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Certose storiche: Cazalla

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Continua l’approfondimento sulle certose storiche, che hanno avuto un glorioso passato e delle quali oggi restano poche tracce. Vi farò conoscere meglio la certosa di Cazalla immersa tra le montagne della Sierra Morena nel sud della Spagna. Situata in un luogo incantevole a circa 650 metri di altitudine, tra boschi e vegetazione fitta attorniata da diverse sorgenti d’acqua. Una comunità certosina si insediò dal 1476 in un precedente complesso monastico, anche se la data di fondazione della certosa risulta essere il 1479. Tra alterne vicissitudini, i certosini rimasero a Cazalla fino al 1835, allorquando furono espulsi a seguito della confisca di Mendizábal, e da allora il complesso monastico cadde in rovina. Soltanto nel 1973, i resti di questa antica certosa furono acquistati da un privato con l’intento di restaurarli e riportarli all’antico splendore. Nel 1986 fu conferito il premio “Europa Nostra” assegnato per l’impegno del restauro di un monumento di grande valore storico ed architettonico. Attualmente è stata riconvertita in un luogo con ambienti per convegni, per matrimoni e cerimonie con diversi posti letto. Le immagini che seguono ci mostreranno quel che resta del cenobio certosino, ed un video con una visita guidata (in spagnolo) ci illustra gli ambienti monastici residui.

Vi allego, inoltre, una interessante visita virtuale concepita per apprezzare “da vicino” le bellezze di questa antica certosa

Buona visione

VIRTUAL TOUR

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Certose storiche: Le Liget

Prosegue l’approfondimento sulle certose storiche, che hanno avuto un glorioso passato e delle quali oggi restano poche tracce. Oggi vi presento la certosa francese di Le Liget.

La certosa di Liget fu fondata nella seconda metà del XII secolo da Enrico II d’Inghilterra. Si narra che la costruzione di questo convento, sia stato un atto di penitenza imposto al re inglese per aver ucciso San Thomas Beckett nel 1170. Difatti per espiare la colpa, Enrico dovette costruire tre case religiose: Waltham e le certose di Witham in Inghilterra e Liget nei suoi possedimenti in Francia. I certosini vissero dignitosamente, anche grazie alle continue donazioni effettuate negli anni da notabili autorità, tra cui: Luigi IX, Luigi X, ma soprattutto re Carlo V ed i suoi due fratelli. Costoro con le loro elargizioni, consentirono la costruzione di nuove celle e l’ampliamento del complesso monastico. Le guerre di religione misero a dura prova Liget, difatti, il 18 maggio del 1562, gli ugonotti devastarono la certosa ed ammazzarono il priore Dom Guillaume Bretonneau, in seguito nel 1588 furono i calvinisti responsabili del saccheggio del monastero e della morte del priore Dom Fiacre Billard a seguito delle torture inflittegli. Alcuni anni dopo fu eletto Priore Dom Jean Michel de Vesly assurto all’incarico di priore Generale dell’Ordine nel 1594. Tra il 1605 ed il 1607, in questa certosa vi dimorò il giovane monaco Dom Alphonse Louis de Plessis (divenuto in seguito arcivescovo e poi cardinale), meglio noto come il fratello maggiore dell’illustre cardinale Richelieu. Nel XVIII secolo la struttura beneficiò di una ristrutturazione, che prevedeva l’aumento del numero delle celle che divennero diciotto, ma purtroppo nel 1791 a causa delle leggi rivoluzionarie la comunità certosina, composta da undici padri e fratelli, fu dispersa, mentre la biblioteca, contenente 6.900 tomi, insieme alle circa centocinquanta opere d’arte andarono disperse, l’intero complesso architettonico fu venduto. Oggi si possono ammirare, i ruderi della chiesa medievale e visitare, i sontuosi ambienti monastici appartenuti un tempo ai monaci. Una sequenza di foto ed un breve video ci farnno comprendere l’antico fasto.

