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Un video della certosa della Defension a Jerez

Cartusia Defension

Nell’articolo di oggi, voglio offrirvi una vera chicca che giunge dal passato, inviatami da un lettore. Trattasi di un documentario della tv spagnola “Onda Tv” di Jerez de la Frontera, prodotto nel 1991 dal titolo “La profunda vida de los cartujos“. Il video fu girato all’interno della certosa della Defension della città di Jerez, laddove vi è stata una comunità monastica certosina fino al 2001, anno in cui il Capitolo Generale decise di chiuderla. E’ stato realizzato, ovviamente, in lingua spagnola, e dopo aver fatto una introduzione al complesso monastico circa la sua fondazione e la sua storia scorreranno rare immagini della cospicua comunità certosina dell’epoca, che contava una ventina di confratelli. Essi ci mostreranno la loro vita quotidiana, attraverso una presentazione dei vari ambienti monastici, a cominciare dalla cella. Ascoltermo la mirabile esecuzione del canto gregoriano, a cui farà seguito una spiegazione del funzionamento della “tabula hebdomadaria“. A seguire una carrellata delle varie attività svolte dai Fratelli conversi che contribuiscono al sostentamento ed alla funzionalità della certosa. Vedremo l’ebanista, il fabbro ed i fratelli dediti alla coltura delle arance. Vi saranno anche immagini dello spaziamento e per finire una preziosa intervista al compianto Dom Gerardo Marìa Posada, Priore dell’epoca, di cui vi ho già parlato in precedenti articoli, che con voce pacata ci spiega alcuni aneddoti sulle certose.

A voi la visione di questo breve, ma prezioso video.

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Un’incontro con Dio: la certosa

copertitolo

Cari amici, il titolo di quest’articolo è il titolo di un un raro video dei primi anni novanta, con una qualità discreta rispetto ad oggi, ma testimonianza inedita e preziosa. Esso fu realizzato alla certosa di Serra San Bruno ed oggi è stato riversato in sistema digitale allo scopo di salvarlo dall’oblio e pubblicato su youtube, ciò lodevolmente senza nessun scopo di lucro.

Potremmo godere, di favolose riprese aeree dell’intera superficie della certosa calabrese e degli incantevoli luoghi ove sorge Santa Maria del Bosco con il vicino Dormitorio di San Bruno e del suggestivo laghetto. La perla assoluta di questo documento video, secondo il mio modesto parere, è rappresentato dall’audio del discorso fatto da Papa Giovanni Paolo II alla popolazione serrese in occasione della sua visita in certosa, avvenuta il 5 ottobre del 1984. Scorgeremo anche immagini inedite di quella visita.

Potremo ammirare la voce del Padre Priore Dom Gabriele Lorenzi, intento ad accogliere un novizio, scorgeremo inoltre nelle varie riprese alcuni certosini di quel periodo, che nel corso degli anni vi ho fatto conoscere da questo blog, come i compianti Padre Christian e Padre Elia.

A seguire vedremo riprese dei vari ambienti monastici, alcune davvero inedite!

Si prosegue con la giornata tipo di un monaco tra silenzio, solitudine, preghiera e meditazione. Dalla voce di un monaco, un ex profugo vietnamita ascolteremo una profonda riflessione sul senso della vita claustrale certosina una rarità unica!

Saremo inoltre allietati da una sublime esecuzione di una emozionante Salve Regina.

Nel video che vedrete, sono state inserite anche inedite immagini della visita in certosa dell’ arcivescovo brasiliano Dom Helder Camara, avvenuta il 25 settembre del 1990. Forse vi ho anticipato troppo, ora non resta che goderci questa vera chicca che viene dal passato, senza dimenticare di ringraziare chi all’epoca realizzò il video e chi ne ha curato la conversione digitale e la diffusione.

Buona visione

La Cartuja de Granada: “Un viaje a través del tiempo”

gr

La Cartuja de Granada: “Un viaje a través del tiempo”

Video integrale

Carissimi amici lettori, in un precedente articolo vi avevo annunciato l’uscita di un interessante video sulla meravigliosa certosa di Granada, per il quale condividevo con voi il trailer. In quella circostanza vi comunicavo che per poter vedere il film in versione integrale bisognava contribuire con un prezzo di riproduzione simbolico, che sarebbe servito raccogliere fondi per l’installazione di un ascensore per accedere al portone principale del monastero, a beneficio soprattutto degli anziani e di chi usa la sedia a rotelle. Ebbene, da qualche settimana ho ricevuto la notizia, che la produzione ha deciso di rendere la visione libera, in cambio della possibilità di fare una donazione volontaria al termine di averlo ammirato.

