Cari amici, il primo articolo del mese di settembre si apre con una triste notizia. Purtroppo, lo scorso recente Capitolo Generale dell’Ordine certosino ha deciso di chiudere la certosa maschile di Santa Maria Scala Coeli a Évora in Portogallo e la certosa femminile di Benifása in Spagna. La notizia mi è giunta da un paio di mesi, ma, scusatemi, se solo ora ne do notizia da questo blog. Sono stato pervaso da una profonda tristezza, che credo, amici lettori ed amanti dell’ordine possiate comprendere. Ho dovuto in questo tempo, metabolizzare la decisione sofferta di privare il Portogallo della sua unica certosa, e di privare la Spagna della sua unica certosa femminile. Una amarezza che mi ha lasciato riflettere su questa epoca che stiamo vivendo, nella quale un’inesorabile processo di scristianizzazione dell’Europa, sta diffondendosi pericolosamente. L’allontanamento, o l’abbandono della religione sta creando individui incapaci di ragionare sulla morte, e dunque sulla vita. Dopo giorni di mestizia, ho riflettuto sui nove secoli dei certosini, e di certo essi hanno vissuto periodi peggiori, mi ha rincuorato la massima cartusiana che recita: “Cartusiani non sunt numerandi, sed ponderandi.“.
Per quanto concerne la certosa di Santa Maria Scala Coeli a Évora, si sa che sono rimasti soltanto quattro monaci di cui due ottantenni e due novantenni, e che il ricambio sperato non vi è stato. Alcuni novizi da poco hanno cominciato il loro percorso, ed attendere l’eventuale epilogo sarebbe stato impossibile. Pertanto la certosa chiuderà come ha confermato il Padre priore Dom Antao il 31 ottobre.
Da quella data lui e gli altri tre confratelli verranno trasferiti alla certosa di Montalegre, in Spagna. Dopo avere appreso questa notizia, mi sono reso conto che la mia tristezza non era nulla rispetto al dolore che proveranno quei poveri anziani monaci. Essi, infatti, varcheranno per l’ultima volta la soglia della propria cella, abbandonandola per sempre per poi chiudersi alle spalle il portone della certosa. Una vita fatta di preghiera, silenzio e meditazione spesa tra quelle mura, che termina in maniera inaspettata, con la consapevolezza di non poter essere seppelliti nel cimitero dove sono sepolti i tanti confratelli conosciuti. Che pena, e che dolore avranno nei loro cuori!
Saprà il buon Dio ricompensarli con l’affetto e l’accoglienza che troveranno nella certosa spagnola.
Lo sgomento ha afflitto tutta la comunità della cittadina di Evora. L’ Arcivescovo metropolita, S.E. Mons. Francisco José Villas-Boas Senra de Faria Coelho, da sempre amico dei certosini ha annunciato dapprima la conferma della mesta notizia, e di seguito ha annunciato il programma di alcune iniziative per celebrare questo triste addio.
“Rivolgo queste parole alla comunità arcidiocesana di Évora per confermare la notizia che la nostra amata Certosa Scala Coeli chiuderà. In effetti, è arrivata nell’Arcidiocesi la comunicazione del Capitolo Generale dell’Ordine Certosino secondo cui non è possibile continuare a mantenere la presenza dei Certosini a Évora, dando vita a questo monumento di vita contemplativa, che è la Certosa Scala Coeli.
Abbiamo ricevuto il messaggio con un profondo senso di comunione con l’Ordine Certosino, ringraziando Dio per il dono dei sei decenni in cui i monaci rimasero a Évora, nella sua seconda fase dopo l’espulsione del 1834.
Vogliamo ringraziare Dio per la grande testimonianza, l’eloquenza della sua presenza tra noi, in un silenzio che ci ha parlato e ci ha comunicato profeticamente il primato di Dio, l’Amore che deve essere Amato, l’annuncio della valorizzazione della spiritualità nel contesto della società in cui viviamo. Vogliamo ringraziare il Signore per il carisma di San Bruno presente a Évora e la sua fecondità spirituale attraverso i suoi figli, i certosini, che hanno segnato la nostra città spiritualmente e culturalmente.
