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Pienitudine nella solitudine

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Nell’articolo odierno, voglio offrirvi un delizioso testo di Dom Giovanni Giusto Lanspergio che si esprime sul valore della solitudine, e di come tale condizione è essenziale per incontrare Dio. Seguiamo i suoi validi consigli.

stelle sette x

“Nella solitudine, l’uomo si purifica e si custodisce puro; conosce se stesso e inizia nell’amore di Dio. Nella solitudine impara a mortificare la sua carne, a rendersi simile a Dio, ad unirsi a Lui. Chi ha il gusto della solitudine, ha il gusto di Dio. Lì tutte le cose del mondo diventano strane all’uomo, tutti i fardelli diventano leggeri dal sapore dei beni celesti. L’uomo perde se stesso e trova Dio. Ma questa solitudine, pochissimi la conoscono e pochissimi sanno amarla; se gli uomini avessero lo sguardo più profondo, vedrebbero quale tesoro è nascosto in essa, e tutti correrebbero da lei… ”.

“Rimani assiduamente nel tuo santuario interiore… Non ti dare a nulla in eccesso; accontentati del semplice uso delle cose presenti di cui devi occuparti quando è necessario, senza che il tuo cuore si attacchi ad esse. Rimetti subito a Dio ogni evento triste o gioioso, vivi senza molteplicità, affinché Dio rimanga presente in te. Rifiuta ogni impedimento… Non desiderare di compiacere nessuno, tranne Dio solo. Scegli con Maria la parte migliore, non vagabondare di qua e di là… Torna senza sosta alla solitudine, alla conversazione interiore. Colui che cerchi non può trovarlo nessun senso o nessuna intelligenza, solo le anime pure lo ricevono. Possa Egli essere il tuo pensiero, la tua ricerca continua e, qualunque cosa accada, vai per la tua strada. Torna sempre così dentro dove è presente la verità stessa. Non ci arriverai mai nel borbottio inconsistente delle parole. Fai dunque silenzio, resta in pace, sopporta tutto, abbi fiducia in Dio, fai ciò che è in tuo potere e presto riceverai una luce meravigliosa per conoscere le strade così perfette della vita interiore”.

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Gratitudine al Cuore di Gesù

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Ecco per voi un testo su cui meditare, l’autore è Dom Giovanni Giusto Lanspergio certosino particolarmente devoto al Sacro Cuore di Gesù.

Io ti celebrerò, o Signore, con tutto il cuore.
Salmo 110,1

Tu, dolcissimo Gesù, sei il mio unico amore, la mia salvezza, e la mia consolazione. O più fedele amico degli uomini, il mio Creatore e mio Redentore, la luce del mio cuore, il riposo della mia mente, e il rimedio della mia anima, io ti adoro. Tu Divina Riconciliatore di uomini, sostenitore più amorevole dei peccatori, che dài conforto agli afflitti, sollievo a coloro che lavorano, e al solo la loro ricompensa, io ti adoro. O Gesù, Vittima gradito agli occhi del Signore, Vittima onnipotente con Dio, Tu sei la pace-offerta il cui odore di soavità ha misericordiosamente inclinato verso di noi Dio Padre, che abita nel più alto dei cieli. Tu che hai costretto a cercare su di noi con amorevole gentilezza e la pietà, per portarci in Suo favore, e per farci eredi del suo Regno. O più Gesù misericordioso, lodo Te, ti benedica, e darà gloria per la tua infinita misericordia, inesauribile e traboccante verso di noi. Non era sufficiente per Te di essere il nostro Signore, nostro Creatore e nostro Protettore, tu vuoi diventare anche il nostro Redentore, il nostro fratello e nostro compagno di esilio! Tu hai avuto il piacere di prendere la nostra natura umana, per condividere la nostra debolezza e la povertà, e anche a presentare alla legge della morte. Questo è il motivo per cui, durante trentatré anni, Ti sei affaticato e sofferto tanto per procurare la nostra salvezza. O più compassionevole di Gesù, quante volte è stata suddivisa la stanchezza in seguito ai tuoi viaggi! Quante volte hai sofferto da fonti di calore, il freddo, la sete, la fame e la povertà! Quante volte sei stato disprezzato, insultato o rimproverato! E – ciò che è più bello di tutti – Tu hai finalmente ceduto la tua anima alla morte più ignominiosa e amaro per noi che eravamo i tuoi nemici!

