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Novena a San Bruno 2019: IV° giorno

42019

Novena al Patriarca e Padre San Bruno, fondatore dell’Ordine certosino

Quarto Giorno

Dopo aver fatto il segno della croce si proceda all’Atto di Contrizione, per poi cominciare come segue.

PREGHIERA AL PADRE ETERNO

(Da recitare tutti i nove giorni)

Dio onnipotente ed eterno: davanti all’augusta maestà, dove ti contempliamo seduto in esaltata solitudine, guardiamo una creatura vile, desiderosa di conoscerti e di conoscersi, di riparare subito le sue indegni infedeltà e corrispondere debitamente ai tuoi dolci appelli. Mio Dio: fai riposare la calma nel mio cuore agitato dai venti trovati delle passioni, che tendono a soffocarlo; fai rendere questo mare calmo dove le tempeste sono così frequenti, l’assalto furioso delle sue onde e i suoi pericoli così imminenti; Dagli quella felice pace perché sospira e inciampa in un cuore amorevole che brucia sempre nella fiamma dell’amore più puro. Non per noi Signore, che non lo meritiamo, ma per il sangue di tuo Figlio e per i suoi meriti, per quelli di sua Madre, la Beata Vergine Maria, e per quelli del glorioso patriarca San Bruno. Così sia.

Dalla carità per il prossimo

CONSIDERAZIONE

L’amore di Dio e l’amore del prossimo sono così intimamente collegati tra loro, che sono due rami nati dallo stesso tronco, due fiumi che lasciano la stessa sorgente. Dio, che ama se stesso con un amore infinito, ama l’uomo con quello stesso amore, e per lui la Parola divina non solo è diventata uomo, ma voleva essere trattenuta dall’ultimo degli uomini, fino alla morte della morte da attraversare. Ecco, Gesù Cristo stesso vuole che i suoi veri discepoli lo imitino e mette questo amore come un segno per distinguerli. “In questo gli uomini sapranno, disse agli Apostoli che siete miei discepoli: se vi amate gli uni gli altri”. Solo imitando Gesù Cristo l’uomo avrebbe più che sufficienti ragioni per amare il suo prossimo, se Gesù Cristo stesso non gli avesse imposto questo amore come precetto. “Un nuovo comandamento che ti do, ho detto agli stessi Apostoli, che ti ami come io ho amato te.” Necessario, quindi, è al cristiano la virtù della carità verso il prossimo, per raggiungere il vertice della perfezione, poiché l’amore di Dio è di assoluta necessità. E mentre l’uno e l’altro amore si uniscono e San Bruno ha avuto l’amore di Dio in così alto grado, da cui ha posseduto ed esercitato l’amore per i suoi simili. La carità è, come dice l’apostolo S. Paolo, paziente, è benigna, non è invidiosa, non agisce in modo avventato, né diventa orgogliosa; non è ambizioso, non cerca i suoi interessi, non si irrita, non pensa male, non si rallegra del male degli altri, piuttosto si compiace del bene degli altri; soffre di tutto, crede di tutto, si aspetta tutto ciò che sostiene tutto ». Circostanze tutte perfettamente adatte alla pratica della carità come continuamente esercitata dal santo fondatore della Certosa, che già soffriva gli insulti dei suoi nemici, che erano nemici della Chiesa; già nel suo trattamento dolce e gentile con tutti, non invidiare nessuno, lavorando in tutti i suoi atti con una mente e una prudenza, e mai bruscamente; non divenne mai orgoglioso, per essere molto ben fondato nell’umiltà; Non cercava né cercava i propri interessi, ma il bene degli altri e la gloria di Dio. E proprio come la vita di San Bruno è un esempio dell’amore ininterrotto di Dio, può assicurarsi che tutto sia un esempio continuo del distacco di se stesso e dell’amore per i suoi vicini. Insegnare nelle scuole e nella sacra cattedra, il perdono dei suoi persecutori, il consiglio prudente ai suoi amici, l’amore amorevole e paterno per i suoi figli e compagni spirituali allo stesso tempo nel deserto, quello zelo che si svolge a Roma e al Consiglio di Plasencia in Italia per la salute delle anime interessate a raggiungere questo obiettivo attraverso la riforma dei costumi, la protezione miracolosa fornita al conte Ruggero di Calabria, suo grande amico, salvandogli la vita minacciato dal perfido tradimento, le sue dure penitenze e la sua continua preghiera in cui Dio viene offerto come vittima della salvezza degli uomini, quali sono ognuno di questi e altri atti diversi, impossibili da elencare, ma quanti altri atti di carità verso il prossimo? Bruno, come fedele imitatore del suo maestro Gesù, passò come divino Salvatore attraverso questa vita facendo del bene ai suoi simili.

AFFETTI E RISOLUZIONI

Il nostro comportamento è lontano dagli esempi di questa virtù offerti dalla vita di San Bruno. Quanta negligenza da parte nostra nell’adempiere ai doveri che la carità impone agli altri! Prendo tutte le cure necessarie per reprimere in me qualsiasi azione o parola che possa offendere mio fratello? Oh, quanti pensieri di disprezzo, quanti giudizi spericolati! Quanti movimenti di rabbia, invidia, vendetta! Quante parole offensive! Anche in quegli atti che pratichiamo a favore del nostro prossimo, anche se li esaminiamo, potremmo trovare un misto del nostro stesso amore; forse molti di loro sono giustiziati per il proprio interesse o per lusingare la nostra vanità. Molti di questi difetti sarebbero evitati se guardassimo i nostri vicini nell’immagine di Dio e vedessimo in ognuno di essi un’anima redenta con il sangue di Gesù Cristo. Gesù misericordioso, fonte inesauribile di carità: chiedo la tua grazia per poter separare da me tutto ciò che mi impedisce di amare il mio prossimo per te; Se non fosse il tuo precetto, mi basterebbe imitarti nell’amore sconfinato che hai per gli uomini e con loro stessi; concedimi i mezzi e la forza che mi mancano per dedicarmi pienamente alla pratica del bene in favore del mio prossimo e al costante esercizio delle opere di misericordia, al fine di realizzare le tue e con essa la felicità di chi le pratica. Amen.