Da questo blog, vi offro la possibilità di apprezzare questo splendido documento video che descrive la preziosa certosa di Granada, ma faccio appello al vostro buon senso e buon cuore, e vi chiedo di effettuare una donazione da fare alla seguente pagina https://www.granadacristiana.com/

Sicuri che vogliate offrire il vostro contributo, vi auguro una buona visione!

La Cartuja de Granada: “Un viaje a través del tiempo”

La Certosa di Granada: “Un viaggio nel tempo”

gr

La Certosa di Granada

“Un viaggio nel tempo”

E’ con immenso piacere, che voglio condividere con voi la gioia di questa recente produzione video sulla certosa di Granada.

Il film diretto dal regista Óscar Parada e dal Produttore Radio Activity, con lo sceneggiatore Ceferino Navarro, curatore della Certosa. Grazie al sublime lavoro dell’intera squadra, lo spettatore sarà coinvolto nella scoperta di questo gioiello del barocco, attraverso lo sguardo di un monaco dal XVI al XVIII secolo, il quale ci trasmetterà la spiritualità di questo luogo pregno di arte, storia ed architettura.

Al fine di conservarne la memoria, e testimoniare il valore artistico di questa certosa monumentale, gioiello del barocco spagnolo, con al suo interno quella che è stata definita la “sagrestia più bella del mondo“, è stato realizzato un prodotto eccellente.

Questo film documentario sulla Certosa di Granada, intitolato “Un viaggio nel tempo” oltre a pubblicizzare questo luogo particolare della città andalusa, ha una finalità lodevole. Difatti, si potrà vedere integralmente su internet all’indirizzo web http://www.granadacristiana.com ad un prezzo di riproduzione simbolico, che sarà investito nell’installazione di un ascensore per accedere al portone principale del monastero, a beneficio soprattutto degli anziani e di chi usa la sedia a rotelle.

Per ingolosirvi vi allego un breve trailer.

Consiglio vivamente a tutti i cartusiafollower di non perdere questa gemma.

Buona visione

Un documentario su Vedana

cop

Nello scorso mese di luglio l’emittente televisiva regionale Telebelluno ha mandato in onda uno splendido documentario sulla Certosa di Vedana.

Immagini inedite dal passato in un’ideale excursus storico fino ad oggi. Ripercorrendo la storia della certosa e la sua ultima destinazione con affidamento alle suore “Adoratrici Perpetue del SS Sacramento“, una di queste ci accompagna in questo breve documento video con la sua dolcissima espressione e voce.

Tra le varie immagini del passato, che ci mostrano la presenza certosina, scorgiamo un giovane Dom Elia Catellani scomparso lo scorso anno

Ringrazio l ‘emittente Telebelluno per questa interessantissima produzione che sarà di sicuro molto apprezzata dagli amici di Cartusialover.

Buona visione

link alternativo

Novecento anni di silenzio

statua di san Bruno

Statua di san Bruno

Lo scorso 8 marzo, è infatti andato in onda un documentario volto a conoscere i certosini di Serra ed il loro stile di vita fatto di preghiera, silenzio e meditazione. L’ingresso delle telecamere, non ha turbato la quiete monastica, anche perchè i monaci non hanno parlato ad eccezione di Fra Paolo Maria da Fonseca il portinaio, che ha concesso qualche simpatica battuta. Immagini suggestive, poichè registrate in un giorno in cui nevicava, e che sono state arricchite dalle interviste rivolte dal giornalista Paolo Di Giannantonio allo storico Domenico Pisani, ed all’archeologo Francesco Cuteri. Essi hanno spiegato la vita che si svolge all’interno della certosa calabrese.

A voi le immagini del video che segue….

Buona visione!

