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Gli Effetti della Grazia (II)

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Eccovi, cari amici, la seconda parte della meditazione sugli effetti della Grazia.

Gli Effetti della Grazia

(parte seconda)

La timidezza spirituale, che è una forma insidiosa e mascherata dell’amore di sé, è solo smascherata e respinta per la luce della grazia. La delusione di non potere niente e non valere niente, diventa gratitudine, lascia evidente che dobbiamo consegnarci a Dio stesso. Così entriamo nel rapporto perfetto che deve unire la creatura perduta ed il Salvatore che la trova e la salva. Siamo i beneficiari senza alcun merito da parte nostra, mentre Egli è il donatore ed il dono inestimabile. “Che cosa possiedi, che non l’abbia ricevuto? E se l’hai ricevuto, perché te ne vanti come se non l’avessi ricevuto?” (I Cor 4,7).

Il nostro ardore vile a cercare la considerazione e le grazie degli uomini, ha la fonte nella nostra mancanza di interesse per le meraviglie che la Grazia vuole operare in noi e la nostra cecità, davanti alla dignità di figli di Dio. La gelosia e l’ambizione che avvelenano la vita dell’uomo non hanno altra radice che l’ignoranza dei suoi privilegi divini. L’orgoglio e la vanità non sono basati su un apprezzamento esagerato, ma su un apprezzamento insufficiente per ciò che è nostro, se lo vogliamo accettare. C’è un senso di inferiorità che è un insulto a Dio ed un grave pericolo per l’anima. La psicoanalisi parla della repressione degli istinti, ma ignora il rifiuto delle ispirazioni divine, i cui effetti sono infinitamente più dannosi all’essere razionale. È questo complesso che conduce l’anima a piegarsi al mondo materiale, dopo su se stessa e, infine, ad atrofizzarsi. Urge strappare questo germe della morte che è il disprezzo del nostro vero destino e del dono di Dio. “Spogliatevi dell’uomo vecchio, quello del precedente comportamento che si corrompe inseguendo seducenti brame, rinnovatevi nello spirito della vostra mente e rivestitevi dell’uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella santità della verità” (Ef 4, 22-24).

Dobbiamo obbedire e sottometterci: è la legge di tutta la creazione mentre non è inclusa nell’ordine della grazia. Ma il messaggio di salvezza che ci viene detto è il rimedio per tutte le forme di miseria. Impariamo a vivere secondo l’esempio dello Spirito: se questo sembra una schiavitù agli uomini che non conoscono la chiave del suo essere, noi sappiamo che questo è la libertà più pura. “Vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio. Egli dice infatti: Al momento favorevole ti ho esaudito e nel giorno della salvezza ti ho aiutato” (II Cor 6, 1-2).

Ma se in realtà noi siamo privilegiati, la gratitudine ci costringe, dal momento che abbiamo questa consapevolezza, a confessarLo davanti a tutti. Quando Dio è accusato e offeso dalle bestemmie a causa dei mali che gli errori degli uomini hanno attratto al nostro mondo, spetta a noi, che siamo Suoi figli, lodarLo per la sua infinita bontà e misericordia. Ciò che è in gioco è l’onore del Padre nostro, che è costantemente ignorato e offeso. Questo pensiero è un tormento, ma è anche una scintilla che accende l’anima e la spinge a darsi completamente. Così l’uomo vuole, almeno secondo le sue forze, dare gloria a Dio per tutta la creazione. Non c’è più nobile passione né più ardente di questa impazienza del figlio di rendere gli onori che sono dovuti al Padre, l’impazienza di agire e soffrire per dare la vita affinché Lui riceva ciò che gli altri gli rifiutano. Tale liberalità è una ricchezza infinita e in questo senso si dice: “Infatti a chi ha sarà dato e sarà nell’abbondanza. Ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha” (Mt 25,29).

(Un certosino)

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