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  • Memini, volat irreparabile tempus

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“Nell’ora della mia morte, Signore, scendi su di me”

Dionigi calci

Oggi in occasione della celebrazione della commemorazione dei defunti, cari amici, voglio offrirvi una deliziosa preghiera del beato Dionigi di Rijkel, una invocazione nell’ora della morte. Ricordando in questo giorno tutti i nostri cari defunti, preghiamo per le loro anime, questa orazione concepita dal “Doctor Extaticus”.

“Nell’ora della mia morte, Signore, scendi su di me”

«O dolcissimo Signore Gesù, splendore della gloria del Padre, sole di giustizia, è per me, è per il tuo piccolo servo, che hai voluto soffrire il dolore nella sua forma più vile; è per la redenzione del mondo che hai dato la tua vita in cima al Calvario e che, in un’ultima preghiera, hai dato il tuo spirito nelle mani del tuo Padre celeste. Ecco dunque ciò che oggi vengo a chiederti: è poter portare e sentire per sempre nel mio cuore il tuo amore, o mio Dio, e il dolore della tua morte che è stata così piena di amarezza; è anche allenarmi ogni giorno a morire con te mediante la mortificazione di tutti i miei vizi, affinché nel mio ultimo giorno respirerò gioiosamente alla Luce della tua Misericordia ed entrerò con te nelle gioie del Paradiso. Nell’ora della mia morte, Signore, scendi a me, e se l’agonia cade su di me, vieni presto in mio aiuto. Ti desidero, vieni a me; Sono circondato da nemici, difendimi; soffro, strappami da questo dolore; gemo, consolami; tremo, rafforzami; ho freddo, scaldami; sono abbattuto, sollevami; io spiro, ricevimi. Che la mia ultima parola quaggiù sia la stessa della Tua ultima Parola sulla Croce, e quando la mia voce non si sente più nella mia gola muta, ascolti almeno il grido del mio ultimo desiderio: “Padre, io cedo l’anima mia nella Tua mani: Dio di verità, mi hai redento”.

A M E N

monaci e candela

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Dionigi di Rijkel per l’Immacolata

BRUNO E IMMACOLATA

Eccoci giunti al giorno in cui si celebra la Solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria. Ho scelto per voi, una sublime preghiera di Dionigi di Rijkel, estratta dalla sua opera De Præconio B. V. Mariæ. Vi lascio a questa dolce orazione, frutto di una devozione speciale.

Ho una parola da dirti, o Maria incomparabile e deiforme, Maria, Madre dolcissima e più bella di tutte le donne: spanderò, come fosse acqua, il mio cuore alla tua presenza, mia Signora. Ti loderò e ti esalterò, gentile fanciulla. innalzerò il tuo nome, colomba purissima e castissima; mi rallegrerò ed esulterò in te, singolare e celebratissima sposa di Dio; Sarò abbagliato a contemplarti, onestissima Maria; Tu sei gentile e sempre desiderabile con me, o Maria traboccante di bontà, che non mi hai sottratto il tuo aiuto fin dall’inizio della mia vita, e che mi hai fatto dono del tuo affetto e del tuo nome quando, mentre ero ancora un adolescente, non sapevo ancora distinguere il bene dal male. Tu sei degna d’amore, o Signora, che Dio ha amato e della cui figura si è innamorato; in cui non posso trovare altro che gentilezza e dolcezza, misericordia e mansuetudine, carità e onestà; sei tutta bella e non c’è macchia né sulla tua anima né sul tuo corpo; ornamento e gloria delle donne, onore e gioia degli uomini, nostra speranza e avvocata: tu superi la purezza degli spiriti angelici, che superi in santità; tu sei colei che ha più pietà dei miseri, un amante ardente, forte ed una protettrice fedelissima”

“Degnati di accogliere le mie lodi, o Vergine Santa e Maria Santissima!”

A M E N

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       Cappella dell’Immacolata (certosa di Trisulti)

In preghiera con Dionigi di Rijkel

Dionysius_Carthusiensis_Doctor_Ecstaticus

In occasione del giorno in cui si celebra la memoria del beato Dionigi di Rijkel, voglio proporvi un testo ed una breve preghiera da lui concepita. Egli ci indica la strada per raggiungere la quiete dell’anima. Preghiamo e meditiamo.

Sbarazzati dell’effimero

Dio tiene nelle sue mani la luce della contemplazione.
A volte lo apre
e lascia che questa luce gloriosa
fluisca nell’anima purificata.
Allora l’anima non può più reggersi
e trabocca d’amore.
È trascinata
dalla luce incommensurabile che vede
e dimentica se stessa,
tutti i suoi poteri e sensi
svaniscono
e sprofonda nell’abisso
della luce non creata,
nel mare della beatitudine
e viene consumata dal fuoco dell’amore.
Tuttavia, non può restare a lungo
in questa contemplazione,
perché Dio ritrae la luce.
Dopo un po’, Dio lascia
che
ritorni all’anima
con maggiore luminosità di prima.
Quando l’anima
si stacca da ogni attaccamento al transitorio
e non desidera altro che Dio,
può
ascendere a Dio ogni giorno di più
e si vede immersa
nell’amore eterno.

