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Dom Stefano Cassiani, “il certosino”

Targa Cassiani

Cari amici, voglio oggi farvi conoscere un certosino noto per il suo talento pittorico. Dom Stefano Cassiani detto anche “il certosino”.

Baldassarre Cassiani, figlio di Giovanni e Caterina, nacque il 9 marzo 1636 ad Ansano presso Pescaglia (Lucca). Nel 1653, decise di prendere l’abito certosino nella vicina certosa di Farneta, assumendo il nome di Stefano. Durante lo scorrere della sua vita claustrale ebbe modo di entrare in contatto con un pittore minore, tale Giovanni Fondagna, il quale stava decorando alcuni ambienti della certosa lucchese. Fu così che Dom Cassiani apprese i primi rudimenti sulle tecniche pittoriche, sviluppando un gran talento innato. Erroneamente si narra che Bernardino Poccetti gli fece da maestro, ma ciò non fu possibile poichè il prolifico artista toscano morì nel 1612. A Farneta sotto la guida del Fondagna, Dom Stefano cominciò a dipingere qualcosa, poi notate le sue doti, fu inviato alla certosa di Pontignano, presso Siena dove effettuò lavori nella chiesa. Precisamente, nel 1660, Dom Cassiani completò le scene mancanti della seconda e della prima campata, adattandosi per quanto possibile allo stile del Poccetti che non aveva terminato il ciclo di affreschi. Egli esegue con maestria gli affreschi con la Gloria di San Bruno e San Pietro che consegna a San Bruno il libro dell´Uffizio della Beata Vergine, scena che sulla sinistra contiene il curioso inserto del pittore in abito da certosino, reggente la tavolozza e il pennello, chino davanti al suo superiore benedicente, contro una balaustra su cui è scritto “OBEDIENTIA PRAEVALET ARTI”. Dom Cassiani ricoprì anche l’incarico di Padre Procuratore a Farneta, integrando alla vita claustrale la sua attività pittorica, che lo fece peregrinare per le certose toscane di Farneta, Pontignano, Calci e Galluzzo. Nel 1685, nel presbiterio della chiesa della Certosa di Calci realizza il Martirio dei santi Gorgonio e Donato e il Martirio di San Giovanni Evangelista e nella cupola, la Vergine con la Trinità in gloria. Negli anni novanta del Seicento si colloca la decorazione del coro della chiesa di S. Paolino a Lucca con la Gloria del santo titolare, le figure dei santi Pietro e Paolo dipinte a monocromo, l´autoritratto del pittore e il ritratto del committente, il priore Jacopo Bernardini, accompagnati dall´iscrizione “DILEXI DECOREM DOMUS TUAE” a sottolineare l´impegno profuso dai due religiosi nell´ornamentazione del sacro luogo. Fu attivo anche alla certosa del Galluzzo a Firenze, laddove affresca la Gloria di S. Andrea Corsini, nell’omonima cappella sita nella certosa. L´ultimo lavoro di Dom Cassiani di cui si ha notizia è rappresentato dal complesso ciclo decorativo condotto nella chiesa della certosa di Farneta, dove il pittore finì i suoi giorni il 15 febbraio del 1714. Dom Cassiani un grande artista, che visse la sua arte subordinandola alla preghiera ed alla penitenza nella cella, nel rispetto della severa regola certosina.

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Il “cardinale della pace” e La Valsainte

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In un precedente articolo, da questo blog, vi ho già parlato del privilegio del cardinale svizzero Charles Journet, che ottenne di essere seppellito nel cimitero della certosa di La Valsainte. Oggi, invece vi parlerò di un altro cardinale che per trentacinque anni è stato sepolto sull’altare maggiore della certosa svizzera.

Ma ciò, come fu possibile?

Proverò ad illustrarvi questa vicenda, che portò il cardinale spagnolo Francisco de Asís Vidal y Barraquer a trovarsi in certosa nel giorno della sua morte.

Egli nacque a Cambrils, a sud di Barcellona il 3 ottobre del 1868. Dopo aver completato gli studi liceali ed in seguito aver conseguito la laurea in giurisprudenza, esercitò la professione forense per qualche tempo, ma nel 1895 decise di entrare in seminario a Barcellona. Ordinato sacerdote il 17 settembre 1899, esercitò il ministero nella curia della sua diocesi. Il 10 novembre del 1913 fu consacrato vescovo titolare di Pentacomia e l’anno successivo nominato amministratore apostolico della diocesi di Solsona. Il 7 maggio del 1919 fu inviato alla sede arcivescovile di Tarragona. Nel concistoro del 7 marzo 1921 Papa Benedetto XV lo elevò al rango di cardinale.