Eppure, tutti questi segni di amore, e le grandi benefici elargiti su di noi creature vili e ingrati, non soddisfacevano la Tua carità inconcepibile. Durante trentatré anni Tu eri caricato con sofferenze e ignominia; ma, per espiare pienamente al nostro posto, c’era ancora una cosa che tu vuoi fare, dopo la vostra morte, nel sottoporre ad un ultimo oltraggio, quando Tu hai permesso ad un soldato crudele e insolente di perforare il Tuo Cuore più tenero, già ferito con il dardo del Tuo amore. Ma perché hai desiderio Tuo Cuore da trafiggere in tal modo da una ferita terribile? Ah! è stato che potremmo vedere tutta la profondità e l’ampiezza del Tuo amore infinito, e imparare con ciò che hai sofferto la carità per il nostro bene. Tu vuoi insegnarci che tutte le tue azioni erano animate dalla carità più perfetta. Tuo santo corpo era stato rotto e lividi per noi, e tu avessi Si offerto a Dio come sacrificio vivente, puro ed accettabile ai Suoi occhi. E ‘stato difficile per te da dimostrare in modo più chiaro o più perfettamente il Tuo potente amore per noi. Tu vuoi comunque aprire il santuario dell’amore stesso, e divulgare la bara mistica che contiene questo tesoro, aprendo a noi il tuo cuore, in modo da permetterci di vedere con i nostri occhi da dove è venuto tutto ciò che tu avessi fatto per noi. Non riservando nulla per te stesso, nel dare a tutti noi, anche il tuo cuore, non ti sembra come se Tu volessi dire a ciascuno di noi, la nostra ingratitudine e la freddezza, ahimè! Tu sapevi: Ecco, o uomo, e vedere tutto quello che ho fatto, tutto quello che ho sofferto per la tua salvezza. Tu eri Il nostro nemico, e ti hanno restituito il favore di mio padre. Tu devi vagare a caso come una pecora smarrita; Ho cercato di te lungo, con molta difficoltà e fatica, e quando finalmente ti ho trovato, ti ho portato in braccio, e ti riportai all’ovile celeste. Ma chinai la mia testa che potrebbe essere coronata di spine. Ho tenuto le mie mani e piedi per essere trafitto con le unghie. Con pazienza ho sofferto il supplizio della flagellazione. Ho versato il mio sangue fino all’ultima goccia; E il mio cuore era così infiammato di amore per te, che mi è stato lacerato e ferito sia internamente che esternamente. Infine, ho rinunciato a morte della mia anima che mi è piaciuta, e quindi consumato, dalla Mia perfetta e completa obbedienza, il lavoro della tua salvezza. Dopo di che, cosa ci può essere ancora da fare? Non ho più nulla da offrire a te .Tu vedi bene che il mio amore per te era forte come la morte, e il mio amore fa che ti posso avvicinare a me e te unisco a Me con l’amore. Eppure tu andrai lontano, e che hai te stesso separato da me. Bambino di Adamo, l’anima insensibile, se tutto quello che ho già fatto non è sufficiente a sciogliere il tuo cuore congelato, e fare una profonda impressione su di te, accettare il mio cuore, oltre a tutto quello che ti ho dato, e capire che cosa è. Ricevere il sangue che ne deriva. Se potessi fare qualcosa di più e avevi il diritto di pretenderlo, dovrei essere molto disposti a offrire a te. Chiedi a Me, Che fai ancora richiedo? Fai notare a me quello che sarà in grado di muoversi, di convertire te decidere di te ad amarmi, e certamente non voglio rifiutare di concederla.

O Madre affettuosa

Mad

Oggi, cari amici lettori, vi propongo una deliziosa preghiera concepita da Dom Giovanni Giusto Lanspergio. L’autore, come sappiamo, era un grande amante della Madonna, che vedeva come madre. A seguire il testo delizioso che vogliate apprezzare e recitare con profonda devozione.

