• Translate

  • Follow us

  • Memini, volat irreparabile tempus

    giugno: 2023
    L M M G V S D
     1234
    567891011
    12131415161718
    19202122232425
    2627282930  
  • Guarda il film online

  • Articoli recenti

  • Pagine

  • Archivi

  • Visita di Benedetto XVI 9 /10 /2011

  • “I solitari di Dio” di Enzo Romeo

  • “Oltre il muro del silenzio”

  • “Mille anni di silenzio”

  • “La casa alla fine del mondo”

  • Live from Grande Chartreuse

  • Inserisci il tuo indirizzo email per seguire questo blog e ricevere notifiche di nuovi messaggi e-mail.

    Unisciti a 668 altri iscritti
  • Disclaimer

    Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge N°62 del 07/03/2001. Rare immagini sono tratte da internet, ma se il loro uso violasse diritti d'autore, lo si comunichi all'autore del blog che provvederà alla loro pronta rimozione. L'autore dichiara di non essere responsabile dei commenti lasciati nei post. Eventuali commenti dei lettori, lesivi dell'immagine o dell'onorabilità di persone terze, il cui contenuto fosse ritenuto non idoneo alla pubblicazione verranno insindacabilmente rimossi.


Fra Miguel il certosino pittore

Fra Miguel il certosino pittore

Fra Miguel (autoritratto)

Fra Miguel
(autoritratto)

Sappiamo che nel corso dei secoli molti monaci certosini si sono distinti come valenti artisti, pittori, scrittori, botanici, astronomi ecc. Il personaggio di cui oggi vi parlerò è Sergio Augusto Barros Guedes de Sousa, che nacque a Lisbona in Portogallo il 15 luglio del 1897, in una agiata famiglia. Di questa faceva parte una zia, sposata con un pittore il quale influenzerà le scelte del piccolo Sergio, il quale cominciò a studiare pittura alla Scuola Nazionale di Belle Arti di Lisbona. Egli studiò anche poesia e musica, e giovane e ricco cominciò a viaggiare per studio in  tutta l’Europa.

Ma ecco sopraggiungere l’intervento della Provvidenza, che trasforma la vita di questo giovane artista. Egli si imbattè nella lettura di “O deserto”, opera di Manuel Ribeiro sulla spiritualità dei monaci certosini, ne rimase rapito è ciò lo porterà a prendere la decisione di avvicinarsi alla vita monastica. Fu così che il 24 luglio 1925, entra nella certosa di Miraflores prendendo l’abito certosino come donato, egli divenne Fra Miguel prendendo i voti l’8 settembre del 1935. In questa certosa ricoprì le mansioni di sarto e di portinaio, non smettendo mai di dedicare del tempo al suo grande amore, la pittura. Nel 1949 Fra Miguel fu inviato a Jerez per seguire la ricostruzione della certosa della Defension, laddove eserciterà la funzione di sarto che coniugherà con l’arte del dipingere. Nel settembre del 1960, viene incaricato di seguire una nuova ricostruzione, quella della certosa di Scala Coeli ad Evora nel suo Portogallo. In essa, fu uno dei sette monaci che curarono la rifondazione, si dedicherà principalmente alla realizzazione di numerosi dipinti, la cui vendita sarà sostentamento essenziale per le certose da lui abitate. La sua esistenza si spense a seguito di una broncopolmonite, il 29 gennaio del 1985 all’età di ottantasette anni. Nel corso della sua vita egli realizzò circa seicento opere, le quali oggi sono oggetto di varie esposizioni e mostre in Portogallo.

Di esse ve ne mostrerò alcune nella slide che seguirà, con l’intento di commemorare la figura di questo giovane portoghese, che seppe coniugare la vita monastica a quella artistica egregiamente.

Questo slideshow richiede JavaScript.

Fray Miguel Guedes de Sousa

Pubblicità

Brindiamo con la “Chartreuse”

Brindiamo con la “Chartreuse”

A conclusione di questo anno, voglio suggerirvi un brindisi virtuale da effettuarsi rigorosamente con il liquore Chartreuse, affinchè possa accomunare idealmente tutti i frequentatori di questo blog. A voi miei cari amici, vanno i più sinceri ringraziamenti per essere sempre più numerosi ed i miei fervidi auguri per l’anno nuovo che tra breve avrà inizio. Possa essere esso foriero di pace, salute e serenità per tutti voi. Premesso ciò, e posto che non mi soffermerò sulla secolare storia di questo liquore a cui vi rimando, vedremo da vicino come oggi viene preparato. Un breve filmato andato in onda all’interno del TG2 della Rai, e che vi invito a guardare,  è stato lo spunto per realizzare questo articolo.