Un inedito documentario: la Grande Chartreuse

monaco di spalle

Cari amici, voglio oggi proporvi un inedito e datato filmato, un documentario girato nel 1964 sulla Grande Chartreuse. Sono immagini vecchie, ingiallite…ma pregne di fascino con lo speaker che in lingua originale, il francese, ci trasmette descrivendole le emozioni che percepisce osservando la quiete della vita monastica, che stride con la frenetica vita di quegli anni. Sembrava irreale cinquantaquattro anni fa, eppure tutto è rimasto immutato all’interno delle certose, i certosini travalicano con la loro vita claustrale i millenni!

Il monastero della Grande Chartreuse di Isère è il primo monastero fondato da san Bruno nel 1084 ed è tuttora la casa madre dei monaci eremiti dell’ordine certosino. I monaci vivono lì da quasi 1000 anni in silenzio, solitudine e preghiera a 1.190 metri sul livello del mare. Il monastero siituato nel desertum tra i massicci del Delfinato, non può essere visitato. Per soddisfare la curiosità dei visitatori, fu concepito un Museo che è stato inaugurato nel 1957.

Nel 1964, Productions du Parvis ottenne un permesso eccezionale ed introdusse per la prima volta una cinepresa per effettuare inedite riprese oltre le mura della certosa.

Il film si apre con una lunga sequenza che ritrae la società, in quell’epoca già invasa dal rumore, sia nel lavoro che nel tempo libero. Dopo un’evocazione della storia di San Bruno e della Certosa, segue una visita al Museo di Correrie. Una rara ed affascinante ripresa aerea, ci mostra la maestosità dell’estensione del complesso monastico certosino. Notiamo che con gran stile, appena superata la porta del monastero, la voce fuori campo scompare, e la telecamera segue in religioso silenzio la vita di un monaco certosino durante l’alternarsi del giorno e della notte, penetrando fino all’interno della sua cella monastica. Solo piccoli rumori, ed il canto gregoriano sembrano rompere il proverbiale silenzio certosino.

Il minuzioso reportage continua con una visita alla fabbrica dove viene prodotto il famoso liquore, ” Chartreuse” il cui segreto è custodito dai padri certosini da secoli.

La Grande Chartreuse, e tutte le altre case certosine, sembrano essere il luogo ove ancora si conservano i valori essenziali per la vita umana e religiosa: il silenzio e la solitudine.

Sono sicuro di avere fatto cosa gradita a tutti voi, nel proporvi questo inedito documento filmato, che spero abbiate gradito.

Buona visione!

Scusandomi con coloro che non sono riusciti a vedere il video, ho risolto il problema tecnico inserendo un nuovo link. Grazie per la pazienza.

Videoreportage dalla certosa di Portacoeli

i certosini di Porta Coeli

Cari amici di Cartusialover, ecco per voi una straordinaria testimonianza filmata della certosa spagnola di Santa Maria di Portacoeli.

Un antico video, fine anni ottanta, della durata di circa due ore, che risulta essere un vero e proprio reportage estremamente minuzioso per conoscere la vita dei monaci certosini. Immagini un po sbiadite, in lingua spagnola, con una qualità video approssimativa, provenienti dalla certosa di Portacoeli.

Un vero tesoro, imperdibile la visione!

E se non vi bastano le immagini, ho provato a tradurre il contenuto del video in italiano, e ve ne offro di seguito il testo.

Il commentatore descrive la localizzazione della certosa, la quale dista trenta chilometri da Valencia ed a 325 metri sopra il livello del mare in un luogo isolato e verdeggiante. Le immagini ci introducono mostrandoci le mura esterne del monastero certosino, immerso in una fitta vegetazione e caratterizzate da un profondo silenzio. Dopo aver percorso un lungo viale ci si imbatte nel primo contatto che i certosini hanno con il mondo esterno, il fratello portinaio. A seguire Il Padre priore Dom Pio ci espone un breve riassunto storico dell’origine dell’Ordine certosino, e dello sviluppo delle certose in territorio iberico, per poi decrivere la storia della fondazione di Santa Maria di Portacoeli, ovvero la terza di quelle costruite in Spagna. Ci narra anche delle figura di spicco che hanno vissuto in Portacoli come Dom Bonifacio Ferreri, fratello di san Vincenzo Ferreri e Dom Francesco Maresme che diventerà Generale dell’Ordine, ed unico spagnolo a ricoprire questo prestigioso incarico. Solitudine silenzio, semplicità di vita, povertà, austerità e mortificazione per identificarsi nella povertà di Cristo, questi i pilastri della vita certosina. A seguire scorrono le immagini che ci mostra il paesaggio che si può ammirare dalle terrazze della certosa, con lo sguardo che arriva fino a scorgere Valencia ed il mar mediterraneo. Gli orti ed i vigneti circostanti sono irrorati dall’acqua proveniente da uno stagno artificiale. La clausura è stretta e solo su permesso del priore solo gli uomini che ne fanno richiesta possono accedervi. Viene concesso quindi all’operatore di questo filmato l’accesso alla porta dell’invalicabile mondo certosino!