(Dionigi il Certosino, De fonte lucis ac semitis vitae, XVI, Opera omnia, 41,115-116)

O anima mia, non pensare a niente e non fissarti su nulla”:

O anima mia, stai soffrendo molto perché pensi a molte cose. Lascia lì queste tante cose e pensa solo all’Uno e così non ti affaticherai più per molte cose. E anche, se vuoi, e se puoi, non pensare a nulla di creato e non faticherai affatto, ma sarai ozioso, riposando, con Dio in questo silenzio interiore che Gli piace più di tutto il tuo dolore e tutti i tuoi esercizi . Quindi scegli quello che vuoi, perché piace a Dio che tu rimanga ozioso, nudo, puro e libero da ogni vizio e da ogni immaginazione, e che non pensi a niente e che non ti fissi su nulla”.

Amen.

Dionigi il certosino sulla Vergine Maria

GC Vergine e bambino GC

Per celebrare questo mese mariano, ecco per voi uno scritto di Dionigi il certosino sulla Vergine Madre di Dio. Una profonda considerazione che risuona come una preghiera.

Tu sei la consolazione e la speranza del più colpevole degli uomini. Chi ti ricorre non potrà mai lamentarsi della tua severità e durezza. Ai tuoi figli, anche ai più ingrati, hai la stessa gentilezza e tenerezza; per tutti, hai il cuore di una Madre compassionevole e indulgente. Nonostante la tua alta tenuta e i privilegi esaltati di cui godi in cielo, se il più miserabile, il più impuro, il più disprezzato dei peccatori ti fa appello per un aiuto con un cuore veramente contrito e umile, lungi dal disdegnarlo, lo accogli come una madre amorevole. Lo prendi tra le tue braccia e, tenendolo vicino al tuo cuore, gli comunichi un nuovo calore e poi fai pace con il Giudice che teme. Quanti sono gli afflitti, i peccatori, i cuori completamente abbandonati, che si rallegrano di averti trovato, o Maria misericordiosa. . . !”

Una preghiera di Dionigi di Rijkel.

Dionysius

In occasione del giorno in cui si celebra la memoria del beato Dionigi di Rijkel, voglio proporvi una preghiera che egli concepì per un moribondo condannato alle fiamme eterne. Il noto Doctor Estaticus come sapete fu un eccellente scrittore di mistica motivo per il quale ricevette questo appellativo. Si narra che durante i suoi studi veniva spesso tentato dal demonio, al quale egli impose di reggergli il calamaio in nome di Gesù Cristo.

Eccovi questa bella preghiera:

O dolcissima Vergine Maria, a causa delle preoccupazioni mortali e delle sofferenze interne che il tuo Cuore ha sofferto quando nostro Signore Gesù Cristo, il Figlio vivente di Dio e il tuo, è stato giudicato a morte e condannato alla punizione della Croce, mentre il Gli ebrei gridavano, lo crocifiggevano. Vieni in aiuto del tuo servo che sta morendo, il cui corpo è tormentato dal dolore mortale e l’anima in una strana angoscia, a causa delle tentazioni del demone o della paura che ha i rigori del Giudizio Universale. Vieni, dico, o dolcissima Signora, in suo aiuto, affinché non sia pronunciato una condanna a morte, e sarà condannato a fiamme eterne: al contrario, ottienilo con la tua grazia di intercessione per godersi Gloria, dopo di che sospira ».

Così sia.

Dionigi e le preghiere liberatorie

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Oggi voglio raccontarvi un aneddoto accaduto a Dionigi il certosino, un altra testimonianza del rapporto che egli ebbe con il Purgatorio. Si narra, che il doctor extaticus assistette ad un episodio prodigioso che ora vi racconto. Giovanni van Loewen, prevosto di San Vittore a Xanten, fu un uomo molto caritatevole ed aveva fatto grandi lasciti e doni alla certosa di Roermond, dove in quel tempo era Priore Dionigi. Giovanni era altresì un personaggio molto importante e potente, egli aveva accumulato molti privilegi e prebende. Alla sua morte avvenuta il 23 dicembre del 1438, egli fu sepolto secondo la sua espressa volontà nella certosa di Roermond, il suo intento era quello di continuare a godere della compagnia di quei santi monaci ed usufruire delle loro preghiere.
Ma la sua anima fu condannata ad una dolorossissima pena in Purgatorio, come Dionigi scoprì.
Infatti il giorno stesso del solenne funerale, svoltosi in certosa, il Priore certosino assistette ad un fenomeno prodigioso. Dal catafalco del prelato uscivano terribili lingue di fuoco! Sgomento Dionigi chiese ad un confratello se anche lui vedeva siffatto fenomeno, ma il giovane asserì di non vedere nulla. A quel punto Dionigi colpito per quella visione dedusse che il defunto era in preda a pene pesanti, gli assicurò continue preghiere per la salvezza dell’anima. Nel primo anniversario della morte di Giovanni van Loewen, durante il canto delle Lodi, giunti al ” Benedictus”, Dionigi vide levarsi dalla tomba flebili fiammelle che rivelavano quanto le pene si stessero riducendo, ma non erano terminate e pertanto le preghiere divennero assidue.
In occasione del secondo anniversario Dionigi, in assenza di quel fenomeno ebbe la rivelazione che la liberazione del defunto dal Purgatorio era ormai giunta.
Le preghiere avevano dunque assolto il compito di liberare quella anima tormentata.