La produzione attuale della Chartreuse, avviene nelle cantine di Voiron le più grandi al mondo e interamente visitabili, da qui vengono esportate in tutto il mondo più di un milione di bottiglie. Ma vediamo da dove inizia il tutto. Come sappiamo per la sua realizzazione sono necessarie circa 130 specie di piante, il cui nome è noto solo ai certosini, inoltre solo due monaci ovvero Dom Benoit, e Fratello Jean Jacques conoscono la ricetta essendo responsabili della produzione. Costoro si occupano della ricezione delle 18 tonnellate di piante necessarie per la produzione di un anno, fino alla successiva macerazione. Al riparo da sguardi indiscreti che potrebbero rivelarne la giusta e segreta miscelazione, i due monaci negli ambienti della Grande Chartreuse , un tempo destinati al forno del convento, oggi noti come la “sala delle piante” effettuano la perfetta miscelatura delle erbe che vengono distribuite in sacchi numerati. Essi vengono quindi inviati alla distilleria di Voiron, laddove i due suddetti monaci si recano due volte al mese, ma mai insieme nello stesso veicolo per motivi di sicurezza, per controllare il perfetto svolgimento delle successive operazioni.

Al primo piano della distilleria di Voiron, le piante, distinte tra loro, vengono messe a macerare nell’alcol. Successivamente la miscela risultante, chiamata macerazione, viene versata negli alambicchi, dove per otto ore avverrà la distillazione. Essa avviene grazie alla circolazione di vapore acqueo all’interno di un ‘intercapedine sul fondo degli alambicchi, quindi l’alcol per effetto del calore assorbe il profumo delle piante per poi evaporare nella parte superiore. Esso si condensa in una serpentina bagnata dall’acqua fredda, si ottiene così alla fine della distillazione un liquido chiamato alcolato. Ogni tipo di pianta sprigiona il proprio alcolato, essi vengono mescolati tra loro e addizionati da miele distillato, sciroppo di zucchero e decotto di erbe che conferisce il tipico colore particolare, totalmente naturale. Trascorsi diversi anni di invecchiamento in botti di rovere, il liquore viene controllato ed analizzato dai monaci, i quali saranno i soli a poter decidere se la Chartreuse è pronta per essere imbottigliata e commercializzata. Questa meticolosa ricerca della perfezione, tramandata per secoli, ha lo scopo di  giungere alla realizzazione di quel meraviglioso nettare, la cui produzione e la successiva vendita assicura all’Ordine una apprezzabile autonomia finanziaria. Le suggestive  immagini che seguono ci mostrano i monaci in attività.

Questo slideshow richiede JavaScript.

Dossier certose attive: Miraflores

Dossier certose attive: Miraflores

Siamo ormai giunti, nel nostro viaggio virtuale tra le certose in attività, in Spagna. Comincio il reportage spagnolo con la stupenda certosa di Miraflores, situata su una collina a soli tre chilometri da Burgos al nord della penisola iberica. In un luogo ricco di foreste ed attraversato dal fiume Arlanzón che lambisce i dintorni del monastero che spicca nel panorama con gli imponenti pinnacoli della sua chiesa.