Certose storiche: Gaming

Kartause_Gaming_vom_Kirchstein_aus_Fotografiert

La certosa di Gaming, che prese il nome di Marienthron (Thronus Sancte Marie), fu fondata nel 1330 dal duca Alberto II d’Austria, che pose la prima pietra per la costruzione del complesso monastico il 13 agosto del 1332. Egli lo volle come luogo di sepoltura dinastica, difatti egli stesso vi fu sepolto dopo la sua morte nel 1358, così come sua moglie Giovanna di Pfirt e sua nuora Elisabetta di Boemia. Nel 1340 fu consacrata la sala capitolare, mentre il 13 ottobre 1342, con una cerimonia solenne, si svolse la consacrazione celebrativa della chiesa del monastero. In pochi anni la costruzione fu completata ed ingrandita, risultando essere la certosa più ricca e bella della provincia certosina di Germania Inferiore. La prima comunità, proveniente dalla Certosa di Mauerbach, comprendeva un numero doppio di monaci vi si insediarono infatti 24 certosini con a capo un Priore poichè le dimensioni della certosa erano davvero enormi. Gaming non era solo la più grande delle tre certose della Bassa Austria di Mauerbach, Aggsbach e Gaming, ma anche la più grande certosa dell’Europa centrale. I certosini, possedevano alcune parrocchie e numerosi feudi, i quali svolgevano notevoli attività economiche, che consentirono lo sviluppo dell’intera regione. La fama di Gaming, era legata soprattutto alla austera attività monastica dedita alla contemplazione divina. Dal 1670 i priori, acquisirono il titolo di prelati imperiali. Nel 1683 il monastero fu attaccato dai Turchi, che arrecarono disagi ai religiosi, i quali riuscirono a non essere torturati dagli aggressori. Nel 1782 Giuseppe II decretò la soppressione del convento certosino. Nel 1797 le salme del fondatore, della moglie e della nuora furono trasferite alla chiesa parrocchiale di Gaming e nel 1825 il monastero e la tenuta, comprese estese aree boschive, passarono alla proprietà privata. Nel 1915 fu acquistato dall’abate dell’abbazia di Melk. Nel 1983 i locali del monastero, ma non le restanti proprietà, furono acquistati da un architetto austriaco, Walter Hildebrand, che da allora si è occupato del restauro. I locali rinnovati sono in parte occupati da un hotel e in parte dall’Università francescana di Steubenville (campus principale in Ohio, USA). Dal 2004 è presente anche un museo, con reperti e notizie sulla storia dei certosini e della Certosa di Gaming. Ogni anno nel mese di agosto è sede del Festival di Chopin.

Le immagini che seguono ci mostreranno ciò che resta della sontuosa certosa.

Certose storiche: Pomier

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Continua l’approfondimento sulle certose storiche, che hanno avuto un glorioso passato e delle quali oggi restano poche tracce. Oggi vi propongo la certosa di Pomier, situata in un crocevia tra la Svizzera e l’Alta Savoia, che domina la valle di Ginevra. Essa fu fondata nel 1170 dal conte di Ginevra Amedeo I°, che assieme ai vescovi di Losanna si mostrarono grandi benefattori dei certosini. L’etimologia del nome pomier deriva dal latino pro murus che significa fuori le mura.

Il complesso monastico comprendeva la Chiesa di Nostra Signora di Pomier, tre cappelle, dodici celle monastiche che circondavano il Chiostro Grande e con annesso il cimitero, luogo di sepoltura monastica e di diversi Conti di Ginevra e di Vaud.

Va ricordato che l’imperatore Sigismondo e Carlo IV, posero il monastero sotto la protezione del Sacro Romano Impero Germanico con decreto religioso nel 1366.