Dionigi il certosino: “Il bacio dell’immensa Luce”

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Voglio condividere oggi con voi, un brano estratto da una opera minore di Dionigi di Rijkel, De fonte lucis ac semitis vitae”. In esso l’autore certosino descrive alla sua maniera, come, e con quale intensità avviene il prodigio di essere travolto e baciato dall’immensa Luce dell’estasi. Una descrizione coinvolgente e mirabolante.

Il bacio dell’immensa Luce

Dio nasconde la luce nelle sue mani, poi dà modo di brillare di nuovo; parlare di lei al suo amico (dicendo) che è in suo possesso e può salire fino ad essa “(Gb 36,32). Dio tenendo in mano la luce della contemplazione e un raggio di visione mistica, a volte le apre e le fa scorrere in onde radianti fino a giungere alla luce dell’anima purificata, altre volte, diversamente, si ritira e si nasconde e quindi questa bella luce si nasconde o si visualizza a secondo della volontà di Dio, e delle sue disposizioni, e brilla con una abbondanza o un più o meno grande bagliore. Quando l’Onnipotente mostra all’anima questa luce, subito, in un istante, in un batter d’occhio, la sua folgore cattura l’anima di sorpresa e cogliere la sua delicatezza e senza violenza, con la sua imponenza, con la sua pienezza e l’eccellenza della sua maestà, la sua perfezione, il suo immenso bagliore.
Allora l’anima perde i sensi e trasuda fuori di se stessa vinta dall’amore, a bocca aperta in soggezione della maestà della luce immensa di Colui che contempla; nella deliziosa serenità della visione della Divinità , si dimentica di se.

Si è illuminato e infiammato immediatamente con una tale forza che morendone, si perdono le proprie forze ed i sensi del corpo. Poi, introdotto nel segreto della luce increata, sprofondando nell’abisso di questa infinito chiarezza; estaticamente ci si perde in un oceano di felicità eterna; si arde, liberati nel fuoco di un amore immenso; si va da qui a lì come un’avventura, ma con una maggiore sicurezza nel vasto e impossibile da attraversare, una vasta estesa ed immensa mera solitudine; si abbandonano i sentieri battuti con gioia, perdendosi senza sapere come.

Tuttavia, l’anima umana non può rimanere a lungo fisso in questa contemplazione Angelica completamente pieno di pace. Dio toglie la luce che aveva infuso poco prima, e la nasconde nelle sue mani. Poi, dopo qualche tempo, invia l’anima di nuovo, e poi lei viene spesso con una luminosità maggiore rispetto a prima. Quando questa luce brilla nell’anima, splende di nuovo, si infiamma, e poi ancora, la si ammira e se ne vienesommerso, si sviene.

Poi il Dio di immensa dolcezza rende noto “al suo amico,” il suo fervente amore, questa luce, prima in “mani nascoste” ora “è in suo possesso”, perché disprezzava tutto ciò che è carnale e mutevole, e non ha voluto nulla, tranne Dio e nient’altro che Dio, in modo che si possa “arrivare ad essa”, con l’aiuto del Signore, cresce ogni giorno nella luce, restare, infine, devotamente attento alla più dolce luce originaledi Dio, uniti a lui in fruizione, ed immerso nel suo amore eterno.

Infine, dal momento che una grande elevazione del genere soprannaturale dello spirito, in modo ammirevole e di alta contemplazione è una nobilitazione ed una divinizzazione, segno e il lavoro della bontà infinita e l’amore di Dio per lui, la Scrittura aggiunge subito dopo la parole citate: “il mio cuore trema e salta fuori dal petto” (Gb 37,1)

La grazia preveniente di Dio, che scorre in questa profonda contemplazione, tocca i sensi dell’amante, lo solleva e lo unisce a se. Chi fa questa esperienza è rapito da Dio, dice S. Bernardo, in chiaro giorno sopra il tumulto delle cose, le gioie del silenzio, vale a dire, alla luce più chiara del supremo splendore; riposa lì delicatamente, al sicuro dai torrenti dei desideri di questo mondo, l’immaginazione senza riposo e pensieri mutevoli, e cullato dentro la sua amata. Così, nel’immediato che ciò è possibile, per un attimo, è dato di vedere Dio così come Egli è (cfr 1 Gv 3,2) … Poi il contemplativo si incontra con il bacio del Padre e del Figlio.

