Cari amici di Cartusialover, prosegue l’approfondimento sui Priori Generali dell’Ordine certosino. Oggi vi parlerò di Dom Nicolas Albergati de Geoffroy, in carica dal 1791 al 1801.
Dom Nicolas Albergati de Geoffroy ha lasciato il mondo, ancora giovane, per consacrarsi a Dio. Entrato nella Certosa di Villeneuve les-Avignon, vi emise la Professione ed edificò i suoi fratelli con la sua pietà e le sue virtù. I suoi Superiori, dopo averlo destinato a vari uffici che svolse con soddisfazione di tutti, lo nominarono Priore della Certosa di Saint-Julien, presso Rouen, e poco dopo Convisitatore, poi Visitatore della Provincia di Francia-sulla Senna. Alla morte di Dom Hilarion Robinet, gli elettori di Chartreuse, Currières e Chalais lo elessero generale all’unanimità il 10 maggio 1791. Nella terribile crisi che stava attraversando l’Ordine dei Certosini, l’onore che veniva fatto a Dom Nicolas era un fardello molto pesante; ma il nuovo Generale tuttavia l’accettò con coraggio, e seppe sempre mostrarsi all’altezza delle difficili circostanze in cui si trovava. Il 12 agosto dello stesso anno, Dom Nicolas Albergati pregò il Sommo Pontefice Pio VI di rinnovargli la facoltà già concessa al suo predecessore, di stabilirne la permanenza all’estero e di riunirvi il Capitolo Generale, che gli fu concesso. I possedimenti della Chartreuse erano stati messi in vendita come bene nazionale; l’obbedienza del deserto, dove talvolta i Generali si ritiravano a meditare in completa solitudine, era stata venduta il giorno stesso della morte del Reverendo Padre Dom Hilarion Robinet. Nello stesso anno 1791, in virtù del decreto del 20 marzo 1790 e della legge del 14 ottobre 1790, i Religiosi di Certosa furono interrogati due volte per sapere se fossero disposti ad avvalersi della libertà concessa loro dalla nazione. La risposta di tutti i religiosi è stata che il loro desiderio era di perseverare nella loro vocazione e di rimanere nel loro monastero. Nel mese di aprile 1792, Dom Albergati de Geoffroy ed i suoi monaci furono accusati di avere corrispondenza con i nemici della nazione e di fare preparativi per ricevere le truppe sarde che, si diceva, progettassero un’invasione attraverso i monti della Certosa. Con il pretesto di custodire questa frontiera, il convento fu presidiato. “La nostra Casa – scriveva un testimone oculare – era diventata una vera e propria caserma e la nostra posizione era così penosa che sarebbe stata insopportabile se Dio non ci avesse sostenuto con la sua grazia, a perseverare nel nostro stato”. Il successivo 21 maggio, i commissari si presentarono alla Grande Chartreuse, e comunicarono al Reverendo Padre e ai Religiosi l’ordine di sgomberare il Monastero che dicevano necessario per alloggiare le truppe. Assegnarono come nuova residenza, alla Comunità, la Certosa di Sylve-Bénite, presso il lago Paladru, e quella di Durbon, nei pressi di Gap. Dom Albergati, sgomento per questa notizia, mandò subito a Grenoble Dom Burdet e Dom Palluis, i quali riuscirono ad ottenere la revoca di quest’ordine. La posizione dei religiosi, in mezzo ai soldati che comandavano da padroni, era diventata intollerabile, quando l’Assemblea Nazionale decise, con decreto del 16 agosto 1792, che tutte le case religiose dovevano essere evacuate il 1° ottobre. Il distretto fece notificare questo decreto al Reverendo Padre il 13 settembre, ma l’esecuzione non ebbe luogo fino al 14 ottobre e nei giorni successivi; a quel tempo, la Comunità, compresi Currières e Chaláis, comprendeva trentotto Padri, diciotto Conversi e trentasei Donati. Nel Convento rimasero solo dodici Fratelli e gli Ufficiali della Casa: Dom Ambroise Burdet, Procuratore; Dom Sébastien Palluis, Procuratore dell’Obbedienza di Meylan; Dom Emmanuel Nivière, Coadiutore; e Dom Thaddée Forestier, Vicario. Questi Religiosi dovevano custodire la Casa e curare i fienili ei prati che, non potendo essere venduti, erano stati loro dati in affitto. Il Reverendo Padre Dom Nicolas Albergati de Geoffroy lasciò il Monastero mercoledì 17 ottobre 1792. La maggior parte dei suoi religiosi varcò il confine e chiese asilo ai confratelli in Germania e in Svizzera. Altri si diressero verso l’Italia, tra questi Dom Albergati che, dopo molte peripezie, riuscì a rifugiarsi a Bologna, dove giunse il 7 dicembre. Nel 1793 fu convocato in questa città, in tempi ordinari, il Capitolo Generale; vi si presentarono quattordici Priori. In questa assemblea fu risolta l’importante questione dell’elezione del Generale dell’Ordine. Il Capitolo ordinò che “se il Reverendo Padre dovesse morire nel corso dell’anno, al Padre Scriba sarebbe stato affidato il governo di tutto l’Ordine e godrebbe della stessa autorità del Reverendo Padre, fino al Capitolo Generale gli sarebbe richiesto convocare nel tempo ordinario. Se egli stesso morisse prima di aver potuto riunire un Capitolo, il Religioso scelto per Scriba avrebbe avuto la stessa autorità e gli stessi doveri”. Tale Ordinanza fu confermata dal Capitolo dell’anno successivo e approvata con breve di Pio VI, datato 14 luglio 1794. Dom Nicolas Albergati poté convocare nuovamente il Capitolo Generale nel 1795. la relazione del referendario Dom Ignace Tricot, Priore di Valbonne, il Capitolo tornò di nuovo sull’elezione del futuro Generale e dichiarò che, secondo il suo parere, l’elezione del Reverendo Padre dovesse spettare ai Capi del Capitolo, finché la Casa di Certosa sarebbe rimasta dispersa; inoltre determinò le formalità da espletare per l’elezione. Questa Ordinanza non fu mai applicata, non potendo riunirsi il Capitolo Generale durante la Rivoluzione e l’Impero. All’inizio dell’anno 1797, il Generale dei Certosini fu costretto a fuggire da Bologna, all’arrivo delle armate francesi nella provincia. Si rifugiò, col permesso del Sommo Pontefice, nella Certosa di Roma. Dom Nicolas Albergati de Geoffroy trascorse alcuni anni nella Città Eterna, e si preparò alla morte tra gli esercizi di penitenza. Si addormentò nella pace del Signore, il 22 dicembre 1801.
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