Cari amici di Cartusialover, voglio condividere con voi una trasmissione televisiva, dedicata alle monache certosine.
Sono lieto di annunciarvi che dalla scorsa domenica 5 giugno, e per la settimana a seguire, come si evince da palinsesto della emittente televisiva francese KTO è stata trasmessa una puntata della rubrica “Fede in parola” dal titolo “Le monache certosine”. Il conduttore, Régis Burnet intervista Nathalie Nabert docente all’Istituto Cattolico di Parigi, ed il giovane Pierre Deveaux Direttore del Museo della Grande Chartreuse, che hanno risposto alle domande loro poste, parlando della vita certosina condotta nel ramo femminile. Si è inoltre commentato, mostrandone alcuni estratti, il documentario video “Les moniales chartreuses” ed il numero della rivista trimestrale francese “LES AMIS DES MONASTERES”, che contiene un rapporto di Nathalie Nabert sulla storia delle monache certosine, che potrete leggere in basso.
Potrete seguire l’interessante puntata, nelle date ed orari indicati sul sito della tv KTO, oppure nel video che segue.
La trasmissione è in lingua francese. Buona visione!
“Vocazione paradossale per il nostro tempo”
In Les Amis des Monastère, Nathalie Nabert racconta la storia delle monache certosine.
Il ramo femminile dell’Ordine nacque circa 50 anni dopo la sua fondazione da parte di Bruno. Nabert descrive gli atteggiamenti di base dell’ascolto e dell’amore come fondamentali per la vocazione, che dovrebbe essere decisiva in ogni attività della vita quotidiana e dovrebbe avere un effetto performativo sulle monache.
Nel corso dei secoli sono stati fondati circa 20 monasteri certosini. Alcuni di loro, come Celle-Roubaud, dove visse Santa Roseline de Villeneuve verso la fine del XIII secolo, divennero famosi nonostante l’esistenza solitaria delle suore certosine. Altrettanto noto era il monastero di Poleteins, dimora di Marguerite d’Oingt, poetessa e mistica che servì come quarta priora dal 1286 al 1310 e scrisse la biografia della beata Beatrice d’Ormacieux, entrata nella Certosa di Parménie nel 1273 e ad’Eymeu, dove morì nel 1303 dopo una vita di sacrificio mistica e austera. Secondo Nathalie Nabert, queste tre importanti monache certosine plasmano la storia spirituale del ramo femminile dell’ordine.
Ancora oggi, la solitudine nella povertà autoimposta e la ricchezza che deriva da entrambi è caratteristica della vita di entrambi i rami dell’ordine, la cui esistenza silenziosa e orante ha effetti profondi, sebbene invisibili nella chiesa, dice Nabert.
Lo scopo della vita delle monache certosine, allora come oggi, è quello di diventare una cosa sola con Gesù Cristo, di sintonizzarsi con la sua volontà e di essere d’accordo con i moti del suo cuore.
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