Ora si potrà chiedere la grazia speciale che si desidera ottenere per questa Novena. Padre Nostro, Ave Maria e Gloria Patri, sarà pregato tre volte; e finito, si continuerà con quanto segue:

PREGHIERA A SAN BRUNO

(per tutti i giorni)

Glorioso Padre San Bruno, luminare della Chiesa per la tua dottrina e modello del solitario per la tua dimora: dal Cielo dove muori, guardami come uno dei tuoi devoti più entusiasti. Nella continua meditazione delle virtù eroiche che ti esaltano così tanto, imparerò il percorso che dovrebbe condurmi alla felice eternità. Illuminami, muovi il mio cuore, guidami e fai che, senza deviare un passo dalla retta via che tu con i tuoi esempi mi traccia, raggiungi la fine benedetta in modo che Dio mi abbia sollevato. O glorioso santo: prega per me affinché imitandoti e seguendo i tuoi passi lungo lo stretto sentiero io possa prendere parte alla ricompensa con cui Dio ha incoronato le tue opere. Così sia.

Prega per noi, beatíssimo Bruno.

Che possiamo essere degni di raggiungere le promesse di nostro Signore Gesù Cristo.

ANTIFONA

Ecco un grande confessore. Come la stella del mattino nell’oscurità, mentre la luna piena appare nella sua pienezza e come un sole splendente, così benedetto Bruno brilla nel Tempio di Dio.

PREGHIERA

Ti chiediamo, Signore, che, per intercessione del tuo Confessore San Bruno, venga in nostro aiuto; e poiché con i nostri gravi peccati abbiamo offeso tua Maestà, dicci perdonaci per i tuoi meriti e preghiere. Attraverso Cristo nostro Signore, che vive con te e regna in unione con lo Spirito Santo nei secoli dei secoli. Amen.

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Novena a San Bruno 2019: III° giorno

32019

Novena al Patriarca e Padre San Bruno, fondatore dell’Ordine certosino

Terzo Giorno

Dopo aver fatto il segno della croce si proceda all’Atto di Contrizione, per poi cominciare come segue.

PREGHIERA AL PADRE ETERNO

(Da recitare tutti i nove giorni)

Dio onnipotente ed eterno: davanti all’augusta maestà, dove ti contempliamo seduto in esaltata solitudine, guardiamo una creatura vile, desiderosa di conoscerti e di conoscersi, di riparare subito le sue indegni infedeltà e corrispondere debitamente ai tuoi dolci appelli. Mio Dio: fai riposare la calma nel mio cuore agitato dai venti trovati delle passioni, che tendono a soffocarlo; fai rendere questo mare calmo dove le tempeste sono così frequenti, l’assalto furioso delle sue onde e i suoi pericoli così imminenti; Dagli quella felice pace perché sospira e inciampa in un cuore amorevole che brucia sempre nella fiamma dell’amore più puro. Non per noi Signore, che non lo meritiamo, ma per il sangue di tuo Figlio e per i suoi meriti, per quelli di sua Madre, la Beata Vergine Maria, e per quelli del glorioso patriarca San Bruno. Così sia.

Del Santo amore di Dio

CONSIDERAZIONE

Chiedendo a nostro Signore Gesù Cristo che era il più grande dei comandamenti, ha risposto “Ama il Signore tuo Dio, con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutti i tuoi poteri: questo è il più grande e il primo dei comandamenti”. Ecco il valore inestimabile che la carità ha per il cristiano; che non è solo una virtù, ma anche un precetto, il principale tra i precetti, e si può ancora dire che è l’unico precetto. Perché, secondo la frase di Gesù Cristo stesso, nell’amore di Dio e nell’amore del prossimo, la Legge e i Profeti sono obbligati. La legge di Cristo è la legge dell’amore: ecco perché il suo giogo è morbido e il suo carico leggero. Se non ho carità, dice l’apostolo San Paolo, non sono niente. Né la fede, né la speranza, né il dono della profezia, né il martirio, né il parlare le lingue degli uomini e degli angeli, né qualsiasi altra virtù ha un prezzo o un merito davanti a Dio se non è accompagnato dalla carità, che È regina tra tutte le virtù. L’essenza della santità è l’amore di Dio: la santità non è altro che la perfezione cristiana e la perfezione cristiana consiste nell’amare Dio. Più amore ha Dio, maggiore è la perfezione e maggiore è la santità. Era Bruno in questo santo amore, acceso Serafino. Oh, e mentre la fiamma dell’amore divino bruciava nel suo cuore! E poiché questo amore per il Creatore rende tutto l’amore per la creatura incompatibile fintanto che non è ordinato all’ultimo amore, che è l’amore di Dio, quindi lo sgomento che Bruno ha mostrato a tutto ciò che non gli è servito per amare Dio. Ecco perché si vede abbandonare la sua ricchezza, le cattedre, gli onori, le amicizie, i suoi affetti più costosi, per donarsi a Dio. Accese a San Bruno il fuoco dell’amore divino, ed era così libero dall’amore umano, e così puro e pulito il suo cuore da ogni affetto terreno, che la sua purezza e semplicità di cuore è la nota molto speciale che caratterizza il nostro santo protettore; semplicità e purezza in così alto grado possedute, che non muoiono con lui, ma che le comunica anche dopo i suoi giorni ai giovani certosini, e sono ancora, dopo otto secoli, come il sigillo particolare dello spirito interiore dell’ Ordine Certosino. Ciò è confermato dalle vite di molti dei loro monaci. La vita di Bruno è più angelica che umana: vive in questo mondo come se non ci vivesse, perché la sua unione con Dio per l’amore è continua; e traboccando di cuore quella santa gioia di spirito che Dio gli comunica, spesso si sentiva ripetere quella dolcezza così dolce e per lui così familiare: Oh Bonitas! Oh bontà di Dio!