O Madre affettuosa, che sei stata crudelmente ferita da questa stessa lancia”

O Madre affettuosa, che saprai comprendere quale immensa tristezza, quale angoscia sei stata crudelmente ferita da questa stessa lancia entrata anche nella tua devotissima anima! Quale angoscia ancora più difficile da descrivere si afferrò al tuo Cuore, quando la lancia del soldato, rossa di sangue, si ritirò dalla ferita, e quando dai tuoi Occhi pieni di lacrime vedesti il Sangue uscire dalla ferita, mescolato con un’acqua molto limpida! O viscere materne piene di dolcezza e di tristezza, quante volte in questo triste giorno sei stata ferita! Che crepacuore, che sofferenze ti hanno crudelmente spezzato! Quanti singhiozzi ti hanno sollevato e schiacciato! Quali dolori sono stati il tuo nutrimento! Quali dolori ti hanno bruciato! Quale veemente fuoco d’amore ti ha invaso! Che peso di passione ti ha schiacciato sotto il torchio per strappare lacrime ardenti e inesauribili! Per tanto dolore ti lodo, ti benedico, ti glorifico e ti elevo sopra ogni cosa per l’eternità e oltre, migliaia e migliaia di volte, con tutto l’amore della Santissima Trinità, con l’affetto di tutte le creature che ti venerano ; Ave, Beata e Immacolata Vergine!»

Così sia.

Buone vacanze 2021

15 certosini e vacanze

Cari amici lettori, è giunto il momento di separarci per qualche settimana. Sarà un periodo di riposo, che arriva a seguito di altri mesi difficili, vissuti dalla minaccia del Coronavirus, che tante vittime ha mietuto, e che tanto ha provato tutti noi. E’ giunto il tempo di ritrovare energie fisiche e spirituali. Quale ricetta migliore se non il silenzio e la preghiera?

Vi esorto pertanto a non trascurare la preghiera, ed è per questo che vi lascio ad un testo di Dom Giovanni Giusto Lanspergio, il quale ci esorta a perseverare nell’aprire il nostro cuore a Dio e chiedere, anche implorando, il suo aiuto.

Auguro a tutti gli amici lettori di Cartusialover di trascorrere in serenità questo periodo estivo, sia esso trascorso in vacanza o al lavoro. Arrivederci ed a presto!!!

Supplica insistente

Rivolgiti a Dio con tempestività, importuna, umile, continua, perseverante e fervente preghiera: rappresenta davanti a Dio il ruolo di chi è continuamente bisognoso. Qui sulla terra i poveri si fanno latosi e fastidiosi, se si presentano ripetute volte davanti ai ricchi; ma con Dio le cose sono diverse, poiché anche quando lo preghi e lo importuni, sia per te, sia per il suo prossimo, non si annoia o infastidisce minimamente; al contrario, più ti intrattieni nella preghiera e insisti a chiedergli e a importunarlo, più piacere gli causi.

In effetti, per quanto Dio non si impoverisce né diminuiscono le sue ricchezze; e non si preoccupa nemmeno della nostra importunità, né si disgusta della nostra povertà e della nostra miseria; anzi si delizia moltissimo nel vedere in noi questa santa avidità e questa avidità di virtù e beni spirituali.

Di conseguenza, in qualsiasi necessità tua o di altri, dopo aver usato l’industria umana e naturale, ricordati a Dio. Sia Lui il sicuro rifugio nelle tue richieste e premure, nei tuoi timori e nei tuoi pericoli; non devi vergognarti rivolgendoti a Lui ogni momento per supplicarlo per persone o necessità diverse, al contrario, devi avere quindi maggiore fiducia in Dio. Sarai ascoltato nella misura della fiducia che hai avuto in Lui. Quindi ricordati a Dio in qualsiasi tua necessità, chiedigli consiglio e aiuto.