Si comincia con il mostrarci l’uscita di cella dei monaci nel cuore della notte per recarsi in chiesa per recitare l’ufficio del Mattutino, in latino e cantando il severo e austero gregoriano. Compaiono i monaci, una trentina, con il capo coperto dal loro cappuccio, intenti a recarsi in chiesa, nel coro per cantare Gloria in excelsis Deo, nel silenzio e nella semioscurità della notte un soave canto offerto a Dio. Immagini rare ed emozionanti, che ci mostrano il fervore dei monaci. Ascoltiamo rapiti. Alla fine dell’ufficio i monaci si inginocchiano e risuonano tre volte le campane, per rivolgere l’Angelus primo saluto alla Madre del cielo per cominciare il nuovo giorno. I Padri ritornano nelle proprie celle. A seguire, nel filmato ci viene mostrata la facciata della chiesa con le statue di Maria di Portacoeli e di san Bruno e san Giovanni Battista opere del XVIII secolo di Josè Puchol. A seguire una breve descrizione del retablo, dell’altare maggiore della chiesa, e degli altri affreschi che adornano le pareti. Di nuovo in chiesa per vedere la liturgia eucaristica secondo un antico rito monastico proprio, risalente ai primi secoli della chiesa cattolica.

Il celebrante la domenica, prima della messa conventuale, benedice l’acqua con la quale ha effettuato l’aspersione dell’altare, e con la quale benedirà i monaci che si apprestano cantando. Questo è un antico riro certosino che essi conservano inalterato nei secoli.Preziosissima è questa riproduzione filmata! Dopo aver cantato il kyrie eleison, i concelebranti si pongono al lati del celebrante, ricalcando un antico rito liturgico proprio dei certosini, per il rito della comunione, la comunità si reca sul presbiterio inginocchiandosi, ed uno dei concelebranti accompagna il celebrante alzando il calice. Avviene in seguito la distribuzione della particola che nutre tutta la comunità certosina.

Dal chiostrino, un piccolo chiostro comune a tutte le certose, si accede alla chiesa, al capitolo, alle cappelle ed al refettorio. Di pregevole fattura, in esso è presente una fontana, che serve per l’abluzione che fanno i monaci prima di recarsi in refettorio. Nel refettorio la comunità mangia insieme soltanto le domeniche e nei giorni di festa, rispettando sempre il massimo silenzio, e mentre si consuma il pasto, un padre dall’ambone legge sacre scritture per alimentare l’anima dei confratelli. Le immagini ci mostrano questo momento, con gli annessi rituali.