AFFETTI E RISOLUZIONI

Se confrontiamo il nostro amore con l’amore che ha infiammato Bruno, quanto siamo tiepidi e pigri! Perché, da questo momento, animato dall’esempio di questo grande santo, non togliermi tutto l’affetto che non va a Dio? E non voglio, Signore, nutrire più amore nella mia anima, ma il tuo amore; Ecco perché voglio strapparmi tutto ciò che è un ostacolo per raggiungerti. Lavorerò, Signore, con il tuo aiuto per superare il mio auto-amore, così contrario al tuo amore; e persuaso come sono che colui che ama, se è un vero amante, non ha o vuole avere più volontà di quella della sua amata, e questo è il segno del vero amore, cercherò sempre più di conformare la mia volontà alla tua e nell’adempiere, mio Dio, è la tua santa volontà che è nel rispettare i tuoi comandamenti e con essi gli obblighi e i doveri del mio stato. Carissimo Gesù: dammi una scintilla d’amore in cui brucia il tuo Sacro Cuore e non avrò bisogno di nient’altro; Perché chi ha il tuo amore ha tutto; perché solo tu, mio Signore, puoi soddisfare il vuoto del mio cuore. Se mi occupo delle creature, tutto. Signore, mi dicono di amarti; perché non loro, ma tu, sei la fine, così che mi hai sollevato. Tu stesso Mio Dio, mi hai imposto come precetto la tua legge d’amore. Oh e quanto è dolce il tuo giogo e quanto è leggero il tuo peso per chi ti ama con tutto il tuo cuore! Sì, mio Gesù, vieni al mio amore, e io sarò pieno di lui, esclamerò con l’Apostolo: non vivo più, ma è Cristo che vive in me. Amen.
Ora si potrà chiedere la grazia speciale che si desidera ottenere per questa Novena. Padre Nostro, Ave Maria e Gloria Patri, sarà pregato tre volte; e finito, si continuerà con quanto segue:

PREGHIERA A SAN BRUNO

(per tutti i giorni)

Glorioso Padre San Bruno, luminare della Chiesa per la tua dottrina e modello del solitario per la tua dimora: dal Cielo dove muori, guardami come uno dei tuoi devoti più entusiasti. Nella continua meditazione delle virtù eroiche che ti esaltano così tanto, imparerò il percorso che dovrebbe condurmi alla felice eternità. Illuminami, muovi il mio cuore, guidami e fai che, senza deviare un passo dalla retta via che tu con i tuoi esempi mi traccia, raggiungi la fine benedetta in modo che Dio mi abbia sollevato. O glorioso santo: prega per me affinché imitandoti e seguendo i tuoi passi lungo lo stretto sentiero io possa prendere parte alla ricompensa con cui Dio ha incoronato le tue opere. Così sia.
Prega per noi, beatíssimo Bruno.
Che possiamo essere degni di raggiungere le promesse di nostro Signore Gesù Cristo.

ANTIFONA

Ecco un grande confessore. Come la stella del mattino nell’oscurità, mentre la luna piena appare nella sua pienezza e come un sole splendente, così benedetto Bruno brilla nel Tempio di Dio.

PREGHIERA

Ti chiediamo, Signore, che, per intercessione del tuo Confessore San Bruno, venga in nostro aiuto; e poiché con i nostri gravi peccati abbiamo offeso tua Maestà, dicci perdonaci per i tuoi meriti e preghiere. Attraverso Cristo nostro Signore, che vive con te e regna in unione con lo Spirito Santo nei secoli dei secoli. Amen.

Novena a San Bruno 2019: II° giorno

22019

Novena al Patriarca e Padre San Bruno, fondatore dell’Ordine certosino

Secondo Giorno

Dopo aver fatto il segno della croce si proceda all’Atto di Contrizione, per poi cominciare come segue.

PREGHIERA AL PADRE ETERNO

(Da recitare tutti i nove giorni)

Dio onnipotente ed eterno: davanti all’augusta maestà, dove ti contempliamo seduto in esaltata solitudine, guardiamo una creatura vile, desiderosa di conoscerti e di conoscersi, di riparare subito le sue indegni infedeltà e corrispondere debitamente ai tuoi dolci appelli. Mio Dio: fai riposare la calma nel mio cuore agitato dai venti trovati delle passioni, che tendono a soffocarlo; fai rendere questo mare calmo dove le tempeste sono così frequenti, l’assalto furioso delle sue onde e i suoi pericoli così imminenti; Dagli quella felice pace perché sospira e inciampa in un cuore amorevole che brucia sempre nella fiamma dell’amore più puro. Non per noi Signore, che non lo meritiamo, ma per il sangue di tuo Figlio e per i suoi meriti, per quelli di sua Madre, la Beata Vergine Maria, e per quelli del glorioso patriarca San Bruno. Così sia.