Chiedi a Dio una umile e fervente contrizione e detestazione dei tuoi peccati, delle tue negligenze e delle altre colpe con cui hai offeso Dio. Supplica una fervente e perfetta carità che ti renda solito nel custodirti da ogni offesa a Dio e al prossimo, e premuroso nell’unirti a Lui e nel cercare solo Lui. Chiedi anche tu una pronta e perfetta abnegazione di te stesso, affinché tu possa compiere la volontà divina e ricevere ogni avversità con animo paziente, come venuta dalla mano di Dio. (…)

A questo punto c’è la vera devozione, cioè nell’avere la volontà pronta e disposta per fare la volontà di Dio, e ciò che è del suo onore e gloria. (….) Di conseguenza si ingannano quelli che credono che la devozione consista in una certa tenerezza di cuore che facilmente finisce nelle lacrime, o nel sentire dolcezza nelle pratiche devote. (…) La vera devozione non può tollerare avvertamente in sé qualcosa che sia contro la volontà di Dio.

Questa devozione persevera in qualsiasi aridità del cuore e distrazione della mente.

vacanze

Come onorare il Cuore di Gesù

Lanspergio (affresco nel refettorio della certosa di Calci)

Cari amici, per cominciare questo mese di giugno dedicato alla devozione del Sacro Cuore di Gesù, vi offro uno splendido testo con preghiera di Dom Lanspergio. Come sappiamo i certosini sono particolarmente devoti a questo particolare culto.

Come onorare il Cuore di Gesù

Gesù all’anima fedele:

Anima cristiana, ti insegnerò come onorare le mie piaghe, in particolare quella del mio cuore divino che è stato ferito per amore tuo. Dopo la mia risurrezione, ho mostrato le ferite delle mie mani, dei miei piedi e del mio fianco ai miei apostoli, dicendo loro: guardate, toccate, guardatemi attentamente. Lo hanno fatto senza indugio. Imitali. Se vuoi toccare, in spirito, la Ferita del Mio costato, considera con profonda gratitudine l’amore del Mio Cuore, che Mi ha portato a sceglierti da tutta l’eternità per essere Mia figlia ed erede del Mio Regno.

Offrimi questa preghiera:

Signore di infinita misericordia, attraverso questa Ferita di intenso amore, attraverso questa Ferita così grande che può contenere la terra, i cieli e tutto ciò che è in essi, unisco il mio amore al Tuo amore divino, affinché , in questo modo e per mezzo di esso, il mio amore può essere reso perfetto, può perdersi nel tuo ed essere mescolato con esso come due metalli liquefatti dal fuoco e mescolati insieme formano uno solo. Possano le nostre due volontà diventare una sola, o meglio, la mia sia totalmente unita e sempre in perfetta conformità con la tua. Nella fornace ardente del tuo cuore, in questa ferita d’amore, getto i miei affetti, le mie inclinazioni, i miei pensieri e i miei desideri, che tutto ciò che è coperto di ruggine e contaminazione, tutto ciò che è imperfetto e in disordine, possa essere distrutto dalle fiamme. Allora il mio cuore, tutto purificato e rinnovato, sarà completamente consumato in Te e per Te.

Amen

Maria proteggimi

Nell’articolo odierno, a conclusione di questo mese mariano, voglio offrirvi una struggente e deliziosa preghiera di Dom Giovanni Giusto Lanspergio dedicata a Maria protettrice dei certosini.

Maria proteggimi

Oh la più pura, la più nobile e la più bella di tutte le Vergini, molto degna Madre di Dio, Maria io ti supplico per la tua immensa profonda umiltà, la tua grande santità, e la tua enorme casta purezza, per la tua fervente carità, e per tutti i doni grazie e virtù di cui Dio ti ha adornato per essere la sua degna madre ricevi me come un figlio sotto la tua protezione e l’amore del tuo cuore materno, malgrado il mio essere indegno, ed ottienimi di amarti molto santamente e molto castamente. Ottienimi la più perfetta umiltà, la più perfetta castità, la più perfetta carità e tutte le altre virtù per le quali Tu hai fatto piacere a Dio. Implora lo stesso per me, che per una particolare misericordia di Tuo figlio, per i meriti della sua Passione e per una inesauribile contrizione dei miei peccati, io possa meritare in questa vita di essere purificato da tutti i miei vizi ed i miei peccati, perchè dopo questa vita terrena io possa ricevere senza ritardo la vita eterna. E’ per questo, dolcissima sovrana di misericordia, ottienimi di sopportare sempre il più pazientemente possibile e ringraziando, tutte le avversità che possano

sopraggiungere, e di spendere secondo il Tuo buon piacere tutte le forze del mio corpo e della mia anima, tutti gli istanti della mia vita per la lode e la gloria di Tuo Figlio

Amen

Dom Lanspergio e la Madre Buona

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Eccoci giunti al mese di maggio, il mese dedicato alla Madonna. Una devozione speciale, che ha spinto molti monaci certosini a dedicare a Maria, meditazioni, testi e orazioni.

