Oggi 26 giugno ricorre la celebrazione di un santo certosino, Antelmo di Chignin, Vescovo di Belley. Di questo illustre personaggio dell’Ordine certosino vi ho già parlato in precedenti articoli, ma lo spunto per riparlarne mi viene offerto da un dipinto. La tela in oggetto, fu realizzata dal pittore Giacomo Cavedone, allievo di Annibale Carracci, il quale la realizzò tra il 1613 ed il1614 su commissione dei certosini della certosa di Bologna, per adornare una parete di una cappelletta della chiesa. Oggi il dipinto è esposto alla Pinacoteca Nazionale di Bologna.
Il pittore volle raffigurare Antelmo in uno dei due miracoli attribuitigli, e più precisamente la guarigione di un uomo morso da serpente.
L’ambientazione lascia percepire che la scena si svolge in un ambito rurale per via degli arnesi sparsi intorno al giovane, il quale è posto al centro della tela. La gamba destra del malcapitato evidenzia una ferita da morso di rettile, che sanguina copiosamente, colui che lo sostiene pare mostrare al santo certosino le gravi condizioni in cui versa la vittima. Questi, disteso pare privo di sensi, esanime, ma alla vista di Antelmo sembra rapito dallo sguardo magnetico del santo, il quale fissandolo negli occhi gli impartisce una solenne benedizione, al fine di ottenerne una prodigiosa guarigione. Sullo sfondo vengono raffigurati due fratelli conversi ed un cavallo che accompagnavano Antelmo, ed i quali assistono meravigliati alla scena.
La fama quando era in vita, ed il culto e la devozione, dopo la morte, verso questo pio certosino crebbe a dismisura, basti pensare che la città di Belley di cui era stato vescovo per diversi anni venne ribattezzata in onore del santo vescovo certosino Antelmopoli.
Rinnoviamo una prece per la sua memoria
PREGHIERA
Signore, tu che ami l’unità e la pace,
donaci per intercessione di San Antelmo,
di cercare sempre, insieme, la tua volontà e
lode con una sola voce, ed un solo cuore.
Amen
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