• Translate

  • Follow us

  • Memini, volat irreparabile tempus

    giugno: 2023
    L M M G V S D
     1234
    567891011
    12131415161718
    19202122232425
    2627282930  
  • Guarda il film online

  • Articoli recenti

  • Pagine

  • Archivi

  • Visita di Benedetto XVI 9 /10 /2011

  • “I solitari di Dio” di Enzo Romeo

  • “Oltre il muro del silenzio”

  • “Mille anni di silenzio”

  • “La casa alla fine del mondo”

  • Live from Grande Chartreuse

  • Inserisci il tuo indirizzo email per seguire questo blog e ricevere notifiche di nuovi messaggi e-mail.

    Unisciti a 668 altri iscritti
  • Disclaimer

    Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge N°62 del 07/03/2001. Rare immagini sono tratte da internet, ma se il loro uso violasse diritti d'autore, lo si comunichi all'autore del blog che provvederà alla loro pronta rimozione. L'autore dichiara di non essere responsabile dei commenti lasciati nei post. Eventuali commenti dei lettori, lesivi dell'immagine o dell'onorabilità di persone terze, il cui contenuto fosse ritenuto non idoneo alla pubblicazione verranno insindacabilmente rimossi.


Dionigi il certosino: La contemplazione della sovressenziale e gloriosa Trinità

Dionigi il certosino: La contemplazione della sovressenziale e gloriosa Trinità

Dal Trattato

Elogio della vita solitaria

La contemplazione della sovressenziale e gloriosa Trinità

Il Padre eterno e il suo Figlio Unigenito si guardano l’un l’altro eternamente e si comprendono in pienezza nella carità con una compiacenza totale e una gioia senza fine per intensità e perfezione. Questo loro contemplarsi, amarsi e comprendersi reciprocamente, in una eternità senza mutamenti, è in essi fonte d’una specie di fervore comune, di amore veemente, fervido e singolare oltre ogni dire: amore che sussiste in sé, comune volontà del Padre e del Figlio, perfettamente uno, sicché quest’amore procede immediatamente da entrambi.

Quest’amore non è chiamato Figlio, ma Spirito Santo, benché sia consustanziale al Padre e al Figlio. Emana ed esce dai due non come una semplice proprietà comune o come reciproca somiglianza, ma come impulso d’amore, come tendenza dell’uno verso l’altro. Egli è l’amore del Padre spirato nel Figlio e viceversa. Giustamente, perciò, è chiamato “amore”, “soffio”, “vincolo”, “unione”, “pace”, “bacio”, “soavità” e “abbraccio” del Padre e del Figlio.

In questa Trinità augusta e beata ciascuna delle divine Persone ama ad un tempo se stessa e le altre due di un amore la cui dolcezza, fervore e intensità superano ogni possibile misura. E poiché ogni Persona contempla le altre due e ne gode pienamente, il loro vicendevole amore è fonte

di infinito diletto. In breve, ogni Persona increata si guarda e guarda le altre due con una letizia infinita, ne gode con somma dolcezza e ama con fuoco inestinguibile. Ecco la vita, la beatitudine e la gloria dell’augusta Trinità. Non è possibile immaginare una realtà più soave, più quieta, più felice di quest’amore intratrinitario, di questo reciproco amplesso dei Tre, della loro gioia personale e comune ad un tempo.

Contempliamo queste realtà indicibili con dolce sobrietà; rallegriamocene con semplicità piena d’amore. Cerchiamo di abbandonare totalmente noi stessi per essere potentemente elevati dall’amore, trasformàti e stabiliti nell’abisso di luce e di verità eterne. Là non presteremo più attenzione alla nostra persona o ai nostri atti; non ricorderemo più niente di quanto

è creato. Là noi saremo una cosa sola con il Signore.

 

Pubblicità

Dionigi il Certosino: La conversione

Dionigi il Certosino: La conversione

Dall’Opuscolo

La generosità dei benefici divini

di Dionigi il Certosino.