Durante la sua attività, in Spagna vi furono eventi politici che ne determinarono il corso della sua esistenza. Fu dapprima accusato ingiustamente di essere catalanista e quindi avverso alla monarchia, mentre successivamente, allo scoppio della guerra civile nel 1936, conobbe personalmente gli orrori della persecuzione anticlericale. Il 21 luglio 1936 lasciò il suo palazzo arcivescovile e fu trasferito a Poblet, dove fu arrestato due giorni dopo da elementi della FAI (Federazione Anarchica Iberica) e imprigionato a Montblanch, ma riuscì a farsi liberare ed il 30 luglio si imbarcò a Barcellona per l’Italia, passò per Roma e in seguito si stabilì nella Certosa di Farneta, vicino Lucca, dove vi rimase fino al 1939. Trascorse un periodo tra le mura certosine, dedicandosi al silenzio ed alla preghiera, riuscendo a conciliare i suoi impegni.

Il “cardinale della pace”, come era ribattezzato Vidal y Barraquer si rese protagonista di un episodio che lo costrinse a rimanere in esilio per il resto della sua vita terrena. Difatti egli si rifiutò di firmare la lettera collettiva dell’episcopato spagnolo che rappresentava l’approvazione di una delle due parti in lotta. Il suo atteggiamento pastorale non gli permise di escludere nessun cittadino spagnolo dalla sua attività a favore della pace. Il cardinale addirittura si offrì come ostaggio per evitare gli eccessi dei suoi compatrioti. Per questa sua decisione, il governo del dittatore Francisco Franco si oppose al suo ritorno a Tarragona, una volta terminata la guerra. E’ singolare che nonostante la lontananza forzata dalla sua diocesi, Papa Pio XII non chiese mai le sue dimissioni, tenendolo sempre a capo dell’arcidiocesi. Si narra che gli inverni li trascorreva a Farneta, mentre nel periodo estivo si recava alla certosa svizzera di La Valsainte. A causa delle turbolenze della guerra mondiale, decise di rimanere nella certosa elvetica ritenuta più sicura poichè sita in territorio neutrale.

Lunedì 13 settembre del 1943, all’età di 74 anni il cardinale Francisco de Asís Vidal y Barraquer, morì in esilio.

Cardinale Vidal

La cerimonia funebre fu caratterizzata da una solenne semplicità, il Padre Priore Dom Nicolas Barras e tutta la comunità certosina di La Valsainte si strinsero al feretro da loro composto, alla presenza di pochissimi amici, tra cui monsignor Charles Journet. Successivamente le spoglie mortali del cardinale furono sistemate sull’altare maggiore della chiesa della certosa, dove rimasero per trentacinque anni. Difatti, nel suo testamento egli espresse il desiderio che le sue spoglie potessero essere trasferite un giorno nella cattedrale di Tarragona, e sepolte vicino alla tomba del suo vescovo ausiliare, Manuel Borrás. Queste volontà testamentarie furono finalmente esaudite il 13 maggio del 1978.
Questa storia che vi ho voluto narrare fa luce su un personaggio dedito alla pace che visse in un periodo tormentato da violenze e persecuzioni, e che trovò ospitalità presso i certosini.

altare dove riposavano i resti

Oggi a La Valsainte vi è una targa che ricorda quella particolare sepoltura con l’iscrizione: “Ho amato la giustizia e ho detestato l’iniquità; ecco perché muoio in esilio. 13 settembre 1943 “. D’altronde va ricordato che il motto episcopale del cardinale Vidal era: diligite alterutrum” (“amatevi l’un l’altro”).

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NEWS Dom Jacques Dupont lascia la certosa di Serra

NEWS

Dom Jacques Dupont lascia la certosa di Serra

La notizia, è stata diffusa alcune ore fa da un comunicato della comunità certosina nel quale si spiega, in maniera concisa ma esaustiva, il perché di questa decisione. Al posto di Dom Jacques Dupont, arriva in Calabria Dom Basilio Trivellato già priore della certosa di Farneta. Ecco a voi il comunicato ufficiale.

Dopo più di 21 anni dal suo arrivo a Serra San Bruno, dom Jacques Dupont lascia la Certosa calabrese, per poter svolgere meglio, in un’altra sede, la sua funzione di Procuratore generale dell’Ordine. Già da qualche tempo, infatti, si sono intensificati i suoi impegni di rappresentanza presso la Santa Sede, nonché quelli di Visitatore delle Certose di Spagna, che lo hanno costretto a numerosi periodi di assenza.

Il Reverendo Padre Generale, dom Dysmas de Lassus ha contestualmente nominato il nuovo Priore della Certosa calabrese nella persona di dom Basilio Trivellato, già priore della Certosa della Spirito Santo in Farneta (Lucca), che ha trascorso due anni nel monastero serrese dal 1999 al 2001, come vicario della comunità certosina.