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Nel corso della sua storia si sono succeduti novantuno priori che hanno retto brillantemente la certosa, la quale ha visto preservata la vita claustrale fino al 1535, data in cui i beni dei monaci furono confiscati. Nel 1588 i ginevrini incendiarono la certosa ed i monaci furono costretti ad abbandonarla per quattro anni. Nel nuovo insediamento del 1592 rimasero fino al 1792, quando i francesi occuparono militarmente il convento e costrinsero i religiosi il 17 marzo del 1793 a sgomberare la struttura. Per questo motivo i certosini di Pomier furono costretti ad unirsi alla certosa di Aillon. Durante la Rivoluzione, la certosa di Pomier fu saccheggiata, nei chiostri furono bruciati libri e manoscritti della ricchissima biblioteca. Per oltre cento anni la certosa è stata praticamente abbandonata ed i suoi numerosi edifici sono stati demoliti. Le campane della chiesa di Nostra Signora di Pomier furono portate a Carouge, dove una di esse suona ancora oggi ogni ora nella chiesa di Sainte-Croix, sulla piazza del mercato.

Ma cosa ne fu dei resti della certosa? Nel 1894 Pomier, un privato acquistò l’intero complesso, salvando l’edificio principale dalle rovine e fondò lun’albero con ristorante con una quarantina di camere da letto, l’ “Hotel Pension de l’Abbaye de Pomier”, questa struttura ha poi cessato l’attività nel 1991. Nel 2001, un pronipote dell’antico proprietario trasformò il complesso riadattando le antiche cantine trasformandole in saloni per riunioni e convegni. Anche il nome è stato cambiato, tornando da Abbaye de Pomier, al nome originale dell’edificio, ovvero “Chartreuse Notre-Dame de Pomier”. Una carrellata di immagini ci mostrerà la trasformazione avvenuta nel tempo di questo luogo per seicento anni culla di preghiera e meditazione a prestigioso luogo per convegni e seminari.

Certose storiche: Mantova

attuale satellite in riva al lago superiore di mantova

Visione satellitare dell’area dove sorgeva la certosa di Mantova

Cari amici lettori, oggi a grande richiesta, riparte la rubrica certose storiche, che consiste nell’approfondimento su complessi certosini che hanno avuto una enorme importanza in passato, e delle quali oggi ne resta soltanto qualche traccia, o addirittura nessuna. Della certosa della quale oggi vi relazionerò, purtroppo non vi sono che poche testimonianze delle opere in essa contenute.

La certosa della Santissima Trinità

stampa certosa Mantova

Mantova

Nel 1408 il marchese di Mantova Gianfrancesco Gonzaga, dopo aver invano richiesto a Roma di convertire la chiesa di San Bartolomeo agli eremiti di San Paolo, agli Olivetani o ai Certosini, fondò e affidò a questi ultimi una nuova chiesa e convento in località “Castelnovo” o “Curtatonum” presso Santa Maria degli Angeli (oggi Castelnuovo Angeli).

I certosini ricevettero legati consistenti per il mantenimento del convento, tra cui la corte di Castelnuovo. La costruzione fu approvata nel 1425 da papa Martino V e consacrata soltanto nel 1448. Nel 1427, secondo la storiografia locale, il convento acquisì la chiesa di Santa Croce Vecchia in città. La forte epidemia di peste del 1630 colpì pesantemente la comunità certosina e nel 1782 dopo l’annessione della Lombardia, Giuseppe II d’Austria soppresse questo monastero costringendo i certosini ad abbandonare la loro dimora. Poco tempo dopo la struttura fu distrutta e se ne perse ogni traccia, ne resta memoria nel nome dato alla via che collega la strada statale con la chiesa degli Angeli, in cui forse i responsabili della toponomastica hanno creduto di riconoscere la chiesa dello scomparso monastero. Si narra che la certosa, era ampia e riccamente decorata tanto da essere visitata da tutti i viaggiatori di passaggio, sorgeva discosto dalla strada, a pochi passi dal lago, sul quale aveva un suo approdo. Dopo aver oltrepassato le mura di cinta, un ampio sagrato precedeva la chiesa, affiancata dal campanile e da un piccolo chiostro su cui si affacciavano gli ambienti comuni (la sala del capitolo, il refettorio e la biblioteca), dietro di essi si apriva il chiostro grande, attorniato dalle celle in forma di casette autonome, entro le quali, secondo la regola, i monaci trascorrevano quasi tutto il loro tempo, nella preghiera e nel lavoro. Si narra che la certosa, era ampia e riccamente decorata tanto da essere visitata da tutti i viaggiatori di passaggio, sorgeva discosto dalla strada, a pochi passi dal lago, sul quale aveva un suo approdo. Dopo aver oltrepassato le mura di cinta, un ampio sagrato precedeva la chiesa, affiancata dal campanile e da un piccolo chiostro su cui si affacciavano gli ambienti comuni (la sala del capitolo, il refettorio e la biblioteca), dietro di essi si apriva il chiostro grande, attorniato dalle celle in forma di casette autonome, entro le quali, secondo la regola, i monaci trascorrevano quasi tutto il loro tempo, nella preghiera e nel lavoro.

