La vita di san Bruno: verso il deserto di Cartusia
Continuiamo a seguire attraverso le tele di Bayeu il racconto della vita di san Bruno. Eravamo rimasti al momento nel quale in compagnia di alcuni amici, Bruno si avvia verso l’eremitismo, siamo in una data compresa tra il 1081 ed il 1083. In questo loro peregrinare si recheranno in località Sèche-Fontaine, nei pressi di Molesmes laddove da qualche tempo Roberto aveva riunito in spelonche nella foresta alcuni eremiti. Il quadro che vedremo, narra appunto dell’incontro di Bruno ed amici con uno di questi solitari.
La scena è caratterizzata dalla raffigurazione di una grotta sulla destra, all’interno del quale vi è la figura di un anacoreta con barba incolta abito monastico, che è intento nel benedire i pellegrini. L’asceta sembra consigliare i pellegrini a perseguire i loro intendimenti, incoraggiandoli. Rispetto alla precisa biografia del santo di Colonia, vi è una leggera inesattezza, poichè questo episodio sarebbe accaduto a Bruno quando era in compagnia di due soli seguaci, ovvero Pietro e Lamberto. Bayeu, invece raffigura già i classici sei amici, ossia Landuino, Stefano di Bourg en Bresse, Ugo, e Stefano di Diè con l’abito da canonici, ed i laici Andrea e Guarino. L’ambientazione della scena è molto eloquente, un luogo con scarsa vegetazione arido e molto remoto, ideale per la vita eremitica.
Ma questo passaggio e lo stile di vita presso Sèche-Fontaine, non soddisfa in pieno Bruno che dopo una breve permanenza decide di abbandonare quei luoghi e quel concetto di eremitismo per continuare il suo cammino. Su consiglio di uno dei suoi amici, Bruno si diresse verso Grenoble attratto dalla fama di santità del vescovo di quella città. Al principio di giugno del 1084 i sette pellegrini si recarono quindi al palazzo vescovile di Grenoble, dove furono accolti dal vescovo Ugo. Questi appena li vide e prima di ascoltare le loro richieste, rimase basito, poiché collegò la presenza di quei sette ospiti con il contenuto del sogno effettuato la notte precedente. Ugo infatti aveva sognato che sette stelle illuminavano i suoi territori e indicavano un luogo dove erigere una costruzione. Quando ascoltò la petizione di Bruno, il quale cercava un luogo remoto dove potersi ritirare per sviluppare il suo ideale di vita eremitico, il vescovo non potò che acconsentire alla richiesta facendo dono ai pii pellegrini del deserto di Cartusia. Di questi eventi come vedrete non vi mostro i quadri, essendo ahimè tra quelli andati distrutti.
Ritroviamo infatti nel quadro seguente Bruno ed i suoi sei amici, bizzarramente già in abito monastico, recarsi verso le vette innevate delle montagne del Delfinato alla ricerca dell’orrido e desertico luogo dove insediarsi. Vi è una peculiarità in questa tela, ai sei primi monaci si è aggiunto un altro con barba bianca e vestito da fratello converso, è la firma di Bayeu ovvero si autoritrae mettendosi anacronisticamente al centro della scena. Sullo sfondo i servitori del vescovo che hanno accompagnato gli anacoreti guidandoli ed indicandogli il cammino.
Il dipinto che segue ci cala nell’atmosfera del primo insediamento a Cartusia, e ci mostra in primo piano Bruno inginocchiato in posizione ascetica e con mani giunte, quasi a ringraziare il cielo per aver soddisfatto il suo desiderio. Sui lati e sullo sfondo, vengono effigiati gli altri eremiti posti in spelonche o anfratti ed intenti alla vita meditativa ed alla penitenza. In dissolvenza un fratello converso che vigila sulla gola impervia affinché non vi siano intrusioni di estranei. Il paesaggio istoriato rende l’idea dei luoghi inaccessibili e immersi in boschi incontaminati e reconditi. Sulla destra si scorge una costruzione in muratura, un chiaro riferimento alla chiesa di Notre Dame de Casalibus eretta il 2 settembre 1085, l’unica costruzione in pietra. A primigenia culla certosina dove vi è tuttora l’iscrizione “Hic incipit Ordo Cartusiensis anno domini Millesimo Octogesimo Quarto”.
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