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Commemorazione dei defunti dell’Ordine Certosino

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Oggi, 14 novembre, è il giorno nel quale si commemorano i defunti dell’Ordine certosino, ed ho deciso di celebrarlo in maniera particolare.
Nel ricordare tutti i defunti certosini, colgo l’occasione per parlarvi di un Padre deceduto alcuni mesi orsono: Dom José Manuel Rodriguez Vega, del quale vi proposi una gradevole intervista.
Vi offro oggi la sua biografia ed il ricordo dei suoi confratelli nel giorno della sua dipartita terrena.

Che Dio lo abbia in gloria e che San Bruno lo accolga come merita.

Manuel Rodriguez Vega, nacque a Valdesoto, comune di Siero, il 3 febbraio 1929, in una famiglia molto cattolica formata dai genitori e cinque figli, quattro maschi e una femmina. La sua adolescenza e giovinezza saranno trascorse in un ambiente sociale fortemente intriso dei valori della Fede. Per questo il nostro giovane sarà attratto da una vita di totale consacrazione a Dio. Con la sua radicalità e fedeltà che poi lo caratterizzarono, lui, che aveva iniziato gli studi universitari in Medicina Veterinaria, decise di interromperli per entrare nella certosa di Santa Maria di Miraflores, nel 1950. Nel giorno della proclamazione del dogma della Assunta, iniziò il Postulato come Sacerdote certosino.
Nella solennità di San Giuseppe del 1951 ricevette l’abito certosino. Così aggiunse al suo nome di quello di Giuseppe e questo stesso Santo Patriarca ora, 71 anni dopo, come Santo Patrono della Santa Morte, venne a chiamarlo proprio quando si stava celebrando la novena in sua memoria. Il 24 giugno 1953, emise la professione di monaco certosino. Tre anni dopo farà la sua professione solenne. Sarebbe stato ordinato sacerdote di Gesù Cristo nella cattedrale dall’arcivescovo di Burgos, il 22 marzo 1958. Aveva allora 29 anni.
Nella Certosa di Miraflores, il priore Dom Bernardo Sánchez lo nominò sacrestano l’anno successivo, 1959, e in tale posizione rimarrà fino a quando non sarà inviato dal Capitolo Generale del 1965 come padre procuratore alla Certosa di Santa Maria Scala Coeli, alle sollecitazioni del Priore di questa Certosa, Dom Pedro de Soto Domecq, che stimava molto le qualità di Dom José Manuel, che desiderava avere al suo fianco per dare impulso alla crescita della recente Certosa del Portogallo.
Succederà a Dom Pedro come Priore di questa Certosa. Infatti, il 18 giugno 1973, all’età di 44 anni, Dom José Manuel fu eletto dalla Comunità, carica che avrebbe svolto in modo molto soddisfacente per quattro anni, tornando poi, nella stessa Scala Coeli, al suo precedente ufficio di P. Procuratore.
Durante quei quattro anni nel priorato della giovane comunità portoghese, toccò a lui vivere il tragico evento della rivoluzione dei garofani. Poiché Scala Coeli si trovava in una zona del paese molto segnata dall’influenza comunista e soprattutto dall’attuazione della riforma agraria, che avrebbe espropriato numerosi possedimenti in mano ai legittimi proprietari, conseguenzialmente erano in pericolo anche gli ottanta ettari della certosa. Ma grazie alla saggezza ed alla bonomia, alla diplomazia e alla simpatia di “Padre Manolo”, i certosini di Scala Coeli furono rispettati nei loro possedimenti, conservandoli nella loro interezza. All’ufficio di Padre Procuratore, Padre Josè Manuel aggiunse quello di Antiquior di quella certosa dal 29 novembre 1982 al 13 maggio 1986. In quella festa della Vergine di Fatima, disse addio al Portogallo per andare ad aiutare Santa Maria di Porta Coeli, 57 anni. Dapprima fu nominato sacrestano e vicario. Due anni dopo, lo stesso Priore, Dom Isidoro María Alonso, in occasione della festa della Vergine del Monte Carmelo nel 1989, a sessant’anni, lo fece ritornare all’inquietudine della ricerca. A Scala Colei aveva trionfato con gli animali ma a Porta Coeli c’erano solo gatti… e migliaia di aranci. Tuttavia, è andato avanti di nuovo, migliorando l’irrigazione, plastificando i serbatoi d’acqua, aumentando anche le piantagioni e vendendole a buon prezzo.
Il Capitolo Generale del 1991 ha concesso misericordia a Dom Isidoro María Alonso, che fu inviato a Scala Coeli. Quello stesso Capitolo nominò Dom José Manuel come Padre Priore di Porta Coeli.