Dalla virtù della Speranza

CONSIDERAZIONE

Così povero e nudo era l’uomo dopo il peccato, che non ha altro da fare che alzare gli occhi a Dio e aspettarsi da Lui rimedio per tutti i suoi mali, che non può essere curato se non da Lui. Da qui la speranza virtù molto necessaria all’uomo. I tentati e gli afflitti aspettano da Dio un rimedio per le sue tentazioni e afflizioni; colui che chiede, si aspetta di essere assistito nella sua richiesta; Il peccatore pentito attende il perdono dei suoi peccati e il giusto il premio della beatitudine eterna. La bella virtù è la virtù della speranza. Il profumo delicato che espira, riempie il vuoto del cuore umano, dà forza e vigore allo spirito debole e rende l’uomo impavido e coraggioso mentre gli dà respiro nella tribolazione; e poiché ha la sua fine in Dio, fa sembrare meschine e violente le consolazioni della terra, disprezzandole, gli onori e le ricchezze del mondo. San Bruno possedeva in gran parte la virtù della speranza. Fissando il suo sguardo sul Cielo, attese in mezzo alle afflizioni con cui fu messo alla prova e in giorni più prosperi rifiutò gli onori e le dignità che gli erano offerti; perché poiché il suo cuore era tutto fissato su Dio, in Lui si aspettava solo: era il suo unico rimedio nelle avversità; Lui, l’unico premio delle sue opere. Essendo un canonico di Reims, arrivò a difesa degli interessi della Chiesa contro gli usurpatori della sua proprietà e dei suoi diritti: Bruno dovette affrontare l’ira dei nemici, subendo persecuzioni, esili e fallimenti nella sua proprietà temporanea. Lungi dall’essere rattristato da queste battute d’arresto, si considerava molto onorato di soffrire per la gloria di Dio e della sua Chiesa; e confidando nel Signore, attese il trionfo della giustizia; e la giustizia trionfò, e con essa trionfò Bruno dei suoi avversari. In onore del loro zelo, volevano che il clero e il popolo di Reims lo portassero alla presidenza dell’arcivescovo; e ritorna qui per riaccendere la speranza del nostro Santo, rifiutando di ammettere una così grande dignità, perché non si aspetta la ricompensa delle sue opere ma nella vita successiva: un fatto che ha ripetuto anni dopo quando ha rinunciato alla mitra dell’arcivescovo di Reggio, che il Papa gli ha offerto. Chi aveva messo il suo cuore in Dio in poco aveva gli onori e le ricompense della terra. E da dove, ma dalla speranza nell’eterna ricompensa che Dio ha promesso a coloro che lasciano tutto per Lui, il santo fondatore della Certosa ha attinto la forza di volontà per intraprendere e seguire quella dura vita di rigorosa penitenza che seguì Nella solitudine del deserto?

AFFETTI E RISOLUZIONI

Esercitiamoci in atti di speranza, come mezzo necessario per realizzare le aspirazioni del cuore. Non diffidiamo mai, in mezzo ai nostri bisogni spirituali o temporali, della misericordia del Signore; e, soprattutto, speriamo nell’eterna beatitudine e sui mezzi per raggiungerla, cioè la grazia di vivere e morire santi, di vincere le tentazioni e ottenere il perdono dei nostri peccati. Possa Dio ora e sempre essere la fine della nostra speranza, imitando San Bruno, che con i suoi esempi ci incoraggia. Mio Gesù: solo tu puoi riempire le aspirazioni del nostro povero cuore. Nell’angoscia e nelle tribolazioni a te, Signore, volgerò gli occhi, perché tu sei la mia speranza: echi l’eco di quelle parole confortanti che germogliarono dalle tue labbra divine nel sermone sulla montagna: «Beati coloro che piangono perché saranno consolati … Beati coloro che subiscono la persecuzione per la giustizia e i poveri di spirito, poiché sarà loro il regno dei cieli. Oh, quanto sono dolci queste parole! Per me sono più dolci del miele e dei favi. Se le tentazioni o la desolazione affliggono la mia anima, non fallirò, perché tu, oh mio Dio, mi mostri la croce come mia unica speranza. Non permettere, mio Gesù, che una volta non mi fidi, né ti abbia cercato il rimedio dei miei mali. Incoraggiato dalla speranza, intraprenderò il cammino della virtù, per quanto duro possa apparire ai miei occhi; Sii la mia guida nel prospero e nell’avversario, così che al termine del mio pellegrinaggio vedrò le mie speranze soddisfatte unendoti a Te nella gloria che hai promesso a coloro che ti seguono. Amen.
Ora si potrà chiedere la grazia speciale che si desidera ottenere per questa Novena. Padre Nostro, Ave Maria e Gloria Patri, sarà pregato tre volte; e finito, si continuerà con quanto segue:

PREGHIERA A SAN BRUNO

(per tutti i giorni)

Glorioso Padre San Bruno, luminare della Chiesa per la tua dottrina e modello del solitario per la tua dimora: dal Cielo dove muori, guardami come uno dei tuoi devoti più entusiasti. Nella continua meditazione delle virtù eroiche che ti esaltano così tanto, imparerò il percorso che dovrebbe condurmi alla felice eternità. Illuminami, muovi il mio cuore, guidami e fai che, senza deviare un passo dalla retta via che tu con i tuoi esempi mi traccia, raggiungi la fine benedetta in modo che Dio mi abbia sollevato. O glorioso santo: prega per me affinché imitandoti e seguendo i tuoi passi lungo lo stretto sentiero io possa prendere parte alla ricompensa con cui Dio ha incoronato le tue opere. Così sia.
Prega per noi, beatíssimo Bruno.
Che possiamo essere degni di raggiungere le promesse di nostro Signore Gesù Cristo.

ANTIFONA

Ecco un grande confessore. Come la stella del mattino nell’oscurità, mentre la luna piena appare nella sua pienezza e come un sole splendente, così benedetto Bruno brilla nel Tempio di Dio.

PREGHIERA

Ti chiediamo, Signore, che, per intercessione del tuo Confessore San Bruno, venga in nostro aiuto; e poiché con i nostri gravi peccati abbiamo offeso tua Maestà, dicci perdonaci per i tuoi meriti e preghiere. Attraverso Cristo nostro Signore, che vive con te e regna in unione con lo Spirito Santo nei secoli dei secoli. Amen.

Novena a San Bruno 2019: I° giorno

Cari amici di Cartusialover eccoci giunti al momento più atteso dell’anno, il tempo della Novena a san Bruno. Quest’anno voglio offrirvi una novena concepita da un anonimo devoto spagnolo che la fece autorizzare dall’Arcivescovo di Burgos dopo averla fatta esaminare all’Ordine certosino. Essa fu realizzata nel 1901, in occasione dell’ottavo centenario della morte di san Bruno. Spero sia di vostro gradimento!

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Novena al Patriarca e Padre San Bruno, fondatore dell’Ordine certosino

Primo Giorno

Dopo aver fatto il segno della croce si proceda all’Atto di Contrizione, per poi cominciare come segue.

