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Dom Innocent Le Masson sul Sacro Cuore di Gesù

Le Masson

Cari amici, per cominciare questo mese di giugno dedicato al Sacro Cuore di Gesù, voglio offrirvi una preghiera concepita dal certosino Dom Innocent Le Masson per adorarlo con devozione.

O Sacro Cuore di Gesù, mio Salvatore, ti adoro”:
“O Sacro Cuore di Gesù mio Salvatore, ti adoro, versando lacrime sui miei peccati. Perché non ho una fontana di accorate lacrime per piangere con dignità le afflizioni che ti ho causato? Dammi la grazia di fare frutti degni di penitenza. Ti adoro, o Re dei cuori, che sei le delizie del Cielo e della terra. Viva il Cuore di Gesù il Re dei cuori; e possa Egli regnare eternamente su tutti i cuori. O Cuore Adorabile di Gesù, nostro Sovrano Maestro, riempi le profondità dei nostri cuori con la tua Dottrina e le tue Virtù. O Cuore di Gesù, Figlio unigenito di Maria, dolcissimo di tutti i cuori, lavaci dalle nostre iniquità e rendici come te. Eterno Padre, che, colmando di infinito Amore per noi il Cuore santissimo di Gesù Cristo, tuo Figlio, nostro Signore, lo hai reso amabilissimo a coloro che ti sono fedeli, concedici la grazia di amarlo e di riverire in tale una via, perché possiamo meritare e per Lui e con Lui, di amarti ed essere amati da Te e da Lui in Cielo durante la beata Eternità. Per lo stesso Gesù Cristo nostro Signore”.

AMEN

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Dionigi e la protezione di Maria

Ed a conclusione di questo mese mariano, cari amici, facciamo nostra quest’altra preghiera per guadagnarci la protezione materna e l’aiuto incessante della nostra Mamma Celeste. Un’orazione concepita da Dionigi il certosino, ed estratta dal trattato ” De perfectione caritatis dialogus”.

Jusepe_de_ribera_lo_spagnoletto_-vergine con bambino e San Bruno

“Io vengo prima a te, Vergine delle vergini,
che ha dato alla luce il Figlio di Dio, perché confido in te
più che in tutti i santi, perché so che Tu puoi
davanti al mio Dio e Signore più di tutti loro. Regina di
cielo, Madre del Re degli angeli, Signora del
mondo, imperatrice più gloriosa di tutto il mondo, ma
anche pietosissima Madre di misericordia,
fedelissima avvocata dei peccatori, clementissima
riconciliatrice dei malfattori, dolcissima consolatrice

dei miserabili, mi riconosco indegno di invocare il tuo
nome; tuttavia, spinto dalla necessità
ricorro alle viscere della tua materna, verginale e divina pietà,

che non hai mai chiuso a chi veniva
implorando te ed io lo facciamo completamente inzuppato di
lacrime d’amore, prostrato davanti ai tuoi santi piedi, io che sono totalmente povero, misero e miserabile peccatore; Vengo a chiedervi, mia Signora, l’elemosina della vostra clemenza per non morire di fame. Ti chiedo, o mia Signora, traboccante di carità, che per questo ardore di carità che ti fece Madre di Dio, quando
hai pronunciato il tuo fiat, ti chiedo, insisto, che tu richieda
per me almeno una scintilla di carità del tuo dolcissimo Figlio, che nulla ti negherà; altrimenti ai vostri piedi morirò di fame e di sete d’amore, e quindi, Signora, mi permetta di parlare così. Lei apparirà colpevole della mia morte per non aver aiutato pur potendo farlo. Non permettere, buona Signora, che si dicano cose del genere.”

(De perfectione caritatis dialogus, art. 31. t. 41. p. 385).

Dom Isidoro Maria Estudillo, “De cella Ad coelum”

DA

In ricorrenza del suo trigesimo, voglio onorare la memoria del compianto certosino, Dom Isidoro Maria Estudillo uno dei quattro ultimi monaci della certosa portoghese di Evora. Alla chiusura di Scala Coeli, come ricorderete gli anziani confratelli furono trasferiti a Miraflores, lo scorso 29 aprile è asceso al cielo Dom Estudillo, esattamente sei mesi dopo del suo amato confratello Dom Isidoro Alfonso Maria, con il quale ha condiviso la triste chiusura della certosa di Evora.

