Il testo che ho scelto oggi per voi miei cari lettori, è di un certosino, il quale si esprime sull’accoglienza. Egli infatti ci esorta ad essere inclusivi. L’inclusione implica il cambiamento, la flessibilità, la capacità di adattamento, il riconoscere l’altro come risorsa per una crescita reciproca. Nell’altro dobbiamo poter scorgere il volto di Dio. Meditiamo su queste sagge parole, che per la loro larghezza di vedute, non sembrano provenire da un monaco di clausura.
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” Se voglio essere accogliente rispetto allo Spirito, in primo luogo ho bisogno di mettermi all’ascolto di tutti coloro che mi circondano, essere davvero accogliente nella vita concreta:
– Con colui che viene a parlarmi delle sue storie.
– Con colui che mi gioca un brutto tiro senza rendersene conto.
– Con quello che mi stanca.
– Con quello che mi dà fastidio.
– E anche con colui che amo spontaneamente molto, devo essere accogliente, cioè non devo essere possessivo e divorarlo; al contrario, devo accoglierlo così com’è.
Se voglio davvero essere accogliente di tutto ciò che viene dal Padre, devo accogliere tutti gli uomini che mi mandi e, inoltre, accogliere tutto quello che mi dai nella realtà che mi circonda: le cose belle e le meno belle. Tutto quello che vedo, capisco, percepisco, tutto questo viene dal Padre; sono messaggi del Padre, che ti rappresentano. Perché sei tu l’inizio e la radice di tutti questi esseri, io devo essere con loro infinitamente accogliente.”
Un certosino
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