In questo momento l’arcidiocesi di Évora condivide con i certosini il dolore della loro partenza. Sappiamo che amano la loro città di Évora e sappiamo che la loro partenza comporta sofferenza. Per noi è una dimensione di lettura dei tempi, incontrarci con il Signore in questo segno, sederci ed ascoltare lo Spirito di Dio che parla alla chiesa di Évora e alle Chiese di Portogallo. Quale valore attribuiamo al silenzio nelle nostre vite, nelle nostre comunità cristiane? Quale valore attribuiamo alla contemplazione? Qual è il posto della preghiera nella vita delle comunità?
La chiusura della Certosa di Évora comporta un messaggio e pone domande alla nostra comunità e all’intera Chiesa in Portogallo, nella comprensione che faccio in questo momento che ci viene dato di vivere.
La vita contemplativa maschile resta molto ridotta in Portogallo. Questa partenza significa per noi una sfida per continuare a lavorare nel senso di valorizzare la vocazione monastica, di essere attenti a tutti i segni che possono venire a noi, nel modo in cui Dio vuole trovare in noi la sfida di una risposta per la vita liturgica e spirituale. L’evangelizzazione deve condurre alla vocazione alla santità e, di conseguenza, alla vocazione monastica.
In questo momento di gratitudine verso i certosini e profonda preghiera per questo segno dei tempi, voglio chiedere all’arcidiocesi di Évora di pregare affinché troveremo al più presto un’altra comunità monastica, contemplativa, maschile o femminile, in modo che la Certosa, quel luogo santo, possa avere vita ed essere una presenza di accompagnamento nella preghiera per la nostra città e per la nostra comunità diocesana.
Come pastore, sto facendo ogni sforzo per trovare questa comunità e per rendere viva la Certosa, abitata, ed il suo silenzio sia sempre fecondo e una presenza di Dio in mezzo a noi attraverso la testimonianza di una comunità.
A tempo debito annuncerò la celebrazione dell’Eucaristia di Ringraziamento e l’addio ai nostri monaci certosini e farò anche conoscere il programma della loro partenza, e se Dio vuole saremo insieme per ringraziare il Signore per gli anni della loro presenza.
Con tutti, uniti nella preghiera, sappiamo che il Signore è con noi, la sua presenza ci accompagna come Chiesa, sua Sposa.
L’intercessione di Maria, Scala Coeli (Scala del Paradiso), è ora confortante come Madre e Patrona dell’Arcidiocesi”.
Per il 6 ottobre 2019, la data in cui l’Ordine certosino celebra la solennità del suo fondatore, San Bruno, ci sarà il processo canonico per l’ordinazione sacerdotale nella Chiesa di San Francisco in Evora, dalle 17:00 alla presenza dell’Arcivescovo,sarà celebrata l’Eucaristia, in cui si svolgerà l’ordinazione presbiterale del diacono Paulo Fonseca, 52 anni, ex membro dela certosa di Évora, dove ha vissuto per 5 anni. Dopo aver lasciato la certosa, il diacono Paulo Fonseca ha completato la sua formazione presso il Seminario maggiore di Évora, presso l’Istituto superiore di teologia evorense e presso la Facoltà di Teologia dell’Università cattolica portoghese, dove ha completato il suo Master integrato in Teologia.
Il 7 ottobre , festa di Nostra Signora del Rosario, il già nuovo sacerdote, Paulo Fonseca, celebrerà la Messa di ringraziamento nel monastero di Scala Coeli a Évora internamente con la comunità certosina.
L’ 8 ottobre, giorno di San Artoldo, alle 18.30, presso la chiesa rinascimentale del monastero di Scala Coeli, l’arcivescovo di Évora presiederà l’Eucaristia d’addio dei monaci. Per questa occasione il complesso monastico sarà sarà aperto a tutti i fedeli.
Il mio auspicio è che possa continuare in questa storica certosa, la vita monastica claustrale come promesso da S.E. Mons. Francisco José Villas-Boas Senra de Faria Coelho, affinchè rimanga intatta la sacralità di quegli ambienti monastici.
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