Dom Isidoro Maria Estudillo, nacque con il nome Francisco a Carmona, vicino Siviglia, il 30 novembre 1926, entrò in certosa di Aula Dei il 29 ottobre del 1943, e fece la prima professione presso la stessa certosa l’8 dicembre 1944. Fece seguito la professione solenne l’8 dicembre del 1948. Ordinato sacerdote a Saragozza il 23 settembre 1950, fu poi nominato maestro dei novizi presso la certosa di Évora il 5 giugno 1969. Passato a Scala Coeli, vi divenne maestro dei novizi il 28 maggio 1989. Fu sollevato dall’incarico nel 1996 e nominato vicario nel 1997, e, come vi dicevo da questo blog, lo abbiamo conosciuto poichè fu uno degli ultimi certosini della certosa di Santa Maria di Scala Coeli, a Évora, dove visse fino al 2019. Oltre a molti scritti, egli amava dedicarsi con passione al proprio orto, ed inoltre questa passione amava trasmetterla ai novizi.

La certosa di Santa Maria de Montalegre (Barcellona) è stata la sua ultima dimora terrena. Egli amava dire “Se i fiori sono così belli, come sarà il cielo”.  Ed alla Vergine Maria, cui era molto devoto, scriveva: “Dolce sarà la mia morte, se imiterò bene la tua vita; Bene, a Dio posso salire sì, fidandomi anch’io, che solo amandoti sono riuscito a vivere”.

avviso

Uniamoci in preghiera, che Dio lo abbia in gloria e che la Vergine e San Bruno lo accolgano come merita.

Ecco per voi l’ultimo saluto della sua comunità

007

Sermone Capitolare

al funerale di

Dom Isidoro Estudillo

(1926 – 2023)

Ottanta anni fa, a soli diciassette anni Francisco entrò alla certosa di Aula Dei. Nel corso di tutta la sua vita certosina si rese sempre disponibile ad accettare incarichi al servizio dei suoi confratelli… come Vicario, sacrista, procuratore, in varie case in Spagna.

Per 50 anni fu Padre Maestro. Questo servizio gli andava molto bene, era idoneo per questo incarico. Dom Isidoro era certosino dalla testa ai piedi, da dentro a fuori… Ha vissuto ciò che ha insegnato…

Ed egli insegno molto, con i suoi numerosi commenti sugli Statuti, le sue conferenze. Quando era Padre maestro in Scala Coeli, fecero ingresso molti candidati dal Brasile, anche se molti uscirono, ed alla fine solo molto pochi rimasero. Tuttavia, nessuno di loro ha dimenticato la testimonianza del loro amato Maestro, Dom Isidoro. Egli dette la testimonianza di un vero Padre certosino, che sempre, fino alla fine della sua lunga vita, fu un vero esempio di vita nascosta in Dio, di sensibilità, di umiltà e di allegria.

A proposito del Vicario, gli Statuti dicono che egli deve brillare avanti agli altri con il suo esempio e la sua parola, e mantenere tutti nella osservanza della regola e nella santa pace.

Qui, a Montalegre, dove giunse nel 2019, Dom Isidoro ha rispettato questa regola in maniera edificante. Era sempre affabile, delicato, equilibrato. Fu un consigliere molto saggio, quasi fino al suo ultimo respiro.

Tra le sue opere letterarie vi sono molti poemi e poesie: espressione della sua fiducia ed amore con Dio e Maria in tutta la sua lunga vita. Qualche mese fa, nel ” Canto della Vita” egli scrisse sulla morte:

Madre, nella vita e nella morte

Quando mi si apre l’eternità

la mia ultima parola sia

“santa e felice fortuna”

il tuo nome nel mio espirare.

E poi dopo,

al vedere il tuo volto di Madre

il tuo viso mi soddisferà (Salmo 16)

al poterti contemplare

così come Dio ti creò.