Prima di accedere alla biblioteca della certosa vi è un inginocchiatoio posto ai piedi di una immagine della Vergine, dove ogni monaco può affidare le sue orazioni. Il fondo bibliotecario è esclusivamente composto da testi di spiritualità, ed in essa possono accedere una volta alla settimana i monaci per consultare o per prelevare testi da consultare nella propria cella, oppure chiederlo con un biglietto lasciato al monaco bibliotecario nella sua cella. Nella sala capitolare avvengono le riunione della comunità monastica, è il luogo più importante della certosa dopo la chiesa. In esso si riuniscono i monaci per deliberare, per eleggere il priore, per esprimere il parere sull’ammissione di un nuovo candidato etc. Una volta a settimana si legge un capitolo della regola o delle Sacre scritture, da qui ne deriva il nome capitolo.la severa vita di silenzio e solitudine viene addolcita, una volta alla settimana, la domenica, dopo il pranzo comunitario i monaci scambiamo momenti cenobitici di fraternità e sana allegria. Inoltre un giorno alla settimana i padri ed una volta al mese i fratelli, escono fuori dalla certosa per una passeggiata nei dintorni, il cosiddetto spaziamento. In coppia, ed alternandosi durante le circa tre ore della passeggiata i monaci si scambiano opinioni sulla vita comunitaria conventuale, e rinfrancano l’anima ed il corpo a contatto con la natura. Per impervi sentieri, si incamminano per poi giungere su un altura che consente la visione della certosa dall’alto. La certosa di Portacolei si innalza al cielo in una radura silenziosa e solitaria attorniata da montagne, i mandorleti, aranceti e oliveti rendono meno aspra la zona. Nel centro del chiostro grande è ubicato il cimitero, per la sepoltura vi sono croci senza nome ne data, a testimoniare una vita trascorsa giorno dopo giorno al servizio del Signore. Qui a Portacoeli vi è un altro chiostro, del secolo diciasettesimo, costruito poichè apparve insufficiente il precedente, su di esso si affacciano quattro celle. Queste sono molto piccole e riservate per quei monaci molto anziani o malati, al centro una grossa croce di pietra. Con eccezione della domenica e dei giorni di festa, i padri certosini mangiano nella propria cella, ed il fratello dispensiere distribuisce loro il pasto e poi ne ritira i piatti svuotati. Il passaggio avviene attraverso un vano ed uno sportellino apppositamente concepito di fianco al portone della cella. Il regime alimentare in certosa è sano ed austero, non prevede colazione ed il primo pasto si effettua a mezzogiorno, e tra autunno ed inverno risulta essere l’unico pasto. In questo periodo la sera ci si limita ad una fetta di pane ed un poco di acqua. In primavera ed estate vi è una frugale cena intorno alle ore 18. I certosini non mangiano carne, ma nonostante questo rigido e severo regime alimentare i certosini esprimono sempre gioia pace e eserenità d’animo. Immagini dalla cella del certosino, dalla quale egli esce soltanto tre volte al giorno per gli uffici liturgici. Precisamente la cella è un miniappartamento di due piani ed in essa è incluso un giardino ed un laboratorio/falegnameria. Vi è all’interno tutto il necessario per un equilibrio psicologico e fisico, che esige questo regime di vita solitaria ed austera. Nella prima stanza della cella vi è sempre una immagine della Vergine ed un inginocchiatoio, la cosiddetta Ave Maria, di fianco alla finestrella con sportellino per ricevere il pasto, si trova un tavolino utile per poter consumare il cibo. Proseguendo vi è un corridoio illuminato dalla luce esterna che conduce al laboratorio di falegnameria, da una porta si accede all’orto o giardino che ogni monaco coltiva secondo il proprio gusto. Una scala laterale ci conduce al piano superiore illuminato da ampie finestre che danno sul giardino, in essa troviamo uno scrittoio in legno, una sedia ed una piccola libreria. In un angolo un piccolo oratorio con inginocchiatoio ed un piccolo altare, dove il monaco si sofferma varie volte al giorno per recitare le orazioni. In questa cella il certosino