La sua fondazione è datata 1442, quando per volontà del re Giovanni II di Castiglia furono insediati i monaci certosini in un luogo di sua proprietà, l’opera cominciata fu terminata solo sotto il regno della regina Isabella la Cattolica figlia del re. Per la sua realizzazione, furono assunti i migliori architetti, scultori e pittori, tra questi ricordo Simón de Colonia, Martín Sánchez de Valladolid, Gil de Siloé, Pedro Berruguete e Manuel Pereira. Essi contribuirono a rendere questo complesso monastico un vero gioiello, che nel 1923, venne dichiarato Monumento Storico Nazionale. Imponente l’altare maggiore ed il sontuoso sepolcro di alabastro che custodisce le spoglie dei fondatori, e del figlio l’infante Alfonso. L’attività monastica ha saputo coesistere egregiamente con questo luogo di interesse storico e artistico, che risulta essere uno dei principali monumenti di Spagna, consentendo l’accesso ai visitatori nella Navata centrale della chiesa ed al chiostro i quali possono essere liberamente visitati. Questo è solo un brevissimo excursus, sulle ricchezze contenute in questo meraviglioso scrigno, affidato alla cura dei certosini che hanno contribuito alla conservazione di questo ingente patrimonio artistico, continuando nei secoli ad elevare a Dio i loro sublimi canti, preghiere e meditazioni. Di seguito vi offro numerose fotografie che potranno mostrarvi meglio le opere menzionate oltre ad una carrellata di immagini della comunità certosina all’interno degli ambienti claustrali, e tre presentazioni in formato Powerpoint ( da aprire o salvare) provenienti direttamente dal sito ufficiale della certosa. Data l’importanza delle opere artistiche ho ritenuto opportuno offrire a chi volesse approfondire la conoscenza dell’opere monumentali nei dettagli, tre preziosi documenti(in pdf) in lingua spagnola che ne descrivono dettagliatamente ogni minimo particolare, testo corroborato da ottime foto. Ma vi prego di osservare con attenzione anche il bel filmato che ci mostra inediti scorci e momenti intimi delle giornate della vita dei monaci.

Buona Visione

Per contatti ed informazioni

VISITA VIRTUALE

Approfondimenti:

  1. Estampas cartujanas 
  2. Soledad sonora
  3. Fè y arte

Pdf:

  1. La cartuja de Miraflores: Los sepulcros
  2. La cartuja de Miraflores: Retablo
  3. La cartuja de Miraflores: Vidrieras

Progettata nuova certosa in Olanda

Progettata nuova certosa in Olanda

L’articolo odierno vi riporta una notizia di attualità, curiosa ed intrigante riguardante la progettazione di una certosa. Lo scorso sabato 23 giugno ad Eindhoven in Olanda  sono stati premiati i vincitori del premio Archiprix, e tra questi l’architetto Ard Hoksbergen. Questo giovane architetto ha presentato un meraviglioso progetto coniugando architettura, urbanistica e paesaggio, applicandolo alla vita certosina, egli ha proposto un sua idea di complesso monastico conciliando e rispettando i severi dettami imposti dalla regola monastica. Hoksbergen è riuscito a farsi ospitare nella Granda Chartreuse per vedere da vicino la fonte della sua ispirazione, prodromo del suo ardito progetto e convivendo con i monaci ha assaporato ed apprezzato la solitaria ed ascetica vita certosina rivolta alla ricerca di Dio. Partendo dalla affascinante ubicazione, concependo la certosa all’interno della foresta di Tubbergen nei pressi di Twente (a nord di Enschede), considerando la necessità certosina del deserto, Hoksbergen  allinea il suo progetto con lo stile di vita ascetico dei monaci consolidando il rapporto con la natura, viene così prodotto un edificio che aiuta a cercare Dio. Ciò avviene anche grazie all’impiego di materiali sobri, (legno, acciaio, argilla) ed al giusto mix tra modernità e tradizione che il giovane architetto riesce a realizzare, concependo armoniosamente tutti gli ambienti monastici raccordati tra loro ma integrati scenograficamente con il bosco incontaminato. Considero sorprendente la incredibile differenza tra la immaginifica visione progettuale di tutti coloro che hanno realizzato le imponenti ed affascinanti certose nei secoli scorsi, con la relativa facilità delle odierne realizzazioni computerizzate e tridimensionali. Mi emoziona tuttavia, cogliere in un giovane architetto, l’attenzione rivolta alla immutata vita certosina ed all’affascinante carisma che essa emana, che ha senz’altro ammaliato anche la giuria la quale ha decretato la vittoria di questo inusuale progetto architettonico.

Le foto che seguono ci mostrano la realizzazione grafica di vari scorci del complesso monastico.

Questo slideshow richiede JavaScript.

Va detto che sul territorio olandese nel corso dei secoli sono state costruite nove certose, che purtroppo hanno subito enormi traversie di natura storico religiosa, e che hanno costretto i monaci ad abbandonarle. Ciononostante, agli inizi del ventesimo secolo vi è stato una intenzione di fondare una nuova certosa in Olanda sulla spinta di alcuni certosini fiamminghi ma purtroppo essa non si è mai realizzata. Tuttavia la presentazione di questo interessante studio progettuale all’ormai ex  Priore Generale Marcellin Theeuwees, anch’esso olandese, è stata visibilmente apprezzata. Purtroppo però, al momento questo plastico attentamente analizzato da Dom Marcellin resta solo un progetto, ma se se la Provvidenza lo vorrà, sicuramente un giorno potremmo assistere alla nascita di una nuova certosa ed al ritorno dei certosini in Olanda.