PREGHIERA AL PADRE ETERNO

(Da recitare tutti i nove giorni)

Dio onnipotente ed eterno: davanti all’augusta maestà, dove ti contempliamo seduto in esaltata solitudine, guardiamo una creatura vile, desiderosa di conoscerti e di conoscersi, di riparare subito le sue indegni infedeltà e corrispondere debitamente ai tuoi dolci appelli. Mio Dio: fai riposare la calma nel mio cuore agitato dai venti trovati delle passioni, che tendono a soffocarlo; fai rendere questo mare calmo dove le tempeste sono così frequenti, l’assalto furioso delle sue onde e i suoi pericoli così imminenti; Dagli quella felice pace perché sospira e inciampa in un cuore amorevole che brucia sempre nella fiamma dell’amore più puro. Non per noi Signore, che non lo meritiamo, ma per il sangue di tuo Figlio e per i suoi meriti, per quelli di sua Madre, la Beata Vergine Maria, e per quelli del glorioso patriarca San Bruno. Così sia.

Della virtù della Fede

CONSIDERAZIONE

La fede è un tesoro ricco e immenso, una luce chiara e chiara che rivela la via del Paradiso; è la radice e il fondamento di tutte le altre virtù e non possiamo acquisirne nessuna se ci manca la fede. Questa virtù è, secondo un dottore della Chiesa, quella che “forma i veri cristiani, quella che ispira disprezzo all’adulazione del mondo e della carne e a quella che accende l’affetto per il duro e laborioso. Non c’è nulla, per quanto difficile, che Dio che crede in Lui non abbracci per Dio. “I santi, dice l’apostolo San Paolo, per fede conquistarono i regni, operarono tutta la giustizia e raggiunsero l’adempimento delle promesse divine”. Illuminato dalla torcia molto chiara di Fede, questo mondo attraversò San Bruno. Giovane ancora, illustra la sua intelligenza con lo studio delle Scritture divine, aumentando la sua fede mentre cresceva nella scienza, e le sue parole e le sue opere riflettono la fede vivente che la sua anima custodisce. Nelle scuole di Reims lo comunica con la sua dottrina ai suoi discepoli; dalla sacra sedia si diffonde tra il popolo con grande zelo e ardore; la fede lo spinge a rifiutare gli onori, ad abbandonare il mondo e obbediente alla vocazione di Dio, a fuggire nel deserto per arrendersi alla penitenza più dura, meritando che un altro Abramo in premio per la sua fedeltà sia il padre di una grande famiglia religiosa. Poiché la Fede non sa cosa sia la menzogna e detesta le bugie e gli errori, quindi la Santa volontà si adopererà per odiare tutto ciò che potrebbe offuscare la sua fede in ogni giorno della sua vita; e già posto alla fine sul letto di morte, pronunciò quella bella protesta, affermando espressamente e pubblicamente credendo in tutti i misteri della Religione cattolica santa e specialmente in quelli della Santissima Trinità e Santa Eucaristia, contro le dottrine depravate di alcuni eretici che una volta vivevano.

AFFETTI E RISOLUZIONI

Imitiamo Bruno nella fede. Non offuscare le nostre credenze l’alito corrotto di empietà e indifferenza nel mezzo della società di oggi. Tuttavia, questo non è abbastanza; lascia che la nostra fede sia viva come quella di Bruno; Mostriamo la nostra fede al volto del mondo e il rispetto umano non ci schiaccia. Gesù Cristo l’ha detto: a colui che mi confesserà davanti agli uomini, lo confesserò anche a mio Padre che è nei cieli. Oh mio buon Gesù: confermaci di giorno in giorno in virtù così necessaria. Prometto di essere fedele alla tua grazia, che certamente non mi negherai; e poi poiché tu sei, mio Gesù, verità, via e vita, illumina la mia intelligenza, guida i miei passi, vivificami con la tua grazia, affinché la mia fede sia fede viva e non morta. Oh mio Gesù: lascia che ti dica con tutta la veemenza della mia anima: Signore, ho fede; Dammi più fede. Amen.

Ora si potrà chiedere la grazia speciale che si desidera ottenere per questa Novena. Padre Nostro, Ave Maria e Gloria Patri, sarà pregato tre volte; e finito, si continuerà con quanto segue:

PREGHIERA A SAN BRUNO

(per tutti i giorni)

Glorioso Padre San Bruno, luminare della Chiesa per la tua dottrina e modello del solitario per la tua dimora: dal Cielo dove muori, guardami come uno dei tuoi devoti più entusiasti. Nella continua meditazione delle virtù eroiche che ti esaltano così tanto, imparerò il percorso che dovrebbe condurmi alla felice eternità. Illuminami, muovi il mio cuore, guidami e fai che, senza deviare un passo dalla retta via che tu con i tuoi esempi mi traccia, raggiungi la fine benedetta in modo che Dio mi abbia sollevato. O glorioso santo: prega per me affinché imitandoti e seguendo i tuoi passi lungo lo stretto sentiero io possa prendere parte alla ricompensa con cui Dio ha incoronato le tue opere. Così sia.

Prega per noi, beatíssimo Bruno.

Che possiamo essere degni di raggiungere le promesse di nostro Signore Gesù Cristo.

ANTIFONA

Ecco un grande confessore. Come la stella del mattino nell’oscurità, mentre la luna piena appare nella sua pienezza e come un sole splendente, così benedetto Bruno brilla nel Tempio di Dio.

PREGHIERA

Ti chiediamo, Signore, che, per intercessione del tuo Confessore San Bruno, venga in nostro aiuto; e poiché con i nostri gravi peccati abbiamo offeso tua Maestà, dicci perdonaci per i tuoi meriti e preghiere. Attraverso Cristo nostro Signore, che vive con te e regna in unione con lo Spirito Santo nei secoli dei secoli. Amen.

