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Statuti delle monache dell’Ordine Certosino (cap. 10)

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CAPITOLO 10
Formazione

1 Compito della maestra è di formare le novizie nell’osservanza, di dirigerle negli esercizi di vita spirituale e di dare loro, nella prova, un aiuto adeguato. Sebbene debba, sull’esempio del nostro padre san Bruno, avere un cuore materno, mostra anche la fermezza di un padre affinché le novizie ricevano una formazione autenticamente monastica. Insegna loro ad aiutarsi spiritualmente nella semplicità e nella verità dell’amore. (San 9,4)
2 Ella cerca di farli crescere continuamente nell’amore di Cristo e della Chiesa, grazie ad un instancabile ritorno alle sorgenti di tutta la vita cristiana, alle testimonianze della tradizione monastica e all’ispirazione primitiva del nostro Ordine. Mette in risalto lo spirito del nostro padre San Bruno e coltiva le tradizioni autentiche, fedelmente conservate nell’Ordine fin dalla sua nascita, e che Guigo in particolare ha raccolto. (St 9,6) Ella mostra loro anche il valore della consacrazione delle vergini che le suore certosine hanno sempre custodito, come segno concreto della chiamata che il Signore rivolge a tutto l’Ordine, a condurre una vita puramente consacrata a Lui.
3 La maestra provvede affinché le novizie acquisiscano una buona conoscenza dei nostri Statuti, mediante uno studio attento e continuo, che le faccia sempre più comprendere e amare. Una volta alla settimana li riunisce per una conferenza di almeno mezz’ora, dove insegna soprattutto lo spirito della nostra vocazione e le osservanze dell’Ordine, che non possono ignorare. (St 9,4; 20,3)
4 La maestra visita i membri del noviziato e conversa con loro molto semplicemente in privato; Le conosce così meglio e dà loro consigli adeguati alle loro particolari necessità, perché ciascuna possa realizzare la pienezza della sua vocazione. (St 9,4; 20,4)
Le giovani suore dovrebbero sempre poter incontrare e parlare con la maestra delle novizie, ma di propria iniziativa e senza costrizioni. Li invitiamo ad esporre alla maestra le loro difficoltà con tutta semplicità e confidenza, ed a considerarla prescelta dalla divina Provvidenza per dirigerli ed aiutarli. (St 20,8)
6 La maestra sarà molto attenta e attenta nell’accogliere le novizie, anteponendo la qualità al numero. Per diventare veramente certosina, e non esserlo solo di nome, volerlo fare non basta; oltre all’amore per la solitudine e per la nostra vita, abbiamo bisogno di speciali attitudini fisiche e psichiche, grazie alle quali possiamo riconoscere la chiamata divina. La maestra delle novizie si occuperà di questo con grande cura, perché è la prima responsabile dell’esame e della prova dei candidati. Non dovrebbe ignorare che a prima vista difetti apparentemente piccoli molto spesso si sviluppano dopo la professione. Rifiutare o destituire un argomento è certamente una decisione seria, da prendere dopo attenta considerazione; ma ricevere o trattenere troppo a lungo una persona manifestamente priva delle qualità richieste sarebbe un atto di falsa e crudele compassione, oltre che un’ingiustizia verso la comunità. La maestra farà tutto ciò che è in suo potere affinché la novizia scelga il suo cammino in piena libertà; si asterrà dall’esercitare la minima pressione su di lei per fare la professione o la donazione. (St 9,3; 20,7)
8 Dal secondo anno di noviziato, le novizie iniziano gli studi destinati a completare la loro formazione dottrinale e monastica, secondo gli orientamenti dati dalla Ratio Studiorum. (San 9.10)
9 È certamente molto utile per una novizia studiare e lavorare con le sue mani; ma non basta essere occupati in una cella e perseverarvi onorevolmente fino alla morte, né dedicarsi generosamente alle obbedienze. Occorre di più: spirito di orazione e orazione. Se la vita con Cristo e l’intima unione dell’anima con Dio venissero meno, la fedeltà nelle cerimonie e la regolarità dell’osservanza servirebbero a poco: la nostra vita meriterebbe di essere paragonata a un corpo senz’anima. La prima cura della maestra è dunque inculcare questo spirito di preghiera e svilupparlo con discernimento, affinché le novizie, dopo la loro professione o la loro donazione, crescano giorno dopo giorno nell’intimità divina e raggiungano la meta della loro vocazione. (San 9,5)
10 La formazione spirituale ricevuta dalla maestra delle novizie è il primo passo di un’opera di trasformazione interiore che continua per tutta la vita. La suora deve restare sempre vigilante per restare attenta allo Spirito. Pur restando nell’ambito della sua vocazione certosina, sarà dunque attenta ad utilizzare i mezzi che la Chiesa le indica a tale scopo. La comunità sarà attenta a mettere in atto ciò che può favorire la continua crescita umana e spirituale dei suoi membri, e nutrire in ciascuno il desiderio di Dio.

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