenuto furtivamente in luoghi nascosti. Durante tutto questo periodo rivoluzionario, dal 1793 al 1795, nel quale Dom Martinet visse in clandestinità, redasse, in una sorta di agenda, i sacramenti che impartì: 276 battesimi e 36 matrimoni!
La fama di santità di questo certosino costretto alla fuga, crebbe allorquando morì in una casa di una famiglia di Marsiglia che gli offriva ospitalità, il 12 giugno del 1795 e fu seppellito segretamente in un giardino de la rue d’Aix. Successivamente passate le turbolenze rivoluzionarie, i suoi resti furono traslati il 23 febbraio del 1856 nella chiesa della certosa di Marsiglia, nel frattempo diventata Parrocchia di Santa Maria Maddalena. Oggi si può ammirare all’interno di questa chiesa, il monumento funerario, alto metri 2,50 eretto nel 1856 in memoria di Dom Joseph Martinet al di sopra del quale si scorge la maschera funebre del venerabile certosino. Sulla lapide marmoreo l’incisione in lettere d’oro recita:
“Memoria in benedictione è Cujus / Qui giace / Dom Joseph Martinet / Auvillars nato a Tarn-et-Garonne / 26 dic 1730 / Religioso dell’Ordine di San Bruno / professo della Chartreuse di Villeneuve-les-Avignon / poi inviato a Marsiglia / dove rimase fino al tempo della Rivoluzione / Apostolo di Marsiglia / durante i giorni peggiori di persecuzione / costantemente a rischio della sua vita / è esaurito nell’esercizio delle carità eroica / morì nella stessa città in odore di santità / 12 giugno 1795 / depositato nella ex chiesa certosina / attualmente parrocchia di S. Maria Maddalena / 23 febbraio 1856. “
Ho voluto rinverdire la memoria di questo straordinario personaggio, il quale nella città di Marsiglia è ricordato ancora oggi con grande amore e particolare devozione.
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