L’ultima celebrazione dell’Assunta ad Evora

15 agosto 2019 a Evora
Cari amici, in questo articolo vi propongo un contributo video eccezionale, proveniente dalla certosa di Evora. Lo scorso 15 agosto la sparuta comunità monastica, che presto abbandonerà la certosa, ha celebrato per l’ultima volta le celebrazioni per la festività dell’Assunzione di Maria. Nel video possiamo osservare il celebrante Dom Antao Lopes il padre Priore e gli altri ultimi tre monaci, coadiuvati da un paio di novizi nella celebrazione liturgica. Una tristezza infinita nel pensare che a breve la liturgia si interromperà nella antica chiesa di Santa Maria Scala Coeli.

VIDEO Santa Messa

15 agosto a Evora

Le statue della Grande Chartreuse

 

GC Facciata con statue oggi

Nell’articolo di oggi, vi parlerò della storia delle statue presenti nelle nicchie sulla facciata principale della Grande Chartreuse, la casa madre dell’Ordine certosino.

Vi sono immagini risalenti al periodo della Rivoluzione, ed anche successive del XIX° secolo, nelle quali si vedono le nicchie in questione occupate da tre statue. Sulla nicchia superiore, posta al centro sopra il portone d’ingresso è raffigurata la statua della Vergine Maria con il bambino in braccio. Discorso a parte per le due statue poste a destra ed a sinistra del portone. Ricordiamo che la comunità monastica fu espulsa dalla Grande Chartreuse a seguito della Rivoluzione Francese nell’ottobre del 1792, ma si insediò nuovamente nel 1816. Prima perplessità non si conosce se le statue presenti a seguito del nuovo insediamento erano le stesse che vi erano precedentemente (Forse un s. Antelmo ed un s. Bruno?). Conosciamo con precisione cosa avvenne nella notte tra il 28 ed il 29 aprile del 1903, a seguito dall’espulsione subita dai certosini. In quella notte, come riporta in uno scritto l’abate Flechard, le statue che adornavano l’ingresso furono rimosse dal signor Paul de Montal, il quale le trasportò in automobile a Saint Laurent du Pont. Si aggiunge che “… attualmente sono in un luogo sicuro a Lione, e verranno riconsegnate in trionfo, il giorno in cui gli abitanti del deserto potranno ritornare nella propria dimora.” Ebbene, esse non sono mai state restituite ai certosini al loro ritorno, probabilmente chi aveva l’intenzione di renderle fu travolto dagli eventi di quel tempo. Una cosa è certa, a tutt’oggi non si ha notizia nè traccia di quelle due statue. Saranno state vendute? Saranno ancora a Lione? Resta l’enigma.

Da quella notte le due nicchie laterali sono rimaste vuote!

A sinistra prima del 1903 ed a destra prima del 2018

A sinistra nicchie con statue prima del 1903, a destra nicchie vuote prima del 2018

Nel 2014 in occasione delle celebrazioni del quinto centenario canonizzazione di Bruno, l’allora Padre Procuratore Dom Serafico propose di riabilitare la funzione di quelle nicchie lavorando egli stesso, alla realizzazione di due statue.
Così le nicchie tristemente vuote per tanto tempo avrebbero potuto ritrovare il loro compito specifico. Fu deciso che le due statue avrebbero rappresentato San Bruno, a destra ed il suo santo amico a sinistra, una sorta di co-fondatore, ovvero Ugo il vescovo di Grenoble.

La statua di destra raffigura san Bruno, il fondatore dell’Ordine, la sua collocazione non è casuale.
Si trova infatti nella nicchia di destra perché è la prima che si vede arrivando. Inoltre, essa si trova esattamente nell’asse della strada che porta alla foresteria, segno se necessario, di tutta l’umanità e l’incarnazione dei monaci certosini i quali ricevono qui, una volta l’anno, la propria famiglia.

Bruno è rappresentato con il viso teso in su, la testa leggermente girata. Non si tratta di una situazione di sforzo, ma di un orientamento di tutto il suo essere, issato verso il cielo. Ha gli occhi chiusi, per significare la sua interiorità, e un leggero sorriso, che è solo molto raramente riportato nell’iconografia se non mai. Sorriso di unione a Dio nel segreto dell’orazione, un sorriso di beatitudine…
Non si vedono le sue mani che ha unito e che scompaiono nelle maniche: segno della vita contemplativa.
Ai suoi piedi, la mitra rifiutata due volte (Reims e Reggio in Calabria) per rispondere alla sua chiamata.
Si nota anche l’effetto di una leggera brezza, dalla destra verso la sinistra, per significare la presenza dello Spirito Santo, respiro discreto, ma senza il quale nulla sarebbe accaduto..

La scultura fu Iniziata nel novembre 2015 a quattro mani, è stata completata nel febbraio 2016. caratteristica peculiare: sul petto di Bruno, le fiamme del “fuoco ardente d’amore per Dio”, viene chiamata “Bruno con le fiamme”,
La statua di Sant’Ugo, raffigura il Vescovo di Grenoble all’età del suo episodio con San Bruno, in piena gioventù quindi. Sta guardando la terra, segno della sua missione pastorale. Ci sono ovviamente le sette stelle del sogno: salgono in direzione del deserto di Cartusia e occupano il luogo, un posto equivalente al fuoco di Bruno, stigmatizzando così, la complementarità della loro rispettiva rivelazione.

installazione statue
Finalmente quindi, dopo 115 anni di vuoto e di assenza, le nicchie del portale hanno ritrovato la loro funzione nell’estate del 2018!
Misurando ciascuna 136 centimetri, sono stai necessari tre giorni per l’ installazione, svoltasi dal 26 al 28 luglio.
Il primo passo è stato quello di pulire a pennello in acciaio e senza alcun prodotto corrosivo, le nicchie cariche di schiuma e licheni. Poi, una volta che i piedistalli sono stati fissati ed installati, le statue sono state fissate con l’aiuto due giovani scalpellini: Pierre Guesset e Vincent Pierzon che spesso lavorano in Certosa ed in vari monasteri.
Il 31 luglio 2018 si è svolta la benedizione delle due statue da parte del vescovo di Grenoble-Vienne, Monsignor De Kérimel.