Oggi vi propongo una deliziosa preghiera concepita da Dom Giovanni Giusto Lanspergio. L’autore, era un grande amante della Madonna, che vedeva come madre.

A seguire un delizioso video con l’audio del suggestivo canto Ave Maris Stella.

“O Maria, permettimi di guardarti, riverire e amare come mia Madre Buona”:

 

Tante quante sono le gocce d’acqua nel mare, le stelle nel cielo, gli spiriti benedetti tra gli innumerevoli eserciti di angeli, le foglie in tutti gli alberi, i fili d’erba sulla terra; tante volte dal profondo del mio cuore, ti saluto, o nobilissima, preziosissima, bellissima, gloriosissima e molto dignitosa Madre di Dio, potentissima Regina del cielo, molto amabile e dolcissima Maria, Sovrana Signora dell’ universo, e ti saluto in unione dell’Amore e per il Cuore del tuo diletto Figlio e di tutti coloro che Ti amano; e in onore di questo amore incomparabile per cui il Figlio di Dio ti ha scelto, amato e onorato come sua degna Madre e si è donato a te per essere il tuo unigenito Figlio, permettimi di guardarti, riverire e amare come mia Buona madre, e di offrirmi e di dare a Te per essere nel rango dei tuoi figli, sebbene infinitamente indegni. Ti prego, Santissima Madre di Dio, di accogliermi in questa veste e di assicurare davanti a Dio che sono tutto tuo, mia dolcissima e fedelissima Madre, mia Gioia e mia Corona ”.

Così sia.

 

Buon mese mariano!

Ave Maris Stella

«Ave maris stella,
Dei Mater alma
atque semper virgo
felix coeli porta.

Sumens illud ave
Gabrielis ore
funda nos in pace
mutans Evae nomen.

Solve vincla reis,
profer lumen caecis,
mala nostra pelle,
bona cuncta posce.

Monstra te esse matrem,
sumat per te preces
qui pro nobis natus
tulit esse tuus.

Virgo singularis
inter omnes mitis,
nos culpis solutos
mites fac et castos.

Vitam praesta puram,
iter para tutum
ut videntes Jesum
semper collaetemur.

Sit laus Deo Patri,
summo Christo decus,
Spiritui Sancto
tribus honor unus.

Amen

Preghiera per il Venerdi di Passione

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Cari amici lettori, eccoci giunti al Venerdi Santo in cui si commemora la passione e la crocifissione di Gesù Cristo.

Intendo offrirvi questa sublime preghiera alla sacra ferita sul costato di Gesù tratta dal Rosario della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo del certosino Dom Giovanni Giusto Lanspergio.

 

“O Padre, ti offro la sacra Ferita del Cuore di tuo Figlio”:


“O padre molto adorabile e molto disinvolto!

Ti offro, in soddisfazione di tutti i miei peccati e di quelli di tutti gli altri, e in riparazione della mia pigrizia, della mia tiepidezza, della mia negligenza e del mio amore disordinato;

Ti offro, dico, questa sacra Ferita del Cuore di tuo Figlio, il Sangue e l’Acqua che ne sono sgorgati e l’immenso Amore dal quale Ti ha amato;

Pregandoti che da questa santa Ferita riversi nella mia anima un Amore purissimo, ardentissimo, perfetto ed eterno, con il quale Ti amo con tutto il cuore e ti benedico in tutto e soprattutto, che Ti desidero solo, che Cerco solo Te, di essere attaccato solo a Te solo, e di usare interamente tutti i poteri del mio corpo e della mia anima per amarti e glorificarti.”

