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La valanga assassina

La valanga assassina

29 certosini seppelliti sotto laneve g. chAdrien Sacquespée

                                    Certosini seppelliti sotto la neve                                                                                               (Adrien Sacquespée)

Cari amici, vi parlerò oggi del disastro che avvenne, sabato 30 gennaio 1132 e che stravolse la quiete monastica dei primi certosini insediatisi a Cartusia, il primitivo luogo donato loro dal vescovo Ugo di Grenoble. I monaci seguaci di san Bruno, che erano situati in quel deserto da ormai mezzo secolo furono sorpresi da una valanga, che distrusse quasi interamente l’eremo originale.  In realtà non si trattò di una valanga (non ci sono percorsi di valanghe nel Grand Som, solo  pochi corsi d’acqua che entrano nel bosco), ma di una enorme frana che si verificò nella parte superiore del  massiccio Grand Som portando con sé alberi e detriti che spinsero un enorme quantità di neve la quale devastò tutto al suo passaggio. Sette monaci rimasero uccisi, rimanendo sepolti sotto le macerie e la neve, solo una cella rimase integra e miracolosamente solo pochi confratelli ed il Priore rimasero illesi. Soltanto dodici giorni dopo il tragico evento, grazie all’aiuto di persone dei villaggi circostanti che aiutarono i certosini a scavare tra la neve, furono trovati i corpi senza vita dei poveri religiosi morti. Furono ritrovati nel seguente ordine:

Guillaume (Fratello converso) Pierre (Padre) Nicolas (Fratello converso) John ( novizio ) Isard (Padre) Etienne (Padre) ed Andouin (Padre).

Negli annali dell’Ordine si narra che quest’ultimo fu ritrovato prodigiosamente vivo! I confratelli, riuscirono ad impartirgli il sacramento della estrema unzione e morì in data 11 febbraio tra l’amore dei monaci sopravvissuti alla tragedia.  Le reliquie di queste povere vittime si conservano alla Grande Chartreuse.  Per evitare che tale catastrofe potesse ripetersi, il luogo della prima costruzione fu abbandonato, e l’allora priore Guigo I decise di ricostruire il complesso monastico in un luogo più riparato, a qualche centinaia di metri di distanza. Fu ricostruito tutto in legno con la sola eccezione della chiesa edificata in pietra, la comunità fu ampliata con alcuni monaci provenienti dalla certosa di Portes per sostituire gli sventurati confratelli periti. Oggigiorno, quel che resta del primigenio insediamento certosino sono la Cappella di san Bruno,  la piccola chiesetta di Notre-Dame di Casalibus ed una grande croce che indica l’antico cimitero.

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Cappella di San Bruno

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Notre-Dame di Casalibus

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La Grande Chartreuse a valle della Croce

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la Grande Croce

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