TARGA DOCTOR EXTATICUS

La conversione

O Figlio Unigenito dell’eterno Padre, di notte anela a te l’anima mia e il mio spirito nel più intimo di me stesso ha sete di te. O bellezza, che tutto ammanti di splendore, prototipo sul cui modello tutte le cose sono state create, luce vera che illumini ogni uomo2 in questo mondo, dolce e benedetto Gesù, fa’ risplendere il tuo volto sul tuo servo. Questa è la vita eterna: che ioconosca te,3 te ami e in te sia trasformato. O splendore della gloria del Padre, sfolgorío della luce perenne, l’anima mia te brama, consapevole che sei la bontà per eccellenza; eppure ogni suo sforzo ricade inappagato perché tu abiti una luce inaccessibile.

Angelo del gran consiglio, splendore, Verbo della mente paterna, luce dell’anima mia, Gesù, Figlio

Unigenito di Dio, tu riempi ogni spirito celeste di luce pura e intelligibile. Vieni a irradiare la tua luce nella mia mente, vieni a inabitare tutte le mie facoltà. Fortifica il mio spirito, insegnagli a compiere il tuo volere, custodiscilo in te. Deifica, o Signore, l’anima mia in virtù della tua amabile e adorata incarnazione, e rendila a te conforme.

Dionigi il certosino:Come progredire nella conoscenza contemplativa di Dio

Dionigi il certosino: Come progredire nella conoscenza contemplativa di Dio

Dal Trattato

“La custodia del cuore e il progresso spirituale”

di Dionigi il Certosino

Come progredire nella conoscenza contemplativa di Dio

Il Figlio di Dio rivolgendosi al Padre nel vangelo afferma: Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. Perciò la vita eterna, vale a dire la nostra vera e perfetta felicità, consiste nel vedere Dio senza alcun velo e senza alcuna mediazione, lui che per essenza è semplice e uno in tre Persone. In altri termini, la nostra felicità futura, che speriamo ricevere nel regno dei cieli, si fonda nel vedere e godere la Divinità com’è in se stessa. Così è ovvio che quanto più in questa vita progrediamo nella conoscenza pura e amorosa di Dio, 7 Gv 17, 3 tanto più ci avviciniamo alla beatitudine che per grazia di Dio avremo in paradiso.

Ecco perché l’Apostolo scrive: Non cessiamo di pregare per voi e di chiedere che abbiate una piena conoscenza della sua volontà con ogni sapienza e intelligenza spirituale, perché possiate comportarvi in maniera degna del Signore, per piacergli in tutto, portando frutto in ogni opera buona e crescendo nella conoscenza di Dio. Di fronte a quest’affermazione forse la persona religiosa, umile e devota, magari semplice e poco istruita, anzi un po’ rozza o di scarsa intelligenza, resterà male. Si affliggerà perché sa poco e non è dotata di grande scienza né di profonda erudizione. Ebbene, no, tu che hai un cuore tutto donato a Dio, non rattristarti. Ti garantisco che uno tanto più vale, ossia è vicino alla felicità eterna, quanto più ama Dio d’amore autentico. Anzi, tale persona è degna di una beatitudine tanto più alta quanto maggiore è la sua carità.

Buona Pasqua 2014

Buona Pasqua 2014

Mater misericordiae, Tu nos ab hoste protege et hora mortis suscipe” (Maria, Madre di Grazia, Madre di Misericordia, proteggici dal nemico ed accoglic

Anche quest’anno ci accingiamo a celebrare la Santa Pasqua, ma in attesa della risurrezione meditiamo sulla passione di Gesù Cristo. Proviamo a rivivere questo tragico momento attraverso l’immagine di un affresco situato nella certosa di Calci. Precisamente nel Chiostro Grande, lato ovest di fronte ai cimiteri dei monaci, su di un portale che conduce al corridoio che porta al chiostro priorale ed  alla chiesa. Nella pittura murale campeggia la scritta: “Videte si est dolor sicut dolor meus” cioè Guardate il mio dolore e vedete se c’è uno simile al mio.