I rilevanti beni artistici, che arricchivano e decoravano il complesso certosino, furono in parte alienati e ad oggi solo qualcuno è identificabile poichè conservato in musei. Altre opere e manufatti, basti pensare alle sessantadue colonne di marmo che delimitavano il chiostro, sono andate disperse, tra queste un dipinto raffigurante San Bruno realizzato da Giuseppe Vermiglio. Tre tele oggi visibili nella chiesa parrocchiale di san Martino a Mantova appartenevano al patrimonio certosino, un “San Martino”, una “Santa Maria Maddalena” ed una “Santa Caterina da Siena”. Anche gli arredi lignei della antica sagrestia monastica ed altre tele invece, furono conservati nella chiesa di Sacchetta di Sustinente. Nella chiesa parrocchiale di Vasto, troviamo una pala d’altare raffigurante la “Madonna incoronata in trono con il bambino, tra i Santi Giovanni Battista e Bruno” proveniente dalla certosa di Mantova.

Notevole era anche il patrimonio della biblioteca dei monaci, il quale contenuto in parte è rintracciabile presso la Biblioteca Comunale di Mantova.

Purtroppo, poche tracce di un passato glorioso.

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mantova mappa certosa

Certose storiche: Ashteim

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Oggi per la rubrica certose storiche, andiamo in Germania, e più precisamente a Ashteim in Bassa Franconia. La certosa di Ashteim, “Cartusiae Pontis Beatae Mariae” fu fondata nel 1409 da Erkinger von Seinsheim barone di Schwartzemberg, essa si trova vicino al fiume Main. Il complesso monastico fu incendiato nel 1525 durante la rivolta contadina e saccheggiato nel 1527 nella guerra di Smalcalda, cosicché solo quattro celle erano ancora abitabili. Tra il 1631 ed il 1634 Astheim soffrì dell’a presenza di truppe svedesi nella zona. Sotto il priore Georg Möring 1670-1712 iniziò un ultimo periodo d’oro prima della chiusura definitiva, avvenuta il 20 giugno 1803. Un totale di 43 priori si sono succeduti dal 1409 al 1803 al servizio della certosa. La chiesa del monastero, costruita tra il 1603 e il 1606, è una testimonianza dell’architettura certosina, poiché conserva ancora l’originale paravento, i trentadue stalli del coro, gli affreschi e gli altari dei secoli XVII e XVIII. Solo nel 1999 la diocesi di Würzburg istituì nella chiesa e negli edifici rimanenti del monastero un museo d’arte. Le immagini che seguono ci mostreranno, gli ambienti monastici residui. Largo alle foto…

Certose storiche: Champmol

Champmol

Per la rubrica certose storiche, oggi andiamo in Francia, e più precisamente a Digione in Borgogna.

Qui venne fondata, il 15 marzo del 1384 la certosa di Champmol, voluta fortemente da Filippo l’ardito duca di Borgogna, il quale decise di costruirla allo scopo di ospitarne al suo interno le sepolture della dinastia di Borgogna. Per secoli questa certosa venne sontuosamente arricchita con opere d’arte, che oggi sono conservate e si possono ammirare nei musei circostanti. I monaci dovettero abbandonare la struttura alla fine del 1700, per le note leggi anticlericali. Nello spazio dove un tempo sorgeva il Chiostro Grande, al centro vi è l’opera più nota, il pozzo dei Profeti o di Mosè, realizzato dallo scultore Claus Sluter tra il 1395 ed il 1403, in esso sono leggiadramente scolpite le figure di Mosè, Davide, Geremia, Daniele, Isaia e Zaccaria. Vi lascio alle immagini che allieteranno la nostra vista!