Così sia

Buon Natale 2020

25 Ancien retable du maître-autel de la Chartreuse de Strasbourg (I Nativité, II Adoration des Mages, III Circoncision). Vers 1470-1475. Noyer polychrome. Musée de l'Œuvre Notre-Dame de Strasbourg

Carissimi amici lettori di Cartusialover nel silenzio della notte stellata trascorsa, una luce possa diffondersi nella nostra grotta interiore, illuminandola e trasformandola. Sinceri Auguri per un Natale che ci trasformi, illuminandoci. Nasce Cristo e nasce la speranza, Lui ci porta la speranza, quella di cui oggi, più di sempre, ha bisogno l’intero genere umano.

Buon Natale pregno di salute e serenità

Ho scelto per voi, un’omelia di Dom Giovanni Giusto Lanspergio che credo sia edificante ed illuminante in questi tempi bui. A seguire una toccante preghiera.

Cristo, la luce della nostra vita

Omelia di Dom Lanspergio

Sermone 5, Opera omnia, 3, 315-317

Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto sorgere una grande luce (Is 9,1).

Fratelli miei, è risaputo che siamo tutti nati nell’oscurità e che una volta vivevamo lì. Ma assicuriamoci di non rimanere lì più a lungo, ora che il sole della giustizia è sorto per noi.

Cristo quindi è venuto per illuminare coloro che dimorano nelle tenebre e nell’ombra della morte, per guidare i loro passi sulla via della pace. Di quale oscurità stiamo parlando? Tutto ciò che è nella nostra mente, nella nostra volontà o nella nostra memoria, e che non è Dio o non ha la sua sorgente in Dio, in altre parole tutto in noi che non è alla gloria di Dio e schermi tra Dio e l’anima, è l’oscurità.

Quindi Cristo, avendo la luce dentro di sé, ce l’ha portata in modo che potessimo vedere i nostri peccati e odiare le nostre tenebre. In verità, la povertà che scelse quando non riuscì a trovare posto nella taverna, è per noi la luce con cui ora possiamo conoscere la felicità dei poveri in spirito, a cui appartiene il Regno dei Cieli.

L’amore di cui Cristo ha testimoniato dedicandosi alla nostra istruzione ed esponendosi a sopportare per noi prove, esilio, persecuzione, ferite e morte in croce, l’amore che alla fine lo ha portato fa pregare per i suoi carnefici, è per noi la luce grazie alla quale possiamo imparare anche ad amare i nostri nemici.

È per noi la luce, l’umiltà con cui si è spogliato assumendo la condizione di servo (Fil 2,7) e, rifiutando la gloria del mondo, ha voluto nascere in una stalla piuttosto che in un palazzo e resistere una morte vergognosa su una forca. Grazie a questa umiltà possiamo sapere quanto sia detestabile il peccato di un essere di melma, un povero ometto di nulla, quando è orgoglioso, si glorifica e non vuole obbedire, mentre vediamo il Dio infinito, umiliato, disprezzato e consegnato agli uomini.

È leggera anche per noi, la dolcezza con cui sopportava la fame, la sete, il freddo, gli insulti, i colpi e le ferite, quando come un agnello veniva condotto al macello e come una pecora davanti al tosatore non ha aperto la bocca (Is 53,7). Grazie a questa gentilezza, infatti, vediamo quanto sia inutile la rabbia, oltre che la minaccia, quindi acconsentiamo a soffrire e non serviamo Cristo fuori dalla routine. Grazie a lei conosciamo tutto ciò che ci viene chiesto: piangere i nostri peccati nella sottomissione e nel silenzio e sopportare pazientemente la sofferenza quando si presenta. Perché Cristo sopportò i suoi tormenti con tanta dolcezza e pazienza, non per i peccati che non ha commesso, ma per quelli degli altri.

Pertanto, cari fratelli e sorelle, riflettete su tutte le virtù che Cristo ci ha insegnato con la sua vita esemplare, che ci raccomanda con le sue esortazioni e che ci dà la forza di imitare con l’aiuto della sua grazia.

Preghiera

Dio eterno e onnipotente, dirigi la nostra vita secondo il tuo amore, affinché nel nome del tuo diletto Figlio possiamo portare frutti in abbondanza. Da Gesù Cristo.

