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Fratello Jean de Pers (detto il Chierico)

Fratello Jean de Pers (detto il Chierico)

Abito Fratello Converso

Ancora una vita esemplare di un fratello converso certosino, stavolta della certosa parigina di Vauvert. L’episodio narrato ci illustra l’aura di santità di

Fratello João de Pers (detto il Chierico) Professo di Parigi

Trovare tra i fratelli un uomo solidamente stabilito nelle vie soprannaturali, un vero contemplativo, non è raro, grazie a Dio. Ma che, in questa condizione modesta, un uomo colto si unisca al contemplativo, ecco questa cosa è meno comune.

João de Pers ci offre nella sua persona uno di questi fenomeni curiosi. Hanno conservato a lungo nella Certosa di Parigi, la sua casa di professione, diversi trattati notevoli sulla perfezione e la mistica. Aveva una condizione: una intelligenza superiore ed un ricco sfondo di pietà. Ciò non sarebbe stato sufficiente a fare di lui uno scrittore di meriti. È stato grazie alle luci soprannaturali che si elevò sopra la media.

Un fatto singolare edificherà il lettore circa la qualità di questo buon Fratello. Egli lavorava un giorno in una proprietà rurale della Certosa. Era la Vigilia della festa di Corpus Christi – come si diceva a quel tempo. Gli venne l’idea di andare alla vicina Chiesa per i primi vespri. Che cosa successe? Appena passò all’ingresso della Chiesa e vide l’altare dove abita l’ospite del tabernacolo, sentì una scossa nel cuore, accompagnato da forti nausee. Dovrò avanzare? Non sarebbe prudente ritirarmi? Ma egli decise di avvicinarsi del santuario. Lungi dal diminuire, il disagio aumenta. Ed invano cerca di stimolare la sua devozione. Quanto più egli prega, meno fervore sente.

Subito il velo cade; il sant’uomo capì. Spinto da un movimento segreto, andò nella sagrestia e disse con tono modesto:

– Un dubbio mi ha assalito, disse al sacerdote, poi di un’impressione che ho sentito quando sono entrato in tua Chiesa. Lo dico in tutta semplicità. L’Ostia che hai esposto questa mattina alla adorazione dei fedeli, era consacrata?

– A cosa pensi mio caro Fratello? Risponde il sacerdote.

– Sì! Mi chiedo a me stesso, e mi permetto di chiederti senza mezzi termini.

– Chi ti hai impresso questa bizzarra idea?

– Non lo so. Tuttavia, il fatto è che io non posso allontanarla dal mio spirito. Ah! Se io avessi il coraggio di tradurre l’emozione dolorosa che è venuta su di me poco fa!

– Il Nostro Signore, vedo, mio buon Fratello, ti ha rivelato la profanazione orribile del quale sono diventato colpevole.

– Cosa intendi dire?

– Preoccupato, in momento di celebrare con i preparativi della festa, ho dimenticato di consacrare un’Ostia grande e, per evitare uno scandalo, ho esposto il pane che dovevo portare domani in processione. Ecco il mio crimine. Dio si degni di perdonarmi!

– Tu, credo, lo riparerai immediatamente.

– Come? È troppo tardi.

– No, non è.

E sotto il consiglio del Fratello, il sacerdote mise nell’ostensorio un’Ostia della “Santa Riserva”.

Il pio fratello converso mantenne fino alla fine questa ammirevole semplicità, allo stesso tempo il sentimento della sua umile condizione. Qualcosa di ancora più sorprendente, tutto in lui sembrava concorrere per mettere questo doppio virtù in pericolo: la sua vasta conoscenza e la sua meritata reputazione.

Alla fine della sua vita, in cui non riusciva a parlare più con gli uomini, parlava incessantemente con il cielo, non volendo sentire che le cose dell’altra vita. Ricevé gli ultimi sacramenti e rispose alle preghiere senza inquietudine né emozione. Dopo di che, avendo a portata di mano il vessillo della carità, gli occhi ed il cuore in Alto, il santo vecchio aspettava l’ora di Dio. Essa risuonò il 14 aprile 1624. Coraggio, servo buono e fedele, entra nelle gioie senza ombra del suo Maestro!

 

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Una Risposta

  1. Bonito texto!
    Obrigado.

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