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Anniversario day

 

Ebbene sì. Piano piano, post dopo post, la mia vita di blogger compie 10 anni proprio in questo giorno! Il giorno 9 settembre del 2009 nasceva questo blog che faceva seguito al sito preesistente. 

Ho raggiunto i dieci anni di presenza nel web diffondendo la spiritualità certosina, attraverso storie, aneddoti, testimonianze, video ed immagini che hanno raggiunto milioni di internauti, cristiani e non.

A voi tutti i miei dieci principali motivi di gratitudine che ho per voi

Grazie per averlo visitato.

Grazie per avermi fatto sentire la vostra presenza in questi dieci anni.

Grazie per il vostro contributo e la vostra interazione.

Grazie per avermi gratificato condividendo il mio obiettivo.

Grazie per essere stati ogni anno più numerosi.

Grazie per essere stati ricettivi in ogni angolo del mondo, nonostante il limite della lingua.

Grazie a coloro che hanno voluto inviarmi testimonianze delle loro esperienze.

Grazie a chi ha aderito alle meditazioni, alle preghiere ed alle novene proposte in questo blog.

Grazie a voi tutti per le preghiere recitate insieme.

Grazie alle comunità certosine che hanno consentito la mia “invasione”, per testimoniare la vita in certosa.

Dieci anni non sono pochi, ma è un traguardo che è bello da raggiungere e superare.

Grazie a Dio che mi ha concesso tutto ciò.

Sotto lo sguardo protettivo della Vergine Maria,

affidiamoci alla intercessione del nostro Padre San Bruno,

e riponendo la nostra fiducia in nostro Signore Gesù Cristo

continuiamo a pregare uniti.

Nostra Signora di Bonaria protettrice dei naviganti

Preghiera per i navigatori del Web

Nostra Signora di Bonaria Protettrice dei Naviganti , Tu che conosci i pericoli che incombono sul mondo di oggi, sii guida ai naviganti del mare digitale e sicuro rifugio nelle tempeste mediatiche.

Stella del Mare, Sostienici perchè possiamo promuovere la dignità dell’uomo e della donna condividendo i valori della giustizia, dell’amore, della libertà e della verità, salde fondamenta per la Civiltà dell’Amore.

Luce nelle tenebre, Aiutaci a essere sempre al servizio della verità e, animati dalla carità di Cristo, ad avere l’attenzione alle persone e ai loro bisogni spirituali. Suscita dei cuori ardenti di apostolato, perché la Buona Novella proclamata dai tetti, si diffonda attraverso l’etere, e sia accolta da tutti, toccando il cuore di quanti cercano il Signore con cuore sincero.

Madre di Dio e Madre nostra, Fa che il Web non sia per nessuno segno di divisione ma occasione di incontro tra le persone, in vista del bene comune. Raccoglici sotto il tuo manto materno come tuoi figli e conduci noi tutti al porto sicuro della Patria celeste.

AMEN

Natività della Beata Vergine Maria

A Ghirardi Nativita di Maria Vergine

Per la ricorrenza odierna della Natività della Beata Vergine Maria, voglio offrirvi questa omelia di un Padre priore certosino, rivolta ai suoi confratelli.

 

Miei venerati padri e cari fratelli,

“Il Signore mi ha posseduto all’inizio delle sue vie, prima che formassi una creatura e segnasse il mio posto da tutta l’eternità, dai tempi antichi, prima che la terra fosse.”

La Chiesa applica alla Beata Vergine queste parole di saggezza. Per tutta l’eternità, Dio ha circondato Maria con infinito amore. Colui che sapeva che dopo la Creazione il mondo sarebbe caduto nel peccato, ha contemplato con amore la Vergine il cui libero consenso avrebbe permesso che l’Incarnazione e la Redenzione si realizzassero. Quindi quando, secondo il decreto di Dio, era tempo che Maria ricevesse l’essere e la vita, Dio si chinò su di lei con tutta la sua tenerezza paterna. Lo voleva senza macchia, non contaminato da ogni contaminazione, e lo riempiva di tutte le perfezioni umane in cui la bellezza e la grandezza di Dio si riflettevano il più possibile in una creatura. Alla fine gli diede la grazia santificante che gli avrebbe permesso di entrare nella vita divina.