O Signore nostro Dio, volevi che tuo Figlio prendesse la nostra carne per diffondere la tua luce tra coloro che dimorano nelle tenebre. Concedici la grazia di una conversione più totale e rifletteremo sui nostri fratelli la chiarezza del tuo Regno. 

Amen

Auguri

Dom Bruno Loher ed il suo maestro Lanspergio (parte seconda)

Dom lanspergio scolpito nel pulpito a Laon

Dom Lanspergio scolpito nel pulpito della cattedrale di Laon

Prosegue la biografia di Dom Bruno Loher su Dom Giovanni Giusto Lanspergio.

” Vita conscripta venerabilis et suspiciendi D. Joannis Justi Lanspergii “

La sua pazienza è stata così ammirevole in mezzo alle atroci sofferenze che lo hanno mortificato totalmente, soprattutto alla fine della sua vita, che sembrava un miracolo per tutti coloro che lo circondavano di essere vivo. E non è stato sorprendente, quindi, essere stato spesso liquidato dai medici, che hanno annunciato la vicinanza della sua morte a causa della cattiva condizione dei suoi polmoni e del fegato per anni, contro ogni probabilità che potesse sopravvivere così molto malato. Ma era così paziente nella sofferenza che una sola espressione di impazienza non gli uscì mai di bocca. E quando alcuni religiosi, laici o potenti lo visitavano e gli chiedevano come stava, lui rispondeva sempre dicendo di essere in buone condizioni o con le parole di San Giobbe: «Come fa piacere al Signore; Possa il suo nome essere benedetto. ”Molto spesso era stanco di vivere più a lungo a causa dell’intensità del suo dolore. Voleva morire e stare con Cristo, soprattutto a causa della deplorevole rovina della Chiesa cattolica e della condanna delle anime, una situazione che meritava di essere pianto con lacrime di sangue. Ed è stato che ha visto che le anime, corrotte ovunque leggendo i libri di Erasmo, Lutero e altri disertori del suo stesso Ordine (di cui diceva che erano state consegnate da Dio nel senso reprobo), correvano senza controllo dirette all’inferno, poiché che il mondo, nella sua cecità, crea oggi falsi dottori. Si astenne completamente da tali letture e consigliò agli altri di astenersi a causa del loro scarso profitto e perché difficilmente potevano essere letti senza pericolo di contagio, poiché le sue parole, come un cancro, venivano introdotte di nascosto nell’anima; Inoltre, poiché non solo tutta la dottrina, ma anche tutti i libri di quegli pseudodottori erano stati proibiti e condannati. Commosso da questo fatto, dato il suo ammirevole amore e sete di salvezza delle anime, pubblicò molti scritti che respiravano pietà, sana fede ed un esimio amore per Dio e il prossimo. Grazie a quegli scritti, e nella misura delle sue forze, salvò molte anime corrotte dall’errore e impigliate nei legami del diavolo, in cui vide che innumerevoli di loro erano fortemente intrappolati e si precipitavano con gli occhi chiusi alle fiamme dell’inferno. Rafforzò il vacillante, rafforzò il fermo, infiammò il tiepido, aiutò l’esercitato, istruì gli ignoranti, spronò coloro che correvano e, come guida esperta, mostrò il percorso reale a coloro che desideravano servire Dio. In breve, non c’era nessuno che non trovasse alcun uso nei suoi libri. E tutto ciò è accaduto felicemente con l’aiuto di Dio, che ha riversato sui suoi scritti una grazia non volgare e ha dato così tanto frutto nella Chiesa di Dio, che tra i dottori ecclesiastici non dovrebbe essere considerato all’ultimo posto. Poiché i suoi stessi insegnamenti si applicano a se stessi, il nostro Lanspergio ha messo tutti i suoi sforzi per diventare sereni gli altri come un’immagine vivente di tutte le virtù e non ammettere a se stesso tutto ciò che dispiace alla sua dottrina o ne toglieva il peso.