prega, mangia, dorme, lavora, studia, contempla e si rilassa realizzando l’ideale di vita certosino, semplicemente eremitico. Artisticamente preziosa è la cappella di san Giacomo, unita alla chiesa da una porta che conduce al coro dei fratelli conversi e che comunica con il chiostrino. Concepita nel 1512 fu restaurata nel 1950, è dedicata all’apostolo Giacomo che campeggia nel dipinto sull’altare. La sagrestia della certosa risulta essere sobria ed elegante, ha un magnifico pavimento in ceramica, nel coro dei fratelli conversi vi è un leggiadro paliotto d’altare in stile arabo, uno dei più aantichi conservati in certosa. Nel refettorio, vi è un superbo pavimento decorativo di epoca barocca. Dal chiostrino si ha accesso alle celle dei fratelli conversi, le quali sono distanti dal chiostro grande e più prospicienti le dipendenze ove sono impegnati nei lavori manuali. Poichè i fratelli sono principalmente impegati nelle attività lavorative, le proprie celle hanno dimensioni più ridotte rispetto a quelle dei padri. E’ presente tutto il semplice arredo di una cella ma in uno spazio ridotto. In certosa vengono chiamate obbedienze, le relative funzioni lavorative di cui si occupano i fratelli conversi. Dato l’isolamento della certosa essa è dotata di attrezzi per effettuare i lavori nei campi, per la falegnameria, il forno per il pane, cisterne e pozzi per avere autonomia idrica. La falegnameria è dotata di tutti gli attrezzi per poter lavorare gli arredi lignei soggetti a manutenzione, in tutta autonomia per economizzare. Nella lavanderia, il fratello lavandaio lava settimanalmente tutti i panni della comunità, poi li passa al fratello addetto alla sartoria per eventuali riparazioni da effettuare. Nella sartoria, seguendo il principio di povertà vengono cuciti e riparati gli abiti monastici consunti. Accanto al refettorio, vi è la cucina e la dispensa, nonosatante il cibo dei certosini sia caratterizzato dalla semplicità, questa obbedienza necessita di particolare attenzione ed impiego di tempo, Di solito vi è un fratello responsabile e due aiutanti, il secondo cuoco ed il dispensiere che distribuisce il cibo nelle celle. Si da ora uno sguardo al fratello calzolaio che ripare le calzature della comunità, che di solito sono abbastanza forti e robuste, idonee per lo spaziamento fuori dalla certosa. La fucina è una delle obbedienze più necessarie nel monastero certosino, difatti in essa si riparano le macchine agricole in dotazione per il lavoro nei campi, il fratello addetto è abile a forgiare il ferro ed a saldare. Un altro ambiente, utilizzato una volta l’anno è il frantoio dove si produce l’olio dalle olive degli uliveti di proprietà della certosa. Collegata alla biblioteca vi è un laboratorio nel quale si rilegano e si riparano i libri ed i testi talvolta molto vecchi. O consumati come i testi usati quotidianamente per la liturgia. Tlvolta si lavora anche per amici e benefattori della comunità. I monasteri certosini hanno sempre una loro autonomia grazie ai terreni circostanti che ne garantiscono ogni fonte di sostentamento. Data la vita austera tutto ciò che si coltiva è sufficiente per la comunità, Il Padre procuratore, sovrintende al lavoro agricolo dei fratelli conversi. Infine ci vengono mostrate immagini, davvero rare, relative alla visita dei familiari dei certosini, che può avvenire, secondo la regola, solo due volte l’anno. Per tutto il giorno i parenti condividono con il confratello le varie fasi del giorno, tranne il pasto consumato dagli ospiti nella foresteria, il monaco potrà mostrare i vari ambienti claustrali ai congiunti compreso la propria cella. Ovviamente nella stretta clausura, chiesa e cella, è interdetto l’accesso alle donne. La visita si potrà prolungare fino e non oltre le ore 19. Un video reportage molto esaustivo e realizzato con profondo, che termina con il motto dell’ordine certosino Stat Crux Dum Volvitur Orbis, ed il globo crucifero sormontato dalle sette stelle che rappresentano san Bruno ed i suoi sei seguaci. Regina e madre di Portacoeli intercedi e prega per noi sempre!