La facciata della Grande Chartreuse appare oggi finalmente completata.

 

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Top ten di Settembre

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Da questo mese e fino a dicembre vi proporrò un post contenente il meglio di questi primi dieci anni.

In questo articolo celebrativo del decennale del blog, vi propongo i post più letti nel mese di settembre di ogni singolo anno, dal 2009 ad oggi. Un modo per far conoscere gli articoli più datati agli amici lettori più recenti, esso è anche rivolto ai più nostalgici che seguono Cartusialover dall’inizio.

 

2009 Obiettivo

2010 Martirio certosini Inghilterra

2011 NEWS: Il sito ufficiale per la vocazione certosina

2012 Eletto il nuovo Priore Generale dell’Ordine certosino

2013 Apparizione della Vergine ad un fratello certosino

2014 Novena a san Bruno I° giorno

2015 News: Riapertura del Noviziato alla certosa di Serra

2016 “Ciao Padre Christian”

2017 Una testimonianza vissuta in certosa

2018 Cantate Deo!

Esaltazione della Santa Croce

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Cari amici eccoci giunti al giorno in cui si celebra la festività dell’Esaltazione della Santa Croce. Un sermone del 1968 di un Priore, certosino per voi.

Miei venerati padri in nostro Signore,

“Quando sarò sollevato da terra, disegnerò tutto per me.”

Queste parole di Cristo, alla vigilia della sua morte, ci rivelano tutta una parte del mistero della croce e della sofferenza qui sotto. La croce deve innalzarci al di sopra delle cose della terra, farci salire mentre ha sollevato Cristo, poiché Gesù innalzato sopra la folla è un simbolo. Dalla cima della sua croce, che domina il mondo, gli rivela fede, speranza e amore. Attira tutti gli uomini per portarli al Padre.

Deve essere lo stesso per noi. Di fronte alla sofferenza e alla croce, possiamo ricadere su noi stessi, diminuirci. Lo sappiamo tutti. Quando qualcuno o qualcosa ci ha fatto del male, quando soffriamo nel nostro corpo o nella nostra anima, possiamo ricadere su noi stessi e abbassarci. Quindi le nostre vite in cella diventano pesanti e senza vita, proviamo le nostre difficoltà, non riusciamo a arrampicarci e a volte la croce diventa un dramma doloroso e infruttuoso.

Ma la sofferenza può anche sollevarci. Lungi dal chiuderci agli altri o a Dio, apre le nostre anime, ci fa superare noi stessi. È una grande cosa, quando uno è stato ferito dolorosamente da un confratello, sapere come superare la sua sofferenza, continuare ad amarlo, perdonarlo regalmente il male che ha detto su di noi o che ha fatto e non lasciarlo mai sospettare l’infortunio. È bello continuare a essere fedeli nella sofferenza del proprio corpo, mentre la pigrizia ci porterebbe alla codardia e al riposo. È una cosa grandiosa sopportare, senza mai disperare, le proprie miserie e le proprie imperfezioni, superarle per vivere al di sopra, in pace, riportando la propria anima a Dio. E potrei citare molte altre prove che ci spezzano la vita.

Possiamo sempre guardare Cristo sulla croce perché ha preso tutte le nostre sofferenze. I farisei e i capi del popolo erano lì, prendendosi gioco di lui, insultandolo: “Ha salvato gli altri e non può salvarsi … È il re di Israele, lascialo ora scendere dalla croce e noi crederemo in lui e confideremo in Dio, salvandolo ora se si prende cura di lui, poiché disse: “Io sono il Figlio di Dio”. “Gesù non discese dal cross, ma ha fatto molto meglio. Senza una parola di amarezza, li perdonò e pregò per loro: “Padre, perdona loro, perché non sanno cosa fanno”. Fu sopraffatto dalla sofferenza fisica, ma non per un momento cessò di essere unito a suo Padre, di pregarlo, con gli occhi fissi sulle Scritture per vedere se tutto fosse compiuto. “Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?” gemette, portando il peso della miseria umana e della disperazione. Eppure non ha mai disperato. Al momento della sua morte, in grande pace, esclamò: “Padre, nelle tue mani ho rimesso il mio spirito”.

Quindi attira tutti noi, qualunque siano le nostre prove; si prese su tutte le nostre sofferenze; Ci insegna a sostenerli, a salire dal Padre, a ringraziarli, attraverso di loro. È il grande maestro della sofferenza, ed è per questo che andiamo da lui come ci ha chiesto: “Vieni da me, tutti voi che siete carichi e rifarò la vostra forza”.

Tutti i santi vennero da lui, amarono la croce, videro lì gioia, gioia perfetta, disse San Francesco d’Assisi; e l’autore dell’Imitazione non dice: “Quando sarai arrivato a questo, la sofferenza ti sarà dolce e la assaggerai per Cristo, quindi considerati felice, perché hai trovato il paradiso sul terra “? E altrove dirà: “Se vuoi qualcosa di utile, impara a essere disprezzato e non conta nulla”.

In questo giorno della croce, dobbiamo meditare a lungo su queste cose. Tutti, senza dubbio, dobbiamo soffrire, partecipiamo alla croce di Cristo. Queste croci, che sono nostre, ci fanno risorgere o ritirarci a noi stessi? Li sosteniamo regalmente, il nostro sguardo fisso su Cristo? Troviamo pace, gioia, nel segreto e nel silenzio delle nostre anime? Nella comunità, questa pace e gioia si irradiano come quelle di Cristo sulla croce?

Perché è solo leggere la vita dei santi per vedere quanto la loro sofferenza, così amorevolmente sostenuta, abbia attratto le anime. Li hanno avvicinati a Cristo; li hanno trasformati in lui, ed è giunto il giorno in cui gli uomini sono stati attratti da loro come da Cristo. Spesso, anche durante la loro vita, si irradiavano intorno a loro. I loro stessi nemici, quelli che li avevano fatti soffrire così tanto dalle loro calunnie e calunnie, quelli che li disprezzavano e non li amavano, riconoscevano la loro santità. Il loro amore fu vittorioso, la pace che irradiava da loro nonostante la loro sofferenza fisica e morale attirava le anime a confidare in loro, sicure di trovare in loro misericordia e compassione, frutto della sofferenza e della croce.

