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“Cartes des Chartreuse”. Una mostra ed un libro

Mostra

Cari amici di Cartusialover con l’articolo di oggi voglio informarvi sulla recente inaugurazione di una interessantissima mostra sulle cosiddette “Cartes des Chartreuse“. Lo scorso venerdi’ 16 dicembre presso il Musée de l’Ancien Évêché di Grenoble sito nell’ex palazzo vescovile, vicino alla cattedrale di Grenoble, ha avuto inizio l’esposizione dal titolo “Chartreuses – Dans le silence e la solitude – “, e durerà fino al 3 settembre del 2023. In questa occasione, è stato presentato al pubblico congiuntamente un prezioso volume, dal titolo “Les cartes de Chartreuse“.

Ma di cosa si tratta esattamente?

Si potrà ammirare una parte dell’eccezionale collezione di settantanove dipinti monumentali raffiguranti i monasteri dell’ordine in Europa dal XVII al XIX secolo, chiamati anche “mappe delle certose”. Classificata Monumento Storico, questa collezione, di proprietà del monastero della Grande Chartreuse, è stato oggetto di un lungo e meticoloso lavoro di restauro durato vent’anni e ha provocato una mobilitazione esemplare, che ha visto collaborare le autorità pubbliche e numerosi mecenati privati.

Queste Mappe certosine, si rivelano essere un prezioso strumento per conoscere i monasteri dell’ordine certosino, tra i secoli XVII e XIX, nonchè ammirare le vedute panoramiche del paesaggio circostante.

Dom Le Masson (anonimo)

Le “Cartes des Chartreuses” e la loro storia

Alla fine del XVII secolo, all’incirca intorno al 1680 il Priore Generale Dom Innocent Le Masson, impegnato nella ricostruzione della Grande Chartreuse a seguito dell’ennesimo incendio del 1676, decise di commissionare dei dipinti delle certose allora esistenti. Per effetto della Controriforma, si ha un vasto movimento di costruzione, ricostruzione e ristrutturazione della maggior parte dei monasteri. In Francia, sedici nuove “case” sono costruite durante il diciassettesimo secolo. La decisione di far realizzare dei dipinti monumentali, conosciuti come “Cartes de Chartreuses”, realizzati sempre a volo d’uccello, sono una testimonianza eccezionale non solo della loro particolare architettura, subordinata alla regola monastica, ma anche di alcune scene di vita claustrale. Queste grandi tele, rispondevano anche alla necessità di avere una sorta di inventario delle case dell’Ordine, e di verificare il rispetto dei principi di ordinamento edilizio, inizialmente erano probabilmente esposte nella Sala del Capitolo Generale della Grande Chartreuse, ed in seguito nella cosiddetta “galleria delle mappe”. Rappresentarono la crescente diffusione territoriale e l’estensione geografica dei possedimenti certosini, oltre alla irradiazione temporale e spirituale. La tradizione iniziata per volere di Dom Le Masson proseguì fino al XIX secolo. Ad oggi settantanove di questi dipinti sono sopravvissuti e sono stati elencati come monumenti storici nel 2001. Queste settantanove tele sono di vari formati, la maggior parte delle quali misurano circa 2 m di altezza per 1,5 m di larghezza, esse raffigurano cinquantuno certose francesi, sedici italiane, tre spagnole, tre austriache, due svizzere, due tedesche, una inglese e una ungherese. A volte datate, raramente firmate, le mappe sono, per la maggior parte, commissionate a pittori locali, poco noti e non sempre talentuosi.

Cap

La mostra

Dopo un profondo restauro, durato venti anni, sarà possibile ammirare trentuno di questi monumentali dipinti, esposti eccezionalmente per una mostra nel Musée de l’Ancien Évêché di Grenoble sito nell’ex palazzo vescovile, vicino alla cattedrale di Grenoble. Questa mostra, dal titolo”Chartreuses – Dans le silence e la solitude – ” sarà visitabile tutti i giorni, con ingresso gratuito, lunedì, martedì, giovedì e venerdì dalle 9:00 alle 18:00, mercoledì dalle 13:00 alle 18:00 e sabato e domenica dalle 11:00 alle 18:00. Durerà fino al 3 settembre del 2023, ed è stata realizzata grazie al Musée de la Grande Chartreuse e l’Associazione per il restauro delle carte Chartreuse (ARCC). Ammirare queste tele ci farà immergere nell’atmosfera certosina e del desertum circostante, e contribuirà alla conoscenza della storia dell’Ordine, da parte mia un plauso agli organizzatori, ed un invito a voi tutti a visitarla.

Il libro

lib

Congiuntamente alla inaugurazione della mostra succitata, è stato presentato il libro “Les cartes de Chartreuse”. Grazie alla lunga ricerca storica condotta da Pierrette Paravy, professoressa di storia medievale all’Università di Grenoble-Alpes, con Daniel Le Blévec, professore di storia medievale all’Università Paul-Valéry Montpellier, e Giovanni Leoncini, professore di storia dell’arte all’Università di Firenze, la ricchezza di informazioni che contengono queste “mappe” ed il loro interesse estetico vengono finalmente svelati. Ve ne consiglio la lettura. Vi allego anche il link per l’acquisto del libro online.

alcune mappe

Quando prese la decisione, nel 2001, di restaurare le mappe di Chartreuse, il reverendo padre Dom Marcellin aveva chiaramente sottolineato la necessità di risvegliare dal suo sonno un patrimonio eccezionale e trasmetterlo alle generazioni future: “il nostro futuro passerà attraverso il rispetto per quello che abbiamo ricevuto dal passato”. Queste grandi mappe rappresentano alcuni monasteri dell’ordine certosino dal XVII al XIX secolo, per informazione del Priore Generale che abita alla Grande Chartreuse. 79 mappe, sulle quali storici dell’arte, scienziati e restauratori hanno lavorato insieme per scegliere le tecniche di restauro di questi dipinti, spesso sull’orlo della perdizione. Siamo lieti che questo lavoro paziente e attento abbia dato vita e bellezza a ciascuna di queste opere. Così, l’unità dell’architettura di questi monasteri appare chiaramente e spiega qualcosa della vita delle comunità che li abitano. Dai monasteri più modesti, come Portes o Durbon, alle grandi certose reali, come Gaming o Pavia, ritroviamo gli stessi elementi essenziali della vita certosina e disposti in modo simile: la chiesa, al centro del monastero , verso cui i due chiostri; il chiostro grande, luogo di vita eremitica attorno al quale si trovano gli eremi dei padri, che circondano il cimitero; il chiostrino, cuore della vita comunitaria, da cui si accede alle celle degli ufficiali, alle obbedienze, alla sala capitolare, al refettorio, utilizzato solo la domenica, e alla biblioteca. L’aspetto esteriore dei monasteri può tuttavia variare perché furono costruiti il più delle volte con l’appoggio di signori e mecenati che volevano introdurre un segno di bellezza, proprio del loro tempo ma che non sempre si addiceva alla semplicità che i Certosini tengono. nelle loro case così come nelle loro vite. Dall’inizio di questo lavoro di restauro, sapevamo che sarebbe stato pesante. La determinazione dei responsabili, sostenuti e incoraggiati dall’ordine, e l’immancabile sostegno di donatori pubblici e privati, hanno permesso di ottenere il risultato sperato: riportare in vita queste testimonianze del passato e farle parlare al presente tempo per discernere meglio dove andare in futuro. Ringrazio quindi con grande gratitudine ciascuno degli attori di questa vasta impresa, grazie a loro le giovani generazioni potranno contare su una memoria viva del nostro patrimonio certosino.

Dom Dysmas de Lassus

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