La rappresentazione pittorica raffigura Maria con in braccio il corpo di suo figlio appena sceso dalla croce, ed ancora sanguinante. Ai lati della scena principale sono raffigurati anacronisticamente due monaci certosini prostrati con il capo chino in segno di riverenza, che reggono dei cartigli indicanti la seguente iscrizione: “Maria, Mater gratiae, Mater misericordiae, Tu nos ab hoste protege et hora mortis suscipe” ovvero Maria, Madre di Grazia, Madre di Misericordia, proteggici dal nemico ed accoglici nell’ora della morte. Tra il 1740 ed il 1760 Cassio Natili e Agostino Giovanni Guidetti lo dipinsero.

Riconoscendo che il tema della Passione di Nostro Signore risulta essere molto caro ai monaci certosini, voglio altresì offrirvi una asserzione del grande Dionigi di Ryckel, sulla quale vi esorto a riflettere: «Devi meditare ogni giorno, anzi di continuo, la Passione di Cristo: e lo puoi fare in vari modi e con molti atti. Primo: richiamandola alla mente; secondo: compatendo; terzo: imitando; quarto: compiacendotene; quinto: ringraziando; sesto: ammirando; settimo: infiammandoti di amore; ottavo: sostando in contemplazione; nono: abbandonandoti in dolce quiete».

Vogliate ora miei cari amici accettare i miei più sinceri auguri per una serena Pasqua, auspicando che insieme alla risurrezione del Nostro Salvatore possa ritornare la gioia nei nostri cuori.

B U O N A   P A S Q U A 

A

T U T T I    V O I

Dionigi il certosino: La vita solitaria

Dall’Opuscolo

La strada stretta della salvezza

e il disprezzo del mondo

di Dionigi il Certosino

monaco in cubicolo

La vita solitaria

“Seduto e in silenzio, il solitario si eleverà sopra se stesso”

 Il nostro Dio è buono per natura, nel senso che la sua essenza è bontà, la sua vita è immortalità, la 4Lm 3, 28 Volgata sua volontà è giustizia. Santo e immutabile, egli è in se stesso somma quiete; perciò ama l’uomo puro e quieto che si astiene dallo strepito delle cattive abitudini, dall’impeto delle passioni, dal tumulto di progetti e affari del mondo. È questi un cuore tranquillo che si protende con libertà ben ordinata verso le realtà del cielo, attendendo al Dio altissimo, sovressenziale, immenso e più che benedetto: al Dio che è bontà ideale, idea eterna, fontale verità, eterna sorgente fulgida e inestinguibile, da cui sorge e dipende ogni perfezione. Nostro Signore, infatti, Dio grande e glorioso, è il solo onnipotente, il solo che va adorato, il solo vero e perfetto Bene.

Egli è sempre l’essere puro, perfetto, infinito, originario, vitale, sapiente oltre ogni sapienza, causa di tutto. Perciò la contemplazione amorosa o l’amore contemplativo di quest’Essere altissimo, somma semplicità e beatitudine, è la perfezione suprema e l’obiettivo ultimo della mente umana. Di conseguenza, quella forma di vita che promuove la contemplazione e raccoglie tutte le energie per convogliarle nel modo migliore a conseguire tale scopo, appare davvero come il cammino più degno e più indicato per giungere a Dio

Dionigi il certosino: Il ricordo di Dio

Dionigi il certosino: Il ricordo di Dio

Diuonisio tentato dal demonio (Rutilio Mnetti) certosa Firenze

Dal Trattato

“La custodia del cuore e il progresso spirituale

di Dionigi il Certosino

Il ricordo di Dio

Se l’uomo si sforza senza stanchezza di elevare la sua mente a Dio, non solo quando prega, durante la celebrazione eucaristica e la salmodia, ma anche quando mangia e beve, quando lavora o quando parla con qualcuno, cioè in ogni azione e attività, raggiungerà in breve tempo una consuetudine ottima; intendo dire che di giorno in giorno gli sarà più facile e gradevole elevare il cuore a Dio, pensare a lui, infiammarsi del suo amore con sante meditazioni, come dice il Profeta: Ardeva il cuore nel mio petto, al ripensarci è divampato il fuoco.  ( Sal 38, 4)