San Bruno, Padre dei certosini

locandina-films

All’inizio di quest’anno, da questo blog fui lieto di annunciarvi l’uscita del film “Saint Bruno, Père des Chartreuxdel regista francese Marc Jeanson. Il primo film documentario della storia, realizzato e dedicato al nostro amato San Bruno.

In quella circostanza, nel promuovere questa splendida iniziativa della Grande Chartreuse, vi informavo che in seguito sarebbe arrivata la versione italiana a cura della Certosa di Serra San Bruno, avvenuta in collaborazione con il Laboratorio Teatro Incanto di Catanzaro.

Cari amici, ci siamo!

A distanza di circa nove mesi ecco arrivare la versione italiana di questo interessantissimo film, del quale vi propongo un breve trailer.

Pregustiamoci questo assaggio!

Esso ci farà percepire sullo sfondo della iconografia del Padre dei certosini, testi e momenti di vita eremitica.

Vi riporto uno stralcio di un’intervista rilasciata dal regista Marc Jeanson, ed in calce, nuovamente, alcuni illustri pareri su questo prezioso docufilm:

Secondo lei tale documentario potrebbe rivelarsi più che eccezionale?Ci può dire come e perché è stato coinvolto in questa avventura?

È vero che lo sviluppo di questo è molto sorprendente! Durante gli anni ’90 e il 2000, abbiamo fatto diversi film su comunità monastiche, poi c’è stato l’incontro con i monasteri di Betlemme con i quali abbiamo collaborato per una dozzina di anni.Un monaco ed un caro amico mi hanno parlato di un luogo di guarigione fantastico dove aveva soggiornato diverse volte e per il quale ha mantenuto una grande nostalgia: il Monastero di San Macario situato nel deserto egiziano, un luogo straordinario fondata nel 360 da San Macario il Grande dove la presenza monastica non è mai stata interrotto. Ho inviato una richiesta per girare è da loro è stata accettata, ho così diretto il documentario “Luce del deserto”. E ‘stata un’esperienza che mi ha segnato profondamente, e l’incontro con l’eremita che parla del suo vicinanza a Cristo nella sua grotta, fatta di pietra e sabbia, dove vive alla maniera dei primi padri del deserto, che vive ancora in me …

Diversi anni dopo, nel mese di agosto 2014, sono stato contattato dal monastero della Grande Chartreuse per fare questo film su Saint Bruno, e il suo frutto spirituale: la nascita dell’ordine certosino. E ‘stato prima di tutto una bella sorpresa che ha aggiunto un po’ di confusione, perché il “camminare certosino” è alto e imponente … E durante il primo incontro con i monaci della Grande Chartreuse, che mi sentii dire non con mia grande sorpresa che c’è stata una vicinanza d’animo con il monastero di San Macario. In effetti, c’è stato un rapporto molto diretto tra padri del deserto egiziano e quelli della Grande Chartreuse. Quindi tutto è unito e improvvisamente illuminato!

La cooperazione con certosino era semplice, vera, gioiosa … e denso! Abbiamo lasciato entrambi i loro testi di base e la mostra dedicata a San Bruno, hanno che organizzato l’anno scorso al Museo della Grande Chartreuse. Opere che, nella loro stragrande maggioranza, non sono mai state presentate al pubblico. Abbiamo fatto diversi viaggi in certosa nelle diverse stagioni, abbiamo filmato questi dipinti e le sculture, ed il paesaggio di montagna straordinariamente mutevole, poi a seguire la vita monastica: la spatiamentum, la vita nelle celle, il lavoro ecc .. Poi vi è stata la fase di editing, sempre molto importante. Per questo, mi è stato proposto di vivere un paio di giorni nella foresteria del monastero, laddove avrei potuto montare il film.

Ho continuato a lavorare a casa in Vandea, e abbiamo avuto scambi regolari per confermare gradualmente le varie fasi del film.

Come si è potuta mettere in immaginmi la spiritualità certosina?

Il nostro lavoro è un po ‘di ispirazione – a me sembra – come la Lectio Divina monastica: staccare dai rumori del mondo, i nostri preconcetti, il nostro a priori, di metterci in ascolto e lasciare verità espirare i loro profumi e invadere … in realtà ci mettiamo in un atteggiamento contemplativo, piuttosto che immediatamente in “fare”. Si tratta di queste condizioni da soli che possiamo a volte, con la pura grazia di Dio, ci avviciniamo all’invisibile, e come diceva Paolo V: Credo che ” lascia percepire i campi di luce nascoste dietro il mistero della vita umana” .

Quindi, ciò che veramente mi ha colpito è il profondo equilibrio della Regola di Vita dei certosini. Certamente, questa vita è dura e impegnativa, ma sono felici e ciò traspare. Questa è una semplice, vita tranquilla, una miscela di vita eremitica e monastica lontano dagli uomini, ma nel cuore del mondo. Ed è quello che abbiamo voluto mostrare e vivere con questo film.

Che cosa ti ha toccato personalmente di San Bruno?