 

Certose storiche:Tückelhausen

pianta

Cari amici di Cartusialover, a grande richiesta riprendo la rubrica delle certose storiche. Vi proporrò immagini attuali, di gloriose e fastose certose del passato. Comincio oggi con la certosa tedesca di Tückelhausen, a corroborare questo post, vi è un prezioso video in lingua tedesca, con molte curiosità, che ci mostrerà la splendida certosa, oggi museo.  Essa apparteneva alla Provincia certosina Germania Inferiore. Grazie ad una amica, conoscitrice della lingua tedesca, posso offrirvi il testo del breve documentario, tradotto in italiano. Grazie infinite a Pina Polito, una amica dei certosini, che tra l’altro… lavora presso il museo della certosa di serra San Bruno.

Testo tradotto….

Si tratta di un video sulla Certosa di Tückelhausen, una delle 5 ex – Certose che si trovavano nella regione tedesca “Franken”; una bellezza nascosta, che vale la pena scoprire. Vicino a Ochsenfurt sul Meno la Certosa è un museo della diocesi di Würzburg che al suo interno espone anche arte moderna. Nel XIV secolo i Certosini hanno rilevato il complesso del monastero nominandolo “cella salutes” = cella di salvezza. S. Bruno viene brevemente presentato come fondatore dell’ Ordine e della Grande Chartreuse. Del Santo a Tückelhausen si trovano molte rappresentazioni. Tra i suoi attributi vi sono l’ abito tradizionale e il teschio, simbolo della completa rinuncia al mondo. Nel museo è possibile visitare una cella con un giardino di 100 mq ed un laboratorio. Il chiostro univa le celle. Qui in passato vivevano 14 Certosini. Nel 1803 questi edifici diventarono proprietà privata. La secolarizzazione pose fine alla vita del monastero. Poi la conduttrice raggiunge l’ex chiesa di Tückelhausen, oggi parrocchia. Il parroco dice che i Certosini sono ricordati attraverso il coro del 1744/1745, figure e immagini e il pontile che divideva lo spazio appartenente ai padri da quello dei fratelli. Fu eliminato nel 1845. Inoltre il parroco dice che l’ordine certosino si distingue dagli altri ordini per l’unione della vita eremitica e quella cenobitica. All’interno della biblioteca viene ospitata una mostra di arte moderna del pittore Karl Clobes, tra cui vi è un dipinto che rappresenta l’espulsione dei Certosini nel 1803. Vi si può trovare un libro che i monaci riuscirono a conservare e ora appartiene alla parrocchia; Il mobile antico che veniva usato dal priore come wc con bacinella estraibile. La Certosa già dal XVII secolo era provvista di tubi per l’acqua lungo i muri connessi a due sorgenti per il fabbisogno idraulico. Poi spiegano che i Certosini non lasciano mai le proprie celle se non per le funzioni religiosi e la domenica per il pranzo comune. Le caratteristiche della cella : sempre a due piani con uno sportello di servizio, attraverso il quale ricevono il cibo e tutto il necessario per condurre la propria vita. La parte principale è il cubicolo con l’oratorio, il laboratorio e il giardino. Nel servizio vediamo due modelli: il primo rappresenta la Certosa di Firenze, il secondo un condominio moderno in Marsiglia costruito secondo il modello Certosino, molto costoso. Infine si vede una ex cella certosina trasformata in abitazione 52 anni fa.

Ed ora largo alle immagini….