Per questo motivo, tutto ciò che diceva o scriveva aveva un’enorme forza e autorità anche tra gli uomini di grande apprendimento, i quali, rendendosi conto di certe indicazioni che lo spirito di Cristo viveva in lui e parlava attraverso la sua bocca, erano spesso profondamente colpiti da Parole e scritti: in tutta la sua condotta c’era una straordinaria innocenza, la semplicità di una colomba unita a una grande prudenza, un’integrità cristiana, una pronta benevolenza verso tutti, una gentilezza spontanea, un dolce affetto ma non eccessivo, l’odio per il peccato, l’amore per la giustizia, disprezzo per il mondo e le cose terrene, grande desiderio di povertà e amore ardente. Chi gli si avvicinò senza sentirsi sollevato dal suo consiglio? Chi, dopo aver avuto una conversazione intima con lui, non ne ha avuto profitto? E non solo trattava i suoi fratelli in quel modo, ma anche estranei e sconosciuti, ma faceva sempre grandi sforzi nel dare le prove di un uomo evangelico e non solo nel portare il Vangelo in bocca, come molti fanno oggi. Abominò gran parte dei malvagi dogmatici, perché sebbene tutta la loro vita sia in chiara contraddizione con i precetti del Vangelo, tuttavia, si vantano di evangelici e vogliono fingere. La loro spudorata incoscienza e la loro folle vergogna erano sempre estremamente odiose per lui, anche se simpatizzava con la loro situazione e piangeva per la cecità e la follia con cui spingevano non solo se stessi, ma anche molti altri, a eterne miserie e calamità, non importa quanto loro stessi. non accordarono a questo fatto la minima importanza a causa dell’oscurità estremamente oscura del loro cuore e della ferrea ostinazione della loro anima. Spesso, nelle loro opere, criticavano e confutavano gli errori di questi eretici, senza altra intenzione che farli conoscere in modo che si rettificheranno da soli, o certamente in modo che gli altri non rimangano impigliati in essi. Sì, è comune per i santi di Dio combattere per liberare le vittime dalle bugie del diavolo e riportarle alla vera salvezza. I santi, infatti, soffrono molto di più per i pericoli che attendono le anime che per le difficoltà dei loro corpi. Ma le molteplici ferite che Dio Onnipotente riceve dai peccati degli uomini li tormentano anche molto a causa del loro grande amore per Lui, amore che li porta a non lasciare senza punizione i minimi peccati. Potremmo ancora scrivere con piena fedeltà molte altre cose in raccomandazione di questo venerabile padre, ma poiché i suoi scritti sono per chiunque la sua migliore raccomandazione, riteniamo superfluo estenderci molto di più. Ha vissuto felicemente e la sua vita felice è stata seguita da una morte felice. Chi viveva ogni giorno come se fosse l’ultimo non poteva avere una brutta morte. Bene, come poteva temere le trappole della morte che non permettevano che ci fosse qualcosa in lui che potesse instillare paura della morte? Mentre viveva, ha combattuto duramente per rimuovere da se stesso tutto il peccato e tutto ciò che potrebbe sopraffarlo nell’ora della morte, così che quando sarebbe arrivata, non sarebbe stato sorpreso preparandosi all’ultimo momento, come fanno molti pazzi, ma piuttosto la avrebbe accolta felicemente come porta di accesso alla vita. Era senza dubbio il numero di coloro che hanno la vita nella pazienza e nella morte in desiderio, per quale piacere avrebbe potuto trovare nella vita che, come abbiamo già detto, ha dovuto sopportare così tante malattie che sembrava più morto che vivo? Quindi voleva la morte per poter venire alla presenza della gloria di Dio. E sebbene abbia dovuto aspettare un pò di tempo che il suo desiderio fosse finalmente ascoltato molte opere fedeli e corone di pazienza, e dopo aver dato grandi frutti nella Chiesa di Dio e nell’Ordine certosino con la sua parola, penna ed esempio, confortarono spiritualmente i Sacramenti della Chiesa e confessarono scrupolosamente e piamente tutti i suoi difetti, in piena lucidità, Diede il suo spirito santo a Dio, dal quale l’aveva ricevuto, l’11 agosto 1539, dopo aver vissuto lodevolmente per 30 anni nell’ordine cartusiano.

Spero abbiate apprezzato questo testo di Dom Loher, un profilo tracciatoci da un suo contemporaneo e confratello, ed è per questo che credo assuma una importanza notevole.