E preso dalla tua mano

Mi consegnerai al Signore

che volle incaricarti

per portarmi nel suo Regno

e con Lui stare sempre.

Per i secoli dei secoli.

Amen

Recentemente, un’emorragia celebrale, lo aveva debilitato progressivamente, però in ogni momento restò pienamente lucido e cosciente, riuscendo anche a concelebrare.

Come una candela tremolante, la sua vita terminò docilmente, in allegria ed in pace…

Dom Isidoro amava tanto la vita!

Ed incontrò nella vita certosina la sua piena realizzazione. Ora è stato chiamato dal Padre per la sua dimora celeste. E come diceva prima di morire è stato preso per mano dalla Vergine Maria.

Preghiamo per Dom Isidoro, affinchè possa partecipare alla vita eterna, che Gesù resuscitato promise a coloro che sarebbero rimasti fedeli fino alla fine…

Requiescat in pace

Silenzio certosino 15

Silence c

L’alba nascente dell’eterna chiarezza
Mi chiedi come vivere di Dio e dell’aldilà quando devi passare la vita circondato dal movimento delle cose e la tua anima troppo spesso tormentata da preoccupazioni e problemi. La risposta… è nella tua stessa vita… Quando il buon Dio un giorno ti mostrerà… quanto tu stesso tieni in questa vicinanza divina e in questa pace di essere amato da Lui e per poterlo amare, allora ti chiederai come hai potuto essere turbato e ansioso. Ma questa luce è la luce dall’alto; quaggiù ci giungono solo raggi furtivi, come quelli che filtrano da una bruma autunnale… E soffriamo, perché siamo fatti per Lumen vitae, lux aeterna… E sbagliamo perché la nebbia, la notte e l’ansia sono nel disegno divino che conduce a una grande chiarezza. Devi credere prima di vedere; devi credere per vedere; è necessario credere in Colui che vede per vedere un giorno ciò che vede e come vede. Lo voleva così. Lì trova gloria e gioia. Quello che vede solo la notte e che gli dice: “Mio Dio, non vedo niente; ma siccome mi dici che stanotte è la tua luce, io ci credo. Tutto in me mi dice il contrario; immolo questo io; ti ascolto contro di lui; Preferisco te a lui”, questo mette Dio al suo vero posto, il primo. È chiaro che questo è il grande sacrificio abneget semetipsum; perché la ragione che dice: “È notte”, è la cittadella dell’io; quando la immoli, dai tutto: Et nox illuminatio mea in deliciis meis (“Questa notte, per me, è luce di gioia”). Questa notte accolta, questa notte che la ragione chiama notte, ma che Dio chiama luce, improvvisamente illumina e diventa il raggio delizioso, l’alba nascente dell’eterna Chiarezza. Credi dunque che nel mondo, in questo mondo sconvolto in cui devi vivere, in questo mondo così privo di pace e così lontano da Dio, e nella tua anima soprattutto, nella tua anima sopraffatta dai guai, Dio c’è; Dio ama. Dio si dona, Dio effonde la sua pace alle anime di buona volontà… e tu sei una di quelle anime. Credici; non cercare di capire; non chiedere di sentire; perché credere è proprio consegnarsi a una parola senza intendere né sentire.
Credi… e questa Parola che è la Parola stessa, la Parola di Dio, ti trasforma in Lui e ti rende partecipe della sua vita.
Quindi quell’anima vive davvero
(La vita) sono pochi minuti passati insieme nell’attesa del ricongiungimento finale in patria dove manca solo un minuto… ma un minuto eterno. Sarà divertente, vero? Eppure è la vera verità e la vera vita. E potremmo, praticando poco a poco, cominciare a viverla quaggiù. Tu soprattutto, nelle tue lunghe ore di solitudine e di silenzio quando assomigli tanto a un certosino nella sua cella. È molto difficile perché è molto semplice e noi siamo molto complicati. Quindi il modo per arrivarci è semplificare… La mia idea, la mia grande idea, la mia idea che vorrei essere unico, è che tutto è pianificato, preparato, ordinato o permesso, ed eseguito ogni secondo dall’onnipotente volontà di chi ci ama. Un’anima semplice è dunque quella che, in fondo a tutto ciò che accade, sa scoprire, adorare, amare questa volontà. Una vita semplice è una vita che passa nell’unione della fede con questo amore. Notate che ci tengo molto a dire: unione di fede. Questo è ciò che confonde. Vogliamo vedere, ci piace vedere, abbiamo bisogno di vedere. Ma la fede crede e non vede. Lei crede a ciò che un altro vede. Quando avrà fatto questo durante il corso dei suoi giorni terreni, allora diventerà a sua volta una visione. Ma intanto deve affidarsi a Colui che vede e che è venuto a dirci: questa è la verità, questo è quello che c’è lassù; questo è ciò che vi aspetta e vi sarà dato se confiderete nella mia parola. Sii sicuro di te stesso. Organizza tutta la tua vita attorno a questa fiducia e la semplificherai… e inizierai, attraverso le stagioni che passano, le gioie oi dolori che si susseguono, a vivere un po’ il minuto che non passa più.
Ci saranno solo presenti
Perché è così: niente fa girare la lancetta dell’orologio come le occupazioni e le preoccupazioni. Quando hai molto da fare, non vedi più passare le ore. Ecco perché non li vedremo passare dall’altra parte. Saremo troppo occupati. Saremo così assorbiti dall’amore di Dio che non vedremo e non vorremo altro. Ma questa occupazione non sarà una preoccupazione. Non ci preoccuperemo più di cosa accadrà dopo. Non ci saranno né prima né dopo. Ci sarà solo il presente, e soddisferà tutti i nostri desideri… Tutta la difficoltà, vedi, viene dal fatto che vorremmo sentirlo, e che quaggiù dobbiamo accontentarci di crederlo; Vedremo più avanti ; sarà chiaro come il giorno. Ora è chiaro solo come la notte. Di notte dici: lì c’è un muro, è meglio non calpestarlo; ci sono delle scale un po’ più in là dove ti rompi le gambe, devi andarci passo dopo passo (e non “praticamente”). Questo muro e queste scale, non le vedi; eppure ti comporti come se li vedessi; tu hai fede e la tua fede ti conduce, nonostante il buio, attraverso ostacoli, senza impedimenti. la fede è la luce dalle tenebre della terra; mostra cosa c’è in questa oscurità, e cosa c’è è Dio che ci ama, ci chiama, e vuole che andiamo a lui non con i lumi della nostra ragione, ma con i lumi della sua stessa ragione. Poiché è molto più, infinitamente più ragionevole di noi, credere è infinitamente ragionevole. Di qui la pace di chi ha fede; da qui la grande pace di coloro che hanno una grande fede, e la pace perfetta di coloro che hanno una fede perfetta.