Sin dal primo momento della sua concezione, Maria aveva quindi, con Dio e con ciascuna delle Divine Persone, rapporti di intimità, rapporti d’amore, germi di quelli che dovevano sbocciare pienamente quando, nel giorno dell’Annunciazione, pronunciò il “fiat” che l’avrebbe resa la madre di Dio.

Durante questo periodo, le tre Divine Persone prepareranno la Beata Vergine per questo ruolo. Innanzitutto il Padre, che gli affiderà il suo amato Figlio e in lui tutta la Creazione, vuole vedere in lei un cuore come il suo. Vuole che lei sia in grado, come lui, di dare e trasmettere amore. Quindi lo illuminerà con la luce della Parola. Gli mostrerà la sua grandezza e le sue infinite perfezioni; poi le rivelerà cosa sono l’uomo e il peccato e la necessità di colmare, con un Messia amorevole e sofferente, l’abisso che separa l’uomo da Dio. Maria vedrà quindi il ruolo dell’amore nel piano divino; si darà a questo amore, che afferrerà sempre di più la sua anima mentre la Parola la illumina di più.

Che nessun altro possa immaginare in questa vita molto nascosta e semplice cose straordinarie, rivelazioni ed estasi; il Vangelo non dice nulla al riguardo. Tutto ci porta a credere che fu solo nelle Scritture che Maria trasse, alla luce di Dio, gli insegnamenti che dovevano prepararla a diventare la madre del Messia. Inoltre, per i cuori puri la Bibbia è sia luce che amore, ed è stato lì che Maria ha trovato i grandi temi di cui ti ho parlato sopra e che dovevano formare il suo cuore.

La Bibbia per prima gli rivelò la trascendenza e la santità di Dio, di questo Dio che non possiamo vedere senza morire, di colui che è “tutto il resto”. Mosè deve avvicinarsi a piedi nudi solo dal luogo in cui, per la prima volta, il Signore gli parla. Questo apparirà in una grandiosa teofania nel Sinai e la gente tremerà. Ma questo Dio che sembra così lontano è ancora vicino alla sua Creazione. Se è davvero l’Onnipotente che, in una sola parola, ha creato i cieli e la terra, ed i Salmi e i Profeti esaltano su ogni pagina, è anche il Dio pieno di misericordia per la sua creatura, colui che “prova piacere nel ringraziare”, “la cui misericordia è eterna”. Ma soprattutto, la Scrittura rivela che Dio è Amore. Lo dice nella tenerezza con cui circonda Israele, il suo amato popolo, che ha scelto e amato con un amore eterno. È allo stesso tempo l’amore di un padre e l’amore di un marito.

Maria, in ogni momento, scoprì così gli attributi divini, si perse nella loro contemplazione e rispose con amore all’amore del suo Dio.

Ma mentre leggeva la Bibbia, Maria scoprì, di fronte alla grandezza di Dio, la miseria dell’uomo. Dall’inizio dell’umanità, ha visto la deplorevole caduta di Adamo ed Eva, ingannata dal serpente e che si abbandonano alla sensualità e all’orgoglio. L’amicizia con Dio è rotta e, ahimè! lo stesso dramma verrà rinnovato con una scala sempre maggiore nel corso dei secoli.

Ricordiamo l’omicidio di Abele, il diluvio e, nonostante le misericordie di Dio, le lunghe infedeltà di Israele nel deserto. Una volta nella terra promessa, il popolo eletto non si corregge, ahimè! Abbandona il suo Dio e si prostituisce alle divinità di Canaan. Come in un coro, nelle Cronache si legge sui re: “Ha fatto il male agli occhi di Yahweh” e David, il migliore di loro, era un adultera e un assassino.

