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Dom Jean-Baptiste Mortaize

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L’articolo di oggi voglio dedicarlo a celebrare la memoria del 61° Priore Generale dell’Ordine certosino Dom Jean-Baptiste Mortaize.

Joseph-Casimir Mortaize nacque il 27 marzo del 1789 a Rabat-les-Trois-Seigneurs in una famiglia molto religiosa, che avviò attraverso il parroco del paese, amico di famiglia, il piccolo Joseph allo studio del latino. Crescendo, il ragazzo fu mandato nel collegio di Pamiers per proseguire gli studi, per poi giungere nel seminario maggiore di Tolosa. Ben presto, egli divenne diacono e successivamente decise di entrare alla Grande Chartreuse il 9 aprile del 1824, soltanto l’anno seguente il 24 giugno del 1825 emise la professione solenne, scegliendo il nome di Jean-Baptiste. Fu poi incaricato dai superiori del corso di teologia e iniziando i postulanti alla recita dell’Ufficio Divino ed ai vari usi e cerimonie proprie dell’Ordine certosino. Il suo zelo e l’osservanza per le rigide regole erano apprezzate dai suoi confratelli più anziani, Dom Mortaize insegnava con passione ai giovani l’amore per la solitudine e per la preghiera.

Nel 1827, viste le sue attitudini verso i giovani fu nominato maestro dei novizi e nel 1829 divenne vicario ed a causa della cattiva saluta del Priore Generale Benedetto Nizzati, spesso lo sostituisce nelle sue funzioni. A causa di ciò venne eletto, all’unanimità ed al primo scrutinio, Priore e Generale dell’Ordine il 6 ottobre del 1831.

A soli quarantadue anni Dom Jean-Baptiste Mortaize, si trova a dover affrontare diverse questioni, egli le affronterà dando nuovo slancio e nuova linfa all’Ordine di San Bruno. In quel tempo alla Grande Chartreuse, molti e diversi erano gli usi ed i costumi dei confratelli di età molto avanzata e provenienti da varie certose dopo la riapertura del 1816. Si narra, che già dal giorno della sua elezione egli si mise al lavoro per far si che venisse rispettata la stretta osservanza degli Statuti, il suo motto fu “Statuto, tutto lo Statuto, nient’altro che lo Statuto”.

La regola imponeva un giorno a settimana di digiuno a pane ed acqua, ed egli dispose, per evitare rilassamenti, che ne fossero tre! Egli riuscì comunque a plasmare i vecchi monaci con i nuovi che egli aveva formato meticolosamente.

Si adoperò alacremente per il ripristino del Capitolo Generale che potè svolgersi nuovamente il 2 luglio del 1837, dopo quasi cinquant’anni di sospensione forzata.

Anche la distilleria del famoso liquore Chartreuse fu nuovamente attiva nel 1840.

Con enormi sacrifici, ma con una costanza ferrea Dom Mortaize concepì il restauro della Certosa di Montrieux e nel1844 quello della certosa di Le Reposoir. Anche alla Certosa di Pavia riuscì a far insediare nuovamente una comunità certosina, in precedenza allontanatasi.

Tra le sue iniziative vi furono le ricostruzioni dei villaggi di Saint-Pierre-de-Chartreuse e di Saint-Laurent-du-Pont ricostruiti a spese del monastero in seguito agli incendi del 1845 e del 1854.

Nel 1852, fu fondata la certosa femminile di Montauban, e nel 1854 si adoperò per il restauro della certosa di Portes e nel 1858 di quella di Vauclaire, ed inoltre fu l’artefice del ripristino della certosa svizzera di la Valsainte. Operò altri interventi di restauro nella Grande Chartreuse. Nonostante la sua intensa attività nel corso dei trentadue anni del suo generalato, Dom Mortaize non smise di chiedere sempre di dimettersi a causa della sua estrema umiltà. Per poter terminare il suo mandato dovette chiedere ed ottenere da Roma di potersi dimettere, fu così che il 16 febbraio 1863 egli decise di trasferirsi alla certosa di Pavia dove chiese “una umile cella nel chiostro” . Gli ultimi anni vissuti da Dom Jean-Baptiste Mortaize furono all’insegna del totale isolamento e della convivenza con una fragilità cardiaca. La sera del 15 gennaio del 1870 fu sorpreso da un violento attacco di endocardite che stroncò la sua vita terrena, elevando la sua anima a godere della luce del Signore per l’Eternità. Le sue spoglie mortali furono poi trasferite alla Grande Chartreuse dove furono seppellite, nel cimitero con le croci di pietra riservato ai Priori Generali, nella prima sepoltura a sinistra.

s-l1600i

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