Dialogo con San Bruno 12

6 dialogo

Proseguono le domande del certosino giornalista a San Bruno in questa immaginaria intervista. Apprezziamo la domanda e la risposta esaustiva sul tema dell’obbedienza.

“Sull’obbedienza”

CG – Padre S. Bruno, la nostra vita certosina, come lo sai, è costruita sull’obbedienza di Gesù. Pertanto, deve essere eseguita in obbedienza. Accade, però, che in questi tempi in cui devo vivere si parla e si scrive molto sull’obbedienza – e non sempre a suo favore. Vorrei sapere la tua opinione su questo argomento. Vuoi dirmi qualcosa su questo?

SB – Se ricordi bene, nella mia Lettera ai monaci certosini ho spiegato il mio pensiero sull’obbedienza a tutti voi e non ho nascosto la mia soddisfazione e la mia gioia nel conoscere la perfezione con cui era vissuta dai Fratelli di quella prima Comunità, alcuni dei quali ho conosciuto. Attualmente, come cittadino del Regno di coloro che con la loro obbedienza cantano la vittoria, continuo a pensare la stessa cosa. Non ignoro come, proprio perché così “flagellata”, l’obbedienza sia trattata dal vostro mondo attuale e nè ignoro la svolta spettacolare avvenuta nella concezione dell’obbedienza.