Da tutto ciò, Marie ha sofferto profondamente. Aveva meditato troppo a lungo sulla grandezza e sulla bontà di Dio per non rabbrividire alla vista dell’offesa. Ma ciò che la rendeva ancora più dolorosa era che era stata letteralmente fatta a pezzi. Da una parte profondamente unita a Dio dai legami più puri, sentiva tuttavia solidarietà con la razza umana. Quegli uomini che avevano peccato erano i suoi fratelli. Oltre a ciò, tra i più colpevoli, trovò il nome dei suoi antenati, lo stesso sangue che aveva peccato le scorreva nelle vene. Figlia di Dio, era allo stesso tempo figlia di questo popolo colpevole. Fu una tragedia, una lacrima che prefigurò quella di Cristo, di Dio eppure dell’uomo, che portava i nostri peccati. Doveva condurre Gesù e Maria al Calvario per riparare la nostra razza e riportare tutto all’unità dell’amore.

Maria, che doveva formare l’anima di Cristo, era spezzata e si chiedeva se un giorno non sarebbe venuto dove il mondo si sarebbe riconciliato con Dio e avrebbe riguadagnato la sua unità. E scrutando la Scrittura, ha scoperto il Messia.

Lo vide predetto fin dai tempi antichi, pieno dello Spirito di Dio, principe della pace, irradiante gloria, giustizia ma anche misericordia e amore, non estinguendo lo stoppino che ancora fuma, pieno di gentilezza per i poveri. Lo vide ancora più in profondità in Isaia, sopportando i peccati del mondo e riscattandolo con la sofferenza, divenne l’uomo del dolore.

Mentre studiava il Messia, Maria ritrovò i sentimenti del suo cuore e li sviluppò di giorno in giorno, era già unita a colui che doveva nascere da lei, ed era lì la sua preparazione divina a questo giorno in cui Dio gli affida il suo figlio.

Quindi deve essere di noi. Nella Scrittura dobbiamo scavare la grandezza di Dio, la miseria dell’uomo, l’amore e la scoperta di Gesù. Quindi potrà venire nel nostro cuore che sarà stato preparato come quello di Maria. Ma per questo è necessario leggere le Scritture con questa purezza dell’anima, questo desiderio di Dio che aveva dal giorno della sua nascita, che era la sua vita e doveva essere nostra. Così sia.

Natività della Beata Vergine Maria 1967

 

 

 

 

10 anni di Cartusialover, 1000 congratulazioni

Stat Crux Cartusialover

Pubblico solo oggi, un articolo che il caro amico tedesco ha pubblicato sul suo blog Brunonis.net lo scorso giugno. E’ stato molto cortese nel dedicare un post per il decennale di Cartusialover. Parole gentili che mi hanno emozionato. Grazie caro!

Ecco a voi il testo tradotto in italiano:

Dieci anni fa, Roberto Sabatinelli, un’eccellente competente dei certosini ha iniziato a scrivere un blog sull’ordine certosino. È stato il primo puro “Kartäuserblog”. Precedentemente, nel 2003 egli aveva creato il sito CARTUSIALOVER pubblicando la storia dell’ordine e raccogliendo dati storici su tutte le certose esistite.

Anche su Facebook Roberto Sabatinelli ci ha informato circa la vita e la spiritualità dell’Ordine di san Bruno:

Vorrei congratularmi con Roberto per questo grande anniversario. Vorrei che continuasse a far godere i propri lettori con i suoi contributi quasi quotidiani, offrire loro informazioni e promuovere la loro pietà con i suoi impulsi spirituali.

Grazie caro Roberto!

Dio ti benedica per il tuo incessante impegno

buon lavoro!

