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Statuti delle monache dell’Ordine Certosino (cap. 31)

capitolo

CAPITOLO 31

Statuti

1 Ascoltiamo, in questi Statuti, gli insegnamenti dei nostri padri, rinnovati e adattati al nostro tempo; non cessare di meditarli. Non abbandonarli, ed essi ci custodiranno; amali e saranno la nostra sicurezza. Vi troveremo la forma e per così dire il sacramento della santità a cui Dio intende ciascuno di noi. È lo Spirito, però, che dona la vita e ci invita ad andare oltre la lettera. Perché questi Statuti hanno il solo scopo di farci camminare, guidati dal Vangelo, sulla strada che conduce a Dio, e di farci scoprire l’immensità dell’amore. (St. 35.1)
3 Per i punti non specificati negli Statuti, le priore sono libere di fissare la linea da seguire, purché non sia contraria agli Statuti. Ma non vogliamo che in questa occasione, come in qualsiasi altra, le priore cambino sconsideratamente i costumi delle case, quando sono buone e religiose. Tuttavia, le consuetudini domestiche non possono mai prevalere sugli Statuti. (St 35.3)
5 Se tuo fratello ha sbagliato, dice il Signore, va’ a parlargli da solo e mostragli il suo torto. Tuttavia, richiede un’umiltà molto profonda e molto tatto; la correzione sarebbe anche dannosa se non venisse da una carità pura e disinteressata. In cambio, ciascuno di noi deve, in tutta umiltà, desiderare la correzione. Per il resto, sarebbe saggio, in generale, lasciare il compito di ammonimento alla priora, alla subpriora o alla cellaria, che lo assolverà secondo il proprio giudizio e le indicazioni della propria coscienza. (St. 35.5)
7 Le monache avranno un atteggiamento di responsabile obbedienza verso gli Statuti, sottomettendosi non per farsi vedere e per piacere agli uomini, ma con cuore aperto, per rispetto di Dio. Devono sapere che un’esenzione ottenuta senza giusta causa non ha valore. Accoglieranno anche con dolcezza gli insegnamenti e gli avvertimenti dei loro anziani, specialmente della priora che è per loro la rappresentante di Dio, e li metteranno in pratica. Se sbagliano, per debolezza umana, non resisteranno ostinatamente alla correzione, per paura di dare una presa al diavolo; ma piuttosto ritorneranno, per la via difficile dell’obbedienza, al Dio da cui il nostro primo padre si separò per la via facile dell’indolenza. (St 35.7)
8 Alla vista di tutti i benefici che Dio riserva a coloro che Egli chiama nel deserto, rallegriamoci con nostro padre san Bruno: perché abbiamo ricevuto la grazia di raggiungere la tranquillità di un porto nascosto, dove siamo invitati a gustare qualcosa dell’incomparabile splendore del Sommo Bene. Esultiamo dunque per il nostro felice destino e per la munificenza di Dio verso di noi. Rendiamo grazie incessantemente a Dio Padre, che ci ha resi degni di condividere nella luce la sorte dei santi. Amen. (St 35.8)

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