È vero, figlio, qui siamo informati che quel modo di sentire, pensare e agire secondo il quale la legge era espressione della volontà di Dio, è per molti inaccettabile e impraticabile. E sappiamo anche che si menzionano tanti fattori interni ed esterni all’ambito ecclesiale e religioso, fattori preconciliari, conciliari e postconciliari, con i quali si vuole giustificare la “rottura” di quella mentalità sull’obbedienza.

E affinché tu veda che ne siamo consapevoli – e lo siamo perché noi che siamo stati Fondatori in questo mondo, seguiamo con interesse tutto ciò che riguarda la vita religiosa, poiché resta nostro compito assicurarne la conservazione e la purezza –, so che siamo stati opportunamente informati sul tema delle rivoluzioni sociali che hanno modificato i rapporti umani; e sulla discesa delle gerarchie e l’ascesa dell’uguaglianza umana nei diritti e nei doveri; e sulle scienze antropologiche, psicologiche e sociali che rendono più viva la coscienza del valore dell’uomo; e sulle nuove chiavi ermeneutiche per vivere i tuoi voti; e sul passaggio dal sistema oligarchico a quello democratico, dall’extero-tipizzazione (modelli esterni) alla rilevanza della soggettività, e dall’eteronomia all’autonomia…

Come vedi, anche in Paradiso siamo informati delle cose della terra: tanti cambiamenti, tante alterazioni, tante nuove parole…; ma «la parola del Signore è per sempre» (Sal 118,89).

E, come puoi immaginare, il tuo Padre e Fondatore continua a pensare all’obbedienza alla luce di quel “Verbo” “per mezzo del quale tutto è stato fatto” e che, nonostante ciò, “si è fatto obbediente fino alla morte, fino alla morte di croce”. E se sei in grado di ricevere la confidenza di un padre, ti dirò che non desidero altro che i miei figli continuino a vivere l’obbedienza nello stesso modo in cui gli ho insegnati e che non prestino attenzione a nessuna delle nuove dottrine sull’obbedienza, se non sono conformi all’obbedienza di Cristo e della Chiesa.

Tornando dunque al punto di partenza, ti ho detto che ero profondamente contento dell’obbedienza dei miei monaci, perché vedevo in essa una manifestazione gentile della misericordia di Dio sulle loro anime. Infatti l’obbedienza, come perfetta imitazione di Cristo obbediente, come sua continuazione nel mondo, non è solo opera dell’uomo; è soprattutto opera di Dio nel cuore di quell’uomo che si è donato al suo amore; è una grazia concessa a coloro che sinceramente lo amano, lo servono e lo cercano.

Sì, un’opera di Dio. Perciò vi ho detto: “L’anima mia esalta il Signore, perché ha visto la grandezza della sua misericordia verso di voi…Mi rallegro che, essendo privi della conoscenza delle lettere, il potente Dio incide con la sua mano sui vostri cuori non solo l’amore, ma anche la conoscenza della sua santa legge. Con le vostre opere dimostrate ciò che amate e ciò che conoscete, quando praticate con ogni diligenza e cura la vera obbedienza, che consiste nell’eseguire i precetti di Dio ed è la chiave e il sigillo di ogni disciplina spirituale…È chiaro così che raccogliete il frutto l’infinitamente dolce e vitale di ciò che Dio scrive in voi” (Lettera ai monaci).

Così, quei monaci della prima Certosa manifestarono il compimento della parola del Signore: «Metterò la mia legge nei loro animo e la scriverò nei loro cuori» (Ger 31,33).

Ho voluto accennarvi non solo la legge ma anche la forza della legge, l’amore: “Amore e conoscenza della sua santa Legge”, che lo Spirito Santo ha scritto nel cuore di coloro che non sapevano né leggere né scrivere.

CG – Cosa gli volevi dire con quello?

SB – Semplicemente, per comunicarvi la mia intima persuasione che la vera obbedienza, manifestata attraverso le opere, può scaturire solo da un cuore formato, animato dall’amore di Dio e da esso guidato.