Saluti Roberto

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Una triste notizia

Evora

Cari amici, il primo articolo del mese di settembre si apre con una triste notizia. Purtroppo, lo scorso recente Capitolo Generale dell’Ordine certosino ha deciso di chiudere la certosa maschile di Santa Maria Scala Coeli a Évora in Portogallo e la certosa femminile di Benifása in Spagna. La notizia mi è giunta da un paio di mesi, ma, scusatemi, se solo ora ne do notizia da questo blog. Sono stato pervaso da una profonda tristezza, che credo, amici lettori ed amanti dell’ordine possiate comprendere. Ho dovuto in questo tempo, metabolizzare la decisione sofferta di privare il Portogallo della sua unica certosa, e di privare la Spagna della sua unica certosa femminile. Una amarezza che mi ha lasciato riflettere su questa epoca che stiamo vivendo, nella quale un’inesorabile processo di scristianizzazione dell’Europa, sta diffondendosi pericolosamente. L’allontanamento, o l’abbandono della religione sta creando individui incapaci di ragionare sulla morte, e dunque sulla vita. Dopo giorni di mestizia, ho riflettuto sui nove secoli dei certosini, e di certo essi hanno vissuto periodi peggiori, mi ha rincuorato la massima cartusiana che recita: “Cartusiani non sunt numerandi, sed ponderandi.“.

Evora chiusura coro.jpg

Per quanto concerne la certosa di Santa Maria Scala Coeli a Évora, si sa che sono rimasti soltanto quattro monaci di cui due ottantenni e due novantenni, e che il ricambio sperato non vi è stato. Alcuni novizi da poco hanno cominciato il loro percorso, ed attendere l’eventuale epilogo sarebbe stato impossibile. Pertanto la certosa chiuderà come ha confermato il Padre priore Dom Antao il 31 ottobre.

Da quella data lui e gli altri tre confratelli verranno trasferiti alla certosa di Montalegre, in Spagna. Dopo avere appreso questa notizia, mi sono reso conto che la mia tristezza non era nulla rispetto al dolore che proveranno quei poveri anziani monaci. Essi, infatti, varcheranno per l’ultima volta la soglia della propria cella, abbandonandola per sempre per poi chiudersi alle spalle il portone della certosa. Una vita fatta di preghiera, silenzio e meditazione spesa tra quelle mura, che termina in maniera inaspettata, con la consapevolezza di non poter essere seppelliti nel cimitero dove sono sepolti i tanti confratelli conosciuti. Che pena, e che dolore avranno nei loro cuori!

Evora chiusura Dom Antao

Saprà il buon Dio ricompensarli con l’affetto e l’accoglienza che troveranno nella certosa spagnola.

Lo sgomento ha afflitto tutta la comunità della cittadina di Evora. L’ Arcivescovo metropolita, S.E. Mons. Francisco José Villas-Boas Senra de Faria Coelho, da sempre amico dei certosini ha annunciato dapprima la conferma della mesta notizia, e di seguito ha annunciato il programma di alcune iniziative per celebrare questo triste addio.

“Rivolgo queste parole alla comunità arcidiocesana di Évora per confermare la notizia che la nostra amata Certosa Scala Coeli chiuderà. In effetti, è arrivata nell’Arcidiocesi la comunicazione del Capitolo Generale dell’Ordine Certosino secondo cui non è possibile continuare a mantenere la presenza dei Certosini a Évora, dando vita a questo monumento di vita contemplativa, che è la Certosa Scala Coeli.

Abbiamo ricevuto il messaggio con un profondo senso di comunione con l’Ordine Certosino, ringraziando Dio per il dono dei sei decenni in cui i monaci rimasero a Évora, nella sua seconda fase dopo l’espulsione del 1834.

Vogliamo ringraziare Dio per la grande testimonianza, l’eloquenza della sua presenza tra noi, in un silenzio che ci ha parlato e ci ha comunicato profeticamente il primato di Dio, l’Amore che deve essere Amato, l’annuncio della valorizzazione della spiritualità nel contesto della società in cui viviamo. Vogliamo ringraziare il Signore per il carisma di San Bruno presente a Évora e la sua fecondità spirituale attraverso i suoi figli, i certosini, che hanno segnato la nostra città spiritualmente e culturalmente.

