
Natività XIV sec.
Cari amici lettori di Cartusialover, intendo in questo articolo fare a tutti voi, che siete sempre più numerosi, i miei auguri di Buon Natale. Vi auguro che la luce della speranza, accesa da Gesù nel giorno della Sua Santa Nascita, non smetta mai di riscaldare i vostri cuori.
Buon Natale!
Ai miei auguri, si aggiungano quelli della comunità certosina di Serra san Bruno….
Vi offro questa stupenda meditazione di Dom Ludolfo di Sassonia tratta dal libro “Vita Christi”.
Il Figlio di Dio voleva nascere fisicamente da una madre secondo la carne, per acquisire molti fratelli mediante la rigenerazione dello spirito. Perciò è meglio chiamato il Primogenito che l’Unigenito. È nato di notte, perché è venuto nascosto, per riportare alla luce della verità coloro che erano nella notte dell’errore. La Madre ama come Dio il Figlio già nato, “lo avvolse in abiti e si reclinò” ponendolo, non in una culla d’oro, ma “in una culla” tra gli animali indicati, il bue e l’asino; “Perché non c’era altro posto per loro nella locanda.” Hai visto la nascita del Principe pieno di santità. Hai assistito alla nascita della Regina del Cielo. Potresti vederli in estrema povertà. Questa virtù è la pietra preziosa del Vangelo, che viene comprata solo vendendo tutte le cose. È il cemento iniziale di tutto l’edificio spirituale. È la via della salvezza. Potresti prestare attenzione ad entrambi [nella Madre e nel Figlio], ma specialmente nel Bambino Gesù non c’è nessuna piccola afflizione. Tra gli altri, era questo: quando sua madre lo aveva messo nella culla, senza cuscino o qualcosa del genere, non senza una grande amarezza di cuore gli aveva messo una pietra sotto la testa e vi aveva messo della paglia che avrebbe preso in prestito dagli animali. Dovresti anche cercare di abbracciare, come puoi, la povertà, l’umiltà e l’afflizione del corpo, l’imitazione di Cristo. “Con tre esempi, dice San Bernardo, Cristo ci ha mostrato il modo in cui dovremmo seguirlo. Quello della povertà: perché non voleva avere ricchezze in questo mondo, per rendere l’uomo leggero da gestire. Quello dell’umiltà: perché ha disprezzato la gloria del mondo, per rendere l’uomo capace di nascondersi. Quello della pazienza: ha sopportato il male, per rendere l’uomo forte nella sofferenza. “
E poi….come consuetudine un piccolo regalo!
Ecco per voi un altro cd audio, “Solitudo” melodie gregoriane della tradizione dei certosini, non propriamente cantato, ma ispiratosi ai canti dei monaci della certosa di La Valsainte, che ne hanno condiviso il progetto. Per completezza lo allego da oggi alla raccolta già presente nella sezione “Canti certosini”. I canti sono eseguiti dal coro Novantiqua di Sion, diretto dal maestro Bernard Heritier.
Auguro a voi tutti buon ascolto!
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