L’amore è una forza unitiva, che stringe l’amante all’amato; esso infonde e mantiene nel cuore dell’amante la costante memoria dell’amato. È risaputo che quanto più uno ama con fervido slancio qualcosa, tanto più spesso si ricorda dell’oggetto del suo amore. Lo afferma nel vangelo il Cristo Gesù: Là dov’è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore. Vi fa eco sant’Agostino che scrive: Ove è l’amore, ivi è l’occhio. Come il fuoco tende a salire in alto e il calore del sole attira a sé i vapori della terra, così è del fervido amore per Dio: esso stimola la mente di colui che ama; la smuove e la solleva verso Dio; attira al Creatore i pensieri e gli affetti dell’anima, ed essa in lui solo dolcemente trova riposo, perché non altrove incontra la quiete se non dimorando in Dio. (Mt 6, 21)

 

 

Il Sacro Cuore di Gesù ed i certosini

Il Sacro Cuore di Gesù ed i certosini

Marmo astronomico alla certosa di s. Denis d'Orques

Marmo astronomico alla certosa di s. Denis d’Orques

L’articolo odierno vuole celebrare la festa del Sacro Cuore di Gesù, la cui devozione era già praticata nel Medioevo pur senza una festa corrispondente. Furono ferventi propagatori del culto, gli scrittori certosini inizialmente con Ludolfo di Sassonia, verso la meta del XIV secolo, ed a seguire Domenico di Treviri, Dionigi, Lanspergio ed altri. Vi sono testimonianze di tale culto anche in manufatti dell’epoca, tra tutti la scultura su di un architrave del 1474, nel chiostro Grande della Grande Chartreuse, o il marmo astronomico della certosa di Saint Denis d’Orques, addirittura del 1250. Sembrerebbero dunque gli antichi autori certosini i precursori di questa devozione che rimane immutata nei secoli. A tal proposito vi propongo oggi la lettura di un testo scritto da un certosino anonimo di Treviri morto nel 1461, che suonano come una rotta da seguire per entrare nelle intenzioni di Cristo.

“Se volete completamente e facilmente purificarvi dei vostri peccati, liberarvi delle vostre passioni e arricchirvi di tutti i beni… mettetevi alla scuola dell’eterna carità. Riponete, immergete spesso in ispirito… tutto il vostro cuore e la vostra mente nel Cuore dolcissimo di Nostro Signor Gesù Cristo in croce. Quel Cuore è pieno d’amore… Mediante lui noi abbiamo accesso al Padre nell’unità di spirito; egli abbraccia d’un immenso amore tutti gli eletti… In quel Cuore dolcissimo si trova ogni sorta di virtù, la fonte della vita, la consolazione perfetta, la vera luce che illumina ogni uomo, ma soprattutto chi ha fatto devotamente ricorso a Lui in ogni afflizione e necessità. Tutto il bene che si può desiderare lo si attinge abbondante in lui; ogni salvezza ed ogni grazia ci vengono da quel Cuore dolcissimo, e non da altrove. Esso è il focolare dell’amore divino che brucia sempre del fuoco dello Spirito Santo, che purifica, consuma e trasforma in sé tutti coloro che Gli sono uniti e che desiderano attaccarsi a Lui. Ora come ogni bene ci viene da questo Cuore dolcissimo di Gesù, così pure tutto dovete riferirvi… tutto restituirgli senza nulla attribuire a voi… In quello stesso Cuore confesserete i vostri peccati, domanderete perdono e grazia, loderete e ringrazierete… Per questo bacerete spesso con riconoscenza quel Cuore piissimo di Gesù inseparabilmente unito al Cuore divino, dove sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della scienza di Dio, un’immagine, voglio dire, sia di quel Cuore, sia del Crocifisso. Aspirerete senza posa a contemplarlo faccia a faccia confidandogli le vostre pene; attirerete così nel vostro cuore il suo spirito e il suo amore, le sue grazie e le sue virtù; a Lui ricorrerete nei beni e nei mali, in Lui avrete fiducia, a Lui vi attaccherete, in Lui abiterete, affinché, in cambio, si degni di porre la sua dimora nel vostro cuore; e qui infine dormirete dolcemente e riposerete nella pace. Poiché anche se i cuori di tutti i mortali vi abbandonassero, quel Cuore fedelissimo non vi ingannerà e non vi abbandonerà mai. E non trascurerete di onorare devotamente e di invocare anche la gloriosa Madre di Dio e dolcissima Vergine Maria, perché si degni di impetrarvi dal Cuore dolcissimo del suo Figliolo tutto quanto vi sarà necessario. In cambio, voi offrirete tutto al Cuore di Gesù attraverso le sue mani benedette”