In questa posizione rimarrà per 14 anni ininterrottamente, ricevendo misericordia soltanto nel Capitolo del 2005. Dom José Manuel aveva allora 76 anni. Dal Capitolo tornò a Porta Coeli, dove il nuovo Padre Priore, dom Bruno Maria Gándara, lo nominò Padre Procuratore e Antiquior. Il successore di D. Bruno, D. Pedro María Castro, lo cessò nella carica più onorifica di Antiquior ma gli lasciò l’attività dell’ufficio del P. Procuratore, nel novembre 2011. La Visita Canonica del 2012 lo ha rilasciato dalla carica di Padre Procuratore e gli ha restituito il titolo di Antiquior.
Il Capitolo Generale del 2013 lo nomina Rettore della Certosa di Montalegre. Il capitolo in seguito lo conferma col titolo di Priore. In seguito, nel 2017, gli fu concessa misericordia, quando manifestò la diminuzione delle sue forze, all’età di 84 anni, lo inviò a Porta Coeli su sua espressa richiesta. Stava arrivando la malattia che lo avrebbe accompagnato fino al giorno della sua morte: una demenza senile di tipo Alzheimer.
Pertanto, nel giugno 2017, è giunto a Porta Coeli ed è stato presto nominato Antiquior, carica che ha ricoperto fino al giorno della sua morte, ritrovandosi progressivamente con una salute sempre più precaria man mano che il morbo di Alzheimer progrediva e lo rendeva perdere in gran parte le notevoli capacità mentali di cui Dio lo aveva dotato. Infine, lo scorso 14 marzo 2022, Nostro Signore, nella sua bontà e infinita misericordia, volle chiamarlo alla sua Divina Presenza, ponendo fine alla sua dolorosa ascesa al Calvario, vissuta in modo particolarmente intenso negli ultimi anni e mesi della sua lunga vita terrena.

Il ricordo dei confratelli
Padre José Manuel ci lascia il ricordo di un certosino che fu profondamente amante della sua vocazione, di monaco fedele, che servì con generosa dedizione l’Ordine Cartusiano e le diverse comunità con cui visse, in lavori e incarichi difficili come quelli di Visitatore, Priore e Procuratore. Fino alla fine dei suoi giorni, quando aveva quasi completamente perso la percezione della realtà, a causa della sua malattia, Dom José Manuel aveva vissuto a testimoniare un grande amore per la vita certosina ed il desiderio di vivere fedelmente le esigenze della nostra vocazione. Indubbiamente, questi ultimi cinque anni della sua esistenza terrena, in cui i suoi rapporti si sono sempre più ridotti, gli hanno permesso di approfondire sempre più quel rapporto intimo e personale con il suo amato Signore, in una semplice e fervente preghiera, in una quiete dell’anima , in un riposo contemplativo in Dio. D. José Manuel ci lascia il ricordo di una persona retta e leale, fedele e sacrificata.
In questi ultimi cinque anni, ci ha sempre colpito vedere che non si è mai lamentato della sua condizione, che ha accettato con pace e spirito soprannaturale e, se si è pentito di qualcosa, è stata la sua impossibilità di andare a Mattutino. Ci provò più volte, ma la sua debolezza non gli permetteva di dormire bene e questo gli rendeva molto difficile continuare a partecipare alle sante Veglie notturne. Allo stesso modo accettò con pace e rassegnazione il momento in cui, a causa del suo stato mentale, non poteva più celebrare la Santa Messa.
Fino alla fine della sua vita mantenne il suo amore filiale per la Vergine Maria, e la sua tenerezza devozione alla sua “Santina”, la Vergine di Covadonga, sotto la cui immagine, in un bel dipinto appeso sopra il suo letto, donò la sua anima eletta al suo Creatore, morendo nella solitudine della sua spoglia e povera cella certosina.

riposa in pace

R E Q U I E S C A T IN P A C E

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Sesto centenario della certosa di Montalegre

