Nell’augurarvi una serena e gioiosa Pasqua, voglio allietarvi questo giorno proponendovi la lettura di un Omelia concepita da un “certosino”, per la sua comunità nella celebrazione del giorno di Pasqua del 1995. Testo estratto dal libro “Palavras do deserto”.
Essa rappresenta per noi tutti, un ottimo spunto di riflessione e meditazione.
Gesù, nella sua morte e risurrezione, ha compiuto pienamente l’opera di salvezza che il Padre, nel suo infinito amore, gli aveva affidato: la perfetta glorificazione di Dio e la redenzione degli uomini. Infatti, morendo, ha distrutto la morte e, risorgendo, ci ha ridato la vita – “la gloria di Dio è l’uomo vivente” (Sant’Ireneo). Il Verbo divino, rivestito della nostra natura umana, vince con la sua morte la morte e risorge per la gloria di Dio, ci redime tutti con la potenza del suo amore infinito e trasforma l’uomo in una nuova creatura. Nuova creatura! Ecco perché nella Chiesa primitiva, ai nuovi battezzati veniva data una veste bianca, immacolata e la indossavano ogni giorno durante l’intera settimana di Pasqua. Nuova creatura, rivestita di luce divina!
Nella morte di Gesù e nella sua risurrezione, il Padre si manifesta come amore infinito che sacrifica il proprio Figlio, il quale – pastore buono e amorevole – dona la propria vita per le sue pecore. Tutto nel mistero pasquale ci parla di amore. Siamo invitati ad entrare nella luce della risurrezione, nella speranza che ci viene dalla risurrezione di Gesù e da quanto ci è stato promesso.
Promesso, sì. Ma dobbiamo rispondere all’amore del Padre con il nostro amore, la nostra umile generosità. Il monaco non può entrare nella luce della risurrezione senza passare attraverso la prova di un duro combattimento… per amore e dedizione alla croce, un combattimento che ci aiuta a spogliarci dell’uomo vecchio e a rivestirci dell’uomo nuovo.
Ma la croce del Signore Gesù è illuminata dalla risurrezione. E l’esaltazione di Gesù alla destra del Padre è la risposta di Dio alle estreme umiliazioni del Verbo incarnato. Dall’unione del Padre e del Figlio crocifisso nell’amore, nasce la vita nuova per l’umanità di Gesù e per noi.
Questo deve avvenire anche nella nostra vita monastica. Sarebbe una terribile illusione fingere di vivere alla luce della risurrezione senza partecipare alla croce. Sarebbe un vicolo cieco senza una vera luce. Gesù risorto ci invita a imitare la sua obbedienza perfetta, dimenticare se stesso, per fare spazio alla volontà del Padre; ci invita ad imitare la sua totale consacrazione al Padre, nell’amore dello Spirito Santo, mediante la partecipazione alla sua croce. Gesù vuole che lo imitiamo anche nella castità, cioè si presenta a noi come l’amore che assorbe tutte le nostre capacità di amare. Gesù ci vuole poveri, distaccati dalle ricchezze del mondo, per custodire nel nostro cuore le ineffabili ricchezze del suo amore. Entrare nella risurrezione sarà sempre uscire da noi stessi, rinunciare e sacrificare qualcosa. Sacrificio sì, ma sapendo di ricevere molto di più.
Nella preghiera assidua e quotidiana, generosa e dimenticata di sé, il monaco partecipa alla pienezza del mistero per cui Cristo, crocifisso e risorto, ritorna al seno del Padre.
La nostra vita è Pasquale.
Il monaco è un essere pasquale.
Il nostro silenzio proclama l’amore del Padre.
La nostra obbedienza significa la nostra libertà interiore che Gesù ci comunica con la sua Passione e Risurrezione.
Buona Pasqua a tutti voi!
E come di consueto ecco per voi gli auguri della comunità certosina di Serra San Bruno.
Filed under: Testi | Tagged: auguri, certosini, meditazione, Palavras do deserto, Pasqua, testo spirituale | 1 Comment »