CAPITOLO 34a
L’elezione della priora
1 Quando una casa dell’Ordine ha perso la priora, la sottopriora interroga a suffragio segreto le professe solenni che hanno diritto di voto per sapere se vogliono eleggere la nuova priora. Se il Capitolo generale si riunisce in questo momento, comunicherà la risposta al Definitorio con i mezzi più rapidi. In caso di risposta negativa o di equa ripartizione dei voti al secondo scrutinio, la Sottopriora chiede al Capitolo Generale, o al Reverendo Padre se il Capitolo non è riunito, di provvedere, nella sua prudenza, a quanto necessario in casa. (St 38,1)
3 Se la comunità decide di procedere all’elezione, la sottopriora rivolge agli elettori un serio monito a nome del Signore: l’elezione di una priora è materia delicatissima e della massima importanza, perché il bene o il male di una comunità dipende quasi interamente da un superiore buono o cattivo. Bisogna dunque procedere con tutta rettitudine e prudenza; ognuna prenderà coscienza della propria responsabilità personale che non può condividere con nessun altro. Per scegliere una priora, bisogna prima tener conto delle qualità che la rendono idonea a guidare le anime. È necessaria anche una certa capacità di amministrazione temporale, ma non può da sola determinare la scelta, tanto più che l’amministrazione può essere affidata ad altri. (St 38,3)
4 Dopo questa presentazione della sottopriora, si prescrive a tutti il digiuno; dura tre giorni consecutivi, a meno che non cada una solennità o una domenica. (St 38,4)
5 D’altra parte, ogni giorno fino ad avere una priora, la comunità canta, dopo le Lodi ed i Vespri, in comune fervore, l’inno Veni, Creator Spiritus, come indicato nel rito. (San 38,5)
6 Ciascuno ha il diritto e anche il dovere di interrogare i membri dell’Ordine che meglio conoscono le monache. Le persone così consultate devono aver cura di non esercitare alcuna pressione sugli elettori. (St 38,6)
8 I confermatari che devono presiedere all’elezione siano convocati appena possibile: saranno due priori, deputati dal Capitolo generale o dal Reverendo Padre; oppure, se non è facile portarne due, almeno uno accompagnato da un altro monaco. Se nulla lo impedisce, uno dei cresimanti sarà un Visitatore della casa; ma non possono essere scelti come confermatori il vicario e il coadiutore. (St 38,8)
9 Chiamati ad essere testimoni dell’elezione, i confermatari si uniranno nel silenzio e nella preghiera alla comunità eleggente, senza interferire in alcun modo con l’elezione. Non devono nominare persone, ma devono solo rispondere in modo veritiero a chiunque li interroghi, e ricevere, senza di più, i voti delle donne elettori. (St 38,9)
10 Nel giorno dell’elezione si celebra o concelebra la Messa dello Spirito Santo alla presenza di tutta la comunità; la presiede uno dei confermanti (55,5). Poi la sottopriora chiama al capitolo i confermatari e la comunità. Questo sta in piedi mentre il principale confermatario inizia le preghiere descritte nel rituale; poi quest’ultimo o il suo collega fa un’esortazione. Dopo di che rimangono nel capitolo solo gli elettori ei confermatori; tutti gli altri membri dell’Ordine devono ritirarsi. (St 38,10)
11 Poi il primo confermatario invita gli elettori a votare per la monaca che ritengano, in coscienza e davanti a Dio, veramente idonea e adatta ad esercitare l’ufficio di priora nella loro casa. (St 38,11)
12 Poi, su ordine dell’ufficiale confermante principale, ognuna si reca nel luogo designato, per scrivere lì il suo bollettino. Scrive solo il cognome e il nome di colui che vuole eleggere, mette questa scheda in una busta, e viene a depositarla nell’urna appositamente predisposta sul tavolo dei confermatari. (St 38,12)
13 Se un elettore non può partecipare personalmente alla sessione elettorale, può votare per scheda in una busta, redatta come le altre. I cresimandi incarichino due suore di prenderlo. (St 38,13)
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