Dossier certose attive: Trasfigurazione

Dossier certose attive: Trasfigurazione

Per l’approfondimento delle certose attualmente attive, con l’articolo di oggi cambiamo continente per raggiungere il primo monastero certosino in America. La certosa della Trasfigurazione è stata concepita nel XX° secolo per soddisfare le richieste di molti giovani americani, i quali volendo abbracciare la vita certosina erano costretti a raggiungere l’Europa. La storia di questa certosa ha inizio nel novembre del 1951, allorquando il Capitolo Generale dell’Ordine ha inviato due monaci con l’intento di avviare la realizzazione di un complesso monastico. Uno di questi era Padre Thomas Verner Moore (α1877-Ω1969),  noto psichiatra e religioso benedettino fino al 1947, anno in cui decise di diventare certosino presso la certosa spagnola di Miraflores. Egli riuscì grazie al suo personale impegno ed alla munificenza dei donatori suoi amici ad intercedere presso le autorità ecclesiastiche che acconsentirono dopo lunghe trattative all’insediamento certosino negli Stati Uniti d’America. Dom Paul fu il suo nome religioso, egli partecipò al lento sviluppo della comunità fino all’estate del 1960, quando all’età di ottantadue anni per motivi di salute fece ritorno alla certosa di Miraflores, dove morì nove anni dopo, un anno prima del completamento della certosa della Trasfigurazione. Prossimamente dedicherò un articolo interamente dedicato a questo eminente personaggio, primo cittadino americano ad indossare l’abito certosino.

 Padre Thomas Verner Moore

Ma ritorniamo al primo insediamento in America, inizialmente uno sparuto gruppo di padri e fratelli ha vissuto in un luogo nei pressi di Whitingham (Sky Farm, Charterhouse of Our Lady of Bethlehem), donato da un benefattore, ma non idoneo allo svolgersi della vita certosina. Molti furono i sacrifici dei primi certosini in America alle prese con tante difficoltà, come la precarietà della struttura e la morsa del gelo con temperature che scesero fino a -30!! Ma la Provvidenza seppe ricompensare questi decennali sforzi. Difatti provvidenziale fu l’incontro con il miliardario Mr. Joseph George Davidson (α 1892- Ω 1969), chimico e accademico di fama internazionale, che nel 1960 decise di cedere ai certosini un ampio territorio di sua proprietà. Nel  1960, la comunità si trasferì nei pressi di Arlington, sempre  nel Vermont in una valle del Monte Equinox, vicino alla frontiera con il Canada, in un luogo quasi inaccessibile dove tuttora si svolge regolare attività claustrale. Su di un area di 28 chilometri quadrati si costruì una certosa in un luogo montagnoso aspro  e desertico, circondato da fitti boschi che si estendono per cinquanta chilometri, nei cui pressi vi è il solo Lago Madeleine. La certosa venne concepita da architetti che usarono per la costruzione blocchi di granito del Vermont, la scelta di questo materiale assume anche una connotazione fortemente simbolica. Difatti gli enormi blocchi monolitici, 3 metri di larghezza per 9 metri di altezza e 18-pollici di spessore, ci rammentano i forti ideali alla base della vita certosina, la solidità, la semplicità e la inalterabilità nel tempo. L’apparente freddezza ed essenzialità della struttura tradisce il forte calore che viene espresso all’interno della certosa nei momenti comunitari, ed alla fervente spiritualità che ogni singolo monaco sviluppa nel nascondimento della propria cella. Le immagini che ho raccolto ci daranno la possibilità di conoscere meglio questa moderna certosa.