Sesto centenario della certosa di Montalegre

locandina congresso

La certosa di Santa Maria de Montalegre, Tiana, festeggia il seicentesimo anniversario della sua fondazione (1415-2015). In occasione di tale evento, l’Assessorato alla Cultura del Comune di Tiana, insieme con l’Associazione degli Amici della Certosa di Montalegre, governo provinciale di Barcellona e della Catalogna, hanno organizzato un congresso internazionale. Durante quattro giorni, dal 29 ottobre al 1 novembre esperti e conoscitori dell’Ordine certosino hanno affrontato diversi aspetti della realtà della vita monastica così antica eppure così sconosciuta. Oltre all’importanza storica, e la rilevanza architettonica, Montalegre, è rilevante poichè è una certosa  attiva che testimonia carità fraterna verso il mondo e profonda fede in Dio. Visite guidate, dibattiti e conferenze sulle certose della Provincia catalana si sono svolte per festeggiare questa celebrazione importante. Vi allego l’estratto di un video della trasmissione “Signes del Temps” andato in onda sulla tv  catalana nel quale vi è una interessante intervista, in catalano, a Jaume Oliveras, membro dell’Associazione degli Amici della Certosa di Montalegre. Questi ci spiegherà la storia della certosa catalana e la vita claustrale dei monaci, il tutto corroborato da preziose immagini.

Auguro ai certosini di Montalegre lunga vita, ed a voi buona visione…

La storia di Fray Joaquín Juncosa

La storia di Fray Joaquín Juncosa

ritratto

Il personaggio di cui voglio parlarvi oggi è Joaquín Juncosa, nato a Cornudella nei pressi di Tarragona in Spagna nel 1631. Crebbe in una famiglia nella quale vi erano alcuni pittori tra cui il padre e lo zio, che lo fecero avvicinare a questa arte. Ma il giovane Joaquin fu attratto dalla vita certosina, e fece ingresso come fratello converso nella certosa di Scala Dei a 29 anni il 21 settembre 1660. Nel complesso monastico, egli realizzò alcuni dipinti nella sala capitolare, e gli vennero commissionati dai confratelli della certosa di Montalegre otto dipinti ed altri affreschi per la volta della chiesa. Il suo talento fu tale che l’Ordine, tramite il Priore Dom Jaume Cases, decise di inviarlo a Roma per fargli migliorare la sua tecnica pittorica, egli difatti venne a contatto con il classicismo romano, e ben presto parve rinnegare le sue opere precedenti. Fece ritorno in Spagna e fu chiamato nel 1678 dalla certosa di Maiorca, per poi tornare a Scala Dei nel 1682, dove non fu apprezzato per i suoi lavori e stancatosi della durezza e severità della vita certosina decise di fuggire. Viaggiò verso Roma e dichiarò la sua apostasia al Papa Clemente XI, che perdonatolo lo invitò a vivere in eremitaggio nei pressi della certosa di Scala Dei, non potendo più fare ingresso nella comunità monastica. Si stabilì a Reus vicino Tarragona dove poco dopo morì, nel 1708.  I suoi lavori sono andati quasi del tutto perduti a causa della caduta in rovina delle certose dove egli dipinse con maestria, restano poche opere tra cui un suo presunto autoritratto nel quale si è in grado di apprezzare le notevoli qualità pittoriche di quest’uomo che non ha retto alla regola certosina. Un certosino mancato ma un eccellente pittore spagnolo, come ci testimonia quest’opera che vi allego.

Santa Elena e sua figlia Museo Prado J. Juncosa

Santa Elena e sua figlia (Museo Prado) J. Juncosa

 

Dossier certose attive: Montalegre

Dossier certose attive: Montalegre

La certosa di Santa Maria di Montalegre è l’unico monastero certosino maschile presente attualmente in Catalogna. L’ultima certosa attiva nella regione catalana, superstite di una serie di eremi che portarono alla creazione della provincia certosina di Catalogna. Montalegre nel corso dei secoli, ha avuto alterne vicende, momenti di massimo splendore intorno al XVII secolo e forzati abbandoni della sua comunità, costretta in vari momenti tra il 1808/14 ed il 1820/24 all’allontanamento. Nel 1835, a seguito di un incendio vi fu la definitiva chiusura della certosa e la vendita del complesso monastico a privati. Soltanto nel 1901, l’Ordine certosino riacquisto la struttura che venne assegnata ai certosini espulsi dalla Francia. Ma purtroppo le disavventure di Montalegre non erano terminate, poiché nel corso della sanguinosa guerra civile spagnola, la quiete monastica fu turbata violentemente da violenti episodi, a cui dedicherò un prossimo articolo. A seguito di ciò, vi fu una ulteriore rinascita di questa certosa catalana, nella quale ancor oggi l’attività claustrale prosegue all’insegna della preghiera e della meditazione. Le immagini che vi propongo di seguito, ci mostrano alcuni degli ambienti monastici dove tale attività si svolge ogni giorno. Ma prima della carrellata di foto godetevi un piccolo contributo filmato, realizzato durante una processione celebrativa nel giorno del Corpus Domini.

Per contatti ed informazioni

Buona Visione