191. Tu soffri ben poco in confronto al Signore; e questo poco non lo sopporti come dovresti.
192. Tutto ciò che leggi nei libri, puoi vederlo con i tuoi occhi presso gli uomini, cioè quello che devi evitare e quello che devi fare.
193. Le disposizioni dell’animo che avresti nei confronti degli uomini se, vivendo lontano da loro, tu pensassi ai loro peccati e alle loro miserie, dovresti averle, almeno per adesso, quando li vedi, con i tuoi occhi, perire per la cecità e la debolezza. Poichè essi sono ingannati o vinti dal demonio per mezzo delle realtà di questo mondo.
194. Desiderare che sia bello ciò che consumi, cioè il cibo e le vesti, è come colorare un pezzo di legno destinato al fuoco. Gli abiti ti sono necessari contro il freddo: non ha importanza che siano di questo o quel colore. Il cibo ti serve contro la fame: non è importante che sia di questo o quel sapore.
195. Duplice è l’intento del buon maestro o del medico. Da una parte,conservare e accrescere ciò che è buono, cioè la salute e la scienza; dall’altra, completare ciò che manca e allontanare ciò che è nocivo. Coloro che hanno sete si dissetino(Dt 29,19)! Non è dunque un buon maestro, nè buon medico, colui che vuole conservare sempre la sua funzione. Chi vuole essere sempre un medico, desidera che siano sempre dei malati. Lo stesso accade per il maestro riguardo agli ignoranti: egli li odia, dunque, poichè si augura che rimangano sempre tali. Colui che è veramente buono lotta contro la malattia e l’ignoranza, affinchè svaniscano; costui, in qualche maniera, combatte la sua stessa funzione, affinchè scompaia. Infatti, se quei mali cesseranno, non ci sarà più bisogno della sua opera.
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