• Translate

  • Follow us

  • Memini, volat irreparabile tempus

    aprile: 2019
    L M M G V S D
    1234567
    891011121314
    15161718192021
    22232425262728
    2930  
  • Guarda il film online

  • Articoli recenti

  • Pagine

  • Archivi

  • Visita di Benedetto XVI 9 /10 /2011

  • “I solitari di Dio” di Enzo Romeo

  • “Oltre il muro del silenzio”

  • “Mille anni di silenzio”

  • “La casa alla fine del mondo”

  • Live from Grande Chartreuse

  • Inserisci il tuo indirizzo email per seguire questo blog e ricevere notifiche di nuovi messaggi e-mail.

    Unisciti a 668 altri iscritti
  • Disclaimer

    Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge N°62 del 07/03/2001. Rare immagini sono tratte da internet, ma se il loro uso violasse diritti d'autore, lo si comunichi all'autore del blog che provvederà alla loro pronta rimozione. L'autore dichiara di non essere responsabile dei commenti lasciati nei post. Eventuali commenti dei lettori, lesivi dell'immagine o dell'onorabilità di persone terze, il cui contenuto fosse ritenuto non idoneo alla pubblicazione verranno insindacabilmente rimossi.


“Meditationes”

copertina

361. Provare gioia o pena là dove non si deve è ugualmente miserevole. Una è causa dell’altra, poichè una gioia insensata genera una tristezza senza senso. La donna adultera, infatti, prova una gioia perversa nell’intrattenersi con il suo amante, e prova una tristezza altrettanto perversa qualora ne sia privata. E come è biasimevole quella, tanto è degna di riprovazione questa; quanto è infelice la prima, tanto è infelice la seconda.

362. Nessun idolatra ha potuto fare una divinità che gli fosse uguale, poichè “il vivente, con le sue empie mani, plasma un morto” (Sap.15, 17); allo stesso modo non ha potuto procurare per sè il bene o la beatitudine, una gioia o una sicurezza nel mangiare o nel bere, nei vestiti o in un muro fortificato: queste sono cose senza vita fatte da coloro che sono vivi.Gli empi non possono trovare nulla che possa essere equiparato a loro in ciò che considerano come loro felicità. In effetti, essi non potrebbero in nessun modo godere di queste cose, di cui abusano con una gioia contraria ai precetti di dio, se non valessero più di loro. Ed è il massimo dell’empietà degli uomini, quella per cui questi abbandonano ciò che è migliore di loro, cioè Dio, per aderire, godendone, a ciò che è più vile di loro, cioè i beni terreni.

363. Il Cristo conduce gli angeli ad abbracciare il loro sposo e allontana noi dall’adulterio, cioè dal mondo. Rende gli angeli forti e perseveranti per godere dello sposo, cioè di sè, e fa lo stesso con noi per liberarci dall’adulterio del mondo.Osserva gli angeli in visione o nella realtà; noi, invece, nella fede e nella speranza. Dona a loro una gioia perfetta nella vera beatitudine; a noi concede la pazienza nelle tribolazioni. Agli angeli dà la vita felice; per noi riserva una morte quanto mai preziosa ( Sal 115, 5). Concede a loro di vivere per lui, cioè per Dio; a noi di morire al mondo. Agli angeli dona di gioire della loro felicità; a noi di soffrire per i nostri mali. Ricolma di gioia i cuori degli angeli; a noi dà dei cuori contriti. A loro dona la giustizia; a noi la penitenza. Agli angeli offre la perfezione del bene; a noi dona gli inizi.

364. Giuro con certezza che gli angeli non hanno ricevuto da Dio un dono più grande o più degno, più prezioso o più utile, e dunque più desiderabile e più bello, della carità. Chi può comprenderlo o crederlo? Poichè ” Dio è amore” (1Gv 4, 16). Chi, dunque, possiede qualche cosa di più grande o di migliore della carità, possiede un essere più grande e migliore di Dio.

365. Ecco, quando dipingi, o fai qualche lavoro simile, prendi come modello un altro oggetto, già visto ohe hai davanti a te. Ma Dio per creare l’universo che cosa ha preso come modello! Quale altro sole, quale altro mondo? Dove li ha visti per crearli? Egli ha, dunque, creato tutto da se stesso, per la sua propria potenza e saggezza, con la sua bontà, cioè la sua misericordia. Nessuno è stato suo aiuto, suo maestro, suo consigliere.

Pubblicità