Perché è opera del Dio che abita nei cuori, “il frutto dell’obbedienza è infinitamente dolce e vitale”. Dolce perché l’amore rende dolce tutto ciò che si fa per amore; Vitale perché l’amore infonde vigore e vita in tutto ciò che fa, in tutto ciò che tocca. “Mettete amore dove non c’è amore e attingerete amore da tutto”, vi ha detto Giovanni della Croce.

Schiavitù d’amore

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Oggi, voglio offrirvi una meditazione del certosino Dom Louis Marie Baudin, che come vi ho già illustrato, era particolarmente devoto alla Vergine Maria. Meditiamo le sue parole. Il dipinto raffigurato è stato realizzato dall’amico, noto per essere il “pittore dei certosini”.

Schiavitù d’amore

La devozione alla Santa Madre di Dio e tanto antica quanto la Chiesa e, si potrebbe anche dire, vecchia quanto l’umanità, perché fin dalle origini del mondo gli uomini hanno diretto i loro sguardi verso la Vergine promessa che doveva generare il Salvatore. Tale culto, tuttavia, ha rivestito nel corso dei secoli forme diverse, più o meno gloriose per Maria, è più o meno santificanti per le anime. Ma sul punto dell’importanza di queste forme, la luce completa doveva farsi P

per opera dello Spirito Santo. Essa si è fatta poco a poco; ed è stato riservato a un grande apostolo del secolo diciassettesimo di rivelare pienamente i desideri del cielo a questo riguardo: S. Grignion de Montfort. E Gli scriveva un giorno:

” Anima predestinata ecco il segreto che l’Altissimo mi ha insegnato e che non ho potuto trovare in nessun libro antico o nuovo ;io te lo confido nello Spirito Santo (Il segreto di Maria). Questo segreto consiste, tutti lo sappiamo, nel farsi schiavi d’amore di Gesù in Maria, nell’affidarsi interamente, con tutto ciò che si è e si ha alla Vergine Santissima, Regina dei cuori, per meglio appartenere a nostro Signore, Re sovrano.

Che fare per rispondere a questa chiamata?

Applichiamoci a vivere in una abituale dipendenza dalla nostra Regina, offrendole tutti i nostri atti interni ed esterni. Questa regalità di Maria, che il Montfort mette particolarmente in luce e che egli vuole vedere onorata e servita dagli schiavi d’amore, è il mezzo per eccellenza di glorificare la regalità di Cristo. Dal momento che, in forza della nostra santa schiavitù, ogni cosa in due è diventata veramente proprietà di Maria, tutto quelllo che ella presenterà poi a Gesù, pur provenendo da noi, appartiene pienamente a lei; e così Gesù direttamente glorificato da Maria, ottiene tutta la sua gloria.

(Meditations Cartusienne)

Silenzio certosino 14

Silence c

La gioia di donarsi
Questa è vita. Bisogna prenderla così com’è, ed è prendendola così, è dedicandosi e donandosi fino alla morte che si trova, anche quaggiù, la gioia più grande. È la legge, non la cambieremo.
La preghiera che si fa quasi ovunque e sempre
Abituati alla preghiera che si fa quasi ovunque e sempre. Non è solo nella chiesa che il buon Dio è a nostra disposizione. Egli dimora nel profondo del nostro cuore come in un tabernacolo, purché siamo in stato di grazia. Ma sfortunatamente! quante volte è lì solo e dimenticato! Se fossimo trattati così, noi!
Preghiera: formule brevi ma ferventi
La sorgente è inesauribile: è il Cuore infinito che ama sempre e per sempre, che ama fino alla morte. Chiede solo di diffondere il suo amore ei suoi tesori; Dice: “Chiedete e vi sarà dato”. E se chiediamo beni sul cui valore ci sbagliamo (il che è molto frequente), Egli ripara i nostri errori rifiutandoli e dandoci molto meglio. Andiamo! Si capisce che d’ora in poi busseremo spesso a questa porta divina?… Sapete! Sono essenziali formule brevi ma fervide. Due o tre volte alla settimana dite solo “Padre nostro” e “Ave Maria”, mattina e sera, ma lentamente, riflettendo su ogni parola e guardando dentro di voi con chi state parlando e chi vi ascolta e chi vi ascolta e chi vi ama . Invita tutti intorno a te a fare lo stesso.
È così semplice e così veloce
Fai molto da solo. La preghiera è l’occupazione più alta quaggiù. Quando il tempo è poco, preghiamo mentre facciamo altro: un pensiero verso il Cielo o verso il tabernacolo, un movimento del cuore, è così semplice e così veloce!
Case di silenzio e vera contemplazione
Poiché siete disposti ad interessarvi del nostro Ordine, posso almeno assicurarvi che, nonostante le piccole miserie insite nella natura umana, le nostre case rimangono paradisi di preghiera e di vera meditazione. Non siamo né eroi né santi come credono le anime alte che riversano su di noi la ricchezza ideale della loro vita interiore. Ma nemmeno siamo pigri e inutili. Animiamo i nostri servizi ei nostri esercizi con un vero sentimento di amore e il desiderio di dedicare a Lui la nostra vita.