“Per illud vulnus, quasi per ostium in cor introeatis”

Per Lanspergio la ferita al costato di Cristo” è la porta che ci introduce al suo cuore”

Blasone nel Chiostro della Grande Chartreuse (1474)

Blasone nel Chiostro della Grande Chartreuse (1474)

Dionigi il certosino: La contemplazione della sovressenziale e gloriosa Trinità

Dionigi il Certosino

Dal Trattato

Elogio della vita solitaria

La contemplazione della sovressenziale e gloriosa Trinità

La contemplazione della sovressenziale e gloriosa Trinità

Il Padre eterno e il suo Figlio Unigenito si guardano l’un

l’altro eternamente e si comprendono in pienezza nella

carità con una compiacenza totale e una gioia senza fine per

intensità e perfezione. Questo loro contemplarsi, amarsi e

comprendersi reciprocamente, in una eternità senza

mutamenti, è in essi fonte d’una specie di fervore comune, di

amore veemente, fervido e singolare oltre ogni dire: amore

che sussiste in sé, comune volontà del Padre e del Figlio,

perfettamente uno, sicché quest’amore procede

immediatamente da entrambi.

Quest’amore non è chiamato Figlio, ma Spirito Santo,

benché sia consustanziale al Padre e al Figlio. Emana ed esce

dai due non come una semplice proprietà comune o come

reciproca somiglianza, ma come impulso d’amore, come

tendenza dell’uno verso l’altro. Egli è l’amore del Padre

spirato nel Figlio e viceversa. Giustamente, perciò, è

chiamato “amore”, “soffio”, “vincolo”, “unione”, “pace”,

“bacio”, “soavità” e “abbraccio” del Padre e del Figlio.

In questa Trinità augusta e beata ciascuna delle divine

Persone ama ad un tempo se stessa e le altre due di un

amore la cui dolcezza, fervore e intensità superano ogni

possibile misura. E poiché ogni Persona contempla le altre

due e ne gode pienamente, il loro vicendevole amore è fonte

di infinito diletto. In breve, ogni Persona increata si guarda e

guarda le altre due con una letizia infinita, ne gode con

somma dolcezza e ama con fuoco inestinguibile. Ecco la vita,

la beatitudine e la gloria dell’augusta Trinità. Non è possibile

immaginare una realtà più soave, più quieta, più felice di

quest’amore intratrinitario, di questo reciproco amplesso dei

Tre, della loro gioia personale e comune ad un tempo.

Contempliamo queste realtà indicibili con dolce sobrietà;

rallegriamocene con semplicità piena d’amore. Cerchiamo di

abbandonare totalmente noi stessi per essere potentemente

elevati dall’amore, trasformàti e stabiliti nell’abisso di luce e

di verità eterne. Là non presteremo più attenzione alla nostra

persona o ai nostri atti; non ricorderemo più niente di quanto

è creato. Là noi saremo una cosa sola con il Signore.

Le donne e l’amore, per Dionigi il certosino

Le donne e l’amore, per Dionigi il certosino

A conclusione del 2011, Cartusialover ha voluto caratterizzare gli articoli di quest’ultimo mese dell’anno, con un leitmotiv che ha riguardato il legame dei certosini con le donne e l’amore. Non potevano mancare due meravigliose esternazioni del grande Doctor Ectaticus, alias Dionigi il certosino. Egli afferma, riguardo le donne, un concetto straordinariamente moderno per i suoi tempi.