Dionigi el Certosino “De fonte lucis ac semitis vitae, art.XVI, t.41, 115.”

L’inno di Dionigi il certosino

L’inno di Dionigi il certosino

primavera e certosino

“Come fa Dio a far uscire dalla polvere della terra, tali meraviglie! “

E’ arrivata una nuova primavera, e la natura lentamente si risveglia. Dall’interno della sua cella Dionigi esprime con questo inno, tutto il suo apprezzamento nell’opera di Dio. Il suo sguardo si spinge oltre le mura della cella, e la visione della primavera, espande il suo animo che si eleva a Dio in questa lode di ringraziamento.

“Questa è la terra ornata di fiori! Che meraviglia! Quello che vedo è una festa per gli occhi! Mentre lei è attraente! Qui ci sono le rose rosse, gigli bianchi, le viola mammola che non solo la bellezza ci stupisce, ma anche il mistero della loro origine. Come fa Dio dalla polvere della terra a far nascere tali meraviglie! E di verde, più bello di tutto ciò che ci delizia quando una nuova primavera e una nuova vita, produzione di erba che si trova in un migliaio di punti, come se stesse ignorando l’immagine della morte della futura risurrezione; si pone in modo bello nella luce. Saggezza Divina ha adornato la terra con tutto quello che è utile per gli uomini e per molti animali. Egli Gli diede una notevole fertilità. Così sia! ”

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Dionigi il certosino e il Purgatorio

Dionigi il certosino e il Purgatorio

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Oggi 12 marzo giorno della celebrazione di Dionigi il certosino, intendo ricordarne la sua memoria con un articolo che narra attraverso alcuni aneddoti il rapporto dello stesso con il Purgatorio.Va precisato, che Dionigi visse ciò che scrisse.

Egli racconta, che alla morte del padre invece di pregare per l’eterno riposo della sua anima, fu assalito dal desiderio smodato di conoscere sorte toccatagli, trascurando di  suffragarlo. Dio, volendo correggere questo suo insano comportamento, gli si manifestò sotto forma di una voce che diceva:

Perchè ti lasci tentare da tanto vana curiosità? Non sarebbe meglio che tu applicassi il merito delle tue orazioni in suffragio dell’anima del padre tuo, che soffre tra le fiamme del Purgatorio, piuttosto che cercar di sapere dove si trovi?

Colpito profondamente da quanto accaduto e dal monito ricevuto, Dionigi cominciò a pregare con grande zelo per consentire il sollievo dell’anima del genitore defunto. La notte seguente nella sua cella ebbe visione di suo padre, che penando atrocemente nel suo dolore gridava: “Ah! figlio mio, perchè mi hai così dimenticato? Abbi pietà del padre tuo, e soccorrimi con le tue preghiere”. Le sue orazioni furono ancora più incessanti, fino a quando egli ebbe dal signore la conferma che il suo amato genitore era stato liberato dalle pene, e potè finalmente godere della visione di Dio.

Ma questo episodio non fu l’unico che visse Dionigi correlato al Purgatorio.

Un giorno egli  stava assistendo un novizio morente, che da anni aveva promesso a Dio di recitare due volte al giorno tutto il salterio, ma poi egli aveva spesso trascurato il suo impegno e alla fine lo aveva del tutto dimenticato. All’ora della morte il giovane novizio si ricordò della promessa mancata, venne quindi assalito dall’angoscia per non aver compiuto il suo dovere. Per confortare il giovane moribondo, Dionigi promise solennemente al novizio di soddisfare lui stesso la promessa. Purtroppo, a causa dei suoi troppi impegni, negligentemente Dionigi dimenticò di recitare il salterio per il novizio ormai deceduto. Fu così che un giorno il defunto apparve nella sua cella rimproverandolo, rammentandogli della promessa non mantenuta, ed ammonendolo con queste parole: «Se tu avessi dovuto patire la millesima parte delle pene, che io adesso devo patire in Purgatorio, non diresti nemmeno una parola per scusarti, eppure sarebbe fondata. Invece tu soddisferesti immediatamente all’impegno che ti sei assunto davanti a Dio per me».

Egli disse a un suo confratello che centinaia di volte gli erano apparse le povere anime del Purgatorio. Per questo egli continuava a raccomandare la preghiera per le povere anime che espiavano nell’Aldilà.