L’Assunzione della Vergine Maria al cielo è il dogma della Chiesa, stando al quale la Vergine Maria, madre di Gesù, terminata la vita in terra, raggiunse il paradiso non solo nell’anima ma anche nel corpo. Per celebrare questa solenne festività, vi propongo un testo di un certosino, dal titolo eloquente: “Camminiamo insieme” che stigmatizza la fervente devozione certosina verso la Vergine Maria.
Nell’Assunzione di Maria,
mia Madre e la mia migliore Amica.
CAMMINIAMO INSIEME
Non ho ragione a camminare senza meta, l’oscurità mi avvolge e mi disorienta. Non ci sarà una mano amica sulla strada per raggiungere la riva in sicurezza? Cavalcando la notte e le stelle vado a cercare la stella del mattino; Voglio restare aggrappato alla luce che lampeggiano per evitare il mare in tempesta. Era la stella che si accendeva nel mio petto? Era la sua luce che inebriava il mio desiderio? O era la mano che ho cercato con paura e riempito il mio petto aperto di calore? Era senza dubbio la Regina e il Maestro, la Madre, l’Amica e la Compagna: mi teneva così stretta con la sua mano destra che non ho paura di camminare, mi calma. La contemplavo con Giovanni nella Scrittura “vestita di sole, stelle e luna”, come potevo io, che sono spazzatura, stringermi alla sua mano casta e pura? Sono un messaggero di notti tranquille, per arrivare presto al Grande Banchetto, la festa della vita è adornata e la sala eterna già risplende. Beata la mattina che ti porta l’annuncio che sarai la Madre del nostro Redentore e benedetto è l’angelo e il saluto celeste e “benedetto è il frutto del tuo seno”: Mio Signore! La tua risata è come la pioggia che l’alba ha riversato e il tuo petto la fucina in cui l’anima si riscalda; le tue mani che accarezzano e impastano teneramente il Pane che condividiamo e il Vino che si innamora. Mi porti un carico pieno di dolcezza e un giglio ardente di luce tra le mie mani, una lieve cadenza si mescola alla nebbia quando senza meritarlo, ti chiamo da lontano. Cantando con l’alba sei venuta alla mia porta portandomi le risate del tuo mattino in fiore, come anelli di bambini che giocano allegramente, come uno squarcio di secoli che il dolore ha interrotto. Oggi le vostre piante provano con il loro carro di fuoco il sublime concerto che Dio l’ha acceso; stai bevendo la rugiada che il tempo ti ha lasciato quando la stella canta la sua ultima preghiera. Come il canto del grano che si trebbia nei secoli e come l’acciaio duro che rompe la selce, così sei, Amico mio, come un mare senza rive, come i fiori che ridono mentre passano aperti. Come un lungo percorso che avanza nella vita e di notte guardi con il tuo ardente amore, così di giorno mi parli mentre cammino di fretta e mi lavi le macchie quando appare il sole. Le tue mani spogliate saranno una ciotola di fuoco per illuminare i miei passi quando arriverà il dolore; pellegrino di desideri salgo in vetta per spiegare le mie ali che tremano di emozione. Sei come la brezza che accarezza i miei sogni, come una rosa d’autunno che mostra il suo candore, come una candela al vento che accende la mia stella, come una notte tranquilla che si è addormentata teneramente. Oggi voglio un sorriso del tuo bianco mattino e che le tue labbra dicano una lunga preghiera; Possa Dio essere trasparente nel tuo sguardo casto ed essere come l’acqua che canta la sua canzone. Possa la tua presenza risplendere all’alba del sogno e accendere le mille lampade con un bagliore vivo che illumini i tuoi passi che mitemente arrivano e l’arpa della vita che danza intorno a te. Come i raccolti dei prati che tremano per la brezza, come le risate fragorose che esplodono con il sole, come lo sbattere degli uccelli che si precipitano indietro cercando i loro pulcini per riscaldarli. La tua canzone è la barca che mi conduce al porto in questo mare selvaggio che attraversa il mio essere, l’ombra dell’estate mi culla con i suoi sogni affinché io possa viaggiare felice a quest’alba. Come tremano le mie mani quando suono l’arpa pura, sgorgano le note armoniose del mio amore; come tremano i miei occhi leggendo nelle stelle volendo vedere in loro, i tuoi nomi, il meglio: “Stella del mattino!” “! Stella della sera!”, “Stella della mia vita!” “Stella del mio amore!” “Dal mare, stella pura!” … “Stella della mia luce!” “Stella Polare” della mia esistenza, del mio essere, del mio dolore. La tua vita mi dà la vita. Il tuo amore riempie il mio amore. Il tuo dolore calma le mie voglie e alimenta il fuoco del fervore. E, alla fine della mia vita, c’è ancora la viva speranza di vedere il tuo bel viso, di stringere la tua mano pura, di ricevere l’atteso e forte abbraccio delle tue braccia e di riposare nel tuo grembo materno, calmo con il tuo bacio, estasiato con il tuo amore, felice di averti amato e donato il mio amore, il mio agire, il mio cuore … E dalle braccia di tua madre, salta con un colpo tra le braccia di mio Padre: chi mi ama, chi mi chiama, chi mi aspetta, che mi aspetta per farmi riposare con Lui, immerso nella sua eternità. E sembra che mi dica con la realtà attuale: “Il tuo soggiorno è pronto” (Gv 14,2), “il tuo ingresso è ben pagato con il Sangue di Gesù!” (1 Piet 6. 18) Anche ben levigata è “la tua pietra bianca” (Ap. 2. 17), la più preziosa della tua vita, quella che il tuo amore attende e canta; “Con il tuo nome ben inciso” (ibid.) Per il mio carissimo Amore, con il fuoco del mio “Dito” che nessuno può cancellare, né alcun ladro può rubare, perché da Me sigillato “. “Dai, vieni, ti aspetto per calmare, per sempre, la tua infinita voglia di amare!” E poi gli dirò: “Finalmente, Padre, sono arrivato. Io sono con te per sempre Sono felice: ti amerò per sempre! “Mettimi nel petto di tuo padre, misteriosa casa per i bambini, venuti da questo mondo così ordinato, disfatto da tanto e difficile da lottare”
Un certosino
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