Prosegue concludendosi, l’approfondimento sul canto certosino, estratto dal testo scritto da Dom Benoit du Moustier Lambres, quindi fonte fedele, ed esplicativo sul canto dei certosini.
Ecco a voi il decimo ed ultimo capitolo….
LE CHANT DES CHARTREUX
Dom BENOIT-M. LAMBRES, O. Cart. (certosa di La Valsainte)
X. LETTERATURA
Nel corso dei secoli, diversi certosini hanno scritto canti e musica, ma i loro trattati raramente riguardano il canto certosino. Così, ad esempio, il Cantuagium, già citato, di Henri Eger de Calcar è rivolto a cantanti tra i quali compaiono i pueri cantores, e molti dei suoi esempi non si trovano nel repertorio certosino. D’altra parte, l’anonimo certosino del XIV secolo, autore del Tractatus de musica plana, sembra prendere di mira anche la pratica corale del suo Ordine. Lo stesso si deve dire dell’Opus pacis di Oswald. Un elenco molto ampio di musicologi certosini può essere trovato nell’articolo “Kartauser” del professor Heinrich Htischen, nell’Enciclopedia DIE MUSIK IN GESCHICHTE UND GEGENWART, Col. 713, 714. Da un punto di vista musicale, musicologico o paleografico, nulla di veramente valido è stato pubblicato sul canto dei Certosini, poiché la sezione dedicata a questo argomento nell’articolo “Certosino” del DAL, 1045-I07I. A parte l’articolo citato del professor Hiischen, è quasi eccezionale che gli scritti non certosini che trattano questo argomento non contengano inesattezze deplorevoli. Sulle vite misteriosamente nascoste di quegli eremiti che non incoraggiano la pubblicità, c’è anche poca letteratura che non abbonda di errori o distorca la prospettiva con un’enfasi sui lati secondari. Per ulteriori informazioni, faremmo volentieri riferimento al lavoro La Grande Chartreuse, da un chartreux (distribuzione presso la Grande Chartreuse, da S. Pierre de Chartreuse (Isere) Francia), e alla sezione “Saint Bruno et le Rayonnement de l’Ideal Cartusien” di Dom Jean Leclercq, OSB, in t. II della Storia della spiritualità di Bouyer, Leclercq, Vandenbroucke e Cognet (Aubier, Parigi 1960). Sulla profonda impressione che gli Uffici Certosini hanno sempre fatto sugli assistenti in visita, c’è una notevole letteratura aneddotica, che mette in relazione le testimonianze di un San Bernardo e di Pietro il Venerable fino a quella di un filosofo, spiritualista ed esteta conosciuto e ammirato entrambe le sponde dell’Atlantico, Sig. Jacques Maritain. Assistente per la prima volta in un Ufficio, presso la tribuna della Chiesa della Certosa di La Valsainte, era pronto a seguire i testi in un breviario. Ma, dalle prime note dell’invitante salmo Venite ‘exsultemus Domino, il suo vicino lo vide chiudere il libro e rimanere prigioniero al canto dei monaci. Interrogato da questo vicino, dopo l’ufficio ha risposto: “Altrove, avevo sentito cantare; ma, qui, preghiamo”. Il che senza dubbio significa che se, nella preghiera cantata, l’aspetto del “canto” ha facilmente la precedenza altrove, nei certosini è l’aspetto della “preghiera” ad avere la precedenza.
P.S. Mentre questo libro sta per uscire, è in corso di stampa una grande opera di primaria importanza, che fornirà in dettaglio e con ricca documentazione tutto ciò che sappiamo oggi sul canto dei monaci certosini. Essi sono: Dr. Hansjakob Becker, Die Responsorien des Kartduserbreviers, Untersuchungen zu Urform und Herkunft des Antiphonars der Kartause (nella Collezione “Liturgiewissenschaftliche Quellen und Forschungen”).
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