46 Tu vivi nei piaceri, Eccoti dunque in una cattiva condizione. Perchè esiti ad allontanartene per volgerti altrove, fosse anche verso le cose più austere?
47 Perchè non biasimi in te ciò che rimproveri agli altri, dal momento che lo stesso male, se non peggiore, si trova anche in te?
48 Vuoi mostrare te stesso, ma vuoi nascondere il tuo paccato. Sai dunque distinguere bene tra te ed il tuo peccato.
49 La creatura è buona (Tm 4, 4), malvagio è il suo errore, cioè il peccato. E’ dunque facile distinguere il tuo fratello dal suo peccato, come il bene dal male. Chi dunque alla vista di un uomo si adira o si indigna contro di lui? Chi vedendo il suo vizio non rimane offeso, se non chi è veramente saggio e molto buono? Costui sa che il peccato fa più male a colui che lo commette che a qualsiasi altro e che, di conseguenza, bisogna avere compassione di lui.
50 Niente è per te così gravoso che rimanere senza faticare, cioè abbandonare le realtà mutevoli che per te sono causa di fatica.
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