Meditando sull’Ascensione

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Polittico Certosa di Abbeville (1485)

Oggi in occasione della festa dell’ Ascensione, quest’anno ho scelto per voi una meditazione estratta da “Vita Christi” di Dom Ludolfo di Sassonia.

Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio. (Luca 24:50-53).

L’Ascensione del Signore era prefigurata nella scala di Giacobbe, che da un lato toccava la terra e dall’altro il cielo, e su di essa salivano e scendevano gli angeli. In questo modo Cristo è disceso dal cielo ed è risorto quando ha voluto visitare di nuovo le cose celesti e terrene. Era giusto che il mediatore tra Dio e gli uomini fosse Dio e l’uomo, altrimenti non avrebbe potuto ristabilire la pace tra Dio e l’uomo. Dio è l’altissimo e l’uomo è l’infimo; perciò Cristo ha fatto ricorso alla scala tra il cielo e la terra. Gli angeli scendono attraverso di essa, portandoci la grazia, e risorgono, portando le nostre anime in paradiso. Cristo ha anche indicato l’Ascensione quando ha predicato la parabola di una pecora, tra cento, smarrita e ritrovata. C’è una pecora smarrita, quando trasgrediamo un comandamento di Dio; Dio lasciò i novantanove, cioè i nove cori degli Angeli in cielo, e venne in questo mondo, per trentatré anni a cercare l’uomo perduto. Ma una volta trovato, la pecora lo portò sulle sue spalle, e lo portò, quando portò la croce per i nostri peccati; ha invitato i suoi amici a congratularsi con lui quando è salito con l’uomo e ha reso felice l’intera corte celeste. Anche l’Ascensione del Signore era prefigurata nella traduzione di Elia. Elia predicò la Legge di Dio in Giudea e rimproverò coraggiosamente coloro che la trasgredivano, così subì una grande persecuzione da parte dei Giudei, ma davanti a Dio meritò di essere portato in paradiso. Così, Cristo insegnò la via della verità in Giudea e per questo subì molte persecuzioni da parte dei giudei: «Dio, a sua volta, lo ha innalzato al di sopra di tutto», al di sopra di tutti i cieli, «e gli ha dato un nome al di sopra di ogni nome», eccetera. (Fil 2,9); poiché “Non doveva il Messia soffrire queste cose, per poter entrare nella sua gloria?” (Lc 24,26); È quindi molto meglio per noi soffrire le sofferenze di questo mondo per la vita eterna. (Libro 2, cap. 82, n.20.Vita Christi)