Certamente, ci sono sempre stati uomini che si rifiutano di riconoscere la santità, di essere attratti dall’amore dei santi. Sembra che siano diminuiti dalla santità dei loro fratelli. Ed è triste. Ma va bene. Le anime che amano la croce devono continuare ad avanzare in modo reale nelle vie della croce e della pace. È solo dopo la loro morte, troppo spesso, che viene fatta giustizia ai santi, ed è così. Molti uomini credono solo a quelli che hanno dato tutto, anche la loro vita. Fintanto che questo dono non viene fatto, proclamano, e in effetti hanno ragione, che non è totale, che si potrebbe fare di più e meglio, e dubitano. Ci sono anime che saranno vinte solo da questo dono totale che ci solleva sopra di noi e ci fa irradiare il volto divino nella morte che è offerta per loro con quella di Cristo.

Questa è la cosa più grande che un uomo possa fare qui. Alzandosi così sopra se stesso e il mondo, dando se stesso per i suoi fratelli in questo movimento d’amore, entra con Cristo nella vita di Dio per l’eternità e porta in quelli che gli piace. Così sia.

Esaltazione della Santa Croce 1968

 

A Farneta una visitatore speciale

 

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Ecco amici il reportage di una visita eccezionale, di un ospite speciale che alla fine dello scorso mese di aprile ha varcato il portone della certosa di Farneta a seguito dell’invito del Padre Priore. L’ospite d’eccezione è il Cardinale Ernest Simoni, il quale è stato accolto dal Priore che l’ha accompagnato nella Sala Capitolare, dove lo attendevano i monaci, dispensati dal silenzio quaresimale, data la visita eccezionale “del testimone della sopravvissuta Chiesa albanese”. Il porporato, che preferisce farsi chiamare Padre e non eminenza, rispondendo alle domande, che i monaci avevano preparato nelle settimane precedenti allo storico incontro, non si è risparmiato dal raccontare la propria vita, la prigionia, i lavori forzati durante il regime comunista di Enver Hoxha in Albania. Egli, con parole chiare ed in sintonia con il Vangelo, ha affermato come il Signore gli sia stato vicino nei suoi tremendi patimenti (ancorato nella virtù cardinale della Fortezza) per non rinnegare il suo credo religioso.

Il cardinal Simoni poi, è rimasto profondamente colpito dalla vita claustrale dei certosini che, sebbene ritirati dal mondo, sono “innalzati alle Beatitudini ed alla Promessa del Premio Eterno”. Il porporato, inoltre, è rimasto attonito di fronte ai racconti dei tragici fatti concernenti la cosiddetta “strage di Farneta“.

Papa Francesco e Padre Simoni

Ma veniamo alla sua testimonianza… ed a seguire una preziosa intervista nella quale ci spiega tutti i patimenti subiti.

Nel 1944 le autorità comuniste tentarono di eliminare il clero e il cristianesimo. Dopo sette anni di arresti, torture e omicidi, radunarono i sacerdoti e si offrirono di lasciarli soli in cambio di prendere le distanze dal Vaticano. I presbiteri respinsero compatti l’offerta. Padre Simoni ha ricordato che prima di essere ordinato sacerdote studiava con i francescani dal 1938 al 1948, ma quando furono fucilati i suoi superiori, dovette proseguire gli studi clandestinamente. Fu ordinato nel 1956. Il 24 dicembre 1963, al termine della messa della vigilia di Natale, quattro ufficiali gli consegnarono il decreto per il suo arresto e la sua esecuzione. Fu ammanettato e arrestato. Durante l’interrogatorio gli fu detto che sarebbe stato impiccato come nemico perché aveva detto alla gente “moriremo tutti per Cristo se necessario”. La tortura lo ha lasciato molto provato . Tuttavia, “il Signore voleva che continuassi a vivere”, ha ricordato il cardinale Simoni. Tra le accuse infamanti formulate a suo carico c’era l’aver celebrato Messa per l’anima del presidente John F. Kennedy.

La Divina Provvidenza ha voluto che la mia condanna a morte non venisse eseguita immediatamente. Nella stanza hanno portato un altro prigioniero, un mio caro amico, con lo scopo di spiarmi, ha iniziato a parlare male contro il partito comunista ”, ha detto il sacerdote a Papa Francesco nel 2014. I comunisti in seguito hanno cambiato la loro condanna a morte in 28 anni di lavoro forzato. “Ho lavorato nei canali fognari e durante il periodo di prigionia ho celebrato la messa, ho confessato e distribuito la comunione in segreto”, ha ricordato. Nel 1973 Padre Simoni fu nuovamente condannato a morte con l’accusa di istigazione alla ribellione, ma i suoi compagni prigionieri testimoniarono a suo favore e la pena non fu rispettata. Ha trascorso diciotto anni in prigione fino a quando non è stato rilasciato nel 1981. Ha svolto clandestinamente il sacerdozio fino alla caduta del regime comunista nel 1990.

Il cardinale Simoni è stato creato cardinale da papa Francesco tre anni fa, il 19 novembre 2016, in riconoscimento della sofferenza subita dai comunisti.  È sopravvissuto, grazie all’aiuto di Gesù e Maria, Papa Francesco lo ha reso Cardinale a riconoscenza per le sue estreme sofferenze per non aver rinnegato la propria fede.

Nel settembre 2014, Papa Francesco visitò l’Albania e ascoltò la testimonianza dell’allora sacerdote Ernest Simoni, dopo di che si avvicinò a lui e pianse.

Ora vi lascio al video, dove ascolteremo il racconto della sua vita dalla sua voce semplice, così fragile, nella sua venerabile età, novanta anni, con la sua porpora rossa. Un tenerissimo martire vivente.