In questo momento l’arcidiocesi di Évora condivide con i certosini il dolore della loro partenza. Sappiamo che amano la loro città di Évora e sappiamo che la loro partenza comporta sofferenza. Per noi è una dimensione di lettura dei tempi, incontrarci con il Signore in questo segno, sederci ed ascoltare lo Spirito di Dio che parla alla chiesa di Évora e alle Chiese di Portogallo. Quale valore attribuiamo al silenzio nelle nostre vite, nelle nostre comunità cristiane? Quale valore attribuiamo alla contemplazione? Qual è il posto della preghiera nella vita delle comunità?

La chiusura della Certosa di Évora comporta un messaggio e pone domande alla nostra comunità e all’intera Chiesa in Portogallo, nella comprensione che faccio in questo momento che ci viene dato di vivere.

La vita contemplativa maschile resta molto ridotta in Portogallo. Questa partenza significa per noi una sfida per continuare a lavorare nel senso di valorizzare la vocazione monastica, di essere attenti a tutti i segni che possono venire a noi, nel modo in cui Dio vuole trovare in noi la sfida di una risposta per la vita liturgica e spirituale. L’evangelizzazione deve condurre alla vocazione alla santità e, di conseguenza, alla vocazione monastica.

In questo momento di gratitudine verso i certosini e profonda preghiera per questo segno dei tempi, voglio chiedere all’arcidiocesi di Évora di pregare affinché troveremo al più presto un’altra comunità monastica, contemplativa, maschile o femminile, in modo che la Certosa, quel luogo santo, possa avere vita ed essere una presenza di accompagnamento nella preghiera per la nostra città e per la nostra comunità diocesana.

Come pastore, sto facendo ogni sforzo per trovare questa comunità e per rendere viva la Certosa, abitata, ed il suo silenzio sia sempre fecondo e una presenza di Dio in mezzo a noi attraverso la testimonianza di una comunità.

A tempo debito annuncerò la celebrazione dell’Eucaristia di Ringraziamento e l’addio ai nostri monaci certosini e farò anche conoscere il programma della loro partenza, e se Dio vuole saremo insieme per ringraziare il Signore per gli anni della loro presenza.

Con tutti, uniti nella preghiera, sappiamo che il Signore è con noi, la sua presenza ci accompagna come Chiesa, sua Sposa.
L’intercessione di Maria, Scala Coeli (Scala del Paradiso), è ora confortante come Madre e Patrona dell’Arcidiocesi”.

Per il 6 ottobre 2019, la data in cui l’Ordine certosino celebra la solennità del suo fondatore, San Bruno, ci sarà il processo canonico per l’ordinazione sacerdotale nella Chiesa di San Francisco in Evora, dalle 17:00 alla presenza dell’Arcivescovo,sarà celebrata l’Eucaristia, in cui si svolgerà l’ordinazione presbiterale del diacono Paulo Fonseca, 52 anni, ex membro dela certosa di Évora, dove ha vissuto per 5 anni. Dopo aver lasciato la certosa, il diacono Paulo Fonseca ha completato la sua formazione presso il Seminario maggiore di Évora, presso l’Istituto superiore di teologia evorense e presso la Facoltà di Teologia dell’Università cattolica portoghese, dove ha completato il suo Master integrato in Teologia.

Il 7 ottobre , festa di Nostra Signora del Rosario, il già nuovo sacerdote, Paulo Fonseca, celebrerà la Messa di ringraziamento nel monastero di Scala Coeli a Évora internamente con la comunità certosina.

L’ 8 ottobre, giorno di San Artoldo, alle 18.30, presso la chiesa rinascimentale del monastero di Scala Coeli, l’arcivescovo di Évora presiederà l’Eucaristia d’addio dei monaci. Per questa occasione il complesso monastico sarà sarà aperto a tutti i fedeli.

Il mio auspicio è che possa continuare in questa storica certosa, la vita monastica claustrale come promesso da S.E. Mons. Francisco José Villas-Boas Senra de Faria Coelho, affinchè rimanga intatta la sacralità di quegli ambienti monastici.