 

 

Certose storiche: Jerez de la Frontera

Certose storiche: Jerez de la Frontera

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Oggi facciamo tappa in Spagna, per la rubrica dedicata alle certose storiche, e rechiamoci idealmente a Jerez de la Frontera, dove i certosini nel 1476, fondarono la certosa della Defension. Un complesso monastico costruito, e nei secoli implementato ed arricchito, grazie a importanti sovvenzionamenti di benefattori che diedero a questa certosa un aspetto sontuoso. All’interno della chiesa fu realizzato un pregevole coro nel 1547, ed un altare con notevoli opere scultoree. Ma ulteriori ricchezze erano costituite dalle opere pittoriche eseguite da valenti artisti come: Zurbaran, Ribera, Velasquez, Luca Giordano ecc…

Purtroppo nel 1835 avvenne la soppressione a cui fece seguito la dichiarazione di monumento nazionale nel 1856. Poi improvvisamente nel 1941 l’Ordine certosino decise di rientrare in possesso del loro importante monastero, e dopo i relativi lavori di adeguamento e ristrutturazione vi si insediò nel 1948.

La vita monastica si svolse tranquillamente fino al 2001, anno in cui il Capitolo Generale certosino decise di chiuderla.

Attualmente nella struttura, visitabile, sono insediate le Sorelle della Famiglia monastica di Betlemme, dell’Assunzione della Vergine Maria e di San Bruno.

Lo stile tardo gotico della sua struttura, viene integrato dalla facciata rinascimentale, opera del monaco certosino Pedro del Piñar, che si affianca alle altre opere d’arte presenti nella chiesa. Molti altri dipinti celebri, patrimonio di questa complesso monastico, furono trasferiti in diversi musei internazionali. Ma, godiamoci alcune delle ricche meraviglie di questa splendida certosa, attraverso le successive immagini, tra cui alcune con gli ultimi certosini, ed un interessantissimo documentario video, che ci consentirà di scoprirla visitandola virtualmente.

Buona visione.

Certose storiche: Buxheim

Certose storiche: Buxheim

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Per l’approfondimento riguardante le certosa storiche, questo mese di novembre andiamo in Germania. Più precisamente in Baviera, nei pressi della città di Memmingen dove dal 1402 i certosini si insediarono nel complesso monastico di Buxheim. Dopo svariate vicissitudini questa certosa fu insignita, nel 1548, del titolo di Reichskartause, ovvero certosa imperiale per le sue ricchezze artistiche consolidatesi nel corso dei secoli. Essa fu rinomata per la sua biblioteca  e fu apprezzata per essere un grande centro di alta spiritualità. Gli ultimi interventi diedero alla certosa un aspetto sontuoso facendola diventare un grande capolavoro dell’architettura barocca. La storia della comunità certosina a Buxheim si conclude nel 1803, con la soppressione  avvenuta a seguito di leggi bavaresi anticlericali. Successivamente nel 1926 i Salesiani si presero cura di questo monumentale monastero, del quale tuttora sono i custodi.

Gli artisti che hanno operato nelle varie epoche, sono principalmente: Ignazio Waibl, Johann Friedrich Sichelbein e Dominikus Zimmermann

Il primo, un tirolese, è l’autore dell’opera di maggiore pregio. Ovvero i superbi 31 stalli del coro dei monaci, in legno di quercia, finemente intagliati, monumentalmente realizzati tra il 1687 ed il 1691. Data la maestosità espressiva degli stalli del coro, mi riprometto di offrirvi in un prossimo articolo una analisi dettagliata della simbologia in esso presente.

Il secondo artista ha effettuato le opere pittoriche, affreschi e dipinti, disseminate nei vari ambienti monastici.

Mentre il terzo è stato l’architetto che ha ristrutturato e decorato, tra il 1710 il 1740, buona parte degli ambienti claustrali. Vanno inoltre citati il pittore Johann Georg Bergmüller, e Johann Baptist Zimmermann fratello di Dominikus.

Alcune di queste splendide opere d’arte ve le offro in questa carrellata d’immagini, le quali rendono solo parzialmente la ricchezza di questa sontuosa e monumentale certosa tedesca.