Statuti 32 b
12 Per le cerimonie capitolari e la preparazione dell’altare, vedi sopra, n. 8. Durante la Messa celebrata dal vicario, dopo il Vangelo, o il Credo se è cantato, omessa la preghiera universale, professato il futuro (o il futuro professato) arriva al limite del santuario; fa un profondo inchino e canta il versetto: Accoglimi, Signore… La comunità, di fronte all’altare, risponde nello stesso modo e con lo stesso tono. Il verso è ripetuto tre volte su entrambi i lati; segui la Gloria al Padre… Kyrie – Christe – Kyrie; la comunità, incline alle misericordie della Gloria al Padre, prega in silenzio. All’inizio della seconda parte della dossologia, il futuro professo si mette a sedere e percorre il coro destro verso lo stallo della priora; si inginocchia e dice: Madre, prega per me. Lo stesso fa davanti a ciascuna delle suore del coro di destra, poi di quello di sinistra, dicendo: Sorella, prega per me. (St 36.13)
13 Dopo ciò, la comunità si raddrizza e si trova di fronte all’altare. Accompagnato dalla priora, il futuro professo si reca al santuario. In piedi in mezzo, davanti all’altare e rivolta verso di esso, mentre la priora sta alla sua destra, la monaca legge in modo chiaro e intelligibile la sua professione scritta su pergamena; poi bacia l’altare e offre la sua professione deponendo la pergamena sull’altare. Poi si prostrerà davanti al seggio del celebrante; mentre la comunità sta inchinata alle misericordie, riceve, ai piedi del vicario, la benedizione; il vicario canta la preghiera, la mano tesa sul professo. Se ce ne sono diversi, dice la preghiera al plurale. Quindi asperge la professa con acqua santa e lei torna al suo posto con la priora. Durante la Preghiera eucaristica si fa menzione della neoprofessa di voti solenni per meglio unire l’offerta che essa fa di sé al sacrificio del Salvatore. (St 36.14)
15 Quando una monaca non chiede la consacrazione delle vergini, dopo il rito in cui il futuro professo chiede la preghiera di ciascuna sorella, e prima dell’emissione della professione, avviene l’imposizione del velo nero, nonché la consegna oltre l’anello. La comunità si raddrizza e si pone di fronte all’altare. Accompagnata dalla priora, la futura professa torna ai margini del santuario e si inginocchia. La priora toglie il velo bianco e pone il futuro professato nel velo nero mentre il vicario recita una delle formule del rituale. Il celebrante poi consegna l’anello dicendo: Ricevi questo anello, segno della tua unione con Cristo. Mantieni la fedeltà indivisa al Signore Gesù. Egli un giorno vi introdurrà nella gioia dell’alleanza eterna.
Donazione temporanea
16 La donazione temporanea si fa al Capitolo, prima dei Vespri, alla presenza di tutta la comunità. Il novizio, prostrato, chiede pietà. La priora, con indosso la stola bianca, invita la novizia ad alzarsi; poi ha detto: Chiedo, per amore di Dio, di essere ammessa alla donazione temporanea, come la più umile serva di tutte, se tu, mia madre, e la comunità lo ritieni buono. Poi, ascoltata l’esortazione della priora, mentre tutti stanno seduti, la novizia si fa avanti e si inginocchia. La priora si alza e, con l’aiuto della cellaria, toglie la cocolla alla novizia, dicendo: Il Signore ti spoglia del vecchio e delle sue opere, e la rivesta con la cocolla lunga senza fasce, dicendo: E che tu possa rivestirti dell’uomo nuovo, creato santo e giusto in verità ad immagine di Dio. Se ce ne sono diversi, ripete le stesse parole a ciascuno. Quindi la novizia legge la sua formula di donazione (13.3), scritta su un foglio che tiene in mano e consegna alla priora, una volta effettuata la donazione. La Priora accoglie la donazione con queste parole: Ed io, Suor N., ricevo la tua donazione, nel nome di Dio e dell’Ordine; Ti prometto…, a nome mio e di coloro che mi succederanno, di provvedere ai tuoi bisogni spirituali e temporali. Possa la benedizione di Dio Onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo, scendere su di te e rimanere lì per sempre. – . Amen. Dopo le parole ve lo prometto la priora aggiunge la durata della donazione, se si tratta di una donazione temporanea; oppure: fino alla fine della tua vita, se è un dono perpetuo. Tutti poi vanno al coro per i Vespri. (St 36.16)
17 Quando avviene il rinnovo della donazione temporanea per due anni (13.6), la donata legge la sua formula di donazione nel capitolo, alla presenza della comunità e davanti alla priora che non indossa la stola. Quando, ogni tre anni, avviene il rinnovo della donazione temporanea (13.7), la donata legge la sua formula di donazione o in capitolo alla presenza della comunità, oppure in privato davanti alla priora, alla subpriora e ad almeno due delle monache più anziane. Se la donazione temporanea deve essere rinnovata per altro motivo, il rinnovo sarà fatto in privato davanti alla priora, alla subpriora e ad almeno due delle suore più anziane. Nella formula della donazione e nell’accettazione della priora deve sempre essere espressa la durata della proroga. (St 36.17)
Donazione perpetua
18 La donazione perpetua si fa alla presenza di tutta la comunità, prima dei Vespri. Innanzitutto la comunità si raduna in capitolo e la donata si prostra, per chiedere misericordia, davanti alla priora che è seduta, vestita della stola bianca. Su invito della priora, la donata si alza e dice: Chiedo, per amore di Dio, di essere ammesso alla donazione perpetua, come la più umile serva di tutte, se tu, mia madre, e la comunità lo ritieni buono. Dopo aver ascoltato l’esortazione della priora, tutta la comunità si reca in chiesa, la priora in testa, accompagnata dalle donate. Si inginocchia ai margini del santuario; la priora sta alla sua destra; le monache sono in piedi nei loro stalli, di fronte all’altare. Le donate poi leggono la formula di donazione; la priora accoglie la donazione come si diceva al n. 16. Poi, mentre la donata resta inginocchiata nello stesso luogo, la priora si reca all’ultimo stallo del coro destro, se la disposizione dei locali lo consente. La comunità, inginocchiata e appoggiata alle forme, canta il Sub tuum præsidium. Poi il cantore settimanale dice un versetto, e il vicario, indossando la cocolla ecclesiastica e la stola bianca, aggiunge una preghiera. Quindi la priora depone la stola e torna al suo stallo, così come la donata, e iniziano i Vespri, dopo che il vicario ha, da parte sua, deposto la cocolla ecclesiastica. (St 36.18)
19 Quando una monaca donata non chiede la consacrazione delle vergini, tutto avviene come al n° 18, ma prima della lettura della formula di donazione avviene l’imposizione del velo nero. Il vicario, vestito con la cocolla ecclesiastica e la stola bianca, avanza fino al margine del presbiterio dove è inginocchiata la donata. La priora toglie il velo bianco e riveste la donata del velo nero, mentre il vicario recita una delle formule indicate nel rituale. Se una comunità lo desidera, il velo può essere benedetto durante questo rito di donazione perpetua. In questo caso, prima di imporlo alla donata, il vicario lo asperge con acqua santa mentre pronuncia la benedizione prevista nel rito per la benedizione degli abiti.
20 Dopo la professione solenne o la donazione perpetua, le monache possono ricevere, secondo il nostro rito, la consacrazione delle vergini.
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