Questa frase scritta da lui: “Fugitiva relinquere et aeterna captare” fantastica sfida all’uomo di quell’epoca, considerato uno dei più grandi intellettuali del suo tempo, a cui era stato promesso tutto, glorie e tutti gli onori …

Fantastica sfida oggi più che mai, per noi che viviamo in uno spazio zebra costretti a convivere con miliardi di connessioni e immagini, che mi riporta alla mente un salmo …Uscire dai barlumi fuggitivi del secolo per entrare nel silenzio di Dio …

Questo film porta davvero qualcosa di unico, di speciale. Quanto più lo vedo mi sento diversa ogni volta … misteriosa e bellissima.”(BB Parigi) •“E ‘una meraviglia. Un successo per la sua profondità.”( Una Priora del Monastero delle monache certosine) • La prima visione mi ha sconvolto” (OB KTO Direttore dei Programmi). “Un lavoro sobrio, leggero, dove fonti primarie certosini sono riuniti per la prima volta nella un insieme coerente. E dove sgorga ancora, luminosa e pura, la paterna fiamma di Maestro Bruno. “(FamigliaCristiana)

Per tutti gli amici interessati all’acquisto di questo film, potete collegarvi al seguente sito che ne curerà la vendita.

“Ciao Padre Christian”

“Ciao Padre Christian”

23 padre Christian

Cari lettori di Cartusialover, ho il piacere di offrirvi la visione di un documentario su Dom Christian Thomas, il “piccolo grande” certosino. Recentemente avevo visionato questo video, essendo stato diffuso da alcune televisioni locali calabresi, rimastone attratto dalle numerose e preziose testimonianze in esso contenute, ho deciso di contattarne il regista. Al quale ho chiesto ed ottenuto la possibilità di diffonderlo da questo blog, avendogli spiegato che la figura di Padre Christian deve avere, secondo me, una conoscenza che oltrepassi i confini locali. Ho infatti potuto riscontrare un notevole interesse per questo pio certosino, sia da quanti lo hanno conosciuto di persona e sia da coloro che lo hanno potuto conoscere solo da questo blog, che ripetutamente ne ha descritto le sue opere. L’intento della divulgazione da Cartusialover è quindi la massima conoscenza e diffusione in ogni angolo del globo terracqueo, della santità di Padre Christian descritta nel documentario, affinchè possa giungere nei cuori di quanti lo hanno amato, lo amano e lo ameranno.

Numerose sono le testimonianze, gli stralci di interviste in presa diretta con la voce suadente di Dom Christian che, emanando la sua inconfondibile e percepibile aura di santità,  ci affascineranno coinvolgendoci totalmente.

A seguire, una breve nota scritta dal regista Paolo Imperio, che mi ha permesso di realizzare questo articolo, ed a cui vanno i ringraziamenti miei e di tutti i lettori del blog.

“Ciao Padre Christian”

A tre anni dalla sua scomparsa abbiamo voluto ricordare il “Certosino di strada”, Padre Christian, tracciando in pochi minuti il percorso della sua vita, con le testimonianze del Vescovo di Crotone Mons. Domenico Graziani , di Mauro Mons. Fedele Arnaldo parrocchia Beata Vergine del S.S. Rosario di Pompei, di Don Luigi della parrocchia S. Antonio, di Don Edoardo direttore del centro residenziale per anziani Villa della Fraternità S. Andrea allo Jonio, di suor Rita di Fiume Freddo e quelle di alcuni dei tantissimi fedeli, che hanno conosciuto Padre Christian, abbiamo voluto ricordare, il suo spirito di sacrificio, le sue preghiere notturne e i suoi continui combattimenti con il maligno, i suoi esorcismi, i sui lunghi digiuni, la sua bilocazione, i miracoli che è riuscito a fare con la forza della preghiera, i suoi piccoli capricci e la sua innata tranquillità nel fare le cose anche le più strane, le sue essenziali ma significative parole nel predicare per diffondere la parola di Dio, il suo contatto diretto con l’ aldilà e il celebrare messe nelle ore e nei luoghi più disparati e la sua grandissima umiltà di uomo.

Questo cortometraggio vuole appunto evidenziare tutto questo, ed essere dopo il libro che ha scritto il suo amico Franco Reali che lo ha seguito per molti anni, un segno tangibile della sua fama di santità,

Il documentario è stato prodotto dal Notaio Carlo Proto, con la produzione esecutiva ed edizione della Vesuvio Film di Paolo Imperio, sceneggiato e diretto dallo stesso Paolo Imperio e le riprese effettuate da Gino Ierardi.

Crotone 03/LUGLIO/2016

Il regista autore

Paolo Imperio

Buona visione