Ancora domande del certosino giornalista a San Bruno. Si parla di tentazioni e vi sono diversi riferimenti alla Lettera a Rodolfo il Verde
“Tentazione comune?”
CG – Mi può dire come appare questa tentazione, questo pericolo?
SB – Questa tentazione assume molte forme e presenta una grande varietà di sfumature. Ma la sua essenza è sempre la stessa; mette sempre in gioco la scelta primordiale: l’amore di Dio, da una parte, e l’amore delle creature, dall’altra; la resa totale a Lui, o dispersione per le creature; l’integrità dell’amore per Dio, o un amore condiviso tra molte creature; una vita per Dio, o una vita per il mondo; o, come molto spesso accade, né per il mondo – perché non si può avere il mondo e vivere nel monastero – né per Dio – che si dona totalmente solo a chi si dona tutto a Lui.
C’è sempre stata questa tentazione nel mondo monastico, fin dai primi giorni della sua nascita nel deserto.
CG – Padre, vuoi dirmi come si può risolvere questo problema?
SB – Ognuno di voi deve risolverlo con la stessa procedura che ho indicato a Raul, non appena si rende conto che l’integrità del proprio abbandono o la purezza del proprio amore è minacciata, qualunque sia l’origine o la causa di questo pericolo.
Il tuo amore è per Dio, tutto per Dio, per Dio solo, e tutto nella tua vita deve tendere a quella realizzazione. Come ho detto a Raul, questo è l’unico modo per rispondere a Dio e per “liberarti dai vincoli del grande debito che gli devi”.
Questa è per te la realtà suprema, la grande utilità, il vantaggio supremo: amare soprattutto l’unico BENE, e amarlo con amore assoluto, senza misura, senza condivisione, senza lacune. Questo è, lo ripeto, l’unico modo per risolvere questo problema con la felicità, poiché è l’unica soluzione che ti permetterà di vivere l’amore monastico in tutta la sua purezza.
Ecco perché, in questo momento, posso solo dire a te, come a tutti i tuoi fratelli, ciò che ho detto a Raul in un altro tempo, anche se purtroppo senza alcun frutto per lui: “Tu sai bene con quale promessa sei vincolato e a chi. Onnipotente e tremendo è il Signore, al quale ti sei dato come offerta gradita e accettabile. Non ti è lecito, né è opportuno che tu gli menta… Non ti trattengano le ricchezze corruttibili, né la gloria carezzevole e seducente del mondo” (Lettera a Raul).
È vero che, per te, le ricchezze deperibili del mondo o le seduzioni della sua gloria non saranno più ciò che ti tenta e mette a rischio la tua resa, ma mille altre sciocchezze che, pur essendo pure bagattelle, lasceranno il tuo cuore vuoto e renderanno insensibile un gran bene: la pienezza amorosa della tua oblazione al Signore.
Il solitario si ritrova solo con il suo amore, che non può tradire e al quale deve rimanere fedele. Pertanto, il suo principio guida è questo: l’amore di Cristo, che è venuto a rivelare l’amore che il Padre ha per noi. A questo punto posso ricordarti ciò che ha detto anche Teresa de Jesus sulla santità, l’insigne compatriota di molti di voi: «es un asunto de mucho amor».
Sì, di un amore integrato da quella purezza di cuore tanto apprezzata dalla tradizione monastica; di un amore incessante, come incessante è la tua donazione a Dio e incessante anche la tua conversione dei costumi; di un amore continuo, come continuo ed eterno è l’amore con cui Dio ci ama.
Ma né questa purezza, né questa donazione, questa conversione e questo amore cesseranno di esigere il tuo sforzo personale. Te lo dico per mia esperienza personale.
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