Per informazioni e contatti

Buona visione

Dossier certose attive: Pleterje

Dossier certose attive: Pleterje

 Il nostro viaggio virtuale tra le certose attualmente attive, ci porta oggi in Slovenia, nell’unico convento certosino presente sul territorio della ex Jugoslavia, la certosa di Pleterje. Essa fu fondata una prima volta nel 1403 ed una seconda volta  nel 1899, e da allora dopo averla riacquistata i certosini vi svolgono regolare attività monastica. L’ubicazione di questo eremo è meravigliosa, difatti esso si trova in un incantevole e stretta vallata tra i monti Gorjanci in un fitto bosco. Vicino a questo luogo di clausura è situata, lungo un sentiero ombreggiato di tigli, l’antica chiesa gotica della Santissima Trinità ovvero l’unica parte del complesso monastico aperto al pubblico. Sul portale gotico d’ingresso vi è un affresco che raffigura l’incoronazione di Maria e la Trinità, è inoltre possibile ammirare al suo interno il meraviglioso altare in pietra e la parete divisoria della Navata. Di fianco negli edifici moderni del complesso certosino, vi è un piccolo negozio, dove si svolge la vendita dei prodotti realizzati dai monaci,  (acquistabili anche online), dove è anche possibile visualizzare una multi-visione cioè una presentazione del monastero e della vita all’interno di esso dove si illustra lo scorrere delle quattro stagioni, tra preghiera, silenzio, meditazione e lavoro. I certosini di Pleterje, infatti lavorano 30 ettari di terreno, coltivando frutta e vitigni per produrre vini, tra cui il famoso “cviček”, aceto, ed acquaviti destinati alla vendita. Tra queste spiccano le grappe alla prugna (slivovka) al ginepro (brinjevec) ed alla frutta (sadjevec), oltre alla più nota (hruška) ovvero la caratteristica  bottiglia di grappa contenente una pera all’interno. Ad essi si aggiungono il miele, i propoli, e le candele di cera d’api, diversi formaggi ed altri prodotti artigianali realizzati con vera maestria dai monaci. E’ possibile accedere anche ad una graziosa cappella esterna alla clausura. Va ricordato che all’interno della certosa di Pleterje, vi è anche una vasta e ricchissima biblioteca che conserva circa 6ooo libri antichi. Per immaginare la grandezza di questo complesso monastico bisogna fare riferimento alla lunghezza delle sue cinta murarie, che è di circa tre chilometri. Le immagini che seguiranno, ci aiuteranno a conoscerla meglio, nei particolari.

Per informazioni e contatti

Buona visione

Questo slideshow richiede JavaScript.

Dossier certose attive: Marienau

Dossier certose attive: Marienau

La certosa di Marienau, è l’unico complesso monastico certosino esistente in Germania. Essa si trova nella regione del Bad Wurzach ((Baden-Wuerttemberg). La sua fondazione è abbastanza recente, difatti essa risale al 1964 quando fu costruita per ospitare una comunità proveniente dalla certosa di Hain. Da allora, in questo moderno complesso si svolge regolarmente la vita monastica, attualmente vi sono trentacinque monaci di dodici diversi paesi, essa risulta essere la certosa più popolata tra quelle attive. La certosa di Marienau è circondata da un fitto  bosco, e da un muro alto due metri e mezzo e lungo 1250 metri, che consente la separazione dal mondo e la salvaguardia della clausura.

La nostra visita alla certosa tedesca si avvale oltre che delle consuete fotografie, di un video (in lingua tedesca) frutto di un reportage televisivo degli anni 80, con una intervista al priore dell’epoca Dom Felix Bissig, che ci racconta la vita in certosa.  Oltre alle immagini degli ambienti, vi sono delle rare fotografie in bianco e nero, che testimoniano le procedure funebri durante la morte di un monaco e la relativa sepoltura, tale funzione potrete apprezzarla anche nell’ultima parte del prezioso video.

Per informazioni e contatti

Buona Visione

VIDEO

Questo slideshow richiede JavaScript.

Dossier certose attive: Parkminster

Dossier certose attive:

Parkminster

Il nostro viaggio virtuale tra le certose attive continua, e ci conduce oggi in Inghilterra alla certosa di Parkminster. Questo complesso monastico certosino risulta essere il primo ed unico costruito dopo la Riforma inglese. Come sappiamo i certosini erano presenti in Inghilterra con dodici certose, ma subirono una violenta repressione e persecuzione ai tempi di Enrico VIII. Nel 1873 venne deciso di fondare e dedicare a Sant’Ugo di Lincoln una grande certosa, in grado di accogliere due comunità espulse dal continente europeo. La struttura realizzata, risulta esser molto grande con un chiostro Grande di enormi dimensioni, quasi un chilometro di lunghezza (il più vasto d’Europa) sul quale si affacciano trentaquattro celle ed un cimitero. La chiesa è caratterizzata da una guglia altissima, ed al cui interno vengono conservate preziose reliquie, tra le tante quelle di S. Ugo di Lincoln , San Bonifacio e la Vergine Maria. Gli altri ambienti monastici come il refettorio, la sala capitolare decorata con immagini del martirio dei certosini d’Inghilterra, e la ricchissima biblioteca, circa 35000 volumi,  con preziosi libri e manoscritti rari ed antichi,  alcuni dei quali risalenti al XII° secolo, completano questa splendida certosa. La comunità, attualmente, è composta  da soli 27 monaci, mentre nel 1928 erano addirittura 70 per poi scendere a soli 22 nel 1984. Vi sono oggi religiosi provenienti da India, Vietnam, Giappone, Australia, America, Spagna, Ungheria, Italia, Francia, Irlanda, Olanda, Polonia e Inghilterra. Le splendide immagini che seguono, ci mostreranno nei particolari gli affascinanti ambienti di Parkminster.

Per informazioni e contatti

Buona Visione

Breve video

Cliccate sulle foto per ingrandirle!!!


Dossier certose attive: Notre Dame di Reillanne

Dossier certose attive: Notre Dame di Reillanne

La certosa di Notre Dame di Reillanne, è stata costruita nel 1978 nelle Alpi dell’Alta Provenza, tra i paesi di Manosque e Forcalquier. Ad indicare la presenza di questo eremo certosino femminile, vi è sulla strada una discreta croce in pietra con il simbolo certosino “Stat Crux dum volvitur orbis”. La sequenza fotografica che segue ci farà conoscere da vicino questo luogo di quiete, dove una piccola comunità di monache svolge imperturbata la propria attività claustrale.

Per informazioni e contatti

Buona Visione

Questo slideshow richiede JavaScript.

Dossier certose attive: Selignac

Dossier certose attive:
Selignac

La Certosa di Val Saint Martin di Selignac, è una antica certosa fondata nel 1202, laddove si è svolta regolare attività monastica ininterrottamente fino al 1792. Poi a seguito delle leggi anticlericali fu soppressa, e dopo varie traversie occorse nel XIX° secolo, la certosa fu venduta e poi successivamente riacquistata da una benefattrice che la diede nuovamente all’Ordine certosino. Nel 1928 una nuova comunità certosina, poté insediarsi ricominciando la vita claustrale fino al 15 giugno del 2001. In questa data, il Capitolo Generale, decise di chiudere la certosa di Selignac interrompendo la vita della comunità monastica al fine di rimpiazzarla con un gruppo di laici non monaci,  chiamati a proseguire una vita di solitudine e preghiera ispirata al modello monastico certosino, e sotto l’autorità spirituale del Reverendo Padre della Grande Chartreuse.
Questa scelta ha due motivi fondamentali, il primo è da ritrovarsi nel ridotto numero di nuove vocazioni in Francia nel XX° secolo, che spinse l’Ordine a costituire nuove certose in America Latina ed in Asia. L’altra motivazione è da addursi alla volontà di voler conservare il complesso monastico, per consentire una  esperienza religiosa innovativa, aperto ad uomini e donne che vogliono accostarsi alla vita certosina in questa comunità che offre ospitalità, dove poter fare un silenzioso ritiro spirituale andando alla ricerca dell’essenza di se stessi accostandosi a Dio. Per informazioni più dettagliate circa la vita condotta all’interno di questo centro di spiritualità certosina, che si avvale della presenza di ospiti fissi e temporanei ma mai superiori ad una dozzina, vi invito a consultare il sito ufficiale della certosa di Selignac.
In questo mio reportage vi saranno diverse immagini, alcune riguardanti gli ambienti della struttura, ed altri che ritraggono l’ultima comunità certosina che la ha abitata.

Ciò è stato possibile poiché nel 2001 la Ciné Art Loisir realizzò un film di J.C. Guerguy  “ Les Chartreux à visages découverts”, prima che i monaci abbandonassero il loro convento. Questo documentario risulta essere molto interessante poiché è l’ultima testimonianza della presenza certosina a Selignac, di seguito potremo vedere alcune brevi clip.

Per informazioni e contatti

Buona Visione

Questo slideshow richiede JavaScript.

Video con foto e canti

ed alcune clip estratte dal film documentario

“ Les Chartreux à visages découverts”

Storia

L’Ave Maria

La crostata

Il pasto in cella

Asperges me domine

I Vespri