In occasione della celebrazione della festività dell’Epifania del Signore, voglio mostrarvi un dipinto particolare. Trattasi di una tela conservata in una chiesa di Bamberg, una città nel nord della Baviera, in Germania. Con molta probabilità essa apparteneva all’arredo della vicina certosa di Tückelhausen.
La particolarità di questo dipinto è data dalla curiosa raffigurazione della scena in esso istoriata. Tre monaci certosini, o più precisamente due monaci ed una monaca rendono omaggio al Bambino Gesù, il quale è sulle ginocchia di Maria che lo regge amorevolmente. Gli insoliti Re Magi sono intenti ad omaggiare Gesù in un insolito contesto, infatti non vi è raffigurata la solita mangiatoia ma bensì l’ingresso di un monumentale edificio con un sontuoso colonnato. Il primo monaco, che sembra donare l’oro al Bambino Gesù sembra essere San Bruno, dietro di lui un monaco barbuto, forse un Priore di Tückelhausen? L’altra figura è una monaca certosina, questi ultimi due portano gli altri doni, incenso e mirra. Tutti i doni sono messi in relazione con le virtù della obbedienza, della povertà e della castità, come recita l’iscrizione apposta dal pittore.
Ho voluto segnalarvi questa rappresentazione pittorica decisamente inusuale, che ci mostra i certosini come Re Magi.
Ed ora una splendida meditazione tratta da “Vita Christi” di Ludolfo di Sassonia, per questa solenne festività.
“State anche voi con loro al presepe. Rallegratevi con il bambino Gesù, perché da Lui nascono la virtù e il potere. Ogni anima fedele, specialmente quella religiosa, visiti almeno una volta al giorno, da Natale alla Purificazione, la Madonna presso il presepe, venerando Gesù e sua Madre, meditando affettuosamente sulla loro povertà, umiltà e benignità. La Vergine Santissima con il Bambino Gesù e San Giuseppe rimasero pazientemente nella stalla per molti giorni. Seguendo il loro esempio, non dovrebbe essere per noi un peso rimanere isolati e nascosti nel nostro monastero”.
Libro 1. Cap. 11, nº 20
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Interessante la raffigurazione di questi “magi”. Mi permetto di segnalare che: a mio avviso il monaco barbuto non raffigura il priore della certosa, ma un converso perchè la barba la portavano solamente, loro con la caratteristica dei baffi rasati e come si vede anche dalla foggia dello scapolare corto e stondato alla base, a guisa di pianeta. Cerdo che in questo quadro siano dipinte solo le tre categorie dei certosini e che non siano rappresentati nè santi nè persone viventi, ma tutto sia idealizzato.