Silenzio certosino 13

Silence c

Il nodo centrale della nostra vita
Il disordine successivo ad una colpa è una seconda colpa che si aggiunge alla prima e che è più grave della prima. Fu san Francesco di Sales a fare questa osservazione: lo capì. Ed ecco il motivo: una colpa va contro una virtù o un comandamento. La sventura va contro il comandamento di tutti i comandamenti, e contro la virtù che è regina di tutte le altre: va contro la carità; va contro la fede all’amore. Un’anima travagliata è un’anima che non crede veramente nell’amore. Ma la fede nell’amore sì promette di vita eterna: qui credit in me habet vitam aeternam. Questo è il nodo centrale della nostra vita. Intorno a questo punto unificheremo tutti i pensieri della nostra mente, tutti i sentimenti del nostro cuore, tutti gli atti dei nostri giorni. Secondo la tua parola, che è molto giusta e molto bella: li armonizzeremo. Ne faremo un’armonia. La vita di fede, infatti, è essenzialmente armonica e ordinata. Può essere riempito con vari movimenti e attività; lei è sempre una. Ha Dio per principio e termine, e partecipa di questa unità. I vari elementi sono la materia di cui è fatta la vita, ma non sono la vita. La vita è il principio segreto che anima, ordina, dirige e unifica tutti questi elementi. Per l’anima di vera fede, questo principio è lo spirito santo.
Il nostro indispensabile Signore
Nostro Signore è indispensabile per condurre l’anima alle vette supreme del vero abbandono che è la vetta suprema dell’unione con Dio. Senza di Lui possiamo stare davanti a un Maestro. L’unione con Dio esige che ci troviamo di fronte a un Padre. Ed è Gesù, il Figlio fatto uomo, che ci mette lì… Pregate bene per i poveri che sempre più perdono la testa e vanno verso l’abisso. Ma il buon Dio lo sta aspettando sullo sfondo.
La gioia di “passare”
Non vi chiedo se siete nella gioia pasquale. Io so chi sei. Ma spero che sempre di più assaggerete la dolcezza che troppo spesso nasconde. È la gioia di passare «da questo mondo al Padre suo». Ha la sua sorgente nella luce che ci mostra Dio e la sua volontà di amare in tutte le cose. Di fronte a queste cose che passano, non ci fermiamo alla superficie mobile che muta, andiamo al fondo immobile che rimane: Dio e il suo amore di Padre. Quindi troviamo dolce “passare”.
Gli piace che ci diamo così come siamo
Il fiat che Dio ci chiede quando soffriamo non è il fiat dell’insensibilità, ma il fiat della sofferenza. Dagli il tuo cuore sanguinante finché sanguina; allora glielo darai placato quando sarà giunta la pacificazione. Perché ama che ci diamo come siamo; e se ci sono rettifiche da fare, le farà perché ci saremo dati noi stessi.

NEWS: E’ online il nuovo sito ufficiale della certosa della Trasfigurazione

sito

Cari amici Cartusiafollowers, è con immenso piacere, che diffondo la notizia di questa novità che voglio condividere con tutti coloro che mi seguono su questo blog. Sono lieto di annunciarvi un nuovo sito ufficiale dell’Ordine certosino, riguardante la certosa statunitense della Trasfigurazione. Raggiungibile al seguente indirizzo: https://carthusiansusa.org/ 

In esso sarà possibile scorgere contenuti inediti, come testi, ed immagini molto accattivanti delle attività quotidiane della comunità monastica.

La decisione presa dai vertici dell’Ordine, credo sia in linea con quello che io ho percepito in questi anni. In un’epoca, dove la società è fortemente minata nelle fondamenta risultando impoverita, i giovani hanno voglia e desiderio di cercare Dio attraverso una vita semplice basata sulla ricerca dell’essenziale. Pertanto entrare in comunicazione con le nuove generazioni, attraverso un nuovo accattivante sito internet, credo sia una scelta encomiabile, poiché potrà consentire ai giovani di entrare in contatto diretto con l’Ordine certosino, ritenuto apparentemente quasi etereo. La mia umile speranza è che Cartusialover abbia potuto contribuire, sia pure in misura impercettibile, ad innescare, quel volano presso tutti coloro che frequentando questo blog, siano stati incuriositi, attratti e spinti a conoscere meglio il mondo certosino. Se ciò è realmente accaduto, confido che accada ancora in futuro e ne sarei gratificato poichè ciò rappresenterebbe per me il raggiungimento completo del mio obiettivo. Il link del nuovo sito, da oggi verrà riportato nel blogroll sulla colonna di destra. Possa San Bruno benedire questa lodevole iniziativa, che dovrà contribuire a consolidare per molti altri secoli la già quasi millenaria e straordinaria storia certosina.

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