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  • Memini, volat irreparabile tempus

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Uno strano contenzioso

L’aneddoto che oggi voglio narrarvi, riguarda la statua della Vergine della Chiesa di Santa Maria del Bosco, a Serra San Bruno. Da questo blog, vi ho già spiegato l’importanza che questa scultura lignea ha per la comunità certosina serrese.

Recenti studi hanno portato alla luce nell’archivio della certosa calabrese, fogli con alcune annotazioni appuntate in calce di vecchi registri. Nel 1904, infatti, Dom Ippolito Duvivier con l’intenzione di riscrivere la storia della certosa di Serra, raccolse informazioni e si avvalse della preziosa testimonianza dei certosini più anziani, tra cui Dom Francesco Maria Ciano. Questi, all’epoca Priore della certosa di Trisulti, ma il quale aveva già ricoperto la stessa carica in Calabria dal 1883 al 1891, e pertanto conoscitore degli eventi passati. In uno di questi appunti, viene citata una vera e propria disputa tra Dom Giovanni Battista Giuliani, Priore di Serra dal 1863 al 1866, e Don Michele Regio arciprete della cittadina calabrese tra il 1836 ed il 1866. Ma su cosa si basava questa querelle tra religiosi?

L’oggetto di questo litigio avvenne a causa della statua di Santa Maria del Bosco, e per la precisione sulla paternità della sua realizzazione. Da sempre tale scultura era stata attribuita a ebanisti di scuola napoletana. Difatti secondo le antiche cronache certosine il Priore Giuliani portò con se da Napoli al suo arrivo in Calabria nel 1863 la bella statua lignea donatagli da un ignoto artista campano. Le fonti narrano di solenni festeggiamenti organizzati per accogliere Santa Maria.

L’arciprete Regio, affermava che quella scultura era opera di suo nipote Gabriele, asserendo che il nuovo priore proveniente da Napoli mentisse. Si alzò un gran polverone, e la notizia giunse fino alla Grande Chartreuse, che provvide ad inviare due Visitatori: Dom Thaddeo Suprici francese, e lo svizzero Dom Giuseppe Rivera, per appianare la sconveniente vertenza.

Dopo aver verificato i fatti, e per evitare ulteriori controversie con il clero locale, essi ritennero opportuno trasferire a Napoli, nel 1866 il povero Dom Giovanni Battista Giuliani, il quale è noto per essere stato l’ultimo Priore della certosa di san Martino a Napoli. Difatti dopo il definitivo allontanamento dei certosini dalla certosa napoletana, egli fece ritorno a Serra come priore nel 1877 e vi rimase fino al 1883. Per la cronaca, Dom Ippolito Duvivier, incredulo per la storia descrittagli, ebbe a commentare tali fatti con un laconico “O tempora!”. Va aggiunto che questa vicenda resta un mistero, poichè entrambi i prelati non avevano alcun apparente motivo per mentire.

Per la precisione, mi piace ricordare che recenti studi avrebbero attribuito la scultura oggetto della contestata attribuzione, alla bottega dello scultore napoletano Francesco Citarelli, e più correttamente al suo allievo Enrico Pedace.

Desumiamo pertanto, che solo pro bono pacis i certosini, preferirono recedere da quella odiosa polemica.

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