• Translate

  • Follow us

  • Memini, volat irreparabile tempus

    aprile: 2018
    L M M G V S D
     1
    2345678
    9101112131415
    16171819202122
    23242526272829
    30  
  • Guarda il film online

  • Articoli recenti

  • Pagine

  • Archivi

  • Visita di Benedetto XVI 9 /10 /2011

  • “I solitari di Dio” di Enzo Romeo

  • “Oltre il muro del silenzio”

  • “Mille anni di silenzio”

  • “La casa alla fine del mondo”

  • Live from Grande Chartreuse

  • Inserisci il tuo indirizzo email per seguire questo blog e ricevere notifiche di nuovi messaggi e-mail.

    Unisciti a 668 altri iscritti
  • Disclaimer

    Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge N°62 del 07/03/2001. Rare immagini sono tratte da internet, ma se il loro uso violasse diritti d'autore, lo si comunichi all'autore del blog che provvederà alla loro pronta rimozione. L'autore dichiara di non essere responsabile dei commenti lasciati nei post. Eventuali commenti dei lettori, lesivi dell'immagine o dell'onorabilità di persone terze, il cui contenuto fosse ritenuto non idoneo alla pubblicazione verranno insindacabilmente rimossi.


Il silenzio di Dio è in noi?

Forza silenzio 6

A questa domanda risponde Dom Dysmas de Lassus, nel libro del cardinale Robert Sarah “La forza del silenzio – Contro la dittatura del rumore”.

Si, per sempre, perchè stiamo parlando di un silenzio di comunione. Io unirei queste due dimensioni complementarie: Dio in noi e noi in Dio giacchè Gesù dice: “Voi siete in me ed io in voi” (Gv 14, 20). “Padre tu sei in me ed io in te” (Gv 17,21). Sono due facce della stessa realtà. Possiamo essere più sensibili ad una che ad un’altra, ma credo che non si possa separere del tutto.

Nel battesimo la Trinità viene a fare di noi la sua dimora. Secondo san Paolo, siamo templi dello Spirito Santo. Lo stesso battesimo ci fa figli di Dio. Ah se solo fossimo capaci di intendere realmente queste semplici parole! Un mistero insondabile che nasce nella sublime semplicità del sacramento; l’acqua e la parola per significare una realtà inimmaginabile. Ricordo le parole di un poeta bizantino in riferimento alla teofania del Sinai: ” Tuono, fulmine, tremore della terra. Ma, quando scendesti al seno di una Vergine, il tuo passo non fece nessun rumore”. Se la entrata di Dio in noi avviene in silenzio, è logico che la comunione con Lui è contrassegnata dallo stesso timbro.

I nostri Statuti citano Basilio di Ancira: ” Sia, quindi, l’anima del monaco, in solitudine, come un lago tranquillo le cui acque, germogliando dalla purissima fonte dello spirito, e non turbati da rumore alcuno introdotto dall’esterno, come un nitido specchio riproducono la sola immagine di Cristo”

Dio in noi! Quale perplessità ci può lasciare questa espressione! E, tuttavia, è una realtà: ” Se qualcuno mi ama – dice Gesù – ascolterà la mia parola, e mio Padre le amerà, e verremo in lui e faremo dimora in lui” (Gv 14, 23). Questa verità della fede ci apre hic et nunc alla intimità più profonda con Dio. E’ il faro della nostra vita. Sono pienamente convinto che, se i cristiani fossero più coscienti di questa realtà, la propria vita si vedrebbe trasformata, e con essa anche il mondo.

Un silenzio vivo, eloquente, abitato. Un’attesa tremante con la speranza riposta nel giorno del grande incontro, faccia a faccia.

Se è fondamentale vivere in intimità con Dio e nella sua straordinaria semplicità – nella sua familiarità con noi, direbbe – , lo è anche il comprendere il senso della trascendenza, questa immensità che ci supera e ci reclama in uno stesso movimento. Solo questo equilibrio può fornirci di tutta la sua profondità nella relazione con Dio, perchè la meraviglia ineffabile della intimità divinanasce esattamente da questa trascendenza. Come può l’infinito non solo salire al nostro incontro, impegnandosi in una relazione intima con il finito, sua creatura?

Mi sembra molto importante guardare l’equilibrio tra la vicinanza e la trascendenza di Dio. Nelle sue Confession, sant’Agostino impiega una celebre frase per spiegare questo tema: Intimior intimo meo et superior summo meo. Appoggiarsi ad una escludendo l’altra può condurre ad una infermità spirituale: da una parte, ad una eccessiva familiarità con un Dio troppo fatto ai nostri bisogni e che non è realmente Dio; dall’altra ad una distanza perturbatrice, quasi giansenista.

Il mistero non è altro che la relazione divina che ci viene offerta. Se potessimo comprenderlo! Se potessimo viverlo meglio! Nulla sarebbe capace di renderci inquieti. Le difficoltà della nostra vita non cambierebbero, ma non potranno danneggiare il nucleo della nostra vita.

Dice san Paolo “Colui che non perdonò il suo proprio figlio, ma lo ha donato a tutti noi, come non ci darà tutte le cose?2 ( Rm 8, 32)

Se so di aver ricevuto tutto, niente può mancarmi. Stiamo parlando del silenzio: la profonda pace dell’anima che conosce se stessa ed ama più dei propri sogni, la calma inalterabile che abita in essa.

Non è questo il silenzio interiore?

Pubblicità