“ Alcune donne, sia per la loro natura sia per i doni di grazia, sono più sapienti di molti uomini, più virtuose e più disposte ad ogni tipo di devozione e di elevazione verso Dio; pertanto sono più adatte e più degne rispetto a molti uomini di accedere anche agli ordini sacri. Se poi si dice che il sesso femminile è un sesso di sottomissione, si obietta che ci sono molte donne che governano ed una di loro, la Madre di Dio incarnato, Maria santissima e purissima, è stata costituita signora e regina di tutto il mondo.”( Opera Omnia XXV, sent.IV)

Ed ancora  da Dionigi, sull’amore ho estratto questo brano  dal Trattato “La custodia del cuore e il progresso spirituale”, ve lo offro sperando possiate gradire, e condividere.

Dal Trattato di Dionigi il Certosino

 La custodia del cuore e il progresso spirituale.

Il ricordo di Dio

Se l’uomo si sforza senza stanchezza di elevare la

sua mente a Dio, non solo quando prega, durante la

celebrazione eucaristica e la salmodia, ma anche

quando mangia e beve, quando lavora o quando parla

con qualcuno, cioè in ogni azione e attività, raggiungerà

in breve tempo una consuetudine ottima; intendo dire

che di giorno in giorno gli sarà più facile e gradevole

elevare il cuore a Dio, pensare a lui, infiammarsi del

suo amore con sante meditazioni, come dice il Profeta:

Ardeva il cuore nel mio petto, al ripensarci è

divampato il fuoco.5

5 Sal 38, 4

L’amore è una forza unitiva, che stringe l’amante

all’amato; esso infonde e mantiene nel cuore dell’amante

la costante memoria dell’amato. È risaputo che

quanto più uno ama con fervido slancio qualcosa, tanto

più spesso si ricorda dell’oggetto del suo amore. Lo

afferma nel vangelo il Cristo Gesù: Là dov’è il tuo

tesoro, sarà anche il tuo cuore. Vi fa eco sant’Agostino

che scrive: “Ove è l’amore, ivi è l’occhio”.

Come il fuoco tende a salire in alto e il calore del

sole attira a sé i vapori della terra, così è del fervido

amore per Dio: esso stimola la mente di colui che ama;

la smuove e la solleva verso Dio; attira al Creatore i

pensieri e gli affetti dell’anima, ed essa in lui solo

dolcemente trova riposo, perché non altrove incontra la

quiete se non dimorando in Dio.

6 Mt 6, 21

  

Dionigi il certosino: “La custodia della cella”

Dionigi il certosino

Dal Trattato

Elogio della vita solitaria

La custodia della cella

Per l’autentico contemplativo la cella è la sede della

salvezza, la base della quiete interiore, il luogo di un’alta

contemplazione, una dimora celeste, un giardino profumato,

una possibilità di traboccanti consolazioni, anzi un paradiso

di delizie sulla terra. Sant’Antonio, il corifeo dei solitari, con

molta verità sostenne che la cella è necessaria al monaco

come l’acqua ai pesci. Se il solitario indugia fuori cella senza

necessità, muore come pesce in arida terra.

Qualcuno ha pure osservato molto a proposito che il

dimorare in cella senza interruzione è per il monaco fonte di

ogni bene. Perciò, l’abitante della cella, che ha l’esperienza

del colloquio interiore con Dio e ha gustato i frutti dolcissimi

della vita in solitudine, temerà le uscite. Quando giudicherà

queste necessarie, si farà il segno della croce e uscirà

pregando come se lasciasse una fortezza, una roccaforte in

cui è più che al sicuro dal nemico e meglio che altrove può

progredire nell’unione con Dio.

Fòrmati, dunque, fratello, qualche buona abitudine e

rimani in cella con la Sapienza increata come con la sposa nel

talamo nuziale. Godi dei suoi struggenti abbracci, contempla

la sua stupenda bellezza e trova la gioia nello stabilirti solo

con lei sola. Essa infatti si diletta sul globo terrestre ponendo

le sue delizie tra i figli dell’uomo; previene quanti la

desideranosta alla porta della mente e bussa,  entra

graziosamente da chi le apre e condivide con lui un delizioso

banchetto. Essere escluso da una luce così grande, defraudato

di un’opera così divina, allontanato da una tale amorosa e

santa unione con Dio a causa delle tue dissipazioni fuori

cella, deve essere per te cosa detestabile.