Mentre si invoca il dono della Spirito Santo su dom Jacques e dom Basilio al’inizio del loro nuovo ministero, si ringrazia il primo per l’azione spirituale che ha saputo condurre in questo ventennio di priorato e si augura al secondo un proficuo ministero sulle orme di san Bruno in terra di Calabria.

Dom Jacques vuole esprimere il più caloroso ringraziamento a tutti i Calabresi per ciò che ha ricevuto da loro e da questa terra: “È stato un grande dono di Dio vivere tanti anni in un luogo che aveva già incantato san Bruno. I vari e numerosi contatti con i Serresi e i Calabresi mi hanno arrichito umanamente e spiritualmente. Non ho parole per ringraziare ciascuno, ma ognuno può essere sicuro che avrà per sempre un posto privilegiato nel mio cuore. Mando a tutti un saluto affettuoso, con l’augurio, sostenuto dalla preghiera, che possano rispondere con gioia e con impegno al progetto di Dio su questa terra benedetta”.

Dom Basilio Trivellato in una recente visita alla certosa di Calci

Dom Basilio Trivellato in una recente visita alla certosa di Calci

Cartusialover, augura a Dom Basilio una nuova stagione da trascorrere nei luoghi vissuti da san Bruno nella certosa di Serra,  dai quali potrà respirare la energia spirituale che gli occorrerà per guidare egregiamente la comunità calabrese.

Il mio personale omaggio a Dom Jacques Dupont, è la pubblicazione di alcune vecchie foto nelle quali appare un giovane monaco certosino in visita alla monumentale certosa di Padula. Cari amici, lo riconoscete?

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Un triste anniversario: Farneta 1944 – 2014

Un triste anniversario:

Farneta 1944 – 2014

Monaci nel chiostro dei procuratori alla certosa di Farneta

Esattamente settanta anni fa, nella notte tra il 1 ed il 2 settembre del 1944, veniva commessa la Strage di Farneta. Quando pensai di rispolverare quella vecchia pagina di storia impolverata, ed offrirla ai lettori di Cartusialover era il 2010, da allora molti hanno ricordato quel triste evento, con libri, articoli ed approfondimenti.

Mi sembra doveroso, in occasione di questa cupa ricorrenza, di continuarne a parlare per provare a rendere omaggio a quelle dodici vittime innocenti mietute all’interno della quiete della certosa.

L’elenco che vi riporto, con le immagini dei loro volti, ha in questa occasione l’intento di rievocarne la memoria, anche attraverso la sola lettura dei loro nomi, con la speranza che vogliate loro rivolgere una preghiera speciale.

MARTIRI

  • Gabriele-Maria Costa, nato Antonio Alberto Luigi Costa (Massa Lombarda, 16 settembre 1898 – Strada per Ponte Forno, 10 settembre 1944)
  • Bernardo Salvatore Montes de Oca, nato André Salvatore Montes de Oca (Carosa, Venezuela, 21 ottobre 1895 – Pendici del Montemagno, 7 settembre 1944)
  • Martino Binz (Fillistorf, Svizzera, 10 ottobre 1878 – Pendici del Montemagno, 7 settembre 1944)
  • Pio-Maria Egger, nato Frank Joan Egger (Tablat, Svizzera, 21 maggio 1905 – Strada per Ponte Forno, 10 settembre 1944)
  • Benedetto-Maria Lapuente, nato Pierre Paul Lapuente (Murieta, Spagna, 18 ottobre 1874 – Strada per Torano, 10 settembre 1944)
  • Adriano Compagnon, nato Henri Joseph Marie Compagnon (Versailles, 23 gennaio 1874 – Strada per Ponte Forno, 10 settembre 1944)
  • Alberto Rosbach, nato Emile Rosbach (Neidt, Germania, 12 ottobre 1870 – Strada per Torano, 10 settembre 1944)
  • Adriano Clerc, nato Antoine Henri Adrien Clerc (Estavayer-le-Gibloux, Svizzera, 19 giugno 1870 – Strada per Ponte Forno, 10 settembre 1944)
  • Michele Nota, nato Michele Maurizio Nota (Lusernetta, 12 gennaio 1888 – Strada per Ponte Forno, 10 settembre 1944)
  • Giorgio Maritano(Casalette, 12 dicembre 1882 – Strada per Ponte Forno, 10 settembre 1944)
  • Bruno D’Amico, nato Alessandro D’Amico (Palermo, 22 maggio 1884 – Strada per Torano, 10 settembre 1944)
  • Raffaele Cantero, nato Angelo Cantero (Saragozza, 1 marzo 1897 – Strada per Ponte Forno, 10 settembre 1944)

candela votiva

Riposino in